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I parchi con dinosauri sono piuttosto diffusi in Italia, tanto da poterne visitare quasi uno per ciascuna regione. In questo articolo andremo a conoscere i più suggestivi e andremo a incrociare anche il loro passaggio, le cui orme sono rimaste impresse sulla pietra.

Visitare uno di questi luoghi con i più piccoli, ma anche con i ‘grandi’, sarà un modo per conoscere da vicino gli abitanti della Terra che ci hanno preceduto.

La loro scomparsa è stata improvvisa, sebbene il loro passaggio non sia stato dimenticato, ma addirittura mitizzato. Perciò, facciamo qualche passo indietro nella storia e spiamo chi ci ha preceduto.

 

orme dinosauri sulla roccia

 

Parchi con dinosauri

 

Orme dei Dinosauri – Rovereto

A Rovereto in Trentino, e più precisamente sul monte Zugna, sono visibili le orme di un dinosauro di passaggio, il quale è riuscito a imprimere il suo passaggio sulla roccia.

Si tratta di un sito unico in Europa e soprattutto una testimonianza tangibile del passato preistorico. Tra aprile e ottobre, ogni due sabati al mese, la Fondazione Museo Civico organizza degli appuntamenti con gli esperti, grazie ai quali si vengono a scoprire diverse curiosità attinenti al periodo storico.

Invece, lungo il percorso per raggiungere le orme dei dinosauri, si possono consultare dei pannelli informative e gustare altresì altre testimonianze antiche come i vari fossili presenti.

 

Parco Natura Viva (Extinction Park) – Bussolengo

Nel vicino Veneto in un parco in cui viene ospitata una grande varietà di animali, è dedicato uno spazio ai dinosauri, laddove vengono presentate delle riproduzioni in scala reale dei protagonisti indiscussi della preistoria.

Si tratta di riproduzioni fedeli delle dimensioni reali, poiché sono state studiate da esperti del settore e confrontante fra paleontologi, scienziati e gli artisti che le hanno realizzate.

 

parco dei dinosauri in Italia

 

Lost Word e Parco Dinosauri Lombardia (parchi con dinosauri del nord Italia)

Lost Word è il parco con dinosauri del Piemonte, sviluppato su oltre ventimila metri quadrati di superficie. In particolare, vengono illustrati i dinosauri appartenenti all’era del Mesozoico. Nonché sono presenti numerosi fossili a compendio del percorso informativo.

Invece, vicino a Milano si trova il Parco Dinosauri Lombardia con almeno cinquanta riproduzioni di animali preistorici. I dinosauri sono suddivisi per categoria di appartenenza e tra questi figurano i primi animali presenti in concomitanza con i dinosauri, come gli anfibi, i mammiferi e gli antropodi.

 

Dinoland: il parco dei dinosauri più grande in Italia

In Emilia-Romagna si trova il parco dei dinosauri più grande in Italia. Attraversando il percorso tematico possiamo trovarci al cospetto del Tirannosauro Rex e del Velociraptor.

Si tratta di un’esperienza adatta a grandi e bambini, ma soprattutto economica. Poiché, acquistando il biglietto si ha in omaggio l’entrata a Mirabilandia e gustare due esperienze ricreative completamente diverse.

Dinosauri in Italia

Parco Preistorico di Peccioli – Toscana e Dinosauri in carne e ossa – Fiumicino

Qui si trovano i dinosauri appartenuti alle ere zoologiche del paleozoico, del mesozoico e del cenozoico, lungo una superficie di tre ettari. All’interno del parco si possono trovare ben ventidue riproduzioni in scala reale e l’esperienza per i più piccoli è veramente allettante.

Invece, a Fiumicino, nell’oasi del WWF di Macchiagrande è ambientata una mostra con un focus sull’estinzione, parimenti sviluppa un percorso tematico dalla vita dal tempo dei dinosauri sino ai giorni nostri.

 

Museo Paleontologico dei Dinosauri – Puglia e il Mondo della preistoria a Vibo Valentia (parco con dinosauri in sud Italia)

A San Marco in Lamis si trova uno dei parchi più belli della Puglia, dedicato interamente al periodo preistorico. Lungo tutto il percorso si potranno conoscere le piante e i vegetali tipici e avere la possibilità di visionare delle orme dei dinosauri riprodotte su scala reale.

A Vibo Valentia, e più precisamente a Simbario, troviamo un parco con un’offerta didattica e dei percorsi interattivi atti a dare maggiore informazioni sul periodo di vita e di sviluppo dei dinosauri.

 

Parco della Preistoria – Sicilia (parchi con dinosauri isole)

All’interno di Etnaland troviamo una zona con oltre venticinque riproduzioni in scala reale vissuti nei periodi preistorici del Paleozoico, Mesozoico, Cenozoico e Neozoico.

L’intento è quello di far conoscere lo sviluppo dei dinosauri durante le varie ere geologiche e andare a lambire l’entrata in segna dell’uomo, con le specie del Neanderthal e del Cro-Magnon.

 

Se vuoi approfondire l’argomento dei parchi con dinosauri, prima ti consiglio di leggere la ricostruzione dell’estinzione dei dinosauri, per scoprire che la teoria ha avuto origine grazie a degli studi avvenuti in una famosa località italiana.

La lista dei musei di storia naturale si ferma a quelli più blasonati, poiché in totale nel mondo ne esistono oltre novecento sedi. E nessuno vorrebbe mai scorrere l’intera lista.

Pertanto ci soffermeremo solo sui musei che presentano qualche pezzo interessante e unico nel suo genere. Per esempio, come non si può considerare il Natural History Museum di Londra, sede di lavoro di Charles Darwin?

Tra l’altro, quando sono andata a visitare il museo a Londra mi ricordo che la guardia mi guardò negli occhi e poi mi chiese: “Hai qualche coltello?”.

Al che sono rimasta un po’ interdetta e risposi di no. Lui fece un gran sorriso e aggiunse: “No, ma infatti. Non mi sembri il tipo che va in giro con dei coltelli!”.

Non mi rimase che fare un sorriso di circostanza e accettare di buon grado il mio aspetto ‘per bene’. 😀

 

Fossili nella lista dei musei di storia naturale

Lista dei musei di storia naturale in Italia e in Europa

 

I musei di storia naturale contengono reperti storici che scavalcano la paleontologia, mentre in questo articolo mi voglio focalizzare sui ritrovamenti di fossili e dinosauri.

Il Museo di geologia e paleontologia di Firenze vanta il maggior numero di fossili e rocce in Italia. Difatti, sono presenti ben oltre 300.000 pezzi in totale.

L’itinerario è studiato per fornire un vero e proprio tracciamento della storia paleontologica italiana a partire dai fossili più antichi fino ad arrivare alle esposizioni degli scheletri dei mastodonti toscani, appartenenti al periodo del Pleistocene.

Un altra interessante sezione verte nell’evoluzione vegetale, comprensiva di circa ottomila reperti suddivisi per comparse geologiche.

Gli altri musei italiani da prendere in considerazione sono: Museo civico di storia naturale di Milano, Museo di storia naturale di Ferrara, Museo Civico di Storia Naturale di Jesolo, Museo di storia naturale di Trieste, Museo di storia naturale di Venezia Giancarlo Ligabue e il Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa.


In Europa, il museo più importante è il Natural History Museum di Londra, sede lavorativa di Charles Darwin. Fa parte del circuito dei musei gratuiti di Londra, per cui all’entrata non dovrai pagare nessun biglietto.

La visita è caldeggiata dalla presenza di settanta milioni di reperti, i quali sono suddivisi in macro aree di zoologia, paleontologia, botanica, entomologia e mineralogia. Alcune sezioni con mostre temporanee potrebbero essere a pagamento.

All’interno si possono visionare dei dodo e dei panda imbalsamati. Il pezzo forte è lo scheletro del Tyrannosaurus Rex, nonché una sezione circolare del tronco di una sequoia gigante.

A seguire, per ordine di importanza è il Muséum National d’Histoire Naturelle a Parigi, che vanta 650 pezzi fra scheletri e fossili. Rimanendo in tema di scheletri, dobbiamo nominare il Museo Nazionale d’Irlanda ricco tra l’altro di animali impagliati.

Mentre il Museo di Storia Naturale Vienna, il quale è considerato un centro di ricerca a livello mondiale. Tra i suoi reperti figurano la Venere di Willendorf, la maggiore collezione di meteoriti e persino una mucca di mare di Steller dall’età di 200 anni.

 

sequoia gigante primitiva

 

Nel mondo: America, Asia e Oceania

 

Il nostro viaggio inizia nel continente americano e più precisamente al Il Museo Americano di Storia Naturale di New York. Non posso esimermi dal presentare il museo, poiché è considerato il più grande al mondo.

Lo scheletro del Titanosauro è il pezzo forte, ma durante la visita si riscopre l’intera epopea della storia americana. Dall’avvento del film ‘Una notte al museo‘ sono state aperte anche le visite in notturna. Tuttavia, nessuno finora è incappato in qualche guaio con Gengis Khan.

Sullo stesso tono ma in forma ridotta sono gli altri musei americani: Field Museum of Natural History di Chicago con la sua mascotte T. Rex, il Museo Nazionale Smithsonian di Storia Naturale di Washington più famoso per il suo diamante blu maledetto –  l’Hope Diamond – che per la collezione di fossili e dinosauri. Infine, il l Museo di Storia Naturale di Harvard con il suo spettacolare scheletro del Kronosaurus.


In Asia sono tre i musei di storia naturale da citare, i quali sono collocati a Pechino, a Singapore e in Giappone. La Cina non può mancare con la collezione di scheletri di dinosauri, visto che più della metà dei ritrovamenti è avvenuta nel suolo cinese.

Il sauropode Mamenchisaurus jingyanensis è un esemplare lungo ventisei metri e si trova solo qui. Un altro sauropode dislocato su due piani del museo di storia naturale si trova a Singapore.

Un plesiosauro sospeso fa invece mostra nel museo di Tokyo assieme ad altri scheletri marini tra cui il più grande di tartaruga mai ritrovato. Ma la star del museo è il cane Hachiko, divenuto famoso per la sua lealtà riprodotta dalla pellicola con protagonista Richard Gere.


Nel sud America vanno elencati i musei di Buenos Aires e di Rio de Janeiro. Il Museo La Plata conserva lo scheletro di un Argentinosaurus proveniente dal tardo Cretaceo.

Invece, a Rio de Janeiro oltre a Luzia, lo scheletro umano più antico delle Americhe, possiede scheletri di animali autoctoni che presentano assieme agli altri resti il patrimonio naturale unico di biodiversità del Brasile.


Manca solo l’Oceania all’appello nella nostra lista dei musei di storia naturale, la quale si presenta con due sedi a Melbourne e a Wellington. In Australia, a Melbourne, il museo si concentra più sulla storia aborigena, la fauna e i piccoli animali australiani.

A differenza, a Wellington in Nuova Zelanda al Te Papa Museum, ci si sofferma più a indagare sull’unicità dei suoi animali, i quali trattengono ancora oggi una componente paleontologica che li caratterizza. Basti pensare all’uccello Kiwi che non vola.

La lista ponti del Diavolo finisce a pieno titolo nella lista viaggio poiché si possono organizzare delle gite conformi al folklore locale. La base che accomuna tutte le leggende collegate ai vari ponti dislocati nel mondo fa riferimento a un patto siglato, e non mantenuto, fra i cittadini di un villaggio e il Diavolo.

Non solo. Questi ponti si trovano in luoghi speciali, in cui si presuppone possa fluire un sottofondo magico dovuto alla concentrazione di energia supportata dall’incontro fra roccia e acqua: da sempre due elementi naturali considerati di entità superiore.

Il comune denominatore è la comparsa di un determinato giorno in cui queste facoltà si esaltano a vicenda dando vita a un potere sovrannaturale, designato come portale che collega una dimensione all’altra.

Quindi, da una parte vige un fondamento di credenza cristiana, dall’altra una forma evanescente di paganesimo. La leggenda più frequente, che si può riscontrare attraversando uno di questi ponti, è quella del patto con il Diavolo.

Qual è la correlazione fra ponte e Diavolo?

In sostanza, pare che un villaggio per salvarsi da qualche calamità naturale, abbia stipulato un patto di aiuto con il Diavolo. Al Diavolo veniva chiesto di costruire un ponte mentre gli abitanti avrebbero sacrificato un bambino o una vergine come pegno sotto forma di ringraziamento.

Una volta costruito il ponte però i cittadini ritraevano la garanzia e non consegnavano il pegno. Il ponte veniva così maledetto e a cadenza regolare – che corrispondeva al giorno in cui si doveva saldare il pegno – il Diavolo si presentava per riscuotere il proprio premio.

Il ponte era considerato un’opera ingegneristica di tale livello che le persone più semplici presupponevano fosse realizzato da un’entità non umana. Per questo al ponte venivano collegati degli influssi sovrannaturali.

Infatti, la maggior parte di questi ponti ha una conformazione ad arco che può dare adito a dubbi se visto con gli occhi di una persona poco propensa alla conoscenza dell’architettura.

In Italia ce ne sono molti e alcuni di questi sono alquanto scenografici ma non mancano di apparire altrettanto mistici quelli europei nonché quelli extraeuropei.

 

ponte a Torcello, Venezia

Lista ponti del Diavolo in Italia, in Europa e nel mondo

 

ITALIA

La lista ponti del Diavolo in Italia accomuna quasi tutto il territorio. Spesso il ponte in questione è supportato da due nomi che identificano una particolarità, una determinata leggenda o un una personalità del luogo a esso collegata.

Nonostante ciò, la presenza diabolica surclassa quella originale portandosi appresso una nota esoterica di spessore, difficile da minimizzare o cancellare dalla mente delle persone.

Se vuoi scoprire la lista ponti del Diavolo in Italia dovrai visitare queste località:

  • Cividale del Friuli, Civita di Bagnoregio, Lanzo Torinese, Torcello, Vulci, Paola, Dronero, Barizzo (lungo il fiume Sele), Tolentino, Trasquera (unendo a esso la frazione di Bugliaga).

Esistono poi altri ponti che presentano due nomi: uno principale e uno sottinteso alla maledizione diabolica. Per esempio, il Ponte Gobbo a Bobbio è conosciuto anche come ponte del Diavolo forse a causa della sua spettacolare forma e lunghezza. Così come il ponte Cecco ad Ascoli Piceno, l’acquedotto medievale di Salerno e il ponte Coperto a Pavia sono conosciuti anche come ponte del Diavolo.

Nella lista ponti del diavolo vengono citati anche ponti dedicati alle personalità romane:

  • il ponte di Annibale a Ricigliano, a Cerreto Sannita, a Luogosano e a San Mango sul Calore, il ponte di Augusto e Tiberio a Rimini, il ponte d’Ercole nella zona di Frignano, il ponte Fabio Massimo o ponte dell’occhio a Faicchio.

Il fattore diabolico è forse collegato al tempo, in quanto ai cittadini medievali sembrava quasi impossibile che in epoche remote si potessero costruire dei ponti così robusti e stabili, tali da durare fino ai giorni nostri.

Gli altri ponti del Diavolo presenti nella lista sono:

  • il ponte Calatrasi a Roccamena, il ponte delle Streghe a San Lupo, il ponte della Maddalena a Mozzano e il ponte di Santo Spirito tra Montecalvo Irpino e Casalbore.

 

ponti europei diabolici

 

EUROPA

In Europa coesistono, come nel territorio italiano, le leggende legate all’esoterismo dei ponti. L’origine pare essere la stessa collegata alle componenti folkloristiche sia pagane che cristiane.

Probabilmente, l’impatto avveniristico dei ponti ha toccato la coscienza di molte persone trascendendo le varie religioni e spiritualità. Gli austriaci temono, in particolare, il Teufelsbrücke a Finkenberg mentre in Bulgaria nelle vicinanze di Ardino presenzia il Dyavolski most.

Gli altri stati europei che vantano un solo ponte del Diavolo sono la Russia a Puškin, la Polonia a Czerna, il Portogallo fra tra Vieira do Minho e Montalegre e la Estonia con il soprannome Kuradisild a Tartu.

In Belgio ci sono ben due ponti del diavolo a Chaudfontaine e Woluwe-Saint-Pierre come nel Regno Unito a Ceredigion e a Kirkby Lonsdale. Due ponti sono presenti anche in Repubblica Ceca con il nome Čertův most a Blansko e a Náměšť nad Oslavoua, in Slovenia accompagnato dal nome caratteristico Hudičev most a Bohinj e a Sottotolmino e in Svizzera a Egg e Andermatt.

La Spagna, forte della sua tradizione cattolica ne possiede tre: il Ponte di Castrejana a Barakaldo e i due Puente del Diablo a San Miguel de Pedroso e a Martorell. La Germania ne ha quattro con il nome riconoscibile come Teufelsbrücke a Kromlau di Gablenz, Mannheim, Flensburgo e Inzigkofen.

A fare concorrenza all’Italia, in quantitativo di ponti del Diavolo, è la Francia che ne presenta ai visitatori e ai suoi conterranei ben 25. Un numero che se andiamo a controllare surclassa quello italiano.

La lista ponti del Diavolo in Francia comprende le località:

  • Alet-les-Bains, Anzême, Bellecombe-en-Bauges, Biarritz, Cahors, Céret, Échenoz-la-Méline, La Chapelle-du-Bard, Montgaillard, Olargues,  Chalencon, Saint-Christaud, Saint-Marcellin-en-Forez, Saint-Palais-sur-Mer, Thueyts, Toulon-sur-Arroux e a Villemagne-l’Argentière.

Il Pont de Tigny o Ponte del Diavolo si trova a Pouilly-sous-Charlieu mentre il Gole del Pont du Diable a La Vernaz. Entrambi si riconoscono non solo come ponte del Diavolo ma con un secondo nome correlato, così come il Ponte di Sant’Antonio a Montoulieu.

Ci sono, infine, i ponti del Diavolo di collegamento tra un comune e l’altro, come il pont sur l’Hérault, pont du Gouffre noir o pont du Gour noir che unisce Saint-Jean-de-Fos e Anianequelli. Altri ponti sono presenti a:

  • Crouzet-Migette e Sainte-Anne, Mazaugues e Signes, Ménerval e Saumont-la-Poterie, Romagny e Le Neufbourg, Saint-André-de-Chalencon e Tiranges.

LISTA PONTI DEL DIAVOLO NEL MONDO

Il resto del mondo porta in alcuni stati la leggenda di un ponte diabolico toccato dalla presenza di un diavolo o di più diavoli che si ritrovano sotto le arcate della costruzione.

In Algeria è tenuto sotto osservazione il Ponte du Diable a Costantina, ad Antigua il Devil’s Bridge, in Costa Rica il Puente de Piedra, nel distretto di Grecia mentre in Bolivia fa sprezzo del suo valore esoterico il Puente del Diablo a Potosí.

Il Messico ne possiede due: il Puente del Diablo a Cuernavaca e quello a Victoria de Durango mentre gli Stati Uniti solo uno: il Devil’s Bridge a Sedona, nello stato dell’Arizona.

La lista dei musei che custodiscono le Veneri preistoriche è un appunto interessante per conoscere gli esordi della spiritualità dell’uomo. In particolare, ciò che mi attrae maggiormente è la connessione con la spiritualità e la riverenza nei confronti della natura.

La donna veniva paragonata a Madre Natura per la sua capacità di essere fertile e rappresentava il continuo della specie e, di conseguenza, della vita. Non si hanno informazioni certe sulla loro funzione ma si presuppone che venissero costruite per propiziare il rifornimento di cibo e la protezione della famiglia.

Come sono fatte?

Le Veneri preistoriche rinvenute sono di piccole dimensioni che non superano mai i 20 centimetri di altezza. Venivano costruite con i materiali del posto come calcare, pietra, tufo, quarzite ma anche ossa e avorio. L’aspetto sorprendente è che sono state ritrovate in tutto il territorio europeo e oltre.

Queste statuine indicano l’inizio del culto della Dea Madre che si sviluppa sentitamente con l’avvento delle grandi civiltà dei Sumeri, la Mesopotamia fino ad arrivare ai Greci e ai Romani.

 

venere di willendorf veneri preistoriche

Dove trovare le Veneri preistoriche: liste dei musei

 

Vediamo subito dove si possono ammirare queste testimonianze preistoriche in Italia:

  • Venere di Chiozza del Neolitico si trova al Palazzo dei Musei a Reggio Emilia;
  • una copia della Venere degli Alimini è esposta al Museo archeologico provinciale Sigismondo Castromediano in provincia di Lecce;
  • la più famosa è la Venere di Frasassi presente ad Ancona nel Museo archeologico nazionale delle Marche;
  • le due statuette di Veneri di Parabita realizzate interamente in osso si trovano a Taranto al Museo Archeologico Nazionale;
  • la Venere di Savignano è conservata a Roma nel Museo Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini”.

 

Veneri europee

Altre statuette sono conservate in Francia: la Venere di Lespugue che si trova al Musée de l’Homme a Parigi e la signora di Brassempouy, costituita interamente da avorio è conservata al Musée d’Archéologie Nationale di Saint-Germain-en-Laye, nei pressi di Parigi. 

La venere più famosa e universalmente riconosciuta è la Venere di Willendorf. La statuetta è dipinta in ocra rossa e costituita da pietra calcarea. La sua altezza raggiunge gli undici centimetri di altezza e risale al periodo che va dal 24.000 al 22.000 a.C. Si trova al Naturhistorisches Museum di Vienna ed è l’emblema di tutte le Veneri in quanto simboleggia la perfezione del culto della Dea Madre. Nello stesso museo troviamo la Venere di Galgenberg realizzata in serpentino. La sua particolarità è quella di essere stata scolpita solo nella parte anteriore mentre la parte posteriore è stata lasciata piatta.

In Germania si possono visitare diverse statuine all”Urgeschichtliches Meuseum Blaubeuren’ fra cui figura la Venere Hohle Fels. La città si trova nel Baden-Wurttemberg non troppo distante da Ulm, la città natale di Albert Einstein.

All’Ermitage di San Pietroburgo in Russia è conservata la bellissima Venere di Mal’ta realizzata in avorio di mammut e una copia della stessa è esposta al Museo Nazionale di Praga.

Nel mondo e in Europa sono state ritrovate altre veneri preistoriche le quali non sono esposte in nessun museo ma solo esibite per brevi periodi in mostre temporanee. Per cui se abbiamo la fortuna di vedere dal vivo queste statuine dobbiamo ritenerci fortunati.

 

Altri articoli “preistorici”:

Ho pensato di raccogliere all’interno di una lista tutti i siti di arte rupestre in Italia dai più famosi ai meno conosciuti. Perché è sempre emozionante varcare la soglia di un passato che i nostri geni non hanno ancora dimenticato.

Questa forma artistica venne ufficialmente riconosciuta solo nel 1879, dopo un acceso dibattito, causato dalla scoperta di raffigurazioni nella grotta di Altamira in Spagna.

L’origine dell’arte antica

 

“Papà, i tori!” avrebbe esclamato María Sanz de Sautuola y Escalante al padre Marcelino; e quando l’uomo alzò gli occhi dovette farsi forza nelle gambe per non cadere dalla sorpresa. Sopra le loro teste erano magnificamente disegnati dei bisonti che andavano a ricoprire la parte superiore della grotta.

Ci volle del tempo affinché l’opinione pubblica riconoscesse l’autenticità della pittura ma una volta confermata e datata, fra gli 11000 e di 20000 anni fa, le pagine dei libri d’arte vennero rinforzate da una nuova corrente pittorica.

La maggior parte dei ritrovamenti avvennero all’interno di grotte in quanto considerate come luogo preferito dei paleolitici, dove potevano avere un riparo da condizioni atmosferiche avverse e dagli animali. 

Quali finalità avevano i dipinti e le incisioni?

In realtà, non vi è alcuna risposta certa ma solo supposizioni. Tra le più quotate c’è l’idea che le opere fossero una specie di racconto che serviva da testimonianza per le generazioni future.

Un’altra ipotesi vede le raffigurazioni di animali come mezzo di comunicazione fra il sacro e il profano, un canale attraverso il quale chiedere protezione o una buona caccia. Forse gli antichi pensavano che dipingendo un animale in qualche modo si potesse evocare il suo spirito con la speranza che intercedesse per loro.

L’ultima opinione è la meno considerata perché afferma che i disegni servissero solamente come abbellimento dello spazio abitativo e non avessero alcuna funzione particolare.

L’aspetto interessante è che l’uomo non viene quasi mai rappresentato e se è parte del dipinto lo è solo come figura marginale. Ciò significa che si considerava di scarsa importanza in riferimento alla natura.

Le uniche forme di autoaffermazione sono i dipinti di mani, come quelli ritrovati nella Cueva de las Manos in Argentina che testimoniano, forse, la necessità di ricercare il proprio valore all’interno della comunità.

 

Mani rupestri

 

Lista dei siti di arte rupestre in Italia

 

Neanche in questo la nostra penisola ci delude, in quanto siti di arte rupestre ce ne sono tantissimi tra cui alcuni famosissimi e visitati da migliaia di turisti ogni anno. 

Nord Italia

In Veneto ci sono due siti di arte rupestre da visitare: la grotta di Fumane e la val d’Assa a Canove di Roana. La grotta di Fumane si trova nella Valpolicella, vicino a Verona, e presenta due disegni di animali non ben identificati.

Invece, a Canove si possono ammirare delle incisioni rupestri di varie epoche, non solo preistoriche quindi, che rappresentano perlopiù simboli.

La Lombardia, e più precisamente in val Camonica, è presente uno dei siti più importanti di arte rupestre patrocinato dall’Unesco. Il luogo, chiamato la “Valle dei segni”, è costellato di incisioni dislocate su quasi duecento località suddivise in ventiquattro comuni.

A suggellare questo insieme di raffigurazioni è la Rosa Camuna che è diventata anche simbolo della regione Lombardia. Pure la Valtellina nasconde due siti di arte rupestre: nel parco delle incisioni rupestri a Grosio e a Teglio dove spiccano delle figure incise su rocce levigate.

 

Sono quattro le rocce con incisioni non figurative presenti in Valle d’Aosta:
  • la roccia di parete verticale di Montjovet Chenal, incisa con coppelle e canaletti in periodi differenti; 
  • a La-Barma a Valtournanche un’altra con incisioni di armi e un pugnale e un mascheriforme;
  • una raffigurazione di armi risalente all’età del Rame e del Bronzo Antico nella roccia di Le Crou-Champrotard, nei pressi della centrale idroelettrica di Villeneuve;
  • leggermente sopra, a Bard, nei pressi del cimitero, risultano rocce con incise delle figure tra cui spicca una “barca” con un doppio elemento decorativo a forma di uccello e uno scivolo, collegato forse a una funzione magica. 

Un sito di arte rupestre dell’età del Bronzo è presente in Piemonte, nella provincia di Cuneo: si tratta di incisioni a coppella, ovvero dei buchi o incavi sferici scavati nella roccia di cui si ignora tuttora il significato. Se ne trovano circa cinquemila e rappresentano figure antropomorfe, archi e, quelle più moderne, croci. Altre valli piemontesi che custodiscono l’arte rupestre sono la val di Susa e nella Valchiusella con altre incisioni cruciformi e antropomorfe sia maschili che femminili.

Nel geoparco di monte Beigua, in Liguria, è presente la roccia di Issel-Acquasanta e altre incisioni a coppella risalenti al Neolitico e all’età del ferro. Nel territorio sono dislocati, inoltre, dolmen e menhir a testimoniare una massiccia presenza umana. Altri ritrovamenti si trovano nelle zone di Genova, Finale Ligure, Imperia, Ventimiglia e nella val Bormida.

 

Centro Italia

Per quanto riguarda le incisioni rupestri la Toscana non ha nulla da invidiare alle altre regioni italiane, soprattutto in Lunigiana. Ma non mancano di presenziare anche nella Garfagna, sul monte Sagro a Carrara e nella zona di confine fra le provincie di Prato e Pistoia. Alcuni luoghi di culto preistorici sono diventati dei santuari alpestri cristiani a dimostrazione della loro forte carica spirituale. 

È il monte Conero, in provincia di Ancona, nelle Marche ad attirare gli appassionati di arte rupestre con incisioni, canaletti e coppelle, in parte nascoste dalla fitta vegetazione.

E come ci si può dimenticare del piccolo Molise? Nei pressi di Civitanova del Sannio sorge uno sperone roccioso conosciuto con il nome di Morricone del Pesco. Le pitture non sono state ancora datate ma si presuppone rientrino nel periodo pre-protostorico echeggiando lo stile dell’arte rupestre presente in Puglia e nell’Abruzzo.

Le grotte dell’Arco, nel comune di Bellegra nel Lazio, oltre a vantare l’esistenza di stalattiti, stalagmiti e di una sorgente carsica, presenta anche due gruppi di pitture rupestri. L’uno è formato da figure rosse e l’altro gruppo di figure nere, entrambi appartenenti al periodo eneolitico.

Valle Peligna in Abruzzo presenta dei gruppi di pitture color ocra di figure antropomorfe e due disegni neri di pesci parzialmente cancellati. Anche nella località di Rava Tagliata sono presenti delle pitture neolitiche di colore ocra, così come in molte altre parti dei monti abruzzesi. 

 

siti di arte rupestre

Sud Italia e isole

Pittogrammi disegnati in ocra rossa e guano di pipistrello si trovano nella grotta dei Cervi a Otranto in Puglia, che rappresentano simboli magici, sciamani e figure di animali fra cui i cervi. Risalgono al neolitico e la figura di spicco è lo “Sciamano danzante” o “Dio danzante”.

Nella meravigliosa Sicilia non potevano mancare dei siti di arte rupestre. Il più caratteristico è sito nella grotta del Genovese a Levanzo, nelle isole Egadi, in provincia di Trapani. Si tratta di una figura maschile che indossa un copricapo particolare, una casacca con frange e dei bracciali. A fianco ci sono due figure con lo stesso copricapo ma con delle maschere di uccello (o delle figure di uccello). Si presuppone che il disegno sia la rappresentazione di una preghiera propiziatoria alla caccia oppure un’antica danza rituale. Le forme volatili, infatti, paiono in movimento come se stessero danzando. 

A Mondello sempre in Sicilia, nei pressi della spiaggia, si trova la grotta dell’Addaura con incisioni rupestri che elencano una scena inusuale: uomini e animali sono disposti in circolo mentre al centro si trovano due figure piegate all’indietro, dal capo coperto. Anche in questo caso l’interpretazione rimane ambigua. Forse si tratta di sciamani che eseguono una cerimonia d’iniziazione oppure degli acrobati nel momento clou dell’esibizione.

So che brami conoscere la lista completa enclave ed exclave in Italia, in Europa e nel mondo ma che soprattutto vorresti sapere cosa sono. Si tratta di territori che si trovano all’interno di uno stato ma che appartengono a un altro stato. L’enclave è l’area posizionata in uno stato estero mentre lo stato che ospita l’enclave è appunto l’exclave.

Ti potrà suonare incomprensibile ma non appena nominerò alcuni paesi ti sarà tutto più chiaro. Il termine è usato in ambito della geografia politica per indicare le ripartizioni amministrative e le unità territoriali che vengono chiamate anche isole amministrative.

L’etimologia delle parole è molto precisa ma l’utilizzo dei termini è piuttosto arbitrario in quanto può indicare anche dei territori di uno stato che possono essere raggiunti solo attraversando un altro stato.

Per esempio i Bagni di Craveggia a Craveggia in Italia che si raggiungono solo attraverso la Svizzera. O ancora il Point Roberts le cui acque territoriali sono statunitensi ma si raggiunge solo via terra dal Canada

E infine la valle di  Kleinwalsertal e il comune di Jungholz in Austria raggiungibili solo attraverso la Germania e l’entità municipale decentralizzata del comune di Les Valls de Valira in Catalogna a cui può accedere solo chi transita per l’Andorra

Un’altra particolarità che fa parte della lista completa enclave ed exclave sono gli stati enclave conosciuti come microstati come la Città del Vaticano, la Repubblica di San Marino e il regno di Lesotho che si trova all’interno dell’affascinante terra del Sudafrica.

Lista completa enclave ed exclave

 

EUROPA

Partiamo dall‘Italia parlando del comune di Campione d’Italia facente parte della Svizzera, quest’ultima però ospita Büsingen am Hochrhein un’exclave tedesca. Sastavci è un villaggio appartenente alla Bosnia circondato dalla Serbia mentre una piccola parte della regione raguseo-narentana croata collima con la Bosnia ed Erzegovina e il Montenegro. 

Il dipartimento di Mouscron in Belgio ha al suo interno due comuni che si collegano solo ad altri dipartimenti belgi o francesi mentre nei Paesi Bassi si trova Baarle-Hertog un’exclave belga. Tornando in Francia, invece, scopriamo l’exclave spagnola Llívia.

Semi enclave è il Principato di Monaco confinante solo con la Francia, semi exclave è l’area russa dell’Oblast’ situata fra Lituania e Polonia e le città spagnoli costiere di Ceuta e Melilla confinanti solo con il Marocco.

 

isole amministrative lista completa enclave ed exclave

 

RESTO DEL MONDO

 
La lista comprende quasi tutti i continenti e vanta:
  • l’Alaska è uno degli stati federali degli USA che confina solo con il Canada viene perciò definito un territorio costiero;
  • la costa di Kokkina a Cipro in concomitanza con Cipro del Nord, i villaggi di Ormidhia e Xylotimboue nella Repubblica di Cipro ma circondati dalla base aerea di Dhekelia britannica;
  • un’enclave nell’enclave: Madha exclave dell’Oman dentro gli Emirati Arabi Uniti che contiene l’enclave di Nahwa degli Emirati Arabi Uniti e la penisola del Musandam appartenente all’Oman, divisa dagli Emirati Arabi;
  • nell’Azerbaigian: la Repubblica Autonoma di Naxçıvan e Artsvaschen exclave dell’Armenia e Sofulu (tra Armenia e Iran), Verin Voskepar che si trova in Armenia;
  • nel Kirghizistan si trovano le enclavi di Voruckh, Shohimardon e il distretto di Sokh;
  • la tristemente nota Striscia di Gaza in territorio palestinese tra Israele ed Egitto;
  • in Africa: la Gambia semi-enclave che confina con il Senegal, la provincia di Cabinda in Angola tra il Congo e la Repubblica Democratica del Congo.
  • il distretto di Oecusse con un’exclave di Timor Est nel territorio dell’Indonesia;
  • il sultanato del Brunei confinante solo con la Malesia e allo stesso tempo il il Distretto di Temburong, separato dai Brunei, confinante solo con la Malesia;
  • la Guyana Francese, confinante con Brasile e Suriname.

 

Se ti interessa scoprire quali siano i microstati europei, li trovi qui:

Mi sono accorta come mancasse nel blog una lista dei musei londinesi gratuiti da conservare per un ipotetico viaggio in Inghilterra. Ho voluto stilare la lista partendo dai luoghi che mi hanno incantata. Quelli che nonostante le ore trascorse all’interno sono tornata più volte a vedere.

Perché ci sono musei totalmente gratuiti e altri a pagamento?

La differenza la fa la proprietà: quelli della Regina Elisabetta sono a pagamento mentre gli altri sono a entrata libera. Ciò significa che oltre agli inglesi anche noi turisti dobbiamo sostenere in piccola parte il vitto di Sua Maestà!

Lista dei musei gratuiti londinesi

 

Iniziamo dalla pole position, enunciando il primo classificato, ovvero il British Museum. Culla di reperti storici di inestimabile valore come la “Stele di Rosetta” che ha permesso a Champollion di decifrare l’oscuro alfabeto egizio composto da geroglifici. La stele in granito nero fu scoperta durante la Campagna d’Egitto di Napoleone nel 1799 ma fu decifrata solo dal 1822 in avanti. E altri reperti rilevati dal nostro concittadino Giovanni Battista Belzoni che da solo stanò ben 8 tombe nella sola Valle dei Re.

Le stanze del museo ripercorrono l’attraversata del Nilo e molte altre spedizioni estere raccontando pagine di storia che tutti conoscono. Un tour virtuale, quindi, nelle radici dell’uomo comparso in ogni parte del mondo e la scoperta delle sue testimonianze.

Si trova a questo indirizzo nei seguenti orari: tutti i giorni dalle 10 alle 17.


In seconda posizione abbiamo la National Gallery nella quale facevo un salto ogni singolo giorno della mia vacanza. Per quale motivo? A parte l’immensa collezione di quadri dipinti dagli artisti più influenti del mondo, io ci andavo per vedere lui. Sto parlando dell’opera di Seurat intitolata “Bagnanti ad Asnières” che mi fatto soffrire per qualche istante della Sindrome di Stendhal. Non so dire perché quell’opera mi abbia travolto, so solo che ne sono rimasta letteralmente affascinata.

La tela raggiunge le dimensioni 2 X 3 metri e cattura inevitabilmente lo sguardo di chi passa. La scena si svolge nel 1884 nei sobborghi di Parigi, lungo la Senna. I bagnanti sono posizionati di profilo e sembrano quasi essere scollegati l’uno dall’altro, come se facessero parte dell’opera pur mantenendo una propria indipendenza. L’immagine statica e i colori amplificano i dettagli rendendo l’opera altamente riconoscibile.

Gli altri quadri che meritano essere citati sono:

– La vergine delle rocce di Leonardo da Vinci
– Sorpresa di Henry Rousseau
– Whistlejacket di George Stubbs
– Girasoli di Van Gogh
– Ragazzo morso da un ramarro di Caravaggio e moltissimi altri.

Aperto tutti i giorni dalle 10 alle 18.


Al terzo posto c’è il Natural History Museum o, come la chiamo io, la casa vacanze di Charles Darwin! È impossibile visitandola non pensare al contributo che il biologo inglese ha lasciato all’intera umanità, tanto da inspirare ancora le nuove leve della scienza.
La visita inizia con uno scheletro di dinosauro che appassionerà anche i più piccoli per terminare nel mitico studio di Darwin dove sono raccolti i suoi appunti e gli scritti vari.

Aperto tutti i giorni dalle 10 alle 17.50.

Musei londinesi gratuiti free

Dalla quarta posizione in poi

 

Le posizioni successive sono in ordine riservate alla Tate Modern situata nella riva sud del Tamigi che raccoglie sia opere pittoriche che sculture, alla Tate Britain a Millbank, alla Tate Liverpool e Tate St Ives. Insieme creano il complesso museale “Tate” che custodisce opere storiche e contemporanee.


Il Victoria e Albert Museum nel cuore di Cromwell Road è dedicato ai designer e ai creativi di tutto il mondo che qui possono trovare ispirazione per le proprie idee artistiche. Whitechapel Art Gallery Museum si trova nella zona dell’East End di Londra ed è stato il trampolino di lancio di artisti del calibro di Jackson Pollock o Pablo Picasso.


A Manchester Square sorge l’abitazione del marchese Wallace oggi adibito a museo Wallace Collection mentre la Bankside Gallery vicino alla Tate Modern è sede della Royal Watercolour Society e della Royal Society of Painter Printmakers.

E per i musei a pagamento?

Ti consiglio di sceglierne alcuni da visitare in base ai tuoi gusti perché, ahimè, non sono molto economici. Io avevo scelto il museo di Sherlock Holmes essendo una sua grande fan ma avrai l’imbarazzo della scelta.

In questo articolo ti farò scoprire i luoghi dove trovare i dolmen in Italia, in Europa e nel mondo, perché si trovano un po’ dappertutto! Siamo fortunati a poter vedere dal vivo queste meravigliose testimonianze del mondo antico.

Cosa sono i dolmen

 

I dolmen sono l’equivalente maschile dei femminili Menhir ovvero dei monolitici antichi eretti nelle epoche passate per vari scopi. Messi assieme vanno a formare i templi megalitici e i famosi Cromlech. La loro funzione è quella tombale e serviva per le sepolture collettive.

Hanno una struttura ben definita in quanto sono composti da una camera formata da blocchi, lastre di copertura e di supporto racchiusi dentro un tumulo di pietre e terra.

Questa architettura serviva a nascondere al suo interno i corpi dei defunti e allo stesso tempo a lasciare una via di uscita nel caso fossero dovuti tornare per qualche motivo.

Conteneva, inoltre, una camera di entrata e alcuni cunicoli sotterranei utili ai vivi per portare doni ai defunti in cambio di preghiere, benedizioni e protezioni.

Quanti dolmen ci sono nel mondo? Un’infinità! 

Pensa che in tutto il mondo se ne registrano all’incirca 55 mila: quasi 20 mila solo in Europa. Lo stato con la più alta densità di ritrovamenti è la Francia in quanto sono dislocati lungo tutto il territorio.

Altre migliaia si trovano sparse per il mondo e 30 mila sono quelli rinvenuti, invece, in Corea. Gli unici stati a non possederne sono l’America e l’Australia. Molti sono andati distrutti e non se ne hanno più traccia.

Una serie di dolmen disposti a raggera formavano un cromlech. L’esempio più famoso è dato dal sito inglese di Stonehenge dove, la strana disposizione, ha lasciato per molti anni dubbi agli studiosi sulla sua reale funzione.

Dove trovare i dolmen in Italia

 

Liguria

In Liguria è stato ritrovato un dolmen nella provincia di Savona. È collocato nella città di Roccavignale e ha una struttura con 4 massi verticali e uno che chiude a sud. 

Sopra sono collocati tre lastroni e sono rimaste tracce di un antico pavimento, oggi però, quasi completamente cancellato dalle intemperie e dal tempo.

Puglia

In totale se ne contano 23 divisi fra la campagna del Salento, il brindisino, il tarantino e il barese. Il Dolmen di San Silvestro a Giovinazzo è l’unico ad avere l’ingresso sepolcrale verso levante mentre la cella è disposta a ponente.

Si tratta di un particolare che lo differenzia da tutti gli altri Dolmen presenti ma non si conosce il motivo per cui gli antichi lo abbiano disposto in tal maniera. Gli altri dolmen sono collocati nelle città di Statte, Ruvo di Puglia, Cisternino, Bisceglie, Corato, Trani, Molfetta, Montalbano di Fasano, Terlizzi e Trani. 

Sicilia

La maggior distribuzione di dolmen è concentrata nella parte sud-orientale dell’isola o meglio nelle province di Caltanissetta, Siracusa e Ragusa. In queste zone si trova anche a Butero una cista dolmenica, ovvero un dolmen a forma di cubo, un monumento insolito tipico del periodo greco. 

Ad Avola, nel Siracusano sono stati rinvenuti dei dolmen che servivano da tombe funerarie per i bambini. Disposti, invece, in forma ellittica i Dolmen dei monti ragusani, a Cava dei Servi, dove sono stati ritrovati per la prima volta in Europa dei resti di ossa umane provenienti dalle tombe.

In direzione dell’acropoli greca a monte Bubbonia in provincia di Gela si trova un dolmen a forma rettangolare. Un altro a forma rettangolare si trova a Mura Pregne, sulla dorsale nord orientale del Monte San Mauro, tra Termini Imerese e Sciara. Altri ne sono rinvenuti a Sciacca, nella contrada Femmina Morta e a Cava Lazzaro in provincia di Ragusa. 

Sardegna

Secondo le registrazioni fatte in Sardegna sui numeri dei dolmen presenti ne sono stati contati 215, concentrati per lo più nella parte centrale e specialmente nella zona della Gallura. 

La loro particolarità è di avere, non solo una funzione funeraria come per gli altri monumenti dislocati nel territorio italiano, ma anche un significato religioso, tanto da essere orientati secondo un percorso di pellegrinaggio. 

Dando uno sguardo sulla cartina e seguendo la loro dislocazione, infatti, si può notare come siano disposti lungo un asse che attraversa tutta la Sardegna. 

Ti elenco i Dolmen principali:

  • Dolmen Santa Caterina e Sant’Andrea a Berchidda;
  • Il comune di Luras presenta i Dolmen Billella, Ciuledda, Ladas e Alzoledda;
  • Il dolmen più grande è quello di Sa Coveccada a Mores dal peso di circa 27 tonnellate;
  • Sul Monte Maone a Benetutti si trova un dolmen a forma mista e non definita;
  • A Buddusò ci sono il Dolmen di Sos Monimentos e di Su Laccu;
  • Su Edrosu è il Dolmen di Macomer affiancato da due grossi blocchi di trachite.

 

Una cartina più approfondita la trovi sul sito Isola di Sardegna, alla voce Storia e Dolmen. 

 

Dolmen a due piastroni

 
 

Dove trovare Dolmen in Europa

 
 
La quantità maggiore di dolmen si trova in Francia e in particolare nella zona della Bretagna. A questi fanno bella compagnia i cromlech inglesi, irlandesi e gallesi tanto da considerarli parenti stretti.
 
Anche in Corsica si trovano dei dolmen simili a quelli sardi, più che a quelli Bretoni, e disposti prevalentemente a raggiera. Così come in Olanda, in Danimarca e in Spagna.
 
A Malta si trovano dei monumenti megalitici predisposti da non si sa quale civiltà ma hanno delle caratteristiche comuni con quelli mediterranei e atlantici. 

In Portogallo si trova il Dolmen di Valleverde e il Dolmen bretone di Barnenez nella zona del Finistère considerato il più grande della regione con una planimetria riservata a 11 stanze funerarie. 

Una cartina dettagliata con la datazione dei dolmen presenti in Europa la trovi qui:

 

Dove trovare i dolmen nel Mondo

 

Come ti ho già anticipato all’inizio dell’articolo il numero maggiore di dolmen si trova in Corea e sono suddivisi fra la provincia di Chŏlla-namdo e Chŏlla-puktoe.

In Corea sono conosciuti con il nome di koindol e, sebbene non raggiungano delle grandi proporzioni come quelle di Stonehenge, ad esempio, rimangono comunque delle favolose testimonianze storiche.

Altri dolmen sono presenti in Siria come anche alcuni Menhir di cui ti ho già parlato nell’articolo precedente. Purtroppo la loro manutenzione non è garantita e al momento non è dato sapere in quali condizioni versano. 

 

Gli unici che ho visitato sono quelli a Malta. E tu a che punto sei?

 

Ti sarà venuta voglia di scoprire anche i menhir: non ti rimane che leggere questo articolo:

Un elenco completo su dove trovare menhir in Italia, in Europa e nel mondo al fine di organizzare delle vacanze megalitiche! Se ti stai chiedendo di cosa sto parlando vuol dire che per te si aprirà un ventaglio di viaggi completamente nuovi. Sei pronto?

Cosa sono i menhir?

 

I menhir sono dei monumenti dalla forma particolare sorti nel periodo del neolitico o del Bronzo. Sono di difficile interpretazione in quanto ancora adesso non si conosce il loro riferimento se sia di tipo religioso o sociale.

Si tratta pietre a forma allungata di parallelepipedo posizionate in orizzontale su cui sono stati incisi ornamenti vari, talvolta volti, armi, incisioni o animali, disposti in cerchio.

Per questo motivo sono meglio conosciute come strutture megalitiche e la loro più famosa rappresentanza è il sito inglese di Stonehenge che si trova vicino ad Amesbury nello Wiltshire.

Queste pietre si trovano non solo in Europa ma anche in altre parti del mondo segno che i nostri antenati primitivi non si facevano certo delle brevi passeggiate!

Dove trovare menhir in Italia?

 

Se cerchiamo i menhir in Italia ne troviamo tantissimi soprattutto al nord, nelle isole e al sud Italia. Le regioni che ne registrano la presenza sono Alto Adige, Lombardia, Piemonte, Liguria, Toscana, Puglia, Sicilia e Sardegna.

NORD

  • Alto Adige, Lagundo vicino a Merano: non è famoso solo per la sede del birrificio Forst ma anche per avere di fronte all’ufficio del turismo le copie di menhir in marmo di Lasa (tipico della zona). Gli originali sono, invece, conservati all’interno del Museo Civico di Bolzano dove riposano anche le spoglie di Ötzi.
  • Lombardia, Bulciago e Barzano: nel primo comune faceva sfoggio un menhir alto 1,60 metri affondata nel terreno per circa un metro. Fu rubato nel 2007 ma poi ritrovato, senza averne però prove certe perché non è più stato messo nel suo luogo di origine. A Barzano invece figurano ben 2 menhir per un’altezza ciascuno che raggiungono i 2 metri. Si trovano di fianco alla Strada Provinciale 342, all’incrocio di via Giuseppe Parini.
  • Piemonte: a Cavaglià (Biella) 11 menhir vanno a formare un Cromlech. Lugnacco, Chivasso e Mazzé hanno un menhir a testa pressoché identici alti all’incirca 4 metri. Monte Pietraborga, Paroldo e Monte Musiné hanno i menhir meno famosi della regione perché più rovinati. Braglia (Cuneo), invece, è il sito più importante scoperto nel 1970 ma lasciato andare in rovina.
  • Liguria, Varazze, Verzi (Finale Ligure), Monte Caprione, Monte Capri (tra Riomaggiore e Riccò del Golfo), Tramonti (Campiglia). Quest’ultimo in particolare è conosciuto come il menhir del Diavolo costruito per motivi religiosi.

CENTRO

  • Toscana, Lunigiana: qui si trova un complesso di statue maschili e femminili la cui origine sembra essere collocata nell’età del bronzo. Altri reperti della collezione sono costuditi nel Museo delle statue stele lunigianesi all’interno del Castello del Piagnaro a Pontremoli.

SUD

  • Puglia: si contano ben 79 menhir dislocati a Martano (Lecce) con la presenza di uno del menhir più alto d’Italia che raggiunge i 4,70 metri ed è conosciuto come il menhir di Santu Totaru. A Muro Leccese rimangono visibili e ancora non devastati dal tempo altri 6. In tutta la provincia di Lecce, comunque, sono disseminati i menhir quasi che ogni comune può vantarsi di averne almeno uno. A Modugno (Bari) fa scena il monaco, un menhir che raccoglie le fattezze del religioso, mentre a Terlizzi (Bari) se ne contano almeno 3 tra cui il più famoso è il menhir della via Appia. La città con più esemplari, però, è Giurdignano (Otranto) in cui ce ne sono 15.

ISOLE

  • Sicilia, Parco delle Madonie: può vantare la presenza sia di menhir che di Cromlech.
  • Sardegna: sono state ritrovate almeno oltre 740 statue dislocate in tutta l’isola. In provincia di Oristano a Laconi ce ne sono almeno 100, mentre a Villa Sant’Antonio c’è il più alto d’Italia che raggiunge il 5,75 metri. Quest’area è stata chiamata la Valle dei Menhir. Altre opere si trovano nel sud della Sardegna e più precisamente nei comuni di Goni, Sant’Antiaco, Tortì, Barisardo e Marmoiada.

 

In Europa? 

 

Alla domanda dove trovare menhir in Europa posso rispondere che la presenza più massiccia è registrata in Bretagna ma anche in Corsica sempre in Francia, nelle isole Britanniche e in Gran Bretagna, in Germania e in Scandinavia con il sito di Björketorp Runestone e in Portogallo a Sagres e nel distretto di Évora.

FRANCIA

I menhir disposti in Francia sembrano seguire delle rette che portano da una località all’altra, ecco che quindi vengono classificati in base alle loro direzioni.

Nel Morbihan seguono un percorso di 4 chilometri tra il sito di Kerlescan e Le Ménec e sono conosciuti come gli “Allineamenti di Carnac” tra cui il più visitato è il rrande menhir spezzato di Locmariaquer.

Il più alto menhir al mondo si trova qui a Locmariaquer e raggiunge l’altezza di 20 metri. Purtroppo è stato rotto in 4 pezzi che giacciono al suolo come un eroe ferito e spezzato dalle ire del tempo.

Quelli fuori dal tragitto sono il Menhir di Champ-Dolent vicino a Dol-de-Bretagne (Ille-et-Vilaine) e il menhir di Saint-Uzec a Côtes-d’Armor, il Menhir di Cham des Bondons a Lozère e il menhir della Cattedrale a Le Mans. Quest’ultimo si trova proprio all’interno della cattedrale.

Ci sono poi altri menhir che sono stati spostati dai romani in prossimità dei loro crocevia e si trovano a Murat-sur-Vèbre a Tarn, a Saint-Sulpice-de-Faleyren a Gironde e in Corsica a Filitosa.

 

INGHILTERRA

Inizialmente si pensava che i Menhir fossero di derivazione celtica mentre poi, con il tempo, si scoprì quanto fossero in realtà antichi. Drizzlecombe, nella contea del Devon in Inghilterra, ospita l’area di Dartmoor con un menhir che raggiunge quasi i 4,5 metri di altezza.

Il quale è conosciuto come “Beardown Man” con vicino un altro menhir a cui è stato affibbiato il nomignolo di “The Needle of Beardown Man” ossia “l’ago dell’omino con la barba” per la sua forma lunga e affusolata.

L’altro sito importante si trova a Laughter Tor, vicino Two Bridges, sempre nell’area del Dartmoor che va a formare quasi un circuito archeologico ben definito.

Le Frecce del Diavolo sono collocate, invece, a Boroughbridge nel North Yorkshire e sono tre statue in arenaria delle 5 rimaste tra cui figura la seconda più alta del Regno unito raggiungendo un’altezza di circa 7 metri circa.

Il podio va al monolite Rudston di 7,6 metri circa che si trova all’interno del sagrato di Rudston, un piccolo villaggio facente parte della zona dell’East Riding of Yorkshire.

Il nome è legato ha una leggenda secondo cui un giorno il diavolo volle vendicarsi della città Aldborough per alcune malefatte che avevano combinato gli abitanti.

Decise così di lanciare delle pietre in direzione del paese ma siccome lo fece con troppa debolezza queste rimasero superficialmente piantate nel terreno senza causare alcun danno.

Le isole Ebridi, invece, conservano intatte nel tempo sia menhir che dolmen oggetto di studi da parte di un antropologo per provare a capirne l’origine motivazionale.

GERMANIA

Due aree tedesche sono addobbate da Menhir: Gollenstein Blieskastel e Spellenstein, St. IngbertIl primo si trova vicino a Blieskastel nel distretto di Saarpfalz di Saarland e presenta un menhir che raggiunge un’altezza di 6,6 metri fra i più larghi dell’Europa Centrale.

Il secondo, di 5 metri, si trova sempre nel distretto di Saarland ma nella città di St. Ingbert e fu modellato su una porzione di arenaria piuttosto dura tipica della zona di Dudweiler Pfaffenkopf.

SCANDINAVIA

Sono 3 menhir che formano un complesso megalitico presente nella provincia di Blekinge in Svezia tra cui figura la famosa pietra runica di Björketorp. È considerata la più alta al mondo e raggiunge i 4,2 metri di altezza con l’incisione sia da un lato che dall’altro scritta con l’alfabeto antico delle rune.

Il testo si presuppone possa corrisponde a queste frasi: “Io, maestro delle rune, nascosi qui rune di potere. Incessantemente afflitto da maleficio, condannato a insidiosa morte è colui che rompe questo monumento”. Nel retro, invece, è presente la scritta: “Io prevedo distruzione”.

PORTOGALLO

Nel distretto di Faro e più precisamente a Sagres, rimane ancora eretto un menhir a testimonianza della presenza di civiltà antiche mentre altri sono sparpagliati in prossimità, ma caduti al suolo.

Évora capoluogo del distretto di Évora oltre a essere una città museo Patrimonio dell’Unesco vanta un menhir di 2,5 metri e vicino un cromlech, chiamato Cromlech di Almendres composto da 96 monoliti disposti a ellissi.

 

Dove trovare Menhir nel mondo

 

 

Dove trovare menhir nel mondo?

 

In Mongolia sono stati ritrovati dei menhir che sono stati chiamati “Stele del Cervo” per le loro incisioni con disegni di cervi. Non si conoscono gli autori delle statue ma ne sono state ritrovate ben 500 dislocate in tutta la Mongolia. I principali siti sono collocati nella zona di Ulaan Tolgoi e Ushkiin-Uver, vicino a Môrôn.

Nabta Playa in Egitto nasconde fra le sabbie del Sahara un complesso megalitico di menhir edificato attorno al V millennio a.C. La particolarità è quella di essere orientato al fine di seguire il sorgere e del tramontare del Sole ma solo in particolari periodi dell’anno.

Dove trovare menhir oltre a questi due stati? Altri ancora se ne trovano nei territori dell’Africa settentrionale e più specificatamente in Palestina e in Siria. In Siria se ne registrano un numero maggiore anche se le condizioni in cui vertono sono piuttosto scoraggianti.

 

Spero di aver soddisfatto la tua curiosità su dove trovare menhir nel mondo. E se vuoi scoprire anche la parte maschile dei templi megalitici, ovvero i dolmen, clicca su questo link: Dove trovare i dolmen in Italia, in Europa e nel mondo