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Il nome Giovanni Battista Belzoni non ti dirà molto eppure è un padovano divenuto famoso in tutto il mondo grazie alla sua intraprendenza. A Padova esiste una via a lui intitolata anche se la storia l’ha dimenticato; non certo gli appassionati di arte che devono a lui numerose opere ritrovate.

Ti presento Giovanni Battista Belzoni

 

Giovanni Battista Belzoni nacque a Padova e da adolescente si ritrovò sotto la dominazione austriaca. Padova in quel periodo viveva un’esistenza prospera sotto la Repubblica di Venezia.

Ma arrivò da lontano, o meglio da Oltralpe, un personaggio che avrebbe cambiato involontariamente per sempre la sua vita, ossia Napoleone Bonaparte.

Il carismatico francese sfasciò il delicato equilibrio politico della Repubblica di Venezia che si reggeva sulla politica dei dogi e portò una ventata di libertà a chi non apparteneva alla religione cattolica, ovvero agli ebrei.

Al grido di Liberté, Egalité e Fraternité conquistò il dominio veneziano per poi cederlo come omaggio agli austriaci.

Belzoni mal tollerava i cugini francesi mentre invece aveva una venerazione per gli inglesi. Da studioso di ingegneria idraulica, si era specializzato sulla costruzione di dighe, ma non gli aveva portato fortuna.

Dopo aver girovagato per l’Europa in compagnia del fratello approdò a Londra dove si inventò la professione di commediante. Trascorse anni a interpretare personaggi di ogni tipo, facendo divertire gli avventori con fantastiche storie. Trovò moglie e un maggiordomo irlandese che lo avrebbe seguito per tutta la vita.

 

Giovanni battista belzoni

Da attore a spia

 

Poi la sua vita cambiò improvvisamente. Si spostò a Malta e lì incontrò un personaggio di spicco degli affari interni inglesi che gli propose un viaggio in Egitto.

Napoleone, approdato anch’egli in quelle terre desertiche ma ricche di reperti archeologici di notevole valore, aveva risvegliato l’interesse europeo per la storia dell’antico Egitto.

L’Inghilterra, nemica da sempre dei francesi, non poteva permettere di farsi soffiare dei reperti così importanti e diede inizio a un gioco internazionale di spie.

A quel tempo c’erano tre grandi potenze che si contendevano l’Egitto: la Francia, l’Inghilterra e l’Impero Ottomano. Gli scavi archeologici erano un pretesto per scovare giacimenti di oro e piantagioni di cotone.

Entrambi fonte di arricchimento del prossimo futuro; inoltre lo stato africano era una via di passaggio per le Indie.

In questo contesto arrivò Giovanni Battista Belzoni che si fece conoscere per la sua caparbietà nel ritrovare oggetti e statue egiziane di immenso valore. A lui sono dovuti i ritrovamenti della testa di Ramses II, obelischi e innumerevoli altri reperti.

Il suo genio fu proprio quello di far arrivare queste monumentali opere a Londra, affrontando tutte le difficoltà del viaggio e ingegnandosi nel trovare una soluzione.

Si scontrò spesso con Bernardo Drovetti, alleato dei francesi, di origini piemontesi che contribuì a fornire materiale archeologico al Museo Egizio di Torino.

A differenza di Drovetti però, Belzoni diventò famoso in tutto il mondo e fu riconosciuto, in tempi successivi, come una delle figure di primo piano dell’egittologia mondiale. E ispirò anche il regista George Lucas a inventare il famoso personaggio di “Indiana Jones”.

L’italiano più famoso del mondo. Vita e avventure di Giovanni Battista Belzoni

 

Puoi conoscere in modo più dettagliato la vita di Giovanni Battista Belzoni proprio nel libro a lui dedicato, scritto da Gaia Servadio. Scoprirai così che il ‘Times’ definisse Giovanni Battista Belzoni “L’italiano più famoso al mondo”, o meglio in tutta Inghilterra.

Seguirai passo passo il ritrovamento della testa di Ramses II, oggi conservato al British Museum, una decina di tombe nella Valle dei Re, tra cui la magnifica Tomba di Sethi I e gli scavi nei grandiosi templi di Abu Simbel dove scoprì ingressi fino ad allora sconosciuti alla piramide di Chefren e allo stesso tempio di Abu Simbel.

Verranno citate anche altre fantastiche avventure fra cui il giro di perlustrazione a Berenice e in Nubia, dove perse la vita sebbene fosse stato l’unico al mondo a spingersi in quelle terre selvagge fino a quel momento.

Un racconto della vita di uno dei più avventurosi e determinati protagonisti dell’archeologia moderna. Morì solo e povero, abbandonato da chi lo aveva usato e sostenuto.