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I dodici archetipi del viaggiatore prendono spunto dai più famosi archetipi idealizzati da Carl Gustav Jung. Secondo il famoso psicoanalista svizzero, infatti, gli archetipi sono delle rappresentazioni umane invariabili che rappresentano la nostra filosofia personale e le nostre credenze.

In realtà, non corrispondiamo esattamente a un solo archetipo ma ci dividiamo tra due o più. Di norma, la suddivisione della nostra personalità ci vede protagonisti per il 70% di un archetipo e il 30% di un altro. Ma, come già detto, possiamo percepire un’aderenza con due o più archetipi.

Ogni archetipo incarna un tipo di viaggio e un particolare modello di viaggiatore così come sono stati rappresentati anche nel cinema o nella letteratura. Divertiti quindi a scoprire quale archetipo ti risuona familiare, così da progettare le tue prossime vacanze in linea con la tua autentica personalità.

I dodici archetipi del viaggiatore

 

1 Ribelle

Il viaggiatore ribelle cerca di scardinare le regole compiendo dei viaggi straordinari. Sfida la razionalità e il comune buonsenso non perché sia egocentrico ma perché desidera cambiare il mondo. E lo vuole fare con l’esempio.

Il sentimento che lo agita è la rabbia, anche se di fondo è una persona buona e riguardevole nei confronti degli altri. Detesta però le ingiustizie, il conformismo e le regole non scritte della società.

A questa tipologia di viaggiatore sono adatti i viaggi avventurosi e gli sport estremi. Possiamo prendere, come esempio, l’alpinista Reinhold Messner: l’unico al mondo ad aver scalato tutte le 14 cime più alte del mondo.

Per conoscerlo più a fondo ti consiglio di visitare uno dei suoi Messner Mountain Museum che si trova in prossimità della città di Bolzano e che, attraverso le varie sale e le opere espositive, illustra la spiritualità orientale.

 

2 Mago

Il mago vede il viaggio come un’esperienza: si muove nel mondo assorbendo il contesto e non passandogli indifferentemente. Va alla ricerca del Genius Loci con l’intenzione di ampliare le proprie conoscenze.

Viaggia per compiere una trasformazione di sé stesso con l’intenzione di vivere una realtà intensificata, composta da un turbinio di sensazioni, emozioni e sentimento.

Odia la staticità, l’apatia e l’indifferenza. Lo possiamo figurare come un flâneur alla continua ricerca dei bellezza sia nelle persone che nell’architettura cittadina.

Le sue mete ideali sono le città metropolitane in continua trasformazione come le città europee, fra cui spiccano Londra, Parigi e Berlino. Ma non disdegna luoghi dedicati al culto o alla magia.

 

3 Eroe

La personalità dell’eroe è quella di un combattente che persegue i suoi obiettivi senza lasciarsi fermare dagli ostacoli. In lui si ritrovano le qualità del coraggio, lo sprezzo del pericolo e il senso di protezione.

Al contempo, odia la disonestà, la vigliaccheria, la debolezza e la corruzione. Per lui il viaggio è un modo di misurare le proprie forze morali e fisiche, per testare la propria capacità di reazione.

Il viaggiatore eroe è un moderno Ulisse che deve superare mille difficoltà per affermarsi. Combatte onestamente senza mai giocare sporco perché lo accompagna un senso civico molto sviluppato.

Fra i dodici archetipi del viaggiatore l’eroe è quello più complesso ed è difficile identificare il suo viaggio ideale. Ama osare e quindi compiere dei viaggi insoliti, su rotte non ancora tracciate.

Può muoversi agilmente in contesti pericolosi o guerriglieri e sfiorare quegli stati che hanno una stabilità politica alquanto altalenante.

 

Spiaggia di Macari

 

4 Sovrano

Il viaggiatore sovrano è la guida del gruppo: un leader nato. È lui che si occupa di organizzare il viaggio anche se preferisce farlo in solitaria. Il classico viaggiatore 5 stelle con una personalità autorevole e dispotica.

Vuole primeggiare e non sempre può risultare simpatico. Nasconde, però, una classe e un’eleganza innata tale da non farlo mai sfigurare in pubblico. Lo fa perché detesta risultare come un uomo comune.

Ottimi i viaggi da nababbi in cui si possa confrontare con società proiettate verso il futuro e in cui si ritrovino gli imprenditori di tutto il mondo. Il suo più grande desiderio è compiere un viaggio spaziale, magari in compagnia di Jeff Bezos.

 

5 L’orfano (dodici archetipi del viaggiatore)

Il viaggiatore orfano si porta delle ferite da curare e lo fa attraversando il mondo. Cerca, in questo modo, di lenire il suo dolore senza realmente andare in profondità per ricercarlo.

Vuole sfuggire al malessere e quindi soggiorna in paesi paradisiaci pur riconoscendo una certa sofferenza di fondo. Riesce comunque a guarire, a piccoli passi grazie al viaggio.

Le mete ideali sono i contesti caraibici, le spiagge africane e i safari. Nella spensieratezza degli abitanti trova la serenità e il peso che si porta addosso diventa più leggero.

 

6 Amante

Il motore che spinge l’archetipo dell’amante è la sensualità perché sente una forte necessità di sentirsi desiderato. Possiede magnetismo e odia la solitudine.

Deve brillare fra gli altri e sentirsi perennemente al centro dell’attenzione. Cerca luoghi affollati dove ci sia una ricca vita notturna. Anche per lui sono adatte le grandi città e le metropoli così da perdersi in mille divertenti attrazioni in cui primeggiare.

Potrebbe desiderare muoversi anche in città medievali con un castello a raffigurare la vita da re o regina che vorrebbe vivere.

 

7 Esploratore

L’esploratore è uno dei dodici archetipi del viaggiatore più amato perché tutti sentiamo la necessità di perlustrare. La sua figura può essere rappresentata da Indiana Jones e quindi ama i viaggi archeologici e avventurosi.

“Insidie, venite a me!” potrebbe urlare mentre cavalca una canoa fra rapide scoscese. L’importante è che non si impantani nel conformismo, nell’apatia o nel comfort.

Deve uscire dai confini e, semmai, ritagliarne di nuovi. Con un viaggiatore esploratore non ci si annoierà mai ma anzi si dovrà essere pronti ad affrontare ogni nuova e invitante sfida.

Se sei un viaggiatore esplorare parti alla ricerca dei menhir e dei dolmen ma prima scopri tutto sull’arte rupestre per tracciare una linea immaginaria fra passato e presente.

 

la via per Epsom

8 Creatore (dodici archetipi del viaggiatore)

Questo archetipo rappresenta i visionari: quelle persone che sentono impellente la necessità di esprimere il loro valore nella società. Sono esseri carichi di immaginazione o odiano come la peste il ristagno psichico.

Si apprestano alle sfide con un coraggio indomito perché sanno di perseguire la giusta via. Non hanno bisogno di consigli perché il comandante della barca è il loro proprio intuito.

Compiono viaggi inusuali ricercando nuovi percorsi. Detestano i viaggi organizzati e le spiagge attrezzate. Preferiscono prendere le redini del viaggio e dirigersi seguendo la direzione del vento.

Sono i classici backpacker: i viaggiatori zaini in spalla che prenotano le strutture ricettive strada facendo, chiedendo consigli alla gente del posto con cui instaurano un forte legame elettivo.

Phileas Fogg, il protagonista del “Giro del mondo in 80 giorni” è un degno rappresentante dell’archetipo del creatore.

 

 

9 Saggio

Il viaggiatore saggio assomiglia all’archetipo del mago ma ha un maggiore senso di spiritualità. Per questo ricerca luoghi in cui meditare, fare yoga o apprendere una nuova filosofia.

Persegue la verità intrinseca e dipana la sua vita attraverso la comprensione del mondo: per questo odia l’ignoranza, l’inaccuratezza e la svogliatezza. Ogni cosa ha un significato e vuole comprendere quale sia.

Può trasformarsi in un santone o in uno spirito guida tanto da guidare le masse a suo piacimento. Talvolta, infatti, è vittima del proprio ego e deve imparare a bilanciare il desiderio di insegnamento con il libero arbitrio.

 

10 Custode

I dodici archetipi del viaggiatore nasconde il personaggio altruista e il protettore dei deboli nel custode. Come viaggiatore vuole scoprire la povertà, l’ingiustizia e l’aggressività.

Vuole lenire le pene e curare, dare supporto o aiutare concretamente chi ha bisogno. Ama i viaggi nei paesi disagiati dove può toccare con mano queste realtà.

Il suo intento è quello di trovare una fessura di interazione in cui possa rendersi utile. Odia la supponenza, l’arroganza e le ingiustizie. I viaggi del cuore sono quelli che lo entusiasmano e lo fanno sentire vitale.

 

essere un flaneur, dodici archetipi del viaggiatore

11 Innocente

Questo tipo di viaggiatori sprigionano positività da tutti i pori, perché sono persone semplici e dirette. Odiano le complessità e si accontentano di poco.

Hanno una visione ottimistica del mondo e ricercano la stessa filosofia nelle persone. Sono adatti i viaggi nei paesi in cui la musica, le feste e il buon cibo non mancano.

Sanno essere ricettivi ed empatici e soffrono di un sentimento nascosto che non riveleranno mai a nessuno; non perché non ne abbiano il coraggio ma solo perché vogliono trasmettere positività.

 

12 Giullare (dodici archetipi del viaggiatore)

Il giullare non è un innocente ma più un edonista. L’innocente rimane comunque ricettivo della sofferenza altrui, e la comprende, mentre il giullare semplicemente se ne infischia.

Pensa solo a divertirsi e a rendere la propria vita più godibile. Di conseguenza, detesta la noia, la tristezza, l’angoscia o la depressione. Non concepisce gli umori negativi perché la vita è una continua festa.

Sono perfette le crociere in nave e quei posti rinomati che si raggiungono in estate come la riviera romagnola, le isole Baleari o le Canarie.

 

Hai scoperto a quale dei dodici archetipi del viaggiatore appartieni? Scrivilo qui sotto nei commenti!

La ricerca del Genius Loci nella civiltà moderna richiede una grande sensibilità, attenzione e ascolto da parte del viaggiatore. Il quale deve, non solo visitare i luoghi a lui più ameni, ma anche trovare gli spiriti che vi albergano.

Ti sembrerà un concetto astruso e incomprensibile, per cui dobbiamo tornare indietro di migliaia di anni o meglio alla civiltà romana.

 

La ricerca del Genius Loci per i romani

 

Secondo i romani in ogni luogo abitava uno spirito che caratterizzava la società in cui viveva. Gli abitanti con le loro storie, le loro azioni e i pensieri creavano una sorta di aura magica che si fondeva con il paesaggio, gli odori e la natura.

Davano così vita al Genius Loci, lo spirito del luogo, che di contro dava atteggiamenti e personalità similari a chi ci viveva. “Nullus locus sine genio” diceva il retore latino Servio, ossia nessun luogo è senza genio. Dove per genio si intende il nume tutelare che vive nella sacralità.

Il Genius Loci prende vita dal concetto di Daimon di Platone, presente nel suo libro “La Repubblica“, in cui lo definisce come il diavoletto buono che alberga in ognuno di noi e che ci guida nelle scelte verso la nostra vera essenza.

Secondo Platone, infatti, nel momento in cui nasciamo assorbiamo anche tutte le energie e il tessuto storico culturale in cui ci troviamo.

Lo stesso concetto verrà ripreso anche da Carl Gustav Jung che riproporrà lo stesso paradigma nei suoi scritti “Anima e Terra“, dove sostiene che il luogo in cui siamo nati forgerà il nostro carattere, la nostra indole e anche le nostre fattezze.

Un legame tra terra ed essere umano indissolubile. Ma, come sappiamo, a causa delle guerre e di altri eventi storici, le nostre città sono state in molti casi completamente stravolte.

 

la ricerca del genius loci

Il Genius Loci oggi

 

Ecco perché oggi diventa difficoltoso ritrovare quello spirito magico di un luogo, quello che ti fa spalancare la bocca dalla meraviglia.

Nel tempo abbiamo anche perso la capacità di osservare e di stupirci dei particolari nascosti del paesaggio. Altre volte, invece, le città sono state rivestite da edifici che nulla hanno a che fare con la cultura di tempo.

Basti pensare a Berlino che dopo la Seconda Guerra Mondiale è stata ricostruita in fretta e furia per cancellare il ricordo di un passato vergognoso. Prova a pensare ai luoghi che hai visitato. Ce ne sono stati alcuni che non hanno saputo trasmetterti niente e altri che ti hanno piacevolmente colpito?

In quali sei riuscito a percepire il Genius Loci e in quali no?

Il Genius Loci non è così facile da trovare come si pensi, a volte si ha bisogno di rimanere più tempo o di ritornare più volte nello stesso luogo prima di identificarlo. Come ogni spirito è volubile e disposto a mostrarsi solo a chi ha la capacità di sorprendersi, di osservare e di ascoltare.

Quindi la prossima volta in cui andrai in vacanza non fermarti solo a guardare i monumenti o il paesaggio, ma ascolta i rumori, le sensazioni che rimanda, guarda negli occhi la gente e cerca delle similitudini fra di loro, senti gli odori, la freschezza dell’aria e il calore del sole e sii grato e riconoscente per l’attimo che stai vivendo.

Forse il Genius Loci deciderà di presentarsi e di farti conoscere lo spirito del luogo, un regalo che dovrai essere pronto ad accettare, solo così ti sentirai più leggero, in armonia con gli elementi e la vita stessa.

In una parola non viaggiare solo per aggiungere tacche alla tua mappa o per vantarti con gli amici, ma apriti alla divinità e ricerca la sacralità di un luogo. Sarà un viaggio pieno di meraviglia e di ricordi che forse non saprai nemmeno spiegare a parole ma che certamente sapranno arricchire la tua anima.

Come intendo io la ricerca dello spirito del luogo?

 

La verità è che nonostante la mia età non ho mai abbandonato la fanciullezza che mi è rimasta appiccicata addosso come un mantello invisibile.

Per cui mi è difficile pensare al Genius Loci come a qualcosa di etereo e senza immagine. Per me il Genius Loci è come un folletto che vive all’interno dell’albero più antico del luogo.

Da lì controlla tutti i movimenti di chi entra ed esce dal suo territorio. Segue l’andamento e ciò che accade alla terra e ascolta i racconti degli uccellini e degli insetti. A volte si avvicina agli umani sussurrando all’orecchio la sua vera identità aspettandosi in cambio un segno di gratitudine che spesso, non arriva.

Ma lui non demorde perché conosce a fondo gli uomini soprattutto nelle loro debolezze. Proprio per questo può gestirli come preferisce e dar loro i tratti caratteriali che lo aggradano. E a noi non resta che accettare il suo estro al di là dei nostri giudizi.

 

Se vuoi approfondire l’argomento della ricerca del Genius Loci ti consiglio di leggere il libro di Francesco Bevilacqua “Genius Loci: il Dio dei luoghi perduti“.