Mostra Esoterica Venezia: tra magia, superstizione e spiritualità
La mostra Esoterica Venezia è un concentrato di magia, superstizione, spiritualità e religione con oltre tre piani di esposizione. Si tratta di un evento che chiuderà i battenti ai primi di settembre, per cui è tempo di andare già ora.
La collocazione della mostra espositiva è a Palazzo Zaguri, a circa dieci minuti di distanza a piedi da Piazza San Marco. Per semplificare il tragitto, lascio a disposizione le coordinate di Google Maps.
Si lascia alle spalle il campanile di San Marco, si prosegue in direzione Teatro La Fenice e oltrepassati due ponti si arriva a destinazione. Il museo era una residenza nobiliare, oggi riconvertita a uso espositivo per mostre temporanee.
Gli orari di apertura sono dalle 11:00 alle 18:00 nei giorni infrasettimanali; dalle 10:00 alle 18:00 il sabato e la domenica. Il prezzo del biglietto intero è di 19€ mentre il ridotto 16€, incluse audioguida ed esperienze virtuali.
Per entrare a Venezia durante il fine settimana estivo serve la prenotazione gratuita per chi risiede in Veneto, a 5€ per i viaggiatori extraregionali. Il link per la prenotazione è il seguente: https://cda.ve.it/it/.
Mostra Esoterica Venezia: l’inconsueto e l’inaspettato
Il percorso espositivo inizia senza fiato, poiché si dovrà salire uno scalone diritto che porta fino al terzo piano. Una volta giunti alla prima stanza si entra nel vivo del tema.
Anche se ‘vivo’ è un eufemismo, considerando che ci si trova subito al cospetto di un cadavere. Si tratta di una strega e funge da catalizzatore nel procedere lungo il sentiero del racconto magico, correlato da Inquisizione, superstizione e pene capitali.
Abbinati ai vari oggetti esposti, si trovano dei pannelli esplicativi e, laddove non si trovano gli approfondimenti, è sufficiente accendere l’audioguida per entrare ancora più in profondità nell’argomento.
A questo segue i vari culti spirituali, religiosi e le declinazioni del pensiero magico, affioranti alcune filosofie di spiritismo, satanismo e altre correnti similari, le quali si affiancano ai simboli magici come le bacchette magiche, le rune, i tarocchi, la Cabala, eccetera.
Talvolta il sentiero pare quasi deviare nell’assurdo, benché in realtà sia tutto collegato. Questa sensazione di straniamento si prova al cospetto dei massoni famosi o dei personaggi usciti dal mondo letterario, mitologico e folcloristico, per poi sviare verso confini orientaleggianti e distanti dal nostro credo.
Tuttavia, si ritrova il binario con le esperienze virtuali, le quali trasmettono quelle sensazioni di paura atavica che risuona costantemente lungo tutta la durata della visita.
E per finire, quando si crede di essersi lasciati alle spalle la magia, ecco arrivare all’uscita e sentire degli infissi crollare nella muratura: anche questo fa parte del percorso, il quale attraversando le varie epoche storiche umane non può che accompagnarsi a un bel po’ di polvere.
Cosa insegna la mostra?
Io sono molto legata al folclore e agli antichi rituali, poiché è grazie a essi se ci siamo formati come esseri umani. Prima di raggiungere le conoscenze odierne, abbiamo dovuto passare attraverso le credenze e le false illusioni.
Un po’ perché fanno parte della nostra natura, un po’ perché dovevamo fare esperienza. Lo stesso vale per il viaggio, grazie al quale a ogni tappa ci formiamo come individui.
Pertanto, non dobbiamo indignarci o imbarazzarci per ciò che eravamo e continuiamo a essere, bensì cercare di andare oltre le apparenze e scorgere se la verità è già lì che ci aspetta, oppure se dobbiamo compiere un altro passo per conquistarla.
“So di non sapere” è la formula di Socrate, utile ancora oggi per accrescere la nostra consapevolezza e per non limitarci a cadere nella mediocrità.