Quali sono le più famose città della street art in Italia, in Europa e nel mondo? Ho voluto cercare nel web per trovare i migliori risultati. Ma soprattutto ho voluto capire come questo fenomeno si sia distribuito nel mondo.
Tutti quanti, credo, conosciamo l’artista Banksy, le sue opere sono talmente sorprendenti da saper catturare l’attenzione di qualsiasi persona anche la più estranea all’arte.
Si tratta di ingegno, stupore e unicità unite a un desiderio di sfidare le etichette sociali, quelle che contraddistinguono la suddivisione fra accettabile e irriverente.
Ma non c’è solo Banksy, molti artisti graffitari vivono nell’ombra e lasciano ricordi del loro estro creativo in diverse parti della città. A volte disegnando delle immagini toccanti, forti, a volte, anzi spesso, solo delle frasi o addirittura degli sfregi a certi edifici storici.
Ma cos’è la street art e come si sviluppa?
In italiano la possiamo definire come “arte di strada” o “arte urbana” ed è nata con l’intento di abbellire spazi grigi, senza personalità, degli edifici residenziali piuttosto anonimi.
Non sempre però l’arte può essere definita tale. Il precursore di questa pratica, l’americano John Fekner, la distingue in “tutto quello che sta in strada che non siano graffiti“.
Non basta quindi avere una bomboletta spray o della vernice per definirsi un artista, ma bisogna avere un proprio stile e un’idea chiara sul messaggio che si vuole trasmettere.
Oggi gli street artist più famosi sono Banksy, Sten&Lex, JR e Shepard Fairey, ognuno con il proprio modo di esprimere la vita in modo esclusivamente affascinante.
Le città della street art in Italia
Orgosolo è fra le più rappresentative in quanto i suoi edifici ospitano oltre 150 murales fatti a partire dal 1969 da un gruppo di anarchici milanesi e di creativi locali. Si trova in Sardegna, in provincia di Nuoro e ogni anno attira migliaia di turisti da tutto il mondo.
A Padova puoi trovare invece le opere di Kenny Random, Ead Crew, Alessio B e Tony Gallo. I loro disegni sono nascosti fra le vie del centro storico di Padova e nei dintorni.
Il comune di Dozza si trova in provincia di Bologna ed è famoso per le sue pareti dipinte. Non si tratta di veri e propri murales di street artist ma di opere realizzate da artisti contemporanei che esaltano il borgo medievale facendolo diventare un museo a cielo aperto. Per questo motivo è stato insignito come il “Borgo fra i più belli d’Italia“.
La capitale Roma ospita sempre più opere della street art sia di artisti emergenti che quelli già sulla cresta dell’onda come Sten&Lex che usano l’originale tecnica pittorica dello stencil di strada.
Napoli racconta la sua storia attraverso le immagini con suoi personaggi più famosi o le frasi che l’hanno resa celebre. La creatività alla massima potenza. Se decidi di farti una passeggiata fra i suoi vicoli sarà impossibile non imbattersi in un disegno ricco di sfumature e di contrasti.
Anche Milano nasconde dei quartieri ricchi di espressione artistica come la zona di Porta Nuova o la più lontana periferia. Laddove ci siano palazzoni grigi senza identità, si incontrano dipinti a cielo aperto utili a spezzare quell’anonimato di triste urbanità.
Se vuoi scoprire di più sulla street art in Italia unisciti alla pagina Facebook che si occupa di pubblicare opere scovate in giro per la penisola.
Diamante è una cittadina in provincia di Cosenza ed è definita una tela a cielo aperto per la presenza delle tante opere presenti. Un nome che nasconde appunto il gioiello e l’incanto della vera street art locale.
In Puglia, invece, nella città di Grottaglie, in provincia di Taranto, veniva festeggiato il Fame Festival in cui accorrevano le più grandi personalità del mondo della street art. Per molti anni questo evento ha regalato al paese delle opere dal valore incommensurabile. Purtroppo oggi il Festival non esiste più ma rimane il passaggio di chi ha voluto lasciare la sua testimonianza dell’evento.
Palermo nasconde le opere di Julieta che realizza per lo più bamboline dai tratti orientali oltre a una lunga serie di murales di artisti locali. Mentre a Firenze si trovano gli originali lasciti dell’artista francese Clet, che non si dedica ai murales, ma a reinventare in chiave ironica i cartelli stradali facendoli diventare delle vere e proprie opere contemporanee.
Infine non posso non nominare Pisa per una delle ultime opere lasciate dall’eclettico artista Keith Haring all’interno della parete del convento di sant’Antonio. Si tratta di un dipinto di oltre 30 figure in movimento dalle tinte pastello su una parete di 180 metri.
A Campobasso ogni anno prende vita il festival “Draw the Line”, un evento dedicato totalmente al mondo degli writers, i quali collaborano per ridipingere e ridisegnare il tessuto urbano cittadino.
In questo modo gli edifici si animano di colori e di immagini surreali mettendo in evidenza un comune o meglio, una regione, troppo poco considerata in Italia.
Le città della street art in Europa
Partiamo subito da Bristol, città natale di Banksy. Qui ha mosso i suoi primi passi da artista lasciando diverse testimonianze del suo immenso genio creativo.
Per questo motivo è diventato luogo di culto di tutti i writers del mondo che qui si ritrovano in estate durante il Festival Up Fest. A seguire le orme di Banksy gli artisti Jody e Nick Walter che hanno imbrattato la Nelson Street di Bristol con le loro personalissime immagini.
A seguire la capitale portoghese Lisbona che ha dedicato due spazi all’arte urbana: il Museo Efémero e il GAU, la galleria di arte urbana, oltre ai vivaci quartieri tra Praca do Comercio e la Mouraria, il Barrio Alto e un palazzo di avenida Fontes.
Londra e Berlino sono altre due capitali europee che hanno una forte connotazione di arte urbana. La prima come desiderio di emergere da una società conservatrice e asfissiante, frequentata da artisti di calibro internazionale soprattutto nel quartiere Camden. La seconda come bisogno di riappropriarsi dell’identità personale dopo l’abbattimento del muro di Berlino in special modo nel quartiere di Kreuzberg.
Lodz, in Polonia, ha puntato molto sulla valorizzazione dei suoi edifici dando via al progetto denominato “Urban Forms Gallery”.
Si tratta di una fondazione nata con l’intento di portare il turista alla scoperta delle opere graffitare, grazie a una mappa che illustra un vero e proprio itinerario da seguire per non perdersi nemmeno un’opera fatte dagli artisti locali e internazionali all’interno della città.
Le città della street art nel mondo
AFRICA
Parto sempre dal grandissimo Banksy che ha dedicato parte dei suoi lavori in Cisgiordania dedicando opere di speranza e di richiamo alla situazione instabile lungo il confine del muro che suddivide Israele dalla Cisgiordania.
Di ritorno da Amman, posso annoverare anche la capitale giordana alle città da visitare per vedere la street art. Fra le casupole bianche spiccano, inaspettate, opere dai colori sgargianti che sovrastano il candore del tessuto urbano.
A Città del Capo si incontrano gli artisti Faith7 e opere di celebrità internazionali, soprattutto nel piccolo sobborgo di Woodstock o a Searl street Park dove Freddy Sam ha organizzato un programma di scambio globale dei graffiti chiamato “A world of Art”.
CENTRO E SUD AMERICA
In Messico e in Guatemala spiccano disegni di cultura sociale legati al mondo maya e all’arte figurativa artigiana e contadina. Molte le scritte che testimoniano un forte legame con la Terra e il suo culto mistico.
Anche Buenos Aires può essere definita un museo a cielo aperto dell’arte urbana dove i temi maggiormente utilizzati sono il calcio dell’artista Martin Ron ai temi della politica nazionale e internazionale.
A Bogotà, in Colombia, si trovano graffiti di tutti i tipi sia sui muri che sui marciapiedi soprattutto nella zona de La Candelaria, un quartiere storico frequentato da studenti universitari.
Sao Paolo, in Brasile, racchiude al suo interno l’estro creativo dell’arte locale espressa magnificamente da Os Gemeos e Vlok nel vicolo del Beco de Batman, e nel quartiere di Vila Madalenastato. Sono stati attirati qui anche gli artisti Urbanhearts e i C215 di Parigi.
A Santiago, in Cile, i graffiti sono illegali ma seguendo la filosofia “don’t ask, don’t tag“ rimangono relegati nel quartiere di Bellavista, dove i politici fanno finta di non vedere. Qui sono custodite vignette politiche e murales che segnano quasi la superficie di ogni abitazione presente.
USA
La suggestiva e creativa New York non può esimersi dall’essere nominata. Al suo interno un apparato di oltre 18.000 metri quadri di opere esposte a Long Island, il 5Pointz, oltre a numerose altre installazioni dedicate alle sperimentazioni artistiche tra cui il Bowery Wall di Manhattan inaugurato da Keith Haring.
Anche Los Angeles è un luogo di culto per i graffittari di tutto il mondo soprattutto per la marcata presenza di opere del solito Banksy che richiama dietro di sé migliaia di artisti. Shepard Fairey, conosciuto come Obey ha disegnato il poster simbolo di Obama “Hope”, prima delle elezioni del 2008.
AUSTRALIA
A Melbourne, infine, l’attività di arte urbana è controllata dal governo che ha approvato solo le opere di Anthony Lister e Rone tra Hosier e Caledonia lane, nel centrale distretto degli affari, mentre le altre non riconosciute vengono subito smantellate.