La teoria degli specchi esseni: il tesoro del mar Morto

Israele e gli specchi esseni

La teoria degli specchi esseni affonda le radici nell’antichità, in una zona a 30 km da Gerusalemme, vicino al mar Morto. Si tratta di un’antica confraternita vissuta attorno al II secolo a.C., secondo le testimonianze di Plinio il Vecchio.

La loro comunità era di tipo monastico e non riconoscevano né l’uso del denaro, in quanto si dedicavano al baratto, né il vincolo del matrimonio, essendo liberi dai riti religiosi.

Possedevano, comunque, una loro particolare spiritualità che esulava completamente da quella pagana ma rimase sconosciuta fino al ritrovamento dei “Rotoli di Qumran” nel 1947. 

Fu solo lo scienziato e ricercatore Gregg Braden a far conoscere al mondo le teorie degli specchi esseni attraverso uno studio approfondito dei papiri ritrovati.

La teoria degli specchi esseni 

 

Secondo gli Esseni esistono 7 specchi che riflettono attraverso gli altri la realtà in cui viviamo. In sostanza significa che rapportandoci agli altri possiamo scoprire quale sono le affinità o le discrepanze che ci identificano. Sono gli aspetti del nostro inconscio a caratterizzarci e farci, quindi, avvicinare a una persona piuttosto che a un’altra. 

Per quale motivo sono così importanti?

Perché ci permettono di capire chi siamo, cosa vogliamo, dove stiamo andando e qual è il cammino che dobbiamo seguire per essere felici e soddisfatti della nostra vita. 

Assomigliano a 7 livelli di consapevolezza pur senza seguire un livello gerarchico. Per arrivare a riconoscerci come individui autentici dobbiamo comprendere la teoria degli specchi in ogni sua parte, senza nessuna eccezione.

Primo specchio

Lo specchio del presente: il momento in cui vivo ora mi sta dimostrando gli obiettivi che ho raggiunto e la consapevolezza che ho guadagnato. Quando un’emozione o un episodio si presenta in modo frequente vuol dire che dobbiamo imparare qualcosa e non lo abbiamo ancora fatto. 

Se nella quotidianità subiamo dei soprusi o incontriamo certi tipi di persone che ci causano irritazione o sofferenza, significa che dentro di noi, abbiamo una componente simile che ci infastidisce.

Ciò che dobbiamo fare è riconoscerla, come prima cosa e poi eliminarla, solo così potremmo tornare a essere in equilibrio con la nostra parte interiore. 

Secondo specchio: teoria degli specchi esseni

Il secondo specchio riflette il giudizio: così come giudichiamo gli altri, giudichiamo noi stessi o la situazione che viviamo al momento. Siamo in grado di discernere o ci facciamo trasportare dalle opinioni altrui?

Laddove puntiamo la nostra attenzione carichiamo allo stesso tempo la nostra energia direzionandola nella realtà che poi andremo a vivere. In sostanza con i nostri giudizi stiamo creando anche la nostra realtà.

Terzo specchio

Specchio dell’attrazione: tramite l’acquisizione di tale consapevolezza scopriamo ciò che ci apparteneva in passato e che ora abbiamo perduto. Succede quando proviamo attrazione per una persona, sia come amico che come amante, senza riconoscerne il motivo.

La soluzione è presto detta: quell’individuo possiede una qualità che ricerchiamo per essere in equilibrio con la nostra mente ma che sentiamo di non contenere più. 

Per questo motivo percepiamo un legame particolare, sottovalutando inconsciamente altri aspetti, che non riusciamo nemmeno a vedere con una lente di ingrandimento.

 

Riflesso del mondo teoria degli specchi esseni

 

Quarto specchio: teoria degli specchi esseni

Riflesso della dipendenza: sentiamo la necessità, senza conoscerne la motivazione, di immergerci completamente in qualcosa a discapito di altre attività magari più confortanti.

Un esempio classico è quella della totale dedizione al lavoro che preclude del tempo alla famiglia per poi ritrovarsi a rimpiangere di aver perduto momenti essenziali e irrecuperabili. 

Dobbiamo metterci in allarme quando non riusciamo a sottrarci a qualche dovere perché ciò significa essere già dipendenti e incanalati in un vortice di involontaria sudditanza. 

Quinto specchio

Specchio della divinità o del rapporto con il divino: inteso non solo in ambito religioso ma più propriamente in quello spirituale e quindi personale. 

Secondo gli Esseni, così come per altre filosofie, noi siamo tutti degli dei, degli esseri divini che perseguono gli obiettivi a cui siamo stati destinati dalla nascita.

Per comprendere questa divinità dobbiamo imparare a slegarci dall’unione con i nostri genitori e acquisire l’indipendenza che ci compete. In poche parole dobbiamo assumerci le nostre colpe e le nostre responsabilità. Dobbiamo, inoltre, liberarci dalle catene familiari che non ci permettono di spiccare il volo. 

Sesto specchio

La parte oscura: il sesto specchio ci mette di fronte alla nostra zona d’ombra, quella parte che nascondiamo agli altri per vergogna o per semplice insicurezza.

È la battaglia più difficile perché richiede il coraggio di affrontare definitivamente le nostre paure più recondite ma prima vanno stanate e comprese all’interno di noi. 

Il primo passo è quindi quello di capire quali siano i mostri che non ci permettono di avanzare e poi trovare lo strumento adatto per sconfiggerli senza rimanerne feriti. 

Settimo specchio: teoria degli specchi esseni

L’ultimo specchio concerne la perfezione: la comprensione finale di una situazione e la consapevolezza di quanto sia giusta e sincronica nonostante l’apparente incapacità di coglierne il senso. 

Tutto è uno e noi siamo parte dell’uno. Lo possiamo sentire in modo più deciso con l’aiuto della meditazione, l’introspezione e la ritenzione dei sensi.

La similarità con il concetto spirituale induista è impressionante. Ma se andiamo a scavare in profondità nella storia, troviamo che questo pensiero è rimasto ad aleggiare per molti secoli prima dell’avvento del Cristianesimo.