Ho deciso di stilare la classifica dei cinque motivi per cui amo viaggiare, quelli che mi fanno riempire una valigia senza troppi pensieri. Credo che conoscere altre nazioni sia uno stimolo alla curiosità e un antidoto alla noia.
Se amo viaggiare è perché voglio crescere come individuo e trascorrere la mia vita in un continuo apprendimento.
Sete di conoscenza
Fin da piccola ho sempre voluto conoscere qualsiasi cosa mi passasse davanti senza preoccuparmi di sapere se mi interessasse veramente o no.
Questo atteggiamento mi porta a studiare, approfondire, informarmi su un numero indescrivibile di argomenti che poi magari abbandono nel giro di poco tempo.
I viaggi sono uno di questi passatempi perché credo ci sia sempre qualcosa di nuovo da conoscere e soprattutto da sperimentare. Rimanendo a casa sarebbe difficile entrare in contatto con le novità per cui non rimane che acquistare un volo e partire.
Da cosa nasce cosa: ecco perché amo viaggiare
L’aspetto più interessante dei viaggi, secondo me, è che la singola esperienza ti porta sempre a qualcos’altro di inaspettato. Ti faccio un semplice esempio: con il soggiorno a Tolosa ho scoperto che la violetta è il fiore che identifica questa bellissima città francese.
Parlando con una signora che vendeva prodotti a base di violetta sono venuta a sapere che la stessa è quella di Parma, importata da Napoleone ai tempi della “Campagna d’Italia”.
Mi sono sorte mille domande fra cui come mai Parma sia diventata una città poco apprezzata da un punto di vista turistico nonostante un passato così glorioso e come mai non sia lei la prima a sponsorizzare i suoi prodotti.
Da questi pensieri è nato il desiderio di visitare una città che prima non avevo considerato proprio per arrivare al cappio del filo che lega le mie perplessità.
Appassionarmi all’artigianato locale
Viviamo in una società in cui i prodotti venduti nella piazzetta sotto casa sono gli stessi che si possono trovare a New York e ciò rovina in qualche modo la magia del viaggio.
La differenza la possiamo trovare nei prodotti dell’artigianato locale che sebbene possano anch’essi essere simili, si identificano per la tradizione del tessuto sociale in cui si trovano.
In questo contesto sono riuscita a trovare la diversità che cerco perché amo viaggiare e credo che la creazione manuale sia l’immagine più esaustiva della sensibilità di una persona o di un insieme di persone e che, in qualche modo, ne identifichi il Genius Loci.
Approfondire la lingua perché amo viaggiare
La lingua italiana, fortunatamente, non si trova in nessun’altra parte del mondo, per cui viaggiare significa anche doversi cimentare con un idioma differente. La lingua identifica un popolo non solo a livello fonetico ma anche nel temperamento.
Quante volte ti è venuto da sobbalzare di fronte a una domanda in tedesco credendo che ce l’avessero con te? Il modo in cui una persona parla influisce anche sul giudizio che tu dai alla stessa, senza che tu te ne renda conto.
Una volta superato l’impatto iniziale ti puoi dedicare alle sfumature che rappresentano quel tipo di società divertendoti a trovare similitudini con certi tipi di comportamento.
Training sull’essenzialità
Un altro aspetto che non è legato prettamente al paese che andrai a scoprire è invece quello di assicurarsi un’adeguata preparazione al viaggio.
Non è possibile portarsi appresso l’intero guardaroba. Si dovrà fare una cernita delle cose essenziali: una sorta di allenamento verso il superfluo che aiuta anche nella vita di tutti i giorni.
A me, per esempio, ha aiutato molto riguardo la scelta dei prodotti di bellezza dato che prediligo portare un bagaglio leggero. Ho preso così coscienza del mio impatto ambientale rendendomi conto di quante cose vengono sprecate per semplice vanità o indolenza.
Ora cerco di usare un singolo prodotto per più gesti quotidiani, ad esempio una saponetta per viso, corpo e capelli, limitando anche l’uso di plastica per avere un impatto ambientale minore.