Storie umbre, borghi e castelli indimenticabili

storie umbre sulla rocca di ficulle e molto altro

Le storie umbre sono state raccontate in tre giorni intensi, trascorsi fra borghi, castelli e dimore storiche. Il tempo è volato mentre i ricordi sono rimasti fermi e vividi.

Storie umbre di Paciano

 

Tre porte di accesso conducono all’interno di Paciano: Porta Fiorentina, Porta Perugina e Porta Rastrella. All’interno del borgo ad aspettarci la nostra formidabile guida Bianca che per tutto il periodo del blog tour ci ha incantato con storie umbre e racconti che caratterizzano i vari comuni.

Abbiamo visitato Palazzo Paldeschi e il suo Trasimemo-Banca della Memoria del Trasimeno adibito ai laboratori didattici per la lavorazione della ceramica e del tessile. Qui i bambini di Paciano si sono divertiti a creare le mattonelle contenenti i numeri di casa dell’intero borgo.

Una signora ci ha fatto scoprire i segreti del bijoux, le perline di ceramica scivolavano veloci fra le sue mani mentre ci raccontava come venivano cotte e poi lucidate.

Al piano inferiore invece ci aspettava la signora che si occupava del tessile, ci ha illustrato l’interessante collezione di manufatti e i vari tipi di filati.

La sua passione l’ha portata a studiare i metodi di lavorazione dalle donne messicane per poi riportare il sapere nella sua terra e applicarla in modo creativo. Una delle storie umbre artigianali più belle perché fusa con un altro pezzo di mondo.

Di fianco ha un negozio dove vende le sue idee e un po’, anche i suoi sogni.

Poi ci siamo fermati ad ammirare i quadri nella chiesa di San Giuseppe con un affresco di Francesco di Nicolò datato 1452 che rappresenta la crocifissione. Nella chiesa di San Sebastiano e Rocco ci sono due cappelle dove figura anche San Francesco probabilmente di passaggio verso Assisi.

 

quadro crocifissione forse di raffaello: storie umbre

 

Storie umbre di Panicale

 

A Panicale si può visitare la stupefacente chiesa di San Sebastiano costruita fuori dal circuito murario a causa della peste che scoppiò nel ‘400.

In un quadro del Perugino datato 1505 si vede al centro della scena San Sebastiano trafitto dalle frecce, con un’espressione di mancata sofferenza come volevano i dettami dell’epoca, come a trasmettere la gioia del sacrificio umano, e il paesaggio tipico di Panicale.

Vicino un quadro che si presuppone sia stato fatto da Raffaello che si trovava nella chiesa di Sant’Agostina della Madonna della Mandorla. Si è deciso di spostarlo in questa chiesa a causa dell’umidità che lo stava irreparabilmente rovinando. L’opera risale al periodo che va dal 1502 al 1506.

Piegaro

 

A sorpresa, a Piegaro, ho trovato un po’ delle mie origini venete all’interno del Museo del Vetro. Nel XIII secolo giunsero in questo paesino umbro uno sparuto gruppo di vetrai di Murano in fuga dalla Repubblica di Venezia dando il via alla produzione di vetro che è durata fino al 1958.

Rimane la fornace e i tunnel in cui venivano conservati la sabbia che poi si sarebbe trasformata in vetro. Chiuse all’interno di teche o esposte in scaffali fiaschi e damigiane impagliate, prodotti di design e parte del corredo matrimoniale della figlia dei nobili proprietari del Castello di Montegiove.

Ficulle

 

Ficulle era nota nell’antichità per essere un avamposto di controllo sull’antica via Cassia romana. Si è sviluppata sopra uno sperone di roccia che a mano a mano si allarga per un’altezza che raggiunge i 400 metri.

Il calendario eventi del borgo è molto attivo e il gusto festaiolo è rappresentato anche dalle decorazioni natalizie ancora presenti.

Un incontro fortuito con due simpatiche signore ci ha confermato la sensazione. Forse proprio grazie all’entusiasmo che qui si respira Ficulle può vantarsi dei seguenti riconoscimenti:

  • Città dell’Olio
  • Città del Vino
  • Strada dei Vini Etrusco-Romana
  • Città della Chianina
  • Comunità Montana Monte Peglia e Selva di Meana
  • Bandiera Gialla ACT Italia – Turismo del movimento

La punta di diamante della zona però è la presenza dei calanchi. Ne hai mai sentito parlare?

Si tratta di colline ricchissime di argille soggette al fenomeno dell’imbibizione: con l’umidità si rigonfiano come argilla bagnata mentre in estate si creano delle erosioni, dando vita a delle forme di grande impatto paesaggistico.

 

cagnolino che ci osserva da una finestra a ficulle: storie umbre

 

Storie umbre di Parrano

 

Parrano è un piccolo borgo che nasconde nelle vicinanze un centro termale e antiche origini di appartenenza allo Stato Pontificio. Era qui infatti che il papa veniva a riposarsi quando era di passaggio.

Mi sono divertita come una pazza a rincorrere il sindaco di Parrano mentre apriva porte per lo più chiuse ai turisti e ci spiegava i segreti del suo piccolo borgo.

In un altro edificio invece l’assessore aveva preparato assieme alle sue compaesane un piccolo buffet di benvenuto con pizzette, focacce e bibite. Un’accoglienza con i fiocchi che ci ha ricaricato di energie.

Gli abitanti, in tutto una ventina circa, si erano prodigati affinché trovassimo il paese tirato a festa ed è stato davvero piacevole scoprire la collaborazione che nasce e si mobilita spontaneamente per un evento che va a spezzare la routine.

Ho visto persone entusiaste e solari, felici di promuovere il proprio territorio.

Un Umbria con un’anima e una gioia di dimostrarsi e di far conoscere le proprie bellezze, che sono dobbiamo ammettere davvero tante. Un’appartenenza che valorizza le radici e il senso comune.

 

veduta sul castello di montegiove e le sue innumerevoli storie umbre

 

Le cantine di Montegiove e Pomario

 

Oltre alle bellezze paesaggistiche e culturali l’Umbria ha un importante tessuto culinario tra cui spicca l’olio e il vino. In questo tour abbiamo avuto la possibilità di assaggiare diversi prodotti tipici e visitare una notevole varietà di cantine vinicole.

Tra queste figura l’azienda agricola Castello di Montegiove che ci ha accolto raccontandoci delle storie umbre e le vicissitudini del castello nel corso dei secoli.

Il marchese ci ha poi portati ad assaggiare i suoi vini conservati all’interno delle sue cantine che io ho assaggiato con vero piacere.

Una produzione di classe e raffinata che termina con prodotti dal gusto unico e inimitabile adatti ad ogni occasione.

A Pomario invece, abbiamo potuto approfittare di un buffet di prodotti tipici e assaggiare i diversi tipi di vino in produzione. Ma prima abbiamo seguito una dettagliata spiegazione sui metodi di coltivazione della vite seguendo i dettami della coltivazione organica.

Il rispetto per la terra li ha portati a sperimentare un insetticida naturale composto da propoli e aloe riscontrando dei buoni risultati. Inoltre, hanno una particolare attenzione anche della fauna locale.

Un tentativo per salvaguardare il rapporto uomo-animale-terra senza che gli elementi entrino in conflitto. Anche questa fa parte delle storie umbre da raccontare.