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Cosa fare a Calalzo di Cadore è un articolo redatto per chi soggiorna in questa cittadina e cerca itinerari di prossimità da fare. Stiamo parlano di uno dei comuni che abbraccia le Dolomiti Bellunesi e si inerpica lungo il tragitto cadorino.

A Calalzo e nelle cittadine vicine non sono presenti solo degli itinerari di trekking o di bici da fare in estate, ciaspolate e impianti di risalita per scii e snowboard, bensì anche località amene infarcite da ritrovamenti archeologici, riferimenti storici e culturali.

Pertanto, non ci si può di certo annoiare, e con una sola vacanza non si potrà gustare il bagaglio esperienziale e turistico che la zona propone di fare.

 

Cartina Cadore

 

Cosa fare a Calalzo di Cadore quando c’è il sole

 

Lago di Lagole e delle Tose

Il primo approccio naturalistico a Calalzo di Cadore si ha visitando il Lago di Lagole. Si tratta di una piccola bordatura d’acqua in cui è possibile ammirare il ripopolamento dei pesci d’acqua dolce come le trote e altri avannotti.

Il lago è collocato alle spalle della stazione di Calalzo tramite un percorso a piedi che scavalca il passaggio dei treni oppure in macchina, lasciandola presso uno dei parcheggio liberi.

A inglobare la meraviglia naturale del lago vi è una costruzione artificiale, ossia il Lago di Cadore, un bacino realizzato per contenere lo scorrere del fiume Piave.

Tra l’incalzante passaggio, limitato da un lago all’altro, si scorge lungo il percorso a piedi una zona sacra, dove sono stati rinvenuti cimeli dell’antica popolazione dei Veneti e dei Celti.

A corollario, una pozza che funge da piscina termale dove i turisti e i paesani sono soliti fare il bagno. Grazie alla quantità di minerali presenti nell’acqua le rocce vengono loro malgrado imporporate creando un manto che pare giungere direttamente da Marte.

Invece, l’acqua scende a picco per formare delle scenografiche cascatelle dalla temperatura fredda, o per meglio dire ghiacciata.

Stiamo parlando del Lago delle Tose (ragazze, in dialetto veneto) dove la leggenda narra che le Anguane solevano venire qui a bagnarsi per cancellare le loro zampe caprine e apparire – almeno per qualche istante – modellate da parvenze umane.

Questa è solo una delle tante leggende che ammanta la località, spiegate nei panelli informativi che abbelliscono la zona. La prosperità di percorsi è notevole e seguendone alcuni si può arrivare alla Ciclabile delle Dolomiti.

 

Lago di Lagole: cosa fare a Calalzo di Cadore

 

Diga di Pieve di Cadore

Attraversando il percorso ciclabile si giunge al Parco Roccolo laddove è possibile fare una sosta al Belvedere per ammirare il lago di Cadore nella sua interezza.

Procedendo verso il basso si arriva alla diga, si attraversa seguendo il percorso pedonale, ma volendo si può passare anche in auto, fino a raggiungere la Spiaggia di Miralago.

Purtroppo, pare sia chiuso il locale adiacente fino a data da destinarsi, mentre la spiaggia è solo un appezzamento sassoso dove per buttarsi in acqua bisogna essere audaci perché scende fin da subito in profondità.

Tuttavia, ci si può mettere in costume e fare una piccola entrata in acqua per rinfrescarsi. Il percorso continua per congiungersi al Sentiero del Gufo che tocca le sponde del lago.

In alternativa, si può tornare indietro e fare un salto al Memoriale, che si trova poco prima di attraversare la diga, dove sono ricordati i lavoratori che hanno perso la vita in circostanze accidentali.

Si può fare l’intero percorso a piedi da Calalzo di Cadore seguendo le indicazioni della Ciclabile e poi per la diga.

 

Diga di Cadore

 

Cosa fare a Calalzo di Cadore: i percorsi del torrente Molina

Il torrente Molina si trova a nord del centro di Calalzo di Cadore. Dalla Chiesetta della Beata Vergine del Caravaggio (cercala su Google Maps) si può procedere a piedi o in macchina per visitare i prossimi luoghi elencati.

In alternativa, si può deviare il percorso verso l’Imbocco della Val Vedessana per seguire i sentieri che si inoltrano in quel territorio. Io ho preferito andare verso il Laghetto di Biguzzere, un luogo in cui l’acqua è la protagonista.

Da qui si può seguire i vari percorsi che si inoltrano verso un versante o l’altro della Val D’Oten. Nondimeno, si può anche svicolare verso l’Antelao e cambiare radicalmente il proprio percorso di trekking.

Qualsiasi sia la scelta una sosta per mettere i piedi in acqua è d’obbligo. Questa saggia decisione è stata presa anche da Pepe, il mio compagno di vacanze canino, il quale non ama l’acqua ma quando fa caldo preferisce bagnarsi le zampette.

Val d’Oten

Se come me opti per la Cascata della Pile (e sì, funge anche da caricatore di energie quando si è stanchi!) dovrai attraversare il torrente d’Oten, il quale ha rubato il posto al torrente Molina, e andare in direzione Ristorante alla Pineta.

Sulla sinistra del ristorante parte il percorso di 5 chilometri per arrivare al Rifugio Capanna degli Alpini, dove con altri dieci minuti si raggiunge la Cascata.

Il percorso si snoda tra i sassi, quindi evita quando fa eccessivamente caldo, perché non c’è molta ombra a disposizione, quando piove perché c’è il rischio delle piene, o quando non indossi dei scarponi da trekking.

Volendo puoi seguire il percorso in auto ma devi avere un modello predisposto ai sentieri dissestati. Ciononostante, il paesaggio che si apre attorno a te è da togliere il fiato.

File di pino mugo ti accompagnano lungo il percorso, mentre le vette si fanno sempre più vicine e sciorinano la loro imponenza. La natura regna e noi qui non siamo che semplici esseri di passaggio.

Invece, la cascata non è di facile accesso, poiché bisogna fare una piccola arrampicata finale. Io non ho potuto salire fino in cima, dato gli strepiti disperati di Pepe che temeva l’abbandono!

In ogni caso si arriva a buon punto per fare una foto alla cascata, sebbene non per intero, e per bagnarsi un po’ i piedi. Anche se in questo caso è meglio aspettare di essere usciti dal cunicolo roccioso per non rischiare di scivolare.

 

La Val D'Oten

E se piove?

 

Date le condizioni meteo alquanto impreviste, meglio preventivare cosa fare a Calalzo di Cadore se piove. Per fortuna, la scelta è ampia e variegata.

Poiché oltre a visitare i classici negozi, bar o locali, ci si può dirigere a Pieve di Cadore per visitare la casa natale di Tiziano Vecellio, il pittore che più di tutti ha contribuito a impreziosire le chiese veneziane.

La visita del Museo dura circa mezz’ora e presenta la dimora vestita nel tempo in cui vi soggiornò l’artista. Vicino si può dare una sbirciata al Museo dell’Occhiale, una delle produzioni più proficue del territorio.

In alternativa, ci si può spostare al Museo Archeologico Cadorino “Enrico De Lotto” dove sono stati raccolti i ritrovamenti di Lagole e dintorni.

Ma se non sei un appassionato di arte e di cultura, poi andare a Lozzo di Cadore e fare una breve passeggiata (anche sotto la pioggia se non viene giù a catinelle) nella zona dei Mulini, per vedere delle architetture antiche ancora esistenti e funzionanti.

Al termine può fare un salto in centro e mangiare qualcosa, mentre progetti i prossimi itinerari da scoprire in Cadore.