Le 5 ciclabili di Montagnana sono degli itinerari panoramici per scoprire la zona del basso veronese, il vicentino e il padovano. Un paesaggio in continua evoluzione che passa attraverso la campagna, le terme e i magnifici colli euganei.
Possiamo dividerle in 5 percorsi che interessano i segmenti:
Montagnana – Mantova
Anello delle città murate
Montagnana, Bevilacqua, San Salvaro, Merlara e Casale di Scodosia
Bassa Padovana
Verona
Arrivare a Mantova per le 5 ciclabili di Montagnana
Il percorso ha una lunghezza di circa 71 chilometri (quasi come quello da San Candido a Lienz) e impegna per circa 5 ore solo l’andata. Al ritorno è possibile prendere un treno controllando però se c’è la possibilità di caricare bici.
Il terreno è quasi tutto asfaltato, si attraversano caratteristici borghi dove la campagna regna sovrana e si possono ammirare le coltivazioni che variano in base al periodo come il radicchio, le mele o i filari di vite.
Il tracciato è consigliato anche ai bambini anche se la lunghezza è notevole. Meglio approfittare facendo delle pause/visite o dividere il percorso in almeno due giorni.
Anello delle città murate
La lunghezza di questo tracciato è di circa 66 chilometri in un terreno misto asfaltato e sterrato. Richiede 4 ore e mezza di impegno fisico per attraversare l’anello dei colli Euganei, la meravigliosa città di Este con il suo castello, il Bosco del Palù e il monastero di San Salvaro.
Non manca all’interno dell’itinerario la veduta del castello di Bevilacqua, uno degli edifici più sfarzosi presenti in zona. Si attraverseranno gli argini dei fiumi Frassine e Fratte grazie all’ausilio di diversi ponti.
L’unica pecca del percorso è la scarsa manutenzione e la poca segnaletica che possono causare qualche difficoltà ai ciclisti. Non è consigliata ai bambini se non opportunamente allenati.
Da Montagnana a Casale di Scodosia
Si parte dal centro di Montagnana, uno dei borghi più belli d’Italia, seguendo un itinerario di circa 2 ore che andranno a coprire una distanza di 31 chilometri.
Consiglio di fare una breve sosta alla partenza per visitare la città murata di Montagnana, le informazioni le puoi trovare qui, ammirando i merletti delle sue mura difensive.
Dal centro si prosegue per il borgo san Marco in direzione Bevilacqua, seguendo l’argine del fiume Fratta. Si continua a San Salvaro avendo così la possibilità di scorgere il monastero camaldolese.
Infine, si attraversano i comuni di Merlara e Casale di Scodosia per poi ritornare all’interno delle mura di Montagnana. Il tracciato è sia sterrato che asfaltato e non è adatto ai più piccoli.
La Bassa Padovana
Più di 70 chilometri di tracciato misto per visitare la zona che da Este raggiunge Montagnana e viceversa, attraversando in parte l’anello dei colli Euganei.
Si attraversano i luoghi della storia romana e rinascimentale e la natura tipica dei rinomati colli padovani con le sue benefiche terme. La lunghezza del percorso è paragonabile a quella della ciclabile del Brenta con gli stessi livelli di saliscendi continui.
Ovviamente il paesaggio è differente e non richiama continuamente i riferimenti montani come in quello del Brenta. Qui la campagna con le sue piantagioni di soia, granoturco e frumento fanno da cornice e occultano gli argini e i canali che fungono da irrigazione.
Case contadine, oggi riportate a nuovo con dettagli architettonici frugali, nascondono allevamenti di bestiame senza eliminare però del tutto, l’inconfondibile odore.
Verona (5 ciclabili di Montagnana)
Non poteva certo mancare fra le 5 ciclabili di Montagnana l’arrivo alla città scaligera per eccellenza, ossia Verona. Questo percorso di circa 63 chilometri si snoda attraverso un percorso sterrato e asfaltato per un tempo di circa 4 ore.
Si passerà attraverso la pista ciclabile di Albaredo d’Adige partendo da Porta Vicenza di Montagnana per arrivare fino alla rinomata piazza Brà dove si potrà ammirare l’arena sorseggiando un caffè.
Le città che si incontreranno oltre ad Albaredo saranno:
Ronco all’Adige
Zevio
Molini
Infine, seguendo il naturale percorso del fiume Adige, arriveremo nel centro di Verona dove potremo soggiornare e utilizzare il secondo giorno per una visita alla città.
https://i0.wp.com/puntoeviaggio.it/wp-content/uploads/2020/09/5-ciclabili-di-montagnana.jpg?fit=2240%2C1260&ssl=112602240Tayanita4travelhttps://www.puntoeviaggio.it/wp-content/uploads/2020/11/punto-e-viaggio-logo-compresso.jpgTayanita4travel2020-09-16 05:27:032023-01-05 10:06:35Le 5 ciclabili di Montagnana adatte a tutti i tipi di ciclisti
È bastato un giorno al mare fra Chioggia e Sottomarina per ricaricare le energie assopite dal lockdown e ritrovare subito l’entusiasmo. Respirare lo iodio, lasciare che il luccichio del sole sulla superficie del mare mi abbagliasse, mentre i piedi affondavano dolcemente sulla sabbia.
E ancora farmi accarezzare dal vento e abbronzare dal sole: tanto è bastato per proiettarmi verso l’estate. Una stagione alquanto particolare, partita in sordina per esplodere in tutta la sua forza. Tale e quale il mio desiderio di spensieratezza ritornato prepotentemente a farsi notare.
Tipica abitazione fra Chioggia e Sottomarina
Un giorno fra Chioggia e Sottomarina
Se anche tu, come me, non vivi nella provincia di Venezia dovrai affidarti ai mezzi pubblici o alla macchina per arrivare a destinazione. Per vedere il percorso in macchina ti basterà utilizzare un navigatore o un’applicazione come Google Maps o MapsMe.
Con i mezzi pubblici, invece, puoi scegliere due varianti: una pratica e una più avventurosa. La prima consiste nel prendere la corriera che da Padova porta direttamente a Sottomarina.
La trovi alla stazione delle corriere di Padova alla fermata numero 4 con orari che variano ogni mezz’ora circa. La prima corsa parte alle 6.30, la seconda alle 7.00 e così via fino ad arrivare all’ultima delle 20.40.
Io sono partita in treno da Bassano del Grappa e sono arrivata alla stazione di Padova alle 7.45. Da lì ho preso la corriera delle 8.00 e ho scoperto, con mia immensa gioia, che la corsa scende solo alla fermata di Piove di Sacco compiendo l’intero percorso in un’ora e un quarto.
Ciò significa che si ha tutta la giornata a disposizione per godere appieno i benefici del mare! Il prezzo dei biglietti di andata e ritorno è stato un totale di 10,40€, ossia 5,20€ a tratta.
L’altra variante è quella di raggiungere la stazione di Venezia Santa Lucia e raggiungere Chioggia con i traghetti. Prima si prende il traghetto che va in direzione Lido di Venezia, poi si prende la corriera che va a Pellestrina e, infine, si prende l’ultimo traghetto che termina a Chioggia.
Grazie a questo escamotage hai la possibilità di visitare tre isole lagunari nello stesso giorno apprezzando la varietà di paesaggio e di stile architettonico.
Se possiedi la carta Venezia la spesa sarà di 1,50€ a singola tratta per un totale di 4,50€. Per andata e ritorno si spendono un totale di 9€. Senza la carta Venezia ti conviene fare il biglietto per l’ACTV di 20€ valido tutto il giorno.
Il percorso richiede 3 ore di viaggio per l’andata e altrettanto per il ritorno. Quindi se vuoi spendere più tempo a Chioggia e Sottomarina questa non è la soluzione più ottimale.
E in treno è fattibile?
Da Bassano non c’erano alternative valide per cui l’ho escluso ma ti voglio svelare come ho fatto a scovare le soluzioni di viaggio: ho utilizzato un sito che uso anche all’estero e che si chiama Rome 2 Rio. Ne ho parlato più approfonditamente in questo articolo.
Al mercato del pesce a Chioggia
Cosa vedere a Chioggia
Innanzitutto vorrei consigliarti di visitare Chioggia il giovedì quando prende vita il mercato settimanale con il suo famosissimo mercato del pesce. Puoi vedere chi popola il mar Adriatico e gustare la freschezza dei molluschi appena pescati.
Orate, branzini, seppie, gamberoni fanno bella vista sulle bancherelle mentre qualche gabbiano si aggira furtivo brontolando, con la speranza di guadagnarsi qualcosa da mangiare!
La simpatia dei venditori che invitano ad acquistare dandoti anche dei meravigliosi consigli culinari è divampante e sarà impossibile uscire senza aver riempito il sacchetto della spesa. Portati anche una borsa frigo per tenere in fresco il più possibile il pesce!
La città, all’esterno, si anima di turisti e locali che scendono in piazzetta per acquistare i prodotti alimentari ma anche per fare un po’ di shopping, bere uno spritz o incontrarsi con gli amici.
Chioggia è una piccola Venezia incastonata in un contesto senza tempo con continui richiami architettonici, ponti, barche e locali che richiamano la sorella maggiore.
La via principale è Corso del Popolo e seguendolo puoi salire al campanile di Sant’Andrea e godere della terrazza panoramica con vista sull’intera laguna. Puoi perderti nella flânerie abbandonando i pensieri disturbanti.
Preferisci visitare chiese e musei?
Nonostante la città non sia molto estesa ha un varietà culturale davvero notevole. I punti turistici da visitare sono:
Museo dell’orologio all’interno del campanile di sant’Andrea;
Giuseppe Olivi: museo di zoologia adriatica a Palazzo Grassi;
Chiesa di San Giacomo in corso del Popolo;
Cattedrale di Santa Maria Assunta, duomo della città;
Refugium Peccatorum, dove i condannati pregavano per la loro anima prima dell’esecuzione.
Cosa vedere a Sottomarina
Sottomarina è la zona degli stabilimenti balneari dove ci si rilassa in spiaggia con una lettura, un tuffo e un gelato. È la zona della movida veneziana estiva dove si balla in spiaggia nello stabilimento di Cayo Blanco, in località san Felice. Però è anche una zona tranquilla dove si può pranzare su un ristorante a ridosso della diga, chiamato trabucco, in prossimità del faro.
La passeggiata nella frazione di san Felice permette inoltre di vedere il Forte san Felice nell’omonima isola oppure lo sbocco del Brenta e del Bacchiglione in direzione opposta al faro.
Diga verso il faro
Da non perdere a Chioggia e Sottomarina
Secondo il Genius Loci di Chioggia e Sottomarina che ci tiene molto ad accogliere i turisti, è un gran piacione anche se appare scostante, non dovrai assolutamente perdere:
il pandolce chioggiotto (una delizia con il ripieno di crema alla nocciola);
un bicchiere di spritz;
una frittura di pesce, spaghettata di pesce o pesce al forno acquistato al mercato;
una lunga passeggiata a Sottomarina con visita al faro;
un bagno ristoratore e, infine, relax sul lettino.
Una volta compiuto questi 5 passaggi potrai sentire le energie e la vivacità invadere il tuo corpo e tornando vorrai consigliare a tutti i tuoi amici di trascorrere un giorno a Chioggia e Sottomarina!
A me è venuta voglia di farlo con te, vorrà pur dire qualcosa, no? 😉
Ristorante di pesce nella passeggiata per raggiungere il faro
Ti lascio gli ultimi indirizzi per organizzare il viaggio:
https://i0.wp.com/puntoeviaggio.it/wp-content/uploads/2020/06/un-giorno-fra-chioggia-e-sottomarina.jpg?fit=508%2C381&ssl=1381508Tayanita4travelhttps://www.puntoeviaggio.it/wp-content/uploads/2020/11/punto-e-viaggio-logo-compresso.jpgTayanita4travel2020-06-29 05:33:482023-01-24 12:12:14Organizzare un giorno al mare a Chioggia e Sottomarina
Sospirolo si trova in provincia di Belluno e fa parte del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi: un luogo da visitare e conoscere.
L’origine del nome Sospirolo è da considerarsi parte integrante del monte Speron che svetta sopra il comune. I Sospiroi, infatti, erano gli abitanti conosciuti nella zona come “la gente che viveva nei casali sotto il monte Sperone”.
Ti confesserò che la prima volta che l’ho sentito io, invece, ho subito immaginato una donzella in attesa del suo amore, trascorrendo il tempo fra lacrime e sospiri.
Sospirolo e le sue frazioni
Sospirolo è un comune che conta circa 3000 abitanti con un centro abitato che merita una piccola visita a partire dalla bellissima chiesa patronale dedicata al culto dei Santi Pietro e Paolo, istituita attorno all’anno 1100.
Nel corso dei secoli la stessa fu ampliata e ricostruita seguendo lo stile architettonico neogotico assai particolare in quella zona e consacrata dal patriarca di Venezia Giuseppe Sarto meglio conosciuto come il Papa Pio X.
La chiesa si trova in una posizione pianeggiante ed è contornata dal profilo bianco delle montagne; in lontananza si scorge il campanile, in posizione arretrata rispetto la chiesa, adiacente al cimitero comunale.
La nota stonata di questo panorama da cartolina è un palo del telefono sistemato proprio di fianco al campanile. Impossibile fare delle foto senza che questo non sbuchi da qualche parte, un vero peccato!
Sentiero Dino Buzzanti e Girolamo Segato
Se dalla chiesa si scende in direzione cimitero si trova accanto al parcheggio il sentiero dedicato allo scrittore Dino Buzzati, un percorso ad anello che riporta in centro sulla destra della chiesa.
Il tragitto, ahimè, non è molto curato ma cela al suo interno un tiglio antico che conosce tutte le vicissitudini degli abitanti. Quante cose avrebbe da dire quella pianta se potesse parlare!
Inizierebbe sicuramente raccontandoci la vita del suo abitante più illustre, ossia il cartografo, egittologo e naturalista Girolamo Segato. Chi era costui?
Girolamo nacque all’interno della Certosa di Vedana (te ne parlerò fra un po’) e, all’età di 26 anni, partì in spedizione per l’Egitto. Si appassionò in particolar modo della tecnica della mummificazione e conobbe il collezionista Bernardino Drovetti, il massimo contributore di reperti storici egizi del Museo Egizio di Torino.
Quando fece ritorno in Italia si trasferì a Firenze approfondendo gli studi già iniziati in Egitto sull’imbalsamazione. Fu così abile ad apprendere la tecnica da inventarne una parallela e originale che consisteva nella mineralizzazione o pietrificazione.
Si tratta di un processo che distrugge la parte organica attraverso l’uso di agenti chimici. Tramite questo elaborato fu in grado di creare dei preparati che permettevano la conservazione dei tessuti in termini di consistenza, elasticità e colori.
Pensò di regalare un tavolo di carne pietrificata al Granduca di Toscana per ricevere in cambio una sorta di finanziamento alle sue ricerche. Il nobile, però, non vide l’oggetto come un qualcosa di valore ma anzi di diabolico, e lo tacciò di essersi impossessato della magia Egiziana.
Segato fu protetto da papa Gregorio XVI che era un suo concittadino ma rimase profondamente colpito dall’accaduto. Decise di tenere per sé la formula segreta che permetteva il processo chimico e tutt’ora non si conoscono ancora i particolari. Un suo tavolo di lavoro è esposto alla Reggia di Caserta nella sala dell’Estate.
Le frazioni di Sospirolo sono:
Torbe
Mis
Gron
Pascoli
Maras
San Gottardo
San Zenon
Piz-Camolino
Oregne – Ai Casai – Campaz
Susin
Mis
Si tratta di piccole comunità che nascondono bellezze a volte inaspettate, come il comune di Mis da cui prende il nome l’omonimo lago e che richiama ogni anno migliaia di visitatori.
Alimentato dal fiume Cordevole e da altri torrenti che scendono a picco sulla valle è riconosciuto per essere un luogo incantevole in cui ricaricare le energie a contatto con la natura più selvaggia.
Lo si può fare visitando i famosi Cadini del Brenton, la cascata della Soffia o intraprendendo i numerosi sentieri che portano direttamente all’interno del Parco delle Dolomiti.
Se vuoi organizzare una gita qui ti consiglio di leggere l’articolo che ho scritto l’anno scorso corredato da tutte le informazioni utili:
La chiesa parrocchiale Santa Maria Assunta di Gron a Sospirolo fu progettata dall’architetto armeno Ohannés Gurekian nel 1961. L’uomo nacque a Costantinopoli ma si trasferì in Italia e più precisamente ad Asolo in tenera età.
I suoi studi verterono sull’ingegneria idraulica ma i suoi lavori si diressero per la maggior parte verso l’architettura. Innamoratosi perdutamente della zona dell’Agordino si stabilì a Frassené.
In queste zone scoprì l’alpinismo e le crode dolomitiche e si fece promotore della salvaguardia del territorio. Per questo, alla fine del secondo conflitto mondiale, fece ritorno nel bellunese e si dedicò alla ricostruzione dei piccoli abitati completamente distrutti dalla guerra.
Va ricordato, inoltre che fu l’ideatore della prima associazione Pro Loco d’Italiavolta a valorizzare le qualità naturali, culturali e architettoniche del territorio.
San Gottardo
Nel comune di San Gottardo di Sospirolo a Masiere si trova l’affascinante Certosa di Vedana oggi chiusa al pubblico perché abitata dalle monache di clausura. Le sue origini sono molto antiche e risalgono all’Alto Medioevo.
Nacque come ospizio per poi essere acquisita dai padri certosini della regola di San Brunone che la trasformarono in luogo di contemplazione e di ricevimento dei viandanti.
Successivamente divenne una fattoria e iniziò un lento declino strutturale fino a quando non fu ceduta alle monache di clausura provenienti dalla certosa di Riva di Pinerolo che la risistemarono. Attualmente è abitata dalle monache di clausura, un piccolo gruppo di religiose dedita alla preghiera ininterrotta al santissimo Sacramento.
La via degli ospizi a Sospirolo
Dalla Certosa di Vedana parte il percorso conosciuto come la via degli ospizi che porta da Vedana alle miniere di Val Imperina, attraverso un tracciato lungo 20 chilometri.
Si attraversa quindi i luoghi storici adibiti a ospizi come quello di Vedana appunto, di San Gottardo, di Candaten e di Agre seguendo la riva destra del fiume Cordevole.
I paesaggi che si incontrano lungo il cammino sono molto diversi fra loro e variano dal più selvaggio al più verdeggiante fra prati in fiore e terreni agricoli. La distanza però è notevole e va calcolato un giorno intero di cammino.
Lago di Vedana
Appena prima di arrivare alla Certosa si trova sulla destra il lago di Vedana, uno specchio d’acqua formatosi naturalmente e considerato oggi come uno dei biotopi bellunesi di maggior rilevanza.
Lo si può visitare attraverso un percorso ad anello ammirando le ninfee comuni che abbelliscono la superficie del lago e le sue piante le cui fronde scendono a toccare l’acqua.
La fauna presente è molto popolosa e spiccano gli uccelli come l’airone cenerino, la ghiandaia e il germano reale, come anche gli anfibi tipo la salamandra pezzata, la raganella e il tritone punteggiato.
Luogo dedicato alla pesca sportiva dove si possono incontrare trote, cavedani, carpe, pesci persico, eccetera. L’ultima menzione va agli anfibi tra cui i più comuni sono l’orbettino, la biscia dal collare e Colubro di Esculapio, tutti non velenosi!
Oltre alla passeggiata di mezz’ora intorno al lago si può fare il Percorso Natura delle Masiere dalla durata di 1 ora circa.
Si parte dal parcheggio del lago e si attraversano le frazioni di Torbe e Calmatte fino a raggiungere il Belvedere da cui si possono ammirare la valle del Cordevole, la catena Prealpina, la Certosa di Vedana e la chiesa di San Gottardo.
Cosa c’è ancora da vedere nel Bellunese secondo Punto e Viaggio:
Sospirolo mi ha colpito subito per il verde brillante dei suoi prati, il verde più scuro delle sue montagne e il profumo inebriante dei fiori dove ronzano felicemente api indaffarate.
Potresti decidere di assaggiare un petalo. Alcuni fiori si possono mangiare, lo sai? Ma forse è meglio lasciarli alle api che sanno meglio di noi come rendere prezioso il loro nettare.
Mi sono dedicata un giorno alla flânerie con l’intento di tornarci ancora per terminare di visitare quegli angoli che ho trascurato, mentre il Genius Loci mi si è subito presentato come un essere determinato, diretto e indaffarato.
Porta nel suo cuore i ricordi dell’infanzia e dei suoi giochi nella natura, alla quale è profondamente legato. Sentirai anche tu la voglia di accarezzare l’erba o la corteccia di un albero, oppure ancora mettere i piedi nell’acqua gelida, per assicurarti la sua forza e assorbirne l’energia.
Lo stesso rumore dello scorrere scivolando tra i sassi ti donerà pace come anche l’immergerti nei boschi per ascoltare il solo canto degli uccelli reclamarne la proprietà.
https://i0.wp.com/puntoeviaggio.it/wp-content/uploads/2019/11/sospirolo-lago-di-vedana.jpg?fit=713%2C535&ssl=1535713Tayanita4travelhttps://www.puntoeviaggio.it/wp-content/uploads/2020/11/punto-e-viaggio-logo-compresso.jpgTayanita4travel2019-11-01 15:20:592023-01-05 10:30:43Sospirolo nel Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi
Cosa c’è da vedere a San Gregorio nelle Alpi in provincia di Belluno? Natura, arte e storia e tanto, tantissimo relax o trekking. A te la scelta: sei più un tipo sportivo o una persona che si ricarica semplicemente ammirando la natura?
San Gregorio nelle Alpi
Sopra a Santa Giustina si trova il comune di San Gregorio nelle Alpi che, come ogni cittadina bellunese, è formato da piccoli borghi che ne accresce il numero degli abitanti.
Posizionato nell’area conosciuta come la Valbelluna, in prossimità della vicina Valscura, sorge ai piedi della maestosa cima del monte Pizzocco, facente parte del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi.
Il centro cittadino è all’interno di un perimetro che racchiude vari negozi, uffici, parcheggi e la chiesa a tre navate dedicata ovviamente al culto di San Gregorio.
In origine lo stile architettonico fu bizantino ma l’edificio venne ricostruito per agevolare l’ingresso ai fedeli. La riedificazione è legata a una leggenda popolare che narra della differente intenzione riguardo al luogo di costruzione.
Nel punto in cui doveva sorgere la chiesa, infatti, accadevano di notte dei fatti alquanto strani…
La sera, gli operai, portavano i materiali edili nella zona di lavoro per poi, la mattina, ritrovarli spostati da un’altra parte. Nonostante fosse interpellata tutta la cittadinanza con ripetuti avvisi di richiamo, gli insoliti spostamenti non cessarono.
Con il passare dei giorni la popolazione accettò il fatto come un segno divino e decise di edificare la struttura religiosa nel luogo predestinato, giusto per non far torto a nessun santo!
Una spettacolare visuale permette a chi transita in zona di godere del panorama bellunese, racchiuso tra il desidero di appropriarsi della natura e il dominio delle rive del Piave che da sempre detta legge in questi territori.
Salendo sulle cime
Gli amanti del trekking saranno felici di trovarsi in questi luoghi ameni grazie alle numerose proposte escursionistiche che partono dai comuni di Roncoi di Fuori e Roncoi di Dentro e si avvicendano fino alla sommità delle cime.
Il monte Pizzocco fa da cornice a questi percorsi ma ci si può anche fermare a livelli più bassi visitando la famosa Casera Ere che accoglie i camminatori con piatti tipici e una vista a 360 gradi a dir poco fenomenale.
Il gestore, inoltre, è “un artista del legno” e ha disseminato lungo i sentieri le statue raffiguranti i simboli del bosco e della natura umana con molta cura e dedizione.
Gli altri itinerari proposti sono quelli che raggiungono il bivacco Palia, il passo Forca e la Chiesetta di San Felice al Monte. Richiedono un impegno fisico non indifferente ma sono ben segnalati e facili da seguire.
Io sono riuscita a fare solo il percorso a Casera Ere durante la mia settimana di vacanze a San Gregorio nelle Alpi e poi ho visitato altri luoghi nelle vicinanze.
Le proposte escursionistiche in queste zone sono per tutti i gusti e per tutti i livelli. Quello che proprio non si può fare nella provincia di Belluno è annoiarsi ma anzi, rimane così poco tempo a disposizione, che si è costretti a tornare più e più volte!
Gli altri itinerari proposti da Punto e Viaggio in provincia di Belluno sono:
Il Genius Loci di San Gregorio nelle Alpi è un essere burlone, accogliente e ospitale: il perfetto anfitrione. La flânerie nei luoghi di montagna non è concessa ma ci si può dilettare a vagare per i piccoli borghi per vedere le fattorie che lavorano a pieno ritmo.
Durante la tua ricerca dello spirito del luogo osserva come tutto sia perfettamente armonico, ascolta come ogni suono sia attutito e ogni odore potenziato.
Raggruppa tutto questo in un piatto e ritroverai ogni singola esperienza negli ingredienti: la mano che cucina è la stessa che lavora la terra e alleva la carne. Un cerchio di vita, morte e rinascita che dura da millenni.
https://i0.wp.com/puntoeviaggio.it/wp-content/uploads/2019/10/san-gregorio-nelle-alpi.jpg?fit=651%2C488&ssl=1488651Tayanita4travelhttps://www.puntoeviaggio.it/wp-content/uploads/2020/11/punto-e-viaggio-logo-compresso.jpgTayanita4travel2019-10-15 06:23:232023-01-05 10:31:47San Gregorio nelle Alpi in provincia di Belluno: cosa c’è da vedere
Ischia fai da te è possibile? Certamente! L’isola non presenta difficoltà per l’organizzazione del viaggio in quanto ben collegata. Ti basterà raggiungere il porto e da lì partire alla volta di una delle isole napoletane più belle.
Ad accoglierti ci sarà una terra lussureggiante di piante, un terreno ricco di minerali grazie alle eruzioni vulcaniche, un mare dai colori cangianti e delle rocce di tufo verde che ti faranno spalancare la bocca dallo stupore.
Ci sei mai stato? Allora sai già di cosa sto parlando. Se invece non l’hai ancora visitata seguimi nel racconto e ti farò conoscere un angolo italiano che ti verrà voglia di scoprire al più presto.
Come raggiungere Ischia fai da te
Se stai organizzando un viaggio a Ischia fai da te non ci sarà nessuno con un cartello con su scritto il tuo nome ad attenderti all’aeroporto e neanche qualcuno pronto a indicarti il tragitto da percorrere per arrivare al porto dalla stazione dei treni.
Per questo motivo ho deciso di mettermi una camicia bianca, un paio di pantaloni neri e di raccogliere i capelli in modo da apparire professionale e trasformarmi nella tua agente di viaggio virtuale.
Fa’ finta che ci sia io in aeroporto o in stazione pronta ad accompagnarti nel viaggio dei tuoi sogni. Non ti aspettare, però, un trattamento a 5 stelle perché il mio concetto di viaggio si basa sull’avventura.
Sei pronto/a dunque a partire?
Perfetto, cominciamo! Arrivando all’aeroporto Capodichino a Napoli dovrai scegliere il mezzo a te più congeniale per raggiungere il porto. Tra le soluzioni più convenienti puoi scegliere l’Alibus o il taxi collettivo.
Il primo si trova a circa 200 metri dall’uscita dell’aeroporto, sulla destra e ha un costo di 5 euro a tratta, da pagare direttamente al conducente. Puoi acquistarlo anche in anticipo per un costo ridotto di 4 euro.
Prevede le fermate alla stazione centrale dei treni di Napoli, al terminal dei traghetti del Porto di Massa e al Molo Beverello dove si prendono gli aliscafi. Con il taxi collettivo si pagano 6 euro a persona comprese le valigie e sono previste le stesse soste dell’Alibus.
Qual è la differenza fra traghetto e aliscafo?
La biglietteria dei traghetti si trova prima di raggiungere il molo e più precisamente nella fermata di Calata di Porto di Massa. Il viaggio ha una durata superiore rispetto all’aliscafo e spesso fa fermate anche all’isola di Procida.
Di contro, però, il prezzo del biglietto è nettamente inferiore, si possono risparmiare anche 10 euro a tratta. Il viaggio in aliscafo dura solo un’ora, mentre quello in traghetto si completa in un’ora e un quarto, un’ora e venti, se si fa la fermata a Procida.
Durante il viaggio puoi vedere la costa napoletana, l’isola di Capri in lontannza, Procida e Vivara, fino a raggiungere il porto di Ischia. Da Napoli puoi scegliere i porti di Casamicciola o Ischia Porto dove scendere, dipende dove è collocata la tua struttura ricettiva.
Se invece desideri fare un piccolo tour della città in questo articolo trovi tutte le informazioni utili:
Ischia è un’isola di formazione vulcanica, te ne accorgerai girando le varie spiagge provviste di fumarole e saune naturali, parchi termali e sabbia di colore nero come la pece.
I minerali presenti nel sottosuolo hanno permesso agli abitanti di sfruttare la terra per la coltivazione di qualsiasi tipo di pianta che qui cresce rigogliosa e in perfetta salute.
Il simbolo dell’isola è il limone ma non mancheranno di impressionarti anche gli orti ricchi di ortaggi, piante officinali e aromatiche. La vera connotazione degli ischiani, infatti, è di tipo contadino più che pescatore e non si è cancellata nel tempo, rimanendo fedele ancora oggi nell’isola.
L’isola assume la forma di un trapezio, lunga 7 chilometri e larga 10 con una sommità, raggiunta dal monte Epomeo, di 788 metri. Quest’ultimo è un horst, un termine geologico che indica un pezzo di crosta terrestre che si è sollevato rispetto al terreno circostante, grazie alla spinta magmatica.
Il movimento ha dato vita al tufo verde, particolarità dell’isola, a causa del suo sprofondamento in mare e successiva emersione. Il tufo, difatti, è solitamente di colore giallo, ma essendo stato sott’acqua e poi riemerso si è ossidato assumendo una colorazione verdognola.
I comuni di Ischia sono sei:
Ischia
Casamicciola Terme
Lacco Ameno
Forio
Barano d’Ischia
Serrara Fontana
Come muoversi a Ischia fai da te
Il mezzo più economico per muoversi a Ischia è il bus. La stazione degli autobus si trova in prossimità del Porto nel comune di Ischia e da qui partono i bus verso tutte le direzioni.
La biglietteria si trova dietro il piazzale degli autobus e il costo per una corsa singola è di 1,50 euro. Il prezzo è veramente conveniente e si possono fare i biglietti per una settimana o giornalieri, ma c’è un però.
Gli autobus sono solo per i coraggiosi essendo un condensato di persone. Ci si ritrova all’interno schiacciati come sardine senza possibilità di muoversi, né di timbrare il biglietto o di prenotare la fermata.
Dovrai stringere amicizia con gli altri frequentatori per fare queste cose e dar vita a un coro affinché tu riesca a scendere alla tua fermata. Sarà a tratti comico e a tratti fastidioso, ma anche questo farà parte della tua avventura sull’isola.
AGGIORNAMENTO: In questo periodo di pandemia mondiale i posti in autobus sono regolamentati e distanziati, al fine di tutelare i viaggiatori.
Cosa ho visto sull’isola
L’itinerario Ischia fai da te che ho fatto assieme alla mia amica Luisa è stato il seguente:
Terme Negombo a Lacco Ameno;
Castello Aragonese, Ischia Porto e Ischia Ponte;
Baia di Sant’Angelo, Fumarole, Cavascura e Spiaggia dei Maronti;
Giardini la Mortella, Forio e Spiaggia di Citara.
Terme Negombo (Ischia fai da te)
Definirle Terme è piuttosto riduttivo in quanto il Parco Termale Negombo è un implosione di arte, natura e acqua. Si trova in località Lacco Ameno ed è provvisto di 30 piscine di acqua calda, tiepida e fredda.
L’entrata costa 33 euro a persona per l’accesso alle piscine, al mare e ai servizi di spogliatoi e doccia. È un’esperienza da fare se ci si trova in vacanza a Ischia perché la disposizione delle terme si amalgama in modo esemplare all’ambiente circostante.
La cura e la pulizia sono impeccabili e ci si può rilassare in spiaggia all’interno di una baia riparata dai venti e dal mare mosso con una spiaggia di colore nero e un’acqua cristallina.
Ti confesso che sarei rimasta a vivere lì dentro senza più uscire, per l’eternità! Ma, come ogni cosa bella, purtroppo finisce e si ritorna alla realtà e soprattutto si perde ogni forma di rilassamento acquisita nel momento in cui si risale sull’autobus!
Castello Aragonese
La comunità di Ischia nasce all’interno di questo castello per poi diffondersi in tutta l’isola. Il castello, abitato nel tempo dai vari conquistatori, è rimasto un gioiello di inestimabile valore culturale e turistico.
All’interno si possono ammirare le chiese, i giardini, le carceri, le terrazze e i percorsi sopravvissuti nei secoli. Ti consiglio di salire con l’ascensore per poi scendere visitando tutte le varie aree. Indossa scarpe comode e goditi il panorama di Ischia Ponte con le sue spiagge e le sue case colorate.
L’entrata costa 10 euro e ti verrà fornito un foglietto illustrativo con la spiegazione dei vari punti turistici oppure 15 euro se vuoi farti accompagnare da una guida.
Da non perdere è la stanza mortuaria in cui sedevano le monache passate a miglior vita e lasciate decomporre su dei sedili in marmo con una sorta di imbuto in cui cadevano i liquidi. Una scena po’ macabra ma qui non ci facciamo mancare nulla.
Castello Aragonese
Ischia Porto e Ischia Ponte
Lo stesso comune con due centri storici popolati da ristoranti, negozi tipici e vicoli caratteristici. Entrambe le località meritano una visita, sia all’interno che nel lungomare, per ammirare la bellezza e la particolarità dell’urbanistica cittadina.
Gli acquisti più economici si fanno a Ischia Ponte sia per quanto riguarda i souvenir che i prodotti da supermercato. A Ischia porto, però, c’è più scelta sia a livello ristorativo che commerciale. Via Roma è la via principale ed è quella con i negozi più costosi e alla moda.
Le spiagge sabbiose si trovano a Ischia Porto mentre gli scogli a Ischia Ponte e in prossimità del castello Aragonese. Gli stabilimenti balneari si trovano lungo tutta la striscia di sabbia che costeggia il comune.
Ci sono comunque spiagge libere tra uno stabilimento e l’altro e una più grande vicino al porto. Il mare è piuttosto tranquillo e poco profondo.
Cerca il localino che sembra un negozio di frutta e verdura a Ischia Ponte, si trova sulla stradina a destra prima del museo del Mare, ti siederai fra grappoli di peperoncini e ceste di pomodori e sarai accolto dalla simpatia contagiosa del proprietario.
Baia di Sant’Angelo (Ischia fai da te)
Bellissima baia con una veduta panoramica sul mar Tirreno da cui si possono fare diverse escursioni. Il borgo è piuttosto piccolo ma molto curato e ricco di negozi e locali.
C’è una spiaggia dove nuotare e prendere il sole e il porto da cui partono o arrivano i famosi taxi boat che toccano vari punti dell’isola. Si prosegue salendo in direzione fumarole per vedere le famose fuoriuscite di vapore caldo sulla spiaggia.
Il motto del borgo è: “L’unica felicità è godersi la vita”, tienilo come mantra per tutta la durata del tuo indimenticabile e irripetibile viaggio!
Fumarole, Cavascura e Spiaggia dei Maronti
Attraverso un percorso da fare a piedi o salendo su una golf car si raggiunge la spiaggia dei Maronti passando per la chiesa delle Fumarole, un centro benessere e diversi locali e hotel.
Le fumarole si trovano sul litorale che da inizio (o fine, dipende dai punti di vista) alla spiaggia dei Maronti, dietro i lettini di uno stabilimento. Per la verità non sono molto suggestivi in quanto si vede solo il vapore uscire e si sente la sabbia diventare bollente, ma se sei fortunato, potresti assistere alla cottura di alcune pietanze come il pollo o le uova.
Le uova vengono prima cotte sotto la sabbia e poi lasciate raffreddare nell’acqua del mare che rimane di temperatura ambiente, in modo da assorbire anche il sale ed essere pronte da mangiare. Più eco sostenibile di così!
Cavascura sono delle sorgenti naturali conosciute fin dai tempi dei romani dove ci si addentra in una grotta satura di esalazioni gassose fino ad arrivare in un centro termale rinomato.
Terminati i vari trattamenti di bellezza ci si può rilassare nella spiaggia dei Maronti, metà libera e metà dotata di lettini e ombrelloni. L’acqua può essere molto mossa a causa dei venti.
Giardini la Mortella
I giardini la Mortella sono davvero unici, nati dalla passione di una signora inglese che è venuta a vivere a Ischia assieme al marito, un noto compositore di nome William Walton.
La passione per la botanica ha spinto entrambi a creare un’oasi di assoluta bellezza e diversità con fiori e piante di tutto il mondo che qui sono riuscite a crescere e prosperare in modo rigoglioso.
L’ingresso costa 10 euro ma se si vuole vedere la serra con le orchidee (non ce ne sono molte per la verità), bisogna aggiungere un altro euro prima di entrare nella porta a vetri della serra.
Il giardino non è solo un tripudio di piante ma anche un’opera architettonica ingegnosa, costruita in modo intelligente affinché ogni pianta abbia il proprio spazio e il proprio terreno fertile su cui prosperare in salute.
La visita dura circa un’ora in cui ci si perde ad ammirare la meraviglia della natura e si può anche vedere un video esplicativo nella sede congressuale con protagonista la proprietaria, che spiega i lavori di costruzione e racconta i vari studi fatti sulle piante.
Forio (Ischia fai da te)
Mi aspettavo di più da questa cittadina che però non manca di avere una bellissima veduta sugli scogli di tufo verde e delle chiese fra le più rinomate dell’isola.
La più visitata è la chiesa del Soccorso che nasconde al suo interno un crocifisso ligneo rubato in Sardegna e rimasto intrappolato nell’isola a quanto pare, per volere divino. Il centro si anima verso sera mentre di giorno è frequentato dai turisti in transito in visita alle chiese o alla vicina spiaggia di Citara.
Spiaggia di Citara
La spiaggia si trova a circa mezz’ora dal centro di Forio ed è praticabile tramite una passeggiata dotata di marciapiede pedonale lungo la via a senso unico.
Durante la passeggiata si possono ammirare gli scogli degli innamorati e il becco dell’aquila, due esemplari di roccia di tufo verde che sembrano plasmati da mani umane.
La spiaggia è molto frequentata ed è considerata una fra le più belle dell’isola. In zona, infatti, sorgono numerose strutture ricettive e con mia grande sorpresa, è dotata anche di una piccola stazione degli autobus da qui partono i bus per Ischia Porto.
Il mare è stato molto mosso in quel giorno di visita ma ciò non mi ha impedito di giocare con le onde come se fossi una dodicenne fuggita dalla scuola!
Cosa c’è ancora da vedere
Il tempo non è bastato a vedere tutte le bellezze di Ischia che, nonostante le dimensioni, ha moltissimo da offrire ai turisti. L’isola è rinomata per le terme e in effetti ce ne sono per tutti i gusti a partire dai Giardini Terme Poseidon specializzati nel percorso Kneipp, la Fonte delle Ninfe Nitrodi fra le più antiche al mondo, le Idroterme Olympus, le Antiche Terme Belliazzi e molte altre.
Ci sono poi le Terme di Sorgeto nell’omonima baia che si possono accedere gratuitamente da Forio Panza con una discesa sul mare di alcune centinaia di gradini. Si arriva fra pietre bollenti e saune naturali contornati da una natura selvaggia e particolare.
C’è un altro luogo magico chiamato la “Grotta del Mago” che un utente di Google Local Guide ha lasciato questo commento:
“Le leggende attribuiscono a questo luogo proprietà fantastiche: culto del Sole, personaggi particolari che qui vivevano, accesso a mondi sotterranei. La realtà è la sua bellezza, resa ancora più particolare dai giochi di luce. In un momento della giornata la luce entra da un buco che si trova sulla sommità della Grotta e tutto si illumina. Meraviglioso.”
Spiagge, grotte, baie e scogli non finiscono qui a Ischia ma non voglio svelarti tutti i segreti perché credo che ognuno di noi riesca a trovare un pezzettino di terra in cui lasciarci il cuore e se poi ti racconto tutto che avventura è?
Quando visitare Ischia? Ogni stagione ha la sua particolarità, il clima è favorevole tutto l’anno tranne i mesi di gennaio e febbraio che risultano essere i più freddi.
Se ci vai dimmi cosa ne pensi e mandale un bacio da parte mia, ciao bella Ischia!
*** SENSI IN VIAGGIO ***
Flânerie a go go qui a Ischia! E tutto per trovare quel Genius Loci che da bravo mattacchione si diverte a essere sfuggente per non farsi riconoscere. Appare, scompare, sorride e fa battute.
Un’isola travestita da campagna dove l’attività più amata è curare gli orti, c’è da perderci la testa! Eppure è proprio questo collegamento profondo con la terra, il mare e il cielo a rendere Ischia così speciale.
Un perpetuo odore di zolfo (e di benzina nel traffico) aleggia sull’isola ma entrando nei vicoli nascosti si ritrovano le piante che non smettono di crescere: alte, orgogliose, audaci. Si scorge in lontananza il castello Aragonese che sembra quasi separato dalla terraferma ma è lì a dimostrare che tutto è connesso.
Il parlottare della gente, gli schiamazzi e poi di nuovo il silenzio perché camminando siamo arrivati in un giardino segreto, protetto e profumato di fiori. Ischia è una continua sorpresa, una caccia al tesoro come si faceva da bambini, quella visione del mondo che oggi abbiamo dimenticato.
https://i0.wp.com/puntoeviaggio.it/wp-content/uploads/2019/10/ischia-fai-da-te.jpg?fit=713%2C535&ssl=1535713Tayanita4travelhttps://www.puntoeviaggio.it/wp-content/uploads/2020/11/punto-e-viaggio-logo-compresso.jpgTayanita4travel2019-10-07 05:06:352023-01-05 10:33:57Ischia fai da te: tutti i consigli su come organizzare il viaggio
Il museo di Sherlock Holmes si trova a Londra, ma appartiene veramente al personaggio partorito dallo scrittore Arthur Conan Doyle?
Quando ero più piccola mi era molto difficile discernere la fantasia dalla realtà (e ancora oggi, per la verità, ho qualche problema!) perché pensavo, erroneamente, che quando un adulto parlasse, dicesse solo la verità.
Rimanevo sconvolta nello scoprire che alcune storie fossero inventate di sana pianta. Il primo trauma è stato naturalmente Babbo Natale, anche se addolcito dalla rivelazione di mia nonna.
In modo molto innocente un Natale mi chiese: “non crederai ancora a Babbo Natale, vero?” Ovviamente sì! Ma dal modo in cui mi era stata posta la domanda non mi rimase che rispondere “no“.
Indagai con i miei amichetti di asilo e constatai la confusione in merito, pertanto considerai la possibilità che non esistesse. Su Sherlock Holmes, invece, non avevo dubbi.
A LONDRA: ALLA RICERCA DI SHERLOCK HOLMES
Prima di acquistare la collana completa dei libri di Arthur Conan Doyle avevo sentito raccontare delle avventure di Sherlock Holmes e del suo fidato amico Watson.
I personaggi erano così particolari, ma allo stesso tempo dettagliati, che non nutrivo alcun dubbio sulla loro esistenza. Erano certamente esistiti: avevano una casa e un indirizzo specifico.
In edicola uscirono tutti i romanzi del baronetto e io non persi occasione di comperarli. Nel primo romanzo “Uno studio in rosso” lessi l’introduzione e la vita dell’autore.
Scoprii così, a malincuore, che Sherlock Holmes era un personaggio di fantasia, come pure il suo amico Watson, inventati da un dentista annoiato che arrivò addirittura a odiarli.
Fu l’ennesimo shock! Leggendo i successivi romanzi, però, imparai ad amarlo e nonostante la sua “non esistenza” per me diventò una persona in carne e ossa.
Per questo motivo, durante il mio viaggio a Londra, decisi di visitare il museo che si trova all’indirizzo dei libri: vicino alla stazione Marylebone e alla metro Baker Street, al 239 di Baker Street (di fianco al numero 221B ideato da Doyle).
IL MUSEO DI SHERLOCK HOLMES
Il museo è gestito dall’associazione Sherlock Holmes International Society ed è aperto tutti i giorni dalle 9 alle 18.30. Il costo del biglietto è di circa 15 sterline che sembrano eccessive, ma se sei un fan del personaggio verrà considerata come la miglior spesa fatta!
In quell’occasione entrai dal negozio di souvenir dove si possono trovare molti aggeggi che sono serviti al detective per risolvere i suoi casi. Una ragazza vestita da governante, che impersona la signora Hudson (la governante), mi accolse dicendomi che il signor Holmes non era in casa, ma che potevo visitare lo stesso l’appartamento.
In preda all’emozione mi accostai, come mi era stato indicato, alla porta a sinistra del negozio salendo i fatidici 17 scalini che Watson soleva percorrere trafelato a causa di qualche intuizione improvvisa.
La casa:
Il primo piano dell’edificio vittoriano è composto dallo studio e dalla stanza da letto di Sherlock. Quando lo visitai, mi parve quasi strano non sentire nessun odore provenire da qualche intruglio ideato dallo strano detective.
All’improvviso fui sopraffatta dai ricordi dei casi e andai alla ricerca dei dettagli: c’era la lente di ingrandimento, delle carte, il camino e la poltrona dove Holmes rifletteva. Tutto risuonava familiare come se in quella casa ci fossi già stata!
Al piano superiore, invece, si trova la stanza della signora Hudson e dell’amico Watson. Sopra il letto di quest’ultimo il cappello e una valigia pronta per essere riempita al richiamo di un paziente.
All’ultimo piano, infine, le statue di cera dei personaggi più famosi descritti nei libri accolgono i visitatori. Non voglio svelarti chi sono, altrimenti farei dello spoiler qualora non avessi ancora letto le sue avventure.
La visita termina ritornando in negozio dove acquistai un portachiavi che porto sempre con me. Ogni volta che lo guardo mi fa pensare a quei momenti in cui la fantasia incontrò la realtà e forse da realtà si trasformò in fantasia.
Se Sherlock e Watson siano esistiti veramente alla fine è diventato un dettaglio trascurabile, quello che importa è aver ritrovato degli amici con i quali ho trascorso dei bellissimi momenti di lettura.
https://i0.wp.com/puntoeviaggio.it/wp-content/uploads/2019/08/entrata-museo-di-sherlock-holmes.jpg?fit=720%2C540&ssl=1540720Tayanita4travelhttps://www.puntoeviaggio.it/wp-content/uploads/2020/11/punto-e-viaggio-logo-compresso.jpgTayanita4travel2019-08-08 05:45:062023-01-04 13:15:32Il museo di Sherlock Holmes a Londra: dalla finzione alla realtà
Top 10 Irlanda: le città da visitare e l’itinerario da creare per non perdersi nulla, neanche i risvolti più fantasiosi dell’isola. Sì, perché l’Irlanda non è solo da visitare ma anche da vivere attraverso le molteplici leggende, i riti propiziatori e i personaggi magici che vi abitano.
Non ti aspettare, dunque, un semplice viaggio ma un’immersione completa all’interno di una cultura dal fascino magico e magnetico.
Dublino
Dublino è la capitale irlandese e punto di arrivo per la maggior parte dei turisti. Conosciuta per i suoi pub e le passeggiate in città attraverso i suoi vicoli che costeggiano il fiume Liffey. Le attività da svolgere sono davvero molte per cui una volta che avrai lasciato le valige in hotel dovrai darti da fare per partire alla scoperta della città.Potresti trovare utile, se fai un viaggio non organizzato, prepararti per tempo un itinerario con l’ausilio di Google My Maps, è molto semplice, in questo articolo ti spiego come fare.
A Passeggio
Una delle mete più battute a Dublino è Grafton Street la via commerciale in cui si trovano i negozi alla moda e dove si esprime la vivacità giovanile.
A pari merito è posizionato il famoso quartiere vicino al Temple Bar ricco di pub, musica fino a notte fonda e tasso alcolico alle stelle! Ti sconsiglio di prendere alloggio in questa zona se non sei un under 25 o se non ricerchi la movida.
Se vuoi allontanarti dalla confusione e mescolarti fra i turisti affaccendati a scoprire le top 10 dell’Irlanda muoviti verso l’Ha’Penny Bridge, il ponte sul fiume e poi continua in direzione Docklands.
Si tratta della vecchia zona portuale di Dublino che nel corso degli anni ha subito una riqualificazione trasformandosi in un centro per gli affari moderno ed eccentrico.
Sei pronto/a a fare un nuovo bagno di folla? Allora cerca nella cartina O’Connell Street, altra via commerciale dove perdersi a guardare le vetrine e ascoltare le esibizioni degli artisti di strada.
Prima di andare a riposare all’ombra di una pianta nel parco cittadino St. Stephen’s Green va alla ricerca delle statue di James Joyce autore dei celebri libri Ulisse e Gente di Dublino e di Molly Malone, pescivendola e prostituta, che se toccata porta fortuna.
Secondo la leggenda la povera donna, non avendo vissuto una vita soddisfacente, si aggira ancora fra i vicoli della città sfocati dalla nebbia, in cerca di un riscatto che mai avrà.
Dove si trovano non te lo dico! Sarà tuo compito scovarle!
Musei, chiese ed edifici
Il Trinity College è il simbolo di Dublino famoso non solo per l’università ma anche per contenere all’interno della Old Library il pregiato manoscritto miniato conosciuto come “The Book of Kells”.
Inoltre, nel giardino interno, è presente la statua “Sfera dentro la Sfera” dell’artista contemporaneo italiano Arnaldo Pomodoro. Un’altra simile si trova nel lungomare di Pesaro e di fronte agli uffici della Farnesina.
La Christ Church Cathedral è una chiesa che nasconde un passato piuttosto mbiguo: è nata, infatti, dai resti di un’antica chiesa vichinga costruita in legno.
Tutt’altra storia, invece, racconta la St. Patrick Cathedral che rappresenta il simbolo dell’Irlanda protestante ed è uno dei luoghi cristiani più antichi.
Gli ultimi due edifici significativi della storia culturale irlandese sono il Castello di Dublino, una fortezza di origine normanna eretta da Giovanni Senza Terra e il General Post Office dove venne firmata l’indipendenza e dove si rifugiarono i ribelli nella rivolta del 1916.
Bere & Mangiare a Dublino nella Top 10 Irlanda
La città è visitata anche per i suoi famosi prodotti alcolici: la birra e il Whiskey. La Guinness Storehouse è la fabbrica che produce la celebre birra scura che si può visitare per conoscerne tutti i processi di lavorazione. Allo stesso modo si può visitare la Old Jameson Distillery e degustare il whiskey della migliore tradizione irlandese.
La cucina irlandese proposta nei pub o nei ristoranti ti sorprenderà per le combinazioni di gusti semplici, provenienti dai prodotti agricoli locali. La mia ricetta preferita è Seafood Chowder, l’antica ricetta di zuppa di pesce irlandese.
Per non parlare poi della colazione all’irlandese che propone piatti come fagioli, pane con il burro, caffè e altre delizie super proteiche. Scoprila qui.
Se ti avanza del tempo scopri cosa fare a Dublino a costo zero:
Belfast è la capitale dell’Irlanda del nord tristemente nota in passato per gli attacchi dell’IRA, l’organizzazione che richiedeva indipendenza dalla Corona Britannica.Fortunatamente i momenti bui sono stati cancellati e oggi è possibile visitarla in tutta sicurezza per scoprire i siti di interesse culturale.Per acquistare dovrai necessariamente cambiare gli euro in pound perché il sistema finanziario corrisponde a quello inglese. Fatto ciò potrai dedicarti alla visita.Ciò che spiccherà agli occhi saranno i meravigliosi murales che enfatizzano l’architettura locale, la statua “The Big Fish” in cui ogni tassello racconta le vicissitudini della città e il St. Jones Market, un edificio vittoriano che ospita nel fine settimana un mercato vintage.
Cosa visitare nella top 10 Irlanda
Il museo più particolare presente in città è quello dedicato al Titanic, custodito all’interno del cantiere navale dove venne costruito il famoso e sfortunato transatlantico.
L’Ulster Museum è visitato, invece, per la sua raccolta di arte contemporanea oltre che a sezioni dedicate alla civiltà egizia, manufatti e suppellettili locali.
La City Hall rappresenta invece la Belfast dal passato ricco e glorioso vissuto nell’era d’oro mercantile. Può essere considerato come l’edificio più importante della città.
Infine la città consiglia una visita ai Botanical Gardens costruiti durante il periodo vittoriano per sopperire alla crescente curiosità riguardo il mondo botanico.
Cork nella top 10 Irlanda
Dal nord di Belfast al sud della top 10 Irlanda passando per Cork, la città dai venti ponti che si affacciano sul fiume Lee di origine medievale.Il centro storico e l’English Market sono i punti raggiunti dai turisti per avere un assaggio culturale ma anche gastronomico della contea.Il quartiere Shannon è conosciuto per essere la zona residenziale operaia abbellita da soluzioni abitative di uguale fattura ma variopinte, nate forse per contrastare il grigiore della vita in fabbrica.Due, invece, i siti culturali, la:
Cattedrale di San Finne Barre, di architettura neogotica prettamente francese;
Crawfort Art Gallery, mostre temporanee e permanenti con entrata gratuita.
Galway
Galway è una città chiassosa, vivace e festaiola grazie alla massiccia presenza di giovani universitari e dei numerosi e variopinti pub.I visitatori sono attratti dal suo quartiere latino che a discapito del soprannome nasconde le radici che affondano nel medioevo con tanto di mercato con prodotti tipici.Se invece hai voglia di passeggiare puoi dirigerti nella Long Walk dove puoi ammirare delle graziose casette in tinta pastello, sistemi di chiuse e canali che costeggiano la foce del fiume Corrib.Uscendo, verso la zona residenziale, puoi ammirare in lontananza le isole Aran percorrendo la Salthill Promenade seguendo un percorso lungo almeno 2 chilometri.
Isole Aran
Uno dei motivi che mi spinge a ritornare in Irlanda, oltre che per rivedere la sua natura incontaminata, sono la bellezza delle isole Aran.Sono delle conformazioni rocciose staccatesi dalla zona del Burren che hanno dato vita a tre piccole isole dai nomi gaelici Inishmaan, Inishmore e Inisheer.Essendo relativamente lontane dalla terraferma hanno mantenuto intatte le radici e la tradizione della più antica cultura gaelica.L’abbigliamento tipico è divenuto famoso in tutto il mondo per la qualità della lana e il particolare intreccio dei maglioni che qualifica il mestiere di chi li porta.Gli abitanti maschi delle isole Aran indossano un pesante gilet di tweed con annessa cintura colorata mentre la parte femminile si riconosce dalla tipica camicia in flanella rigorosamente rossa.
Limerick: città della Top 10 Irlanda
Sulla carta Limerick è la terza città irlandese in ordine di importanza ma non ha molto da offrire al turista. Per quale motivo è citata fra la top 10 Irlanda?Principalmente per il King’s John Castle, un edificio imponente di straordinaria bellezza che spicca sulle rive del fiume Shannon e meta di visita, seppur veloce, dei tour organizzati.L’interesse turistico stenta a decollare a causa di un debole impulso industriale che relega la città a un sonnacchioso tessuto urbano non stimolato dalla vivacità culturale presente invece in buona parte dell’isola.
I castelli
L’Irlanda è un’isola disseminata di castelli: alcuni ridotti oramai a ruderi, altri divenuti residenze chic dove soggiornare nel segno del lusso. Molti di questi sono stati scelti dai registi americani per girare le scene di alcuni tra i film più famosi grazie all’atmosfera magica che li circonda.Uno tra i più famosi e visitati è sicuramente Blarney Castle che invita i visitatori a baciare una pietra sospesi nel vuoto perché, secondo una leggenda, questo atto coraggioso dona il potere dell’eloquenza.La Rock of Cashel è invece un rudere dall’aurea molto suggestiva che nasconde un passato di potere dove risiedevano re ed ecclesiastici della regione.Una lista completa dei castelli da visitare la trovi qui:
Le contee irlandesi sono 28 a cui si aggiungono tre municipalità. Corrispondono alle nostre regioni e differiscono l’una dall’altra per varietà naturale e culturale. All’apparenza l’Irlanda può sembrare una piccola isola visitabile in una sola settimana ma in realtà per conoscerla a fondo non basterebbe un mese.Sono talmente tante le particolarità insite e sparpagliate per il territorio che sarà necessario tornarci più volte per affermare di averla visitata veramente.
Giant’s Causeway, Cliffs of Moher, Carrick-a-rede
Ti verrà sicuramente proposto, durante il tuo soggiorno in Irlanda, un tour diretto a questi tre diversi siti fra i più famosi dell’isola.Il primo, il Giant’s Causeway si trova nell’Irlanda del nord ed è conosciuto come il Selciato del Gigante. Pare, infatti, che un gigante guerriero che viveva nella zona dell’Ulster, tale Fionn Mc Cumhaill, si fosse innamorato di una sua simile. Per non perdere tempo costruì una strada di pietra verso l’isola scozzese di Staffa in modo da poterla vedere tutti i giorni e dichiararle il suo amore.In realtà si tratta di un’esplosione sotterranea avvenuta oltre 60 milioni di anni fa che ha dato vita a questa particolarissima conformazione rocciosa, unica del suo genere, entrata a far parte del Patrimonio Unesco nel 1986.
Wicklow Mountain National Park tra la top 10 Irlanda
Forse il Parco Naturale delle Wicklow Mountains è fra i più selvaggi dell’isola ed è consigliato agli escursionisti e agli amanti della natura. Fra le radici dei meravigliosi alberi presenti nella zona si nascondono anche quelle celtiche legate alle figure magiche e occulte dei druidi. Tali personaggi, infatti, ricoprivano i ruoli di sacerdoti che agivano sotto il volere di Madre Natura preservandola ed esaltando i suoi componenti. Veneravano le piante come esseri superiori e minacciavano gli uomini contro le barbarie perpetrate all’ambiente tacciandole come risvolti funesti che si sarebbero riversati sulla gente. La cultura irlandese è molto complessa e di difficile interpretazione ma ciò dona una nota solenne e intrigante al viaggio mescolandosi fra storia, castelli, leggende, musica e tradizioni orali.
https://i0.wp.com/puntoeviaggio.it/wp-content/uploads/2019/07/la-top-10-irlanda.png?fit=540%2C380&ssl=1380540Tayanita4travelhttps://www.puntoeviaggio.it/wp-content/uploads/2020/11/punto-e-viaggio-logo-compresso.jpgTayanita4travel2019-07-08 06:11:282023-01-19 13:02:05Top 10 Irlanda: l’isola verde dei Druidi e dei Folletti
Ho trascorso un weekend a Tolosa per contrastare il grigiore di una primavera in sordina e sono stata accolta da vibranti tonalità pastello.
Un’amante dei colori come me non poteva rimanere indifferente al fascino del capoluogo Occitano e risvegliare sensazioni totalmente avulsi dalle aspettative.
Ho trascorso un weekend a Tolosa ma è come se qualcosa dentro di me si fosse risvegliato, portando un sole che l’inverno aveva sbiadito e offuscato.
Weekend a Tolosa: città viola
Il viola è uno dei miei colori preferiti, non a caso il colore dominante del blog è proprio questo. Nell’immaginario collettivo il viola è associato alla spiritualità e all’introspezione.
Non appena ho scoperto che Tolosa ha come simbolo le violette ho subito provato un moto di empatia per questa città. Quando finalmente ho trovato un “bateaux” (tipica imbarcazione francese) ancorata lungo la Garonna che vendeva prodotti fatti con la violetta, ho provato del giubilo.
Passeggiando lungo le vie cittadine di Tolosa
Ho attraversato il ponte e sono giunta davanti l’entrata della barca negozio. Appena varcata la soglia sono stata raggiunta dal profumo dolce e delicato di questo fiore e da quel momento non mi ha più abbandonato.
Ovunque andassi percepivo profumo di violetta anche se ero ben conscia fosse solo nella mia mente. Eppure mi bastava pensarci per ravvivare le energie dopo le lunghe passeggiate.
L’imperatrice francese Maria Luigia, nonché consorte di Napoleone I, era follemente attratta da questo fiore determinando il suo prestigio.
Anche lo stesso Napoleone lo usava come segno distintivo tanto da essere soprannominato come “Caporal Violet”. Questo legame indissolubile lega Parma a Tolosa perché è proprio la violetta di Parma a essere diventata simbolo della capitale Occitana.
Tolosa: città rosa
L’altro colore predominante della città, dopo il viola, è il rosa. Può sembrare quasi una similitudine fra viola e rosa quello che si presenta al tramonto in città quando gli ultimi caldi raggi del sole, al tramonto, si riflettono sugli edifici donando loro una percezione rosata.
È inevitabile non canticchiare un pezzo della canzone più famosa di Édith Piaf “La vie en rose” anche se ciò che la mia anima suggeriva era il brano di Charles Trenet “Boum“.
La basilica di Saint Sernin a Tolosa
Soprattutto in Place de Capitole quando la piazza e l’edificio si tingono di rosa in contrasto con il cielo che si fa sempre più scuro. Attorno vibra la vita del mercato, delle persone che si fermano a bere un aperitivo in uno dei tanti bar presenti o di chi semplicemente si ferma ammaliato dalla maestosità del luogo.
Appuntalo come luogo da visitare ma dopo essere uscito dalla metro e aver passeggiato lungo rue d’Alsace Romaine per averne ammirato i negozi.
Potrai così ritornare in questa piazza e assaporare lo spazio, l’apertura fra gli edifici respirando l’atmosfera di Tolosa nella sua vita quotidiana.
Poi dirigiti verso le innumerevoli chiese da visitare fra queste ti consiglio:
Couvent des Jacobins (convento dei giacobini): entrata a pagamento per visitare un’imperdibile chiesa gotica domenicana che contiene le spoglie di san Tommaso d’Aquino;
Basilica di Notre-Dame de la Daurade: lungo la Garonna con in basso il parco in cui si ritrovano i ragazzi a chiacchierare e ad ascoltare la musica. Di lato la maestosità del Pont Neuf e dall’altra parte del fiume il Chateau d’Eau, centro esposizione di fotografie;
Basilique Saint-Sernin: architettura romanica in pianta ottogonale suddivisa in nicchie dedicate ai vari santi e contenente le reliquie di San Saturnino e della Vera Croce;
Chapelle des Carmélites: piccola cappella finemente decorata che raccoglie esposizioni fotografiche;
Cattedrale di Tolosa (Cathédrale de Sainte-Étienne): dimensioni maestose ma meno curato l’interno che l’esterno con la sua bellissima facciata e un giardino dove riposarsi con piante e fiori.
I musei più interessanti da visitare, invece, sono due:
Fondazione Bemberg: all’interno dell’Hotel d’Assezat con raccolte di quadri da Canaletto a Picasso. Tre piani di edificio suddiviso in sale, l’entrata costa 9 euro.
Museo degli Agostiniani (Musée des Augustins): una raccolta di quadri e sculture dal Medioevo agli anni ’40. Prezzo di entrata 9 euro.
Abituati a leggere i nomi degli edifici con i loro nomi in francese perché le scritte in altre lingue non sono molto usate! Sarà l’occasione per rispolverare il francese scolastico ;P
Un dipinto presente alla Fondazione Bemberg
Tolosa: città verde
Verde? Sì, il verde della Garonna, del riflesso dei platani sul Canal du Midi e ancora il verde fiorito dei parchi. Durante un weekend a Tolosa farai un immersione completa in questo colore e sarà subito primavera.
Quanti e quali sono i parchi da visitare assolutamente?
Jardin Compans Caffarelli: racchiude al suo interno un giardino botanico e un giardino giapponese con un bellissimo ponte rosso all’ombra di una pianta di ciliegio. Una tappa imperdibile dove ritrovare l’armonia e riassestare le dissonanze della mente.
Jardin des Plantes: con la sua lunga via alberata da piante provenienti da tutto il mondo, fiori e panchine sulle quali riposarsi. Attorno l’università, il Museo di Storia Naturale, il Jardin Royal (giardino reale), un centro culturale e una chiesa cattolica.
Canal du Midi: lungo tutto il canale trovi una pista ciclabile dove andare in bici, camminare e correre. Affollatissima da turisti e dagli abitanti della città. Ma l’esperienza più bella è seguire il corso del canale sul bateau. Lo puoi fare contattando il sito di Bateaux Toulousains e prenotare una gita di circa 3 ore andata e ritorno su un’imbarcazione coperta e attraversare la città osservandola da un’altro punto di vista.
Lo sapevi che il Canal du Midi è nato per collegare l’oceano Atlantico al mar Mediterraneo?
Weekend a Tolosa: città azzurra
Il colore fa riferimento alla linea del tram che dall’aeroporto Tolosa-Blagnac ti porta al centro città. Scarica la cartina qui:
Spostarsi con i mezzi pubblici a Tolosa è veramente facile ti basterà una volta uscito dall’aeroporto seguire le indicazioni per il tram.
Potrai acquistare un singolo biglietto (1 deplacement) al costo di 1,70 euro, un biglietto da 3 giorni (trois jours) al costo di 12,20 euro oppure un carnet da 10 biglietti a 13,70 euro. Il biglietto da 3 giorni ti permette l’accesso anche alla metro e ai bus.
Il tram arriva fino a Palais de Justice oppure se ti fermi ad Arénes puoi scendere e prendere la Metro che ti porta in centro città. È suddivisa in due linee: A e B, la prima di colore rosso passa attraverso Capitole e arriva alla stazione dei treni Matabieu (fermata Marengo-SNCF) utile per raggiungere la città di Carcassonne, la B di colore giallo corre lungo il Canal du Midi e arriva rispettivamente a nord e a sud della città.
Consulta questo articolo per avere maggiori informazioni su come spostarsi a Tolosa:
La città si adatta perfettamente alla flânerie si può passeggiare senza seguire la mappa e lasciarsi trasportare dai propri pensieri e ammirare i vari dettagli architettonici, fermarsi a gustare una baguette e sorseggiare un caffè o un tè alla violetta. In questo sito trovi infusi, tè e altre specialità alla violetta: https://www.lamaisondelaviolette.com/fr/
Coppia di anatre su un muretto dopo il Pont Neuf
I sensi non possono che essere coinvolti dai colori, dal profumo di violetta, dal gusto della cassoulet che appartiene alla tradizione della Linguadoca (trovi la ricetta qui) ma è proposta anche qui a Tolosa, e dai rumori degli uccellini che cinguettano sugli alberi.
Nonostante sia una città di notevoli dimensioni, Tolosa può vantarsi di essere a misura di uomo. La presenza di parchi e di spazi verdi, di acqua e di attività fluviali indica la volontà di ricercare la pace e ciò si ripercuote sul carattere degli abitanti.
Li ho trovati gioviali, tranquilli e rilassati, votati al benessere e alla vita all’aria aperta. Amanti dei dettagli e delle piccole cose che assemblate creano una sorta di particolarità tipicamente francese.
Il Genius Loci di Tolosa è uno spirito in pace con gli elementi naturali ma portato verso la comodità del progresso. Una sorta di trait d’union che rafforza la coesione facendo emergere gli aspetti positivi di entrambi a favore del benessere di chi vi dimora.
Letture consigliate per un weekend a Tolosa:
Atlante sentimentali dei colori – Kassia St. Claire
Il vagabondo delle stelle – Jack London
https://i0.wp.com/puntoeviaggio.it/wp-content/uploads/2019/04/weekend-a-tolosa.jpg?fit=570%2C380&ssl=1380570Tayanita4travelhttps://www.puntoeviaggio.it/wp-content/uploads/2020/11/punto-e-viaggio-logo-compresso.jpgTayanita4travel2019-04-15 06:02:122023-01-24 09:12:59Weekend a Tolosa: un assaggio di colori tinta pastello
L’autunno sa regalare momenti di profonda introspezione ed è un richiamo che si percepisce passeggiando da Viserba a Rimini centro. La sabbia soffice, il movimento lento delle onde e il sibilo dei gabbiani si intrecciano ai pensieri che vagano liberi seguendo le direttive della mente.
Da Viserba a Rimini centro
Viserba è famosa per il parco di divertimento “Italia in Miniatura” ma nelle stagioni fredde, quando il parco è chiuso, si trasforma in una sonnacchiosa cittadina.
L’hotel in cui alloggiavo si trovava in prossimità del mare e per raggiungere il centro di Rimini pensai di fare una lunga e piacevole camminata inspirando lo iodio e osservando le orme sulla spiaggia.
L’acqua conservava un certo tepore tanto da notare alcune persone che ne approfittavano per fare gli ultimi bagni solitari. Io, semplicemente, arrotolai i pantaloni e camminai con i piedi nell’acqua, testandone la temperatura.
Ero immersa nei miei pensieri quando un cagnolino corse vicino, potendo così ammirare un luccichio di felicità nei suoi occhi.
Rivabella e San Giuliano a Mare
Giunsi in località Rivabella, dove si incontra il fiume Marecchia ed è necessario abbandonare la battigia per la strada asfaltata. Prima di arrivare al ponte una coppia di anatre attirò la mia attenzione: emanavano una tale raccoglimento impossibile da non rispettare. Parlottavano fittamente fra loro raccontandosi chissà quali avventure, come una vecchia coppia oramai consolidata.
Fu piacevole ascoltare il loro starnazzare sottovoce. Provai quasi una fitta di gelosia per la loro complicità. Ma venni distratta dall’approssimarmi a San Giuliano a Mare.
La cittadina si trova racchiusa fra due canali quasi come fosse un’isola immaginaria e l’ultimo collegamento è il Ponte Tiberio, uno dei più antichi della città, costruito in epoca romana.
Una veduta spettacolare di barche ormeggiate fece sorgere pensieri di vagabondaggio verso terre lontane e sconosciute. Ma distolto lo sguardo, riporta in direzione del centro cittadino di Rimini.
Eppure sono passati solo pochi anni dal mio lungo viaggio in Centro America e che cosa è rimasto di quei momenti di spensieratezza? Ricordo ancora quanto la scoperta di luoghi magici si rivelasse così istruttiva per le mie emozioni?
Da Viserba a Rimini centro storico
L’antica Ariminum deve la sua fondazione alla vittoria sui Galli e la posizione strategica la trasformarono in un importante centro storico. Nasceranno qui, infatti, due arterie tutt’oggi utilizzate: la via Flaminia, direttamente collegata a Roma e la via Emilia, collegata a Piacenza.
Sorse in un periodo prospero dell’Impero Romano, quando la colonizzazione dei territori era la peculiarità dei governanti. I resti maestosi del Domus del Chirurgo illustrano lo stile e la sfarzosità di un’abitazione tipica della civiltà romana.
È impossibile non ammirarne i contorni e contemporaneamente non pensare a come fosse la vita in quel frangente d’epoca. Più elitario? Più difficoltoso? O la costruzione di una nuova città portava anche maggiore creatività e benessere?
Proseguii verso piazza Cavour facendo un piccolo balzo in avanti che mi proiettò nel ‘500, periodo di costruzione della sua fontana. Poi ritornai nuovamente indietro nel tempo attraversando la vivace piazza Tre Martiri dove troneggia l’antico foro romano in contrapposizione ai più moderni negozi.
Una deviazione sulla destra, all’altezza della stessa piazza, mi portò a visitare il Tempio Malatestiano. La sua facciata rinascimentale, opera di Leon Battista Alberti, nasconde all’interno le spoglie dei Malatesta mentre i muri narrano la storia d’amore tra Sigismondo Pandolfi Malatesta (committente del monumento) e Isotta degli Atti.
Dietro a questo maestoso edificio che trasuda amore sorge il Mercato Coperto, emblema del commercio dei prodotti tipici locali. Mi sedetti ad assaggiare un cassone romagnolo riflettendo sulla genuinità degli ingredienti più semplici.
La visita del centro terminò sotto il magnifico Anfiteatro Romano o meglio ciò che rimane di uno dei più importanti luoghi ricreativi della città, dove venivano a scontrarsi i gladiatori.
Il ritorno lo feci più in sordina attraversando i numerosi parchi cittadini fra cui quello dedicato a Federico Fellini. Mi ricordai delle sue parole: “nulla si sa, tutto si immagina”. E forse è proprio questa l’essenza della flânerie: ricreare attraverso i pensieri la via verso l’intuizione.
Perché l’immaginazione aiuta la mente a superare i blocchi che inconsciamente creiamo, facendoci sentire leggeri e liberi, come quando camminiamo con i piedi in acqua. Sei pesante ma in qualche modo leggero e non hai voglia di fermarti, così continui certo che quel lento incedere ti porterà da qualche parte e che diventerà reale.
I riminesi lo sanno meglio di me ma io ho percepito una certa energia frizzante, una positività volta allo scherzo e alla voglia di vivere. Se dovessi descriverlo sarebbe un essere con un viso ridanciano che indossa un cappello di fiori colorati in testa mentre fra le mani tiene un borsone ricco di ogni leccornia!