Autunno a Rovigo: tra nebbia e fotografia
In autunno a Rovigo si apre la stagione espositiva presso il Palazzo Roverella e i turisti rispondono all’offerta artistica. Quest’anno (2024) fino al 26 gennaio 2025 è in corso la mostra “Henry Cartier-Bresson e l’Italia“.
Il fotografo francese ha girato l’intera penisola dagli anni Cinquanta fino agli anni Settanta per registrare i cambiamenti culturali e urbanistici dal termine della guerra in poi.
Esce uno spaccato unico, da assaporare. E al termine della visita non rimane che girovagare per il Centro Storico per scoprire le bellezze di una città spesso bistrattata dai circuiti turistici.
Autunno a Rovigo: la nebbia aleggia imperterrita
Prima di arrivare a Rovigo ho percorso un lungo tratto della Valdastico. Giunta nel territorio veronese è comparsa la nebbia e non se n’è più andata.
Nei guardrail stavano appollaiate le gazze e persino un falco. Erano lì per controllare il numero di auto in transito. O a sperare che qualcuno gettasse del cibo da mangiare.
Nella periferia di Rovigo si trovano un’infinità di campi arati e pronti per essere coltivati. Non a caso, i prodotti tipici della zona sono l’insalata di Lusia, l’aglio bianco, il radicchio di Chioggia, le cozze di Scardovari e il riso del Delta del Po.
All’entrata della città è presente un parcheggio multipiano dove lasciare l’auto. Di fianco, un parcheggio a ore all’aperto per chi desidera rimanere per un tempo limitato.
Gli orari della visita al Palazzo Roverella sono dalle 9:00 alle 19:00 durante la settimana, e si prolunga fino alle 20:00 nel fine settimana. Il tempo di visita è di un’ora o un’ora e mezza e le audioguide hanno un costo di 4€.
Non serve raccontare la capacità artistica del fotografo francese, rinomato per aver aperto con altri colleghi l’Agenzia Magnum. Invece, ti voglio parlare della città veneta.
Centro storico e architettura
Rovigo è una città da attraversare in bicicletta, così da godere appieno della sua percorribilità. Difatti, ci sono alcune zone ZTL che è consigliabile evitare!
All’entrata della città dal parcheggio multipiano si notano due torri, pendenti tanto quanto quella bolognese di epoca medievale. E all’opposto un monumento dedicato a Matteotti.
Ma la storia più interessante si riferisce al nome, il cui significato è “Città delle rose“. E la leggenda narra che venne fondata dagli Achei e, in particolare, da Diomede.
Tre piazze meritano una visita:
- Piazza Vittorio Emanuele II;
- Piazza Giuseppe Garibaldi;
- la fiorita Piazza Umberto Merlin.
Nonostante la sobrietà, la città è stimolante da un punto di vista architettonico, poiché nasconde dei dettagli alquanto interessanti. Non te li voglio elencare, bensì desidero che tu diventa un flâneur o una flâneuse e li scopra semplicemente osservando.
A sorprendere sono anche i giardini, nascosti e poco segnalati, ma che regalano dei momenti di pura estasi. Dovrai ascoltare l’istinto per scovare quegli angoli di vibrante natura.
Tuttavia, in Piazza Umberto Merlin si trova un giardino ricco di fiori autunnali, cedri e altri piante, con al centro una fontana ancora funzionante. Lo zampillo è durato per poco e non so se venga attivato solo a determinati orari.
Comunque mi hanno catapultata indietro nel passato, quando non c’erano problemi di carenza idrica e in molte città, tra cui la mia, aveva una fontana funzionante.
Cos’altro fare in autunno a Rovigo?
Bastano due orette per fare uno spuntino e visitare la città. Tuttavia, se si vuole prolungare la permanenza è possibile visitare il Museo dei Grandi Fiumi e prima ancora “La Rotonda” conosciuta anche come la Chiesa della Beata Vergine del Soccorso.
La Rotonda vanta una pianta ottagonale e un altare in legno scolpito da Giovanni Caracchio. Si tratta del monumento religioso rappresentativo di Rovigo, sebbene in tutta la città vi siano disseminati riferimenti storici e culturali italiani.
Il Museo dei Grandi Fiumi narra la versione archeologica del territorio compreso tra il Medio e l’Alto Polesine in un lasso di tempo che retrocede fino a 3500 anni anni fa.
Chiunque voglia godere di un rimando archeologico della zona e di tutta l’Europa, non rimarrà deluso. Al contrario, potrà immergersi nelle vicende fondanti che hanno dato vita alla Città di Rovigo e dei suoi abitanti.