Alla scoperta della Costa dei Trabocchi e dintorni attraverso l’Abruzzo marittimo: uno dei panorami più belli sulla costa adriatica. Qui il blu del mare contrasta con il cielo e i gabbiani richiamano la loro indipendenza, godendosi una libertà senza limiti.
I Trabocchi
I trabocchi sono delle strutture in legno a ridosso del mare che venivano usate dai pescatori per catturare il pesce. Venivano issate delle reti e da lì si poteva pescare senza allontanarsi troppo dalla riva. Dei lunghi pali di legno permettevano di posizionare le reti in diversi punti strategici.
Si pensa che l’idea sia stata “rubata” ai Fenici. La civiltà doveva trovare un modo per contrastare le forte raffiche di vento di Maestrale che si abbattono in quella zona di costa. Sono costruite con pino di Aleppo che resiste alla corrosione dovuta alla salsedine mentre i modelli di rete cambiano in base alla zona.
Sì, perché i trabocchi non sono solo una prerogativa della costa abruzzese ma anche di quella molisana e pugliese. Tanto da essere considerati oggi patrimonio monumentale del Parco Nazionale del Gargano.
Oggi sono stati trasformati in rinomati ristoranti di pesce fresco e richiamano turisti da tutto il mondo grazie all’atmosfera particolare e rilassante.
I trabocchi sono presenti fino alla Puglia, sebbene il tratto maggiormente visitato è quello che va da San Vito Chietino a Punta Aderci.
La Costa dei trabocchi e dintorni
Il tragitto è percorribile in auto seguendo la SS16, incontrando diversi trabocchi e ammirando la costa selvaggia abruzzese. A San Vito Chietino si possono ammirare anche l’Eremo di Gabriele d’Annunzio e il Promontorio Dannunziano.
Il poeta trascorse un mese di vacanza a San Vito Chietino e rimase affascinato dai trabocchi, soprattutto da il Trabocco Turchino, tanto da citarlo nella sua opera Trionfo della Morte.
Iniziò il libro proprio nel 1889 durante il soggiorno in Abruzzo e fa parte della trilogia di romanzi che comprende anche Il Piacere e l’Innocente. Finì di scriverlo nel 1894. Soggiornò in quella che oggi è una casa privata con l’amante Barbara Leoni e che custodisce solo il ricordo dell’Eremo felice della coppia.
Più avanti si può visitare il promontorio nel quale il poeta soleva sedersi e trarre ispirazione per il suo romanzo, raccogliendo profumi e sapori dal territorio circostante. La Costa dei Trabocchi finisce idealmente nella Riserva Marina Naturale di Punta Aderci.
Tips per la Costa dei Trabocchi e dintorni:
Puoi fare un pezzo di Costa dei Trabocchi anche se non hai la macchina, come ho fatto io. Prendi il treno fino a San Vito – Lanciano e ti dirigi verso il mare. Continui a seguire il mare lungo il tragitto dell’antica linea ferroviaria. Talvolta ti ritroverai a percorrere dei brevi tratti sulla Statale così da avere l’occasione di vedere l’Eremo e il Promontorio Dannunziano.
Punta Aderci
La Riserva istituita nel 1998 mira a preservare il fragile ecosistema che accoglie la nidificazione di uccelli migratori e stanziali e la crescita di piante autoctone.
Tra le specie animali ritroviamo: il fenicottero maggiore, l’occhiocotto e la sterpazzola, l’airone cenerino, il cavaliere d’Italia, il tarabusino, la garzetta, il gruccione, il martin pescatore, la nitticora, la sgarza ciuffetto, la cinciallegra, il saltimpalo, la cappellaccia, il beccamoschino, il gheppio, lo sparviere e la poiana.
Il simbolo del parco è invece il fratino, un uccello della famiglia dei Charadriidae. Aguzza l’udito e prova a riconoscere il canto di almeno uno degli uccelli nominati!
La flora invece è composta dal ravastrello, l’ammofila arenaria, la calcatreppola marina, la euforbia delle spiagge, il papavero giallo, il mirto, la salsola, il giglio di mare, il finocchio spinoso e la ginestra. Ma soprattutto l’alga rossa tipica del Mediterraneo ossia l’Halymenia floresia.
Dal promontorio di Punta Aderci si può arrivare a vedere il Parco Nazionale della Majella e anche il Parco Nazionale del Gran Sasso. La parte più frequentata, invece, è Punta Penna con una bellissima spiaggia di sabbia color oro.
Vasto
La Riserva Naturale di Punta Aderci fa parte della città di Vasto che si trova abbarbicato sulla cima di una collina dal quale domina la costa adriatica.
Più in basso si trova Vasto Marina e poi la zona di San Salvo con un bellissimo lungomare dalla spiaggia dorata e finissima, pieno di locali e spiagge attrezzate.
Se provi a toccare la sabbia e a lasciarla scivolare fra le mani ti sembrerà quasi di percepire la leggerezza del tempo e del suo continuo mutamento.
Il centro storico vanta origini molto antiche. La sua fondazione risale al tempo dei Frentani nel XII secolo, i quali la chiamarono Histonium.
Poi, nel 1799 diventò Repubblica sotto il dominio della famiglia d’Avalos per quasi un secolo. I monumenti più importanti da visitare sono il Castello Caldoresco, la Cattedrale o il Duomo di Vasto e il Palazzo d’Avalos, che oggi ospita un complesso di Musei sulla cultura locale.
Questi meravigliosi edifici fecero conquistare a Vasto nel XIX secolo il titolo di “Atene degli Abruzzi”.
Ed è davvero piacevole perdersi nei vicoletti. A volte nascondono delle sorprese inaspettate come il resto della facciata della Chiesa di San Pietro, rimasta solo la parte frontale, o il mosaico delle terme romane ritrovate in fase di scavo. Per non parlare poi della veduta sul mare che si apre dai giardini di Villa Comunale o seguendo la discesa che scende verso il mare.
Uno spettacolo davvero incredibile che fa sussultare il cuore per la sua bellezza senza tempo. Una sinfonia che ricorda le note del notturno di Chopin. Una terra meravigliosa e incontaminata, intrisa di natura, storia e cultura.
Fai della flânerie un momento di piacere e di distrazione mentre il Genius Loci di questi luoghi, con la sua spiccata accoglienza ti saprà regalare un soggiorno indimenticabile nella terra abruzzese.
Se hai un altro giorno a disposizione ti consiglio di raggiungere le bellissime isole Tremiti da Vasto con il collegamento ferroviario Vasto-Termoli (circa 15 minuti).