A spasso nel bosco con Bill Bryson: recensione film
Quale viaggiatore non vorrebbe andare a spasso nel bosco con Bill Bryson? Virtualmente lo può fare grazie al film uscito nel 2015. A interpretare il giornalista e scrittore di viaggi c’è Robert Redford accompagnato da Nick Nolte.
Il titolo originale dell’opera è “A Walk in the Woods” è racconta l’ennesima avventura del protagonista che desidera cimentarsi nel lungo e tortuoso sentiero degli Appalachi.
Hai mai sentito parlare di Bill Bryson?
Se ami leggere racconti di viaggio sicuramente avrai sentito il suo nome. È autore di diversi volumi come “Una città o l’altra”, “America Perduta”, “Piccola grande isola” e molti altri.
Si laurea come giornalista e trova lavoro all’università di Durham in Inghilterra dove si era trasferito dopo aver conosciuto la moglie. Diventa autore di libri di viaggio ma anche di saggi che lo faranno entrare nell’olimpo degli scrittori più influenti.
In questa ultima avventura decide di percorrere i 3500 chilometri che attraversano le montagne degli Appalachi dalla Georgia al Maine. Ci riuscirà?
Per avere una spalla e un aiuto si affiderà alla compagnia di Stephen Katz (interpretato da Nick Nolte), un amico che lo accompagnò anche in gioventù nel suo viaggio alla scoperta dell’Europa.
L’unica differenza fra il viaggio fatto in Europa e questo degli Appalachi è proprio l’età. I due, infatti, non sono più nel fior fiore degli anni ma anzi si ritrovano a essere piuttosto fuori forma.
Il richiamo di una nuova esperienza però li farà avanzare passo dopo passo fra incontri non sempre piacevoli e impedimenti di ogni tipo. Dal viaggio nasce il libro che poi verrà trasportato al cinema.
A spasso nel bosco con Bill Bryson
Il film rappresenta l’ideale di viaggio che ogni persona vorrebbe fare almeno una volta nella vita. Una preparazione a casaccio, la compagnia di un personaggio strampalato e la ritrovata forza di volontà che si ripresenta nei momenti più impensabili.
L’esperienza leggera di chi decide di partire senza “pensarci troppo” affrontando gli imprevisti come se fossero dei semplici e inevitabili ostacoli che si frappongono nel cammino.
Quella folata di vento di fernweh che ogni tanto si ripresenta alla mente chiedendo di abbandonare ciò che stiamo vivendo per inoltrarci nel caso: un luogo in cui non si conoscono in anticipo le variabili.
Ogni viaggiatore ha assaporato questo bisogno e se è stato diligente e lo ha seguito si ricorderà dell’esperienza come qualcosa di originale e fantastico.
A volte, semplicemente, non possiamo evitare i richiami della natura e ritorniamo a camminare nei boschi per respirare quell’aria di libertà che spesso manca nelle nostre vite.
Una libertà che richiede però sacrificio, ma che ci riempie di soddisfazione e di ricordi piacevoli da condividere nei momenti in cui nulla abbiamo da raccontare.
“Dobbiamo caricarci di ricordi per la vecchiaia” diceva Leonardo da Vinci ma possiamo anche continuare ad avventurarci, senza paura, nei sentieri del mondo, come se non ci fosse alcuna età a impedircelo.
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