Diventare una viaggiatrice seguendo le orme di Phileas Fogg

diventare una viaggiatrice immagine dell'articolo con palme

Ho sognato di diventare una viaggiatrice da quando ho letto il libro romanzo “Il giro del mondo in 80 giorni” di Jules Verne. Avevo circa 10 anni quando compresi ciò che avrei fatto da grande.

Le avventure del protagonista e del suo fidato maggiordomo Passepartout, soddisfacevano i miei desideri. La conoscenza, la curiosità, il continuo cambiamento e gli imprevisti mi apparvero come dei complementi essenziali per una vita felice.

Dal sogno alla realtà, e nuovamente al sogno

 

Terminata la scuola iniziai a lavorare e, con la quotidianità, svanirono anche i miei sogni. Non pensavo più al mio beniamino bensì solo a seguire la compagnia di amici. Tuttavia, i sogni vengono a disturbarti e fanno emergere i desideri come se fossero dei vecchi amici abbandonati.

Mi ricordai di loro e assieme riaffiorò prepotente la voglia di viaggiare. Gli amici, però, non si decidevano mai! Decisi così di partire da sola nonostante le mille paure. Feci una scelta un po’ folle perché mollai tutto e andai a lavorare in Germania per otto mesi senza conoscere una parola di tedesco.

Fu complicato, ma elettrizzante. Poi iniziai a programmare le vacanze da sola: Londra, Berlino, Madrid, Cancun, Malindi, Marrakech, eccetera. Scoprii il gusto di organizzare il viaggio seguendo il mio ritmo e i miei gusti personali.

 

immagine della gola di vintgar, diventare una viaggiatrice

 

Diventare una viaggiatrice come Phileas Fogg

 

Dopo vari soggiorni arrivò finalmente l’occasione di fare un viaggio importante, tanto da lasciare ricordi indelebili nella mia mente. Sei mesi in Centro America attraverso il Messico, il Guatemala, il Belize e l’Honduras: un vero itinerario alla Jules Verne.

Fu in quell’occasione che mi resi conto di essere una vera viaggiatrice, altrimenti non lo avrei mai fatto. Insomma da sola, senza conoscere nessuno, né tanto meno la lingua, ma soprattutto senza un maggiordomo!

Eppure è stata un’esperienza totalizzante, che mi ha formata e mi ha fatto comprendere di essere più forte e determinata di quanto pensassi. Potei fare pace con quella bambina pieni di sogni e guardarla negli occhi sussurrandole:

 

Il passaporto è un documento che ti sei guadagnata, perché hai sfidato le tue paure e sei cresciuta.

Diventare una viaggiatrice è stato un sogno e ora benvenuta nella realtà!”

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