Il borgo di Arquà Petrarca si nasconde fra i colli euganei in una cornice dall’impronta medievale e tinteggiata di verde. In questo luogo il poeta Francesco Petrarca ha scelto di lasciare le sue spoglie, restituendo alla città tutto l’amore che qui aveva trovato.
Situato nei pressi di Monselice e vicino alle famose cittadine termali di Abano e Montegrotto, il borgo ha un prodotto tipico di eccezione: la giuggiola.
Non l’hai mai sentita nominare? Eppure secondo me anche tu in un momento della tua vita sei andato “in brodo di giuggiole“…
Il nome deriva, probabilmente, da Arquata Montium una parola latina che significa “chiostra dei monti”, data forse dalla sua posizione ai piedi del monte Piccolo e del monte Ventolone. Mentre Petrarca è stata aggiunta successivamente in onore del poeta toscano.
Le origini conosciute risalgono all’età del bronzo grazie al ritrovamento di una residenza preistorica nei pressi del vicino laghetto della Costa che le ha fatto guadagnare anche il riconoscimento dell’Unesco come uno dei siti palafitticoli delle Alpi.
Ma non è l’unica onorificenza conseguita. Il comune, infatti, è stato inserito tra i borghi più belli d’Italia posizionandosi al secondo posto dopo Venzone in Friuli Venezia Giulia (classifica 2017).
Ai piedi della cittadina e, all’interno, si trovano i parcheggi a pagamento dove puoi tranquillamente lasciare la macchina: 4 € per mezza giornata, 6 € per la giornata intera.
Salendo le strette vie acciottolate noterai subito il rigore e la compostezza del comune dove ogni dettaglio è curato nei minimi particolari per presentarsi al meglio al visitatore.
Monumenti ed edifici storici nel borgo di Arquà Petrarca
Se arrivi da Monselice ti avvicinerai al borgo da via Fontana, alla tua destra noterai svettare il campanile della chiesa di Santa Maria Assunta dove riposano, all’esterno dell’edificio, le spoglie di Francesco Petrarca. Più in basso, in piazza Fontana, l’antico abbeveratoio e lavatoio pubblico e la fontana del Petrarca.
Io ci sono andata verso mezzogiorno e quindi, prima di visitare il borgo in ogni suo angolo, mi sono fermata a mangiare qualcosa.
Una volta riempita la pancia ho proseguito a visitare il monumento ai Caduti da dove si gode un ottimo panorama sulla campagna circostante e ci si può fermare per un momento di raccoglimento.
Poi ho attraversato l’oratorio di Santa Trinità e la loggia dei Vicari, edifici di importanza storica per la città.
In via Valleselle si trova l’ultimo domicilio del poeta, ora riconvertito a museo, che espone un video introduttivo, una mostra fotografica riservata alle tappe principali della vita del Petrarca e i suoi itinerari.
La casa è suddivisa in due piani: il pianoterra dove viveva il Petrarca e il piano superiore riservato alla servitù. Un particolare che subito noterai è il corpo mummificato di un gatto.
Si narra siano le spoglie dell’amata gatta del Petrarca, la compagna fedele dei suoi studi. Ma si sussurra che, in realtà, sia una leggenda inventata per scherzo da uno degli inquilini successivi dell’edificio.
Il museo-casa del Petrarca è aperto nei seguenti orari:
Da marzo ad ottobre: dalle 9 alle 12.30 e dalle 15 alle 19.
Da novembre a febbraio: dalle 9 alle 12.30, dalle 14.30 alle 17.30.
Il costo del biglietto di entrata è di € 4,00.
Prima di andartene ti consiglio di provare il famoso “brodo di giuggiole“: esiste davvero e si tratta di un liquore dolce. Cerca, però, il prodotto originale quello fatto ad Arquà Petrarca, come quello dell’Azienda Agricola Scarpon.
Se vuoi visitare il borgo fallo durante il fine settimana in occasione della “Festa dell’Olio Novello” che si svolge la domenica di metà novembre. Mentre la “Festa delle Giuggiole” si svolge ogni anno nelle prime due domeniche di ottobre. Non mancare!