L’originale sapone di Marsiglia racchiuso in un marchio depositato
L’originale sapone di Marsiglia è minacciato dall’ingerenza di produzione cinese e turca. Per questo i produttori stanno correndo ai ripari.
Difatti, il problema principale è quello di non essere riconosciuto a livello nazionale e mondiale in qualità di istituzione di ‘Origine Geografica Protetta’.
A causa di questo scoglio, chiunque può apporre la sigla ‘Sapone di Marsiglia’ senza che venga rispettata la tradizione. Così, si lascia che venga calpestata l’identità storica.
In tal senso, quattro produttori marsigliesi si sono alleati per dare vita a un’organizzazione volta a proteggere la ricetta di sapone originale.
La storia dell’originale sapone di Marsiglia
Il sapone di Marsiglia deve molto alla Siria, e in particolare alla ricetta del sapone di Aleppo. Non a caso, la ricetta è pressoché uguale e venne importata in Francia.
Il primo mastro saponiere venne nominato nel 1370 ma fu solo nel 1688 che Colbert, un ministro alla corte di Re Sole, firmò il primo editto anti contraffazione.
Grazie a questa legge, venne codificata la ricetta originale, la quale prevede il 63% d’olio di oliva, di palma o di copra, il 9% di soda caustica e il 18% di acqua.
In pratica, la presenza di acido grasso si attesta sul 72% e la forma caratterizzante il prodotto è cubica. In un decreto, Napoleone aggiunse il divieto di inserire ingredienti di origini animali (il grasso), i profumi e i coloranti.
Invece oggi siamo abituati a vedere i saponi alla lavanda, al limone, al latte di pecora, eccetera. Tutti queste formulazioni, pertanto, non rientrano nella ricetta originale.
I quattro ingredienti tradizionali riguardano le sostanze grasse di origine vegetali, ovvero gli olii, l’idrossido di sodio che in origine veniva ricavato da una pianta presente in Camargue, mentre oggi si predilige l’estrazione della sostanza dal sale marino, e l’acqua.
Come riconoscere il marchio dei produttori marsigliesi?
I quattro produttori di sapone marsigliesi si sono unificati in un unico logo, riconoscibile dalla scritta Savon de Marseille. Solo i prodotti che riportano questo marchio vengono realizzati dai seguenti saponifici:
- Fer à Cheval;
- Le Sérail;
- Savonnerie du Midi;
- Marius Fabre.
Insieme hanno dato vita all’associazione Union des Professionnels du Savon de Marseille, riconducibile alla sigla UPSM. Il loro obiettivo è quello di proteggere il prodotto locale e informare i consumatori a riconoscere le contraffazioni.
Ma cosa cambia da un originale sapone di Marsiglia e uno non autentico? In primis, la naturalità dei prodotti. Non a caso, nella ricetta originale sono solo quattro, come abbiamo visto, e non contengono sostanze nocive, né tanto meno allergeni.
Tuttavia, a cambiare è anche la produzione. Nel procedimento marsigliese si seguono cinque fasi specifiche: l’ammostamento, il rilascio, la cottura, il lavaggio e la liquidazione.
Infine, riveste una certa rilevanza anche l’orientamento geografico, poiché la zona tradizionale di produzione è quella situata nel dipartimento delle Bouches-du-Rhône.
Nondimeno, l’associazione ci tiene a sottolineare che i prodotti non sono mai uguali, poiché essendo di origine naturale sono soggetti a variazioni di composizione rapportabili alla stagione di raccolta, alla temperatura, e altri fattori di ordine ambientale e atmosferici.
Pertanto, si tratta di un prodotto in continua evoluzione, e suggestionabile dal tempo: una trasformazione da preservare.
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