Articoli

Nella Top 10 Belgio si racchiudono tutte le idee di percorsi turistici che si possono fare, non in una volta bensì in più visite. Poiché il Belgio è una nazione da vivere, e imparare a conoscere.

Il fascino delle sue città nordiche, caratterizzate da un’architettura spesso gotica e Art Nouveau, intrappola i ricordi all’interno dei suoi dettagli frastagliati. A differenza, i sensi vengono rapiti e messi sotto sequestro dai prodotti enogastronomici tipici.

L’unico modo per evadere è pedalare o scendere lungo il fiume con una barca fino a raggiungere quelle coste marittime che non ti aspetti: perché il Belgio è un evento, la cui partecipazione è pressoché un obbligo!

Lo stato si divide in tre regioni: l’area di Bruxelles, le Fiandre e la Vallonia. Non una primeggia sulle altre, ed è per questo che servono più viaggi per scoprire tutti gli antri magici celati.

 

Bruxelles: la capitale

Bruxelles non è solo la capitale del Belgio, ma anche la capitale de facto dell’Unione Europea. Con la sua ricca storia, la sua cultura variegata e la sua importanza politica, Bruxelles è una metropoli vivace che attrae sia i turisti sia i diplomatici.

La Grand Place di Bruxelles è il fulcro della città, da cui si può iniziare a passeggiare per poi seguire le direttive influenzate dal nostro spirito di flâneur o flâneuse.

Si tratta di un monumento che fa parte dell’UNESCO ed è abbellito da mercatini di vibranti fiori durante il giorno e luci sfavillanti la notte.

Le coordinate stradali sono organizzate in base alle antiche corporazioni artigiane – i birrai, i pittori, i sarti, eccetera – sebbene al centro troneggi il Museo della Storia di Bruxelles, un punto turistico da visitare.

Un altro sito imperdibile è l’Atomium, un concentrato artistico di forte rilevanza stilistica. Venne costruito in occasione dell’Esposizione Internazionale del 1958 ed è formato da dei centri concentrici che racchiudono delle stanze e un ristorante panoramico sulla città.

Seguendo l’originalità non possiamo mancare una capatina per fotografare due statue: le Mannequin pis, e la controparte femminile Jeanneke pis.

Entrambi simboleggiano dei valori: il maschietto è l’emblema della capitale poiché la leggenda narra abbia fatto pipì sopra la miccia di una bomba, salvando la città. Mentre la bambina indica la fedeltà in una sua possibile declinazione.

L’Ilot Sacrè è un altro luogo distinto, il quale vanta autonomia nei confronti di Bruxelles e pertanto si autogoverna. La Place du Sablon, al di fuori delle mura cittadine, conserva le vestigia della Cattedrale di Notre Dame du Sablon.

La cattedrale esemplifica uno degli edifici più valorizzanti dello stile gotico, il quale si trova nei pressi della pasticceria Wittamer, molto amata dai turisti per la sua storia e per la produzione delle gauffres (dei waffle ricoperti di cioccolato).

Gli itinerari a piedi vengono intervallati dalle visite nei musei, presenti in città a rappresentare l’arte, l’architettura e altre rappresentazioni caratteristiche. Fra tutti ricordiamo il Museo di Magritte che vanta una raccolta di oltre duecento opere surrealistiche.

A Bruxelles ci si sposta a piedi, ma per agguantare degli itinerari distanti ci si può servire del treno o della metro. I collegamenti sono ben funzionanti e permettono di velocizzare i trasferimenti.

Waterloo e Spa (Vallonia)

Due città con una storia da raccontare. Sia Waterloo sia Spa sono situate nella regione della Vallonia e si contrappongono in base alla notorietà.

Difatti, Waterloo è una cittadina intrisa della sconfitta plateale delle truppe di Napoleone, mentre Spa è dove si sono strutturate le aziende omonime Spa così come le conosciamo oggi.

Il campo di battaglia di Waterloo è rimasto pressoché uguale, arricchendosi solo di musei, statue e riferimenti che ricordano ai visitatori lo svolgersi degli eventi che hanno segnato il destino europeo.

Lo stesso dicasi per la Perla delle Ardenne, dove si trova l’antica località termale europea che ha segnato il destino di tutte le altre strutture, le quali ancora oggi ripropongono la stessa linea di trattamenti termali.

 

Altre città da visitare

Nella lista delle città da visitare in Belgio dobbiamo aggiungere a Bruxelles, Waterloo e Spa anche Bruges, Gand, Anversa, Liegi, Namur e Mechelen. Ognuna di esse ha un valore intrinseco da considerare.

Bruges è compresa nelle Fiandre, e si sviluppa sui canali proprio come Venezia. È costellata da dedali di vie, palazzoni, parchi e chiese che creano un insieme architettonico ineguagliabile.

Gand è la sua vicina e si trova al centro di un ipotetico triangolo formato da Bruges, Gand e Anversa.Vanta l’area pedonabile più grande e una collezione di quadri fiamminghi di tutta eccellenza.

Anversa è la capitale dei diamanti, dove vengono quotati e determinano il valore delle gemme preziose in tutto il mondo. Se devi fare shopping, questo è il posto giusto.

Liegi è un luogo amato dallo scrittore Georges Simenon.Per quale motivo? Perché la città di primo acchito non cattura, eppure il suo Genius Loci è pronto ad accogliere chi ha la pazienza di scovare la sua essenza e originalità.In tal senso magari un bicchiere di Peket, il distillato di frumento al gusto di ginepro, aiuta.

Namur è fatta di ponti, non a caso si trova nella confluenza dei fiumi Sambre e Mosa. La sua fortezza sulla collina domina la città e anche il sottoterra, visto che è ricca di percorsi sotterranei da fare.

Inoltre, a sette chilometri dal centro si trova il Museo della Fragola, per gli amanti del frutto che potranno approfondire le loro conoscenze e acquistare i prodotti a base di fragola.

Mechelen si visita per la birreria più antica del mondo, sebbene nasconda una visione futuristica della città, che la vuole proiettare nell’avanguardia e nel progresso tecnologico.

Siti UNESCO: Top 10 Belgio

Il Belgio vanta ben 35 siti UNESCO, alcuni già incontrati come Bruges, la Grand Place di Bruxelles o la città di Spa. A questi si aggiungono altri siti storici, artistici e culturali collegati alla nazione.

Per esempio le Antiche Faggete primordiali o i Begghinaggi fiamminghi. Questi ultimi sono delle comunità chiuse progettate dalle donne, le beghine appunto, nate per esprimere le necessità spirituali e materiali, esigenze partorite fin dal Medioevo.

E non possiamo dimenticare la campagna di Waterloo, la quale entra a pieno titolo nella cultura non solo belga bensì europea. Pertanto un sito da custodire e ricordare.

Bicicletta nelle Fiandre: top 10 Belgio

L’etichetta Bicycle Friendly è ciò che identifica il territorio delle Fiandre, strutturato come una corsia preferenziale per le due ruote. In tutto si possono attraversare ben 250 chilometri sulla bici, andando a conoscere nel profondo il sottotono culturale della regione.

Non è necessario partire accessoriati poiché le bici possono essere prese a noleggio in zona. L’importante è l’attitudine volta a trascorrere un momento di spensieratezza, calma e desiderio di scoperta.

Bicicletta nelle Fiandre

 

Tour in barca fluviale

Le località fluviali in cui fare dei piacevoli tour in barca sono molteplici. Si tratta di mini crociere che permettono al turista di visitare i punti più caratteristici di una città.

Sono ideali per chi non ha troppo tempo a disposizione, e molte città da visitare. Grazie a questa soluzione è possibile non solo vedere i monumenti più caratteristici, bensì anche ascoltare delle guide incentrate sulle vicissitudini delle località in questione.

Inoltre, possono essere un ottimo inframezzo per chi decide di visitare le Fiandre in bicicletta. Così può rilassarsi e ricaricare le batterie prima dell’itinerario successivo.

Località costiere marittime

Nella lista delle top 10 Belgio non possono mancare le località costiere marittime. Tra le più importanti e frequentate, ricordiamo: Ostenda e De Hann.

Ostenda è il porto più importante sebbene non vanti delle spiagge spettacolari. Difatti, l’unica lunga dieci chilometri di sabbia finissima è artificiale e ideata per frenare l’avanzata dell’acqua verso la terraferma.

In ogni caso, un soggiorno al mare aggiunge una componente pepata al viaggio, per cui è l’occasione giusta per fermarsi e assaporare lo stile marittimo dell’Europa del nord.

A dodici chilometri da Ostenda è situata De Hann un’istantanea cristallizzata nel periodo della Belle Époque. In questa città soggiornò più volte Albert Einstein, prendendo residenza in uno dei tanti edifici in stile anglo romano disseminati lungo il territorio.

 

Mare in Europa del nord Top Belgio

 

Enogastronomia

Basterebbe nominare i cavoletti di Bruxelles per dare peso all’importanza alimentare. Tuttavia, non tutti amano questi ortaggi e prediligono viaggiare in Belgio per assaggiare la cioccolata e la birra.

Se la cioccolata è buona un po’ in tutta Europa, la birra è qualcosa di caratteristico. La lager è dilagata negli ultimi anni ma la birra belga in passato si differenziava in base alla località in cui veniva prodotta.

Il cioccolato si trova nei negozi, nelle pasticcerie e nei musei, mentre la birra si destreggia nei locali ma anche in un percorso di birre d’abbazia, conosciute con la denominazione di birre trappiste.

La birra va accompagnata a un piatto sostanzioso come le cozze e patatine fritte tipiche belghe o con una fetta di formaggio locale. Un itinerario di scoperta unico ma mi raccomando di fare attenzione: bere e guidare non sono due attività che vanno d’accordo, neanche in bicicletta!

 

birra belga trappista

 

Shopping

Fare shopping in Belgio è d’obbligo. Non solo di diamanti, ma anche di elementi artigianali raffinati. Purtroppo, i prodotti gastronomici, tranne il cioccolato, sono difficili da portare in aereo.

Perciò non rimane che vivere appieno il momento presente assaggiando tutte le specialità tipiche del luogo. Giustappunto, meglio concentrarsi su bijoux, prodotti della cura della pelle con gli ingredienti termali e accessori per la bici.

Anche i fiori tendono a sciuparsi presto ma possiamo approfittare della loro presenza nei saponi e nelle fragranze naturali per la pelle o per la casa. E non disdegniamo gli articoli di abbigliamento artigianali, realizzati con grande maestria nei vari atelier.

 

top 10 Belgio shopping

 

Eventi Top 10 Belgio

In qualsiasi mese dell’anno possiamo partecipare a un evento. Dalle classiche festività come i mercatini di Natale o il Carnevale, alle manifestazioni artistiche, culturali e architettoniche.

Il 9 maggio si festeggia l’Europe Day – la giornata dell’Europa – in cui si susseguono dibattiti, incontri ed eventi musicali che durano fino a notte inoltrata nella città di Bruxelles, sede del Parlamento Europeo.

La Rievocazione storica della Battaglia di Waterloo avviene in giugno, dove tornano a fronteggiarsi i due avversari ancora una volta, riscrivendo ogni volta lo stesso finale.

Invece, Tomorrowland è l’evento musicale più amato dai giovani poiché serpeggia la tecno e la elettronica per almeno due weekend. Sebbene ogni anno si ipotizza di aumentare la durata dell’evento.

La Top 10 Belgio è un semplice riassunto ma il paese promette altre tappe decisive per i nostri viaggi. Un solo soggiorno non basta, se non per rompere il ghiaccio ed entrare in contatto con un paese che promette un lungo chilometraggio di infinite sorprese.

Il selvaggio Wörthersee è un lago austriaco che permette di fare delle vacanze sportive a contatto con la natura. Senza disdegnare l’ottimo cibo e la birra.

Ho trascorso una settimana all’insegna della bicicletta, delle passeggiate e delle nuotate. Per chi ama il binomio sport e natura, questa località è perfetta.

L’unica pecca è il divieto ai cani di fare un bagno nella maggior parte delle spiagge. In compenso, si tratta di spiagge attrezzate e libere, in cui non mancano delle cabine per cambiarsi e dei bagni pubblici gratuiti.

Invece, quasi dappertutto si paga il parcheggio per le auto. Ma possiamo leggere il costo come un invito a muoversi con i mezzi ecologici o con il solo ausilio delle nostre gambe.

 

Il selvaggio Wörthersee: cosa visitare

 

Ci troviamo nel lago più grande della regione della Carinzia, con una lunghezza che raggiunge i 16,5 chilometri. Da una punta all’altra si affacciano le città di Villaco e di Klagenfurt.

Entrambe le località sono raggiungibili con i mezzi pubblici, e in particolare con il treno. Per esempio, da Venezia Santa Lucia a Villach c’è il treno diretto.

Entrambe le cittadine sono molto frequentate dai turisti grazie alla presenza di numerosi servizi e attività. Malgrado ciò, io ti consiglio di scegliere un hotel in una delle città che costeggiano il lago come Velden, Pörtschach, Krumpendorf am Wörthersee o Maria Wörth.

Si tratta di località piuttosto caratteristiche con un loro fascino da scoprire. Lungo la riva nord corre la ferrovia, con la quale si possono raggiungere i centri termali (in caso di pioggia), le città adiacenti o avventurarsi in Slovenia e giungere al lago di Bled.

Sebbene le attività da fare nei dintorni del lago siano così numerose che forse servirà più di una vacanza per saggiare tutte le località turistiche a disposizione.

 

Programma viaggio di una settimana

 

Se le tue vacanze cominciano da Klagenfurt ti consiglio di lasciare la sera per sviscerare i meandri della città, oppure durante i giorni di maltempo. Al contrario, potresti avventurarti in un bel giro completo ad anello del lago.

Fermati di tanto in tanto per una nuotata in una delle tante spiaggette disseminate lungo il percorso. Poi pasteggia liberamente in una delle tavolate a disposizione dei turisti, o fermati in uno dei deliziosi ristoranti situati lungo il lago.

Il giorno successivo meglio scegliere un’attività meno intensiva. Quindi, è la giornata ideale per visitare il Parco di Divertimenti Minimundus.

La particolarità di questo sito e che qui si possono trovare le riproduzione dei monumenti più famosi del mondo come Chichen Itza in Messico, il castello di Neuschwanstein, eccetera.

Al terzo giorno è tempo di visitare il castello di Reifnitz am Wörthersee e da lì scattare delle indimenticabili foto sull’estensione acquea del lago. In quella zona ci sono altre tre laghi più piccoli da visitare:

  • Hafnersee;
  • Keutschacher See;
  • Rausschelesee.

Il tragitto andrà suddiviso in almeno due giornate per visitare i tre laghi in bicicletta, oppure si può prendere l’auto e fare una visita più tranquilla suddividendo i giorni della settimana.

 

Pyramidenkogel nel Selvaggio Wörthersee

 

Considerando il quarto giorno impegnato a scoprire i laghetti limitrofi al selvaggio Wörthersee, passiamo al quinto giorno. Hai gambe allenate? Allora inforca la bici e vai a visitare la Pyramidenkogel.

Dalla cima della torre, oltre i cento metri, puoi davvero vedere tutto il lago e anche i dintorni, ma solo dopo aver affrontato la salita di 441 gradini. Non sono tanti, se consideri che la Cattedrale di Ulm ne ha 768!

E c’è anche un ascensore per salire. E uno scivolo per scendere. Insomma, ti sto descrivendo una delle attrazioni più emozionanti del luogo.

Gli ultimi due giorni sono da dedicare alla riva nord, in cui puoi seguire i sentieri e serpeggiare i punti panoramici più celebrati, come Aussichtswarte Hohe Gloriette e Aussichtspunkt Hohes Kreuz Velden.

Le rocce vive trovants sono una curiosità esclusivamente rumena, ovvero si possono ammirare solo entro i confini di questo stato. Per capire qual è l’argomento dell’articolo dovrò ricorrere all’etimologia.

Trovants in rumeno significa “sabbia cementata” e con l’uso di questa definizione si identifica un fenomeno alquanto misterioso e affascinante. Si tratta di rocce vive poiché si spostano, crescono e mutano forma e aspetto.

Non mi credi? Nemmeno i geologi sanno dare una spiegazione in merito se non una semplice descrizione del fenomeno. Per questo motivo gli studi sono ancora in corso di sviluppo e non termineranno fino a quando non sarà trovata una risposta.

Le rocce vive Trovants: un’esclusiva curiosità rumena

 

Non sono stata del tutto onesta con te ma desidero recuperare subito. Le rocce vive si possono trovare anche al di fuori della Romania e nello specifico nella Death Valley in California.

Ma sono quelle che si trovano al Muzeul Trovantilor, un area museo a cielo aperto a circa 35 chilometri da Ramnicu Valcea in Romania, a destare maggiore interesse nella comunità scientifica.

I geologi posizionano la comparsa delle rocce vive Trovants a circa sei milioni di anni fa, sorte successivamente a una forte attività sismica. Eppure non è l’età a far lievitare le rocce bensì la consistenza mineraria.

L’alta concentrazione di sali minerali presenti all’interno dell’impasto roccioso a contatto con l’acqua e l’umidità creano una pressione che determina la crescita sorprendente in termini di dimensione.

Addirittura, dopo una pioggia ad alta intensità, le rocce possono aumentare il loro volume di quasi dieci millimetri. E come se ciò non bastasse a sorprendere gli scienziati, le rocce vive Trovants possono anche cambiare la loro posizione originaria.

Va detto che la velocità al cambiamento è limitata al tempo di Madre Natura, perciò sia gli spostamenti sia le variazioni di dimensione sono visibili e calcolabili solo in termini di millenni.

In ogni caso, tale è la loro particolarità da essere stati inseriti a pieno merito all’interno del Patrimonio dell’UNESCO e l’intera Riserva Naturale è area protetta.

 

rocce vive trovants in Romania

 

Link utile:

Il sito del museo a cielo aperto è in rumeno ma se clicchi con il tasto destro e selezioni traduci potrai ottenere la traduzione in italiano.

Un’altra località rumena che si contraddistingue per la sua bellezza naturale è la foce del Danubio. Trovi maggiori informazioni nel seguente collegamento:

La lista ponti del Diavolo finisce a pieno titolo nella lista viaggio poiché si possono organizzare delle gite conformi al folklore locale. La base che accomuna tutte le leggende collegate ai vari ponti dislocati nel mondo fa riferimento a un patto siglato, e non mantenuto, fra i cittadini di un villaggio e il Diavolo.

Non solo. Questi ponti si trovano in luoghi speciali, in cui si presuppone possa fluire un sottofondo magico dovuto alla concentrazione di energia supportata dall’incontro fra roccia e acqua: da sempre due elementi naturali considerati di entità superiore.

Il comune denominatore è la comparsa di un determinato giorno in cui queste facoltà si esaltano a vicenda dando vita a un potere sovrannaturale, designato come portale che collega una dimensione all’altra.

Quindi, da una parte vige un fondamento di credenza cristiana, dall’altra una forma evanescente di paganesimo. La leggenda più frequente, che si può riscontrare attraversando uno di questi ponti, è quella del patto con il Diavolo.

Qual è la correlazione fra ponte e Diavolo?

In sostanza, pare che un villaggio per salvarsi da qualche calamità naturale, abbia stipulato un patto di aiuto con il Diavolo. Al Diavolo veniva chiesto di costruire un ponte mentre gli abitanti avrebbero sacrificato un bambino o una vergine come pegno sotto forma di ringraziamento.

Una volta costruito il ponte però i cittadini ritraevano la garanzia e non consegnavano il pegno. Il ponte veniva così maledetto e a cadenza regolare – che corrispondeva al giorno in cui si doveva saldare il pegno – il Diavolo si presentava per riscuotere il proprio premio.

Il ponte era considerato un’opera ingegneristica di tale livello che le persone più semplici presupponevano fosse realizzato da un’entità non umana. Per questo al ponte venivano collegati degli influssi sovrannaturali.

Infatti, la maggior parte di questi ponti ha una conformazione ad arco che può dare adito a dubbi se visto con gli occhi di una persona poco propensa alla conoscenza dell’architettura.

In Italia ce ne sono molti e alcuni di questi sono alquanto scenografici ma non mancano di apparire altrettanto mistici quelli europei nonché quelli extraeuropei.

 

ponte a Torcello, Venezia

Lista ponti del Diavolo in Italia, in Europa e nel mondo

 

ITALIA

La lista ponti del Diavolo in Italia accomuna quasi tutto il territorio. Spesso il ponte in questione è supportato da due nomi che identificano una particolarità, una determinata leggenda o un una personalità del luogo a esso collegata.

Nonostante ciò, la presenza diabolica surclassa quella originale portandosi appresso una nota esoterica di spessore, difficile da minimizzare o cancellare dalla mente delle persone.

Se vuoi scoprire la lista ponti del Diavolo in Italia dovrai visitare queste località:

  • Cividale del Friuli, Civita di Bagnoregio, Lanzo Torinese, Torcello, Vulci, Paola, Dronero, Barizzo (lungo il fiume Sele), Tolentino, Trasquera (unendo a esso la frazione di Bugliaga).

Esistono poi altri ponti che presentano due nomi: uno principale e uno sottinteso alla maledizione diabolica. Per esempio, il Ponte Gobbo a Bobbio è conosciuto anche come ponte del Diavolo forse a causa della sua spettacolare forma e lunghezza. Così come il ponte Cecco ad Ascoli Piceno, l’acquedotto medievale di Salerno e il ponte Coperto a Pavia sono conosciuti anche come ponte del Diavolo.

Nella lista ponti del diavolo vengono citati anche ponti dedicati alle personalità romane:

  • il ponte di Annibale a Ricigliano, a Cerreto Sannita, a Luogosano e a San Mango sul Calore, il ponte di Augusto e Tiberio a Rimini, il ponte d’Ercole nella zona di Frignano, il ponte Fabio Massimo o ponte dell’occhio a Faicchio.

Il fattore diabolico è forse collegato al tempo, in quanto ai cittadini medievali sembrava quasi impossibile che in epoche remote si potessero costruire dei ponti così robusti e stabili, tali da durare fino ai giorni nostri.

Gli altri ponti del Diavolo presenti nella lista sono:

  • il ponte Calatrasi a Roccamena, il ponte delle Streghe a San Lupo, il ponte della Maddalena a Mozzano e il ponte di Santo Spirito tra Montecalvo Irpino e Casalbore.

 

ponti europei diabolici

 

EUROPA

In Europa coesistono, come nel territorio italiano, le leggende legate all’esoterismo dei ponti. L’origine pare essere la stessa collegata alle componenti folkloristiche sia pagane che cristiane.

Probabilmente, l’impatto avveniristico dei ponti ha toccato la coscienza di molte persone trascendendo le varie religioni e spiritualità. Gli austriaci temono, in particolare, il Teufelsbrücke a Finkenberg mentre in Bulgaria nelle vicinanze di Ardino presenzia il Dyavolski most.

Gli altri stati europei che vantano un solo ponte del Diavolo sono la Russia a Puškin, la Polonia a Czerna, il Portogallo fra tra Vieira do Minho e Montalegre e la Estonia con il soprannome Kuradisild a Tartu.

In Belgio ci sono ben due ponti del diavolo a Chaudfontaine e Woluwe-Saint-Pierre come nel Regno Unito a Ceredigion e a Kirkby Lonsdale. Due ponti sono presenti anche in Repubblica Ceca con il nome Čertův most a Blansko e a Náměšť nad Oslavoua, in Slovenia accompagnato dal nome caratteristico Hudičev most a Bohinj e a Sottotolmino e in Svizzera a Egg e Andermatt.

La Spagna, forte della sua tradizione cattolica ne possiede tre: il Ponte di Castrejana a Barakaldo e i due Puente del Diablo a San Miguel de Pedroso e a Martorell. La Germania ne ha quattro con il nome riconoscibile come Teufelsbrücke a Kromlau di Gablenz, Mannheim, Flensburgo e Inzigkofen.

A fare concorrenza all’Italia, in quantitativo di ponti del Diavolo, è la Francia che ne presenta ai visitatori e ai suoi conterranei ben 25. Un numero che se andiamo a controllare surclassa quello italiano.

La lista ponti del Diavolo in Francia comprende le località:

  • Alet-les-Bains, Anzême, Bellecombe-en-Bauges, Biarritz, Cahors, Céret, Échenoz-la-Méline, La Chapelle-du-Bard, Montgaillard, Olargues,  Chalencon, Saint-Christaud, Saint-Marcellin-en-Forez, Saint-Palais-sur-Mer, Thueyts, Toulon-sur-Arroux e a Villemagne-l’Argentière.

Il Pont de Tigny o Ponte del Diavolo si trova a Pouilly-sous-Charlieu mentre il Gole del Pont du Diable a La Vernaz. Entrambi si riconoscono non solo come ponte del Diavolo ma con un secondo nome correlato, così come il Ponte di Sant’Antonio a Montoulieu.

Ci sono, infine, i ponti del Diavolo di collegamento tra un comune e l’altro, come il pont sur l’Hérault, pont du Gouffre noir o pont du Gour noir che unisce Saint-Jean-de-Fos e Anianequelli. Altri ponti sono presenti a:

  • Crouzet-Migette e Sainte-Anne, Mazaugues e Signes, Ménerval e Saumont-la-Poterie, Romagny e Le Neufbourg, Saint-André-de-Chalencon e Tiranges.

LISTA PONTI DEL DIAVOLO NEL MONDO

Il resto del mondo porta in alcuni stati la leggenda di un ponte diabolico toccato dalla presenza di un diavolo o di più diavoli che si ritrovano sotto le arcate della costruzione.

In Algeria è tenuto sotto osservazione il Ponte du Diable a Costantina, ad Antigua il Devil’s Bridge, in Costa Rica il Puente de Piedra, nel distretto di Grecia mentre in Bolivia fa sprezzo del suo valore esoterico il Puente del Diablo a Potosí.

Il Messico ne possiede due: il Puente del Diablo a Cuernavaca e quello a Victoria de Durango mentre gli Stati Uniti solo uno: il Devil’s Bridge a Sedona, nello stato dell’Arizona.

Il museo della stregoneria ‘Strandagaldur’ si trova nel profondo nord dell’Europa e, più precisamente, nella costa occidentale dell’Islanda. Il legame esoterico fra l’Islanda e magia è molto forte e nell’antichità si estendeva nella religione pagana e nella mitologia.

Fra i personaggi iconici della mitologia islandese ricordiamo Odino, Freya e Thor. La loro magia era chiamata seiðr, sebbene in italiano si conosca come seidr, seid o seidhr.

La finalità di questo tipo di magia era quella di raggiungere il più alto potere, conosciuto anch’esso con un nome caratteristico: il fjölkungi.

La fede magica

 

Prima dell’avvento del cristianesimo e poi della religione protestante, in Islanda si professava il culto della magia. A esercitarlo erano per la maggior parte uomini che fungevano da tramite fra le divinità e l’umanità.

Non è facile risalire alle origini del culto anche perché la maggior parte degli scritti sono stati bruciati ed eliminati. Solo alcuni libri sono conservati alla Biblioteca Nazionale d’Islanda e narrano un mondo costellato di pozioni magiche, incantesimi e sacrilegi.

Per mantenere intatte le radici culturali del popolo islandese si è deciso di aprire un museo della stregoneria che andasse a raccontare questo periodo di tempo fin troppo nebuloso. Basta dirigersi verso la cittadina di Holmavik per trovare questo particolare museo dedicato alle arcane tradizioni praticate nel XVII secolo.

Il nome esaustivo del museo della stregoneria è: ‘Museo della Magia e della Stregoneria Islandese’ che riporta inevitabilmente alla memoria la scuola magica di Harry Potter. Solo che qui non c’è un vero e proprio indirizzo di studi bensì una testimonianza delle pratiche che hanno anticipato la medicina e la chimica attuale.

Infatti, secondo Frazer la magia e l’alchimia sono stati gli elementi precursori alla scienza e alla chimica.

pozione magica nel museo della stregoneria

Museo della stregoneria Strandagaldur

 

Il museo inaugurato nel 2000 contiene due livelli di visita. Al primo piano troviamo un’alternanza di mostre permanenti e fisse. Le quali si articolano sui Nábrók o necropants, sui grimori e sui bastoni con sigilli magici come il Galdrabók.

I Nábrók sono l’elemento più angosciante del museo: si tratta di un paio di pantaloni per uomo o per donna realizzati interamente di pelle umana. Secondo la tradizione indossarli significava riuscire a racimolare una quantità pressoché infinita di denaro. E immagino che nonostante l’orrore molti di noi li indosserebbero volentieri!

I grimori sono i famosi libri delle streghe nei quali venivano appuntate le ricette magiche, gli incantesimi e le pozioni che servivano a creare gli incantamenti. I bastoni magici avevano dei poteri magici ed erano utilizzati dagli stregoni.

Il piano superiore è dedicato alla caccia alle streghe in Islanda. Vengono raccontati gli avvenimenti più famosi rimasti nella memoria collettiva. In questa sezione si presentano accusate e accusatori e l’esito della diatriba.

Dall’Europa al Canada è un viaggio, e poi dal Canada all’Europa è un altro viaggio, trascinato dal magico sentore dei tulipani. I tipici fiori olandesi che rappresentano una nazione e la loro delicata forza.

Riassunto del film: “Tulipani – amore, onore e una bicicletta”

 

Una bellissima ragazza di nome Anna, dai capelli biondi ramati, corre per le vie di Montreal con una bicicletta vecchia e scassata. Si avventura per il traffico cittadino con l’intenzione di andare a trovare sua mamma, ricoverata in ospedale.

Purtroppo questo sarà l’ultimo giorno in cui staranno assieme: perciò la madre le strapperà la promessa di portare le sue ceneri al paese natio, in Puglia

Un passato che inverte il presente e un viaggio a ritroso. Prima dell’Europa al Canada e ora dal Canada all’Europa, o meglio in Italia. Ma è proprio questo viaggio a inaugurare una nuova prospettiva di vita.

Scoprirà di non essere figlia di sua madre ma di due immigrati olandesi trasferitesi in Italia. Tutto avvenne durante la terribile inondazione che colpì l’Olanda e che lasciò gran parte della popolazione sfollata e senza casa.

In un ricovero d’emergenza si conobbero e si amarono i genitori di Anna. Ma poi il padre se ne andò lasciando un messaggio alla futura madre di raggiungerla in un posto nel mondo quando si fosse sistemato.

Attraversò l’intera Europa in bicicletta fino ad arrivare in un paesino dell’entroterra pugliese. Qui instaurò nuove amicizie, acquistò una masseria e impiantò bulbi di tulipani.

A non tutti piacque l’arrivo del “gigante olandese” nonostante lui sapesse farsi ben volere dalla gente. Cominciarono i primi battibecchi che sarebbero stati divertenti se non fosse stato coinvolto un malavitoso locale. 

La situazione iniziò a degenerare e ad Anna, in arrivo al paese, vennero raccontati tutti questi fatti, compreso l’epilogo finale. 

 

tulipani Europa al Canada

 

Dall’Europa al Canada: recensione film

 

Vorrei fare anch’io un viaggio dall’Europa al Canada ma in questo periodo mi devo “accontentare” di rimanere in Italia! Fra i due continenti emergono importanti divergenze che sono state egregiamente illustrate nel film.

La trama è narrata in modo spiritoso e rende il racconto divertente, nonostante siano trattati temi alquanto seri. Ma è stato il messaggio finale quello che mi ha colpita maggiormente.

Un inno alla vita, da godere in ogni situazione, anche nella più avversa. E un ringraziamento a chi ci ha preceduto: a chi ha lottato per dotarci di un futuro sereno, libero da costrizioni.

Infine, forse, l’insegnamento più grande di tutti: gli spaghetti non vanno schiacciati, non vanno tagliati ma solo arrotolati delicatamente con la forchetta. Insegniamo ai barbari a mangiare, dall’Europa al Canada.

 

Guarda il trailer del film, clicca qui.

La meravigliosa cittadina inglese di Epsom si trova nella contea del Surrey e fa parte dell’area metropolitana di Londra. È collegata alla capitale inglese tramite una linea ferroviaria che passa dalle stazioni di Victoria e Waterloo e anche da alcuni autobus. 

Il popolo britannico la adora, tanto da considerarla come una delle migliori città del Regno Unito in cui vivere.

Le attrazioni turistiche di Epsom

 

La passione degli inglesi per i cavalli ha permesso di distribuire all’interno dello stato diversi ippodromi e uno dei più importanti e famosi si trova proprio qui. Il suo nome è l’Epsom Downs Racecourse e ogni anno ospita il Derby di Epsom. Ma se anche tu, come me, non sei un grande appassionato di corsa di cavalli, cosa potresti visitare a Epsom?

La cittadina ha un occhio di riguardo per i più piccoli, i quali possono trovare parchi a tema, parchi avventura, parchi di divertimento e zipline. L’Hobbledown racchiude queste attrattive ed è uno dei luoghi amati anche dagli adulti. In alternativa si possono testare avventure alternative come l’ Escape Room o il minigolf nel Jungle Island Adventure Golf.

Gli appassionati di shopping, invece, si possono rilassare fra gli scaffali del centro commerciale dell’Ashley Center e acquistare curiosi maglioni o gilet in tweed, in tartan o di lana delle isole irlandesi di Aran.

La Contea del Surrey è famosa per il suo verde ed è per questo che molte persone l’hanno scelta come casa, mentre si spostano quotidianamente per lavorare a Londra. Ma è inutile venire qui e aggirarsi per tutta la Contea alla ricerca di Little Whinging: il sobborgo in cui ha vissuto Harry Potter è un’invenzione di J.K. Rowling e come Hogwarts, rimane interdetto ai babbani!

Non ti rimane, dunque, che ripiegare sui parchi dove potrai rilassarti e leggere uno dei libri dell’autrice inglese: Nonsuch Park, Rosebury Park, Alexandra Recreation Ground e per finire la riserva naturale di Epsom Common. Niente male, vero? Sono tappe amene che puoi associare alle cure benefiche dell’epsomite, il solfato di magnesio, isolato per la prima volta qui a Epsom.

 

sali epsom e benefici

 

I sali di Epsom

 

Difficile non parlare del sale inglese che procura innumerevoli benefici a chi lo utilizza. Serve a depurare fegato e intestino ed è ideale come trattamento durante i cambi di stagione, soprattutto in primavera e in autunno. 

Come si estrae? Questo tipo di minerale si forma in tre ambienti differenti: nei depositi di salgemma, nelle efflorescenze di aree dolomitiche o calcaree e in zone ossidate dalla presenza di giacimenti di pirite. Viene quindi raccolto naturalmente e poi lavorato artificialmente affinché diventi utilizzabile dall’uomo.

In questo contesto possiamo comprendere come la presenza di epsomite non sia limitata al Surrey ma si trovi un po’ in tutto il mondo. Gli altri giacimenti rilevati si trovano:

  • in America: nei laghi salati dei monti Kruger, nello Stato di Washington e nella Valle della Morte in California;

  • nei laghi magnesiferi di Djaman-Klych, in Russia;

  • a Hodrusa in Slovacchia e a Sedlitz in Boemia.

Anche in Italia ne possiamo trovare e più precisamente in Valle d’Aosta, lungo il tragitto che da Châtillon porta a Ussel, in provincia di Vicenza nella zona delle Valli del Pasubio, a Rio delle Laste a Sarentino in Alto Adige, come pure nello Stelvio, nelle fumarole del Vesuvio e in Liguria nella miniera di piriti a Libiola e nel monte Ramazzo. 

Se diamo un’occhiata ai negozi di benessere scopriamo che ci sono diversi tipi di sale come, appunto, il sale di Epsom, il sale del mar Morto o il sale dell’Himalaya.

Qual è la differenza fra essi?

Il sale di Epsom, come già anticipato, serve per depurarsi e per alleviare dolori articolari e muscolari. In questo senso è molto utilizzato dagli sportivi che lo usano dopo impegnative competizioni sportive. Può essere utile anche disciolto nell’acqua per rilassare il corpo e contrastare l’effetto jet lag.

Quello del mar Morto, invece, è indicato per gli inestetismi della pelle e non va assolutamente ingerito in quanto ha una presenza di salinità 10 volte superiore alla media. Cura i problemi dermatologici seri come la dermatite, l’acne, gli eczemi, la psoriasi e la vitiligine. Ottimo anche come trattamento per la cellulite.

I sali dell’Himalaya vengono usati prevalentemente in cucina o nel bagno in quanto essendo sali in cristallo hanno mantenuto le loro proprietà inalterate e contengono ben 84 oligoelementi che vanno a combattere la ritenzione idrica, l’ipertensione e i problemi alla tiroide. Anche se, gli scienziati sostengono che questo tipo di sali non abbiano alcun potere curativo.

George Orwell senza soldi a Parigi e a Londra? Ma quando è successo e come faccio io a sapere di questa avventura accorsagli? Ho solamente letto il suo libro e ora te ne lascio la recensione.

È stato narrato dallo stesso protagonista fra le pagine del romanzo: “Senza un soldo a Parigi e a Londra” dove si ritrovò a svolgere i lavori più umili, a fare accattonaggio e a vendere i propri vestiti per potersi permettere una dimora e del cibo.

La vita di Orwell

 

Orwell è conosciuto per essere il padre dei romanzi distopici inglesi grazie ai titoli “1984” e “La fattoria degli animali”: due testi che non mi hanno fatto dormire per alcune notti.

Le sue avventure nelle metropoli europee invece, si discostano totalmente dal genere letterario che l’ha reso famoso, presentandosi come una sorta di reportage sulla società degli anni Trenta.

L’autore nacque in India e si trasferì solo da adolescente in Inghilterra, nell’Oxfordshire. Fu ammesso all’Eton College e lo frequentò per quattro anni dove conobbe come professore Aldous Huxley, un altro autore distopico che probabilmente influenzò i suoi scritti futuri.

A causa delle continue vessazioni che subiva dai compagni di scuola per le sue radici in parte indiane, decise di abbandonare gli studi e di seguire le orme professionali del padre, il quale lavorava nelle file dell’amministrazione britannica in India.

Fu spedito così in Birmania dove si arruolò nella Polizia Imperiale. L’esperienza però durò ben poco: il clima di repressione e di arroganza lo lasciò disgustato dal regime, e gli fece decidere di rinunciare alla mansione lo stesso anno.

Ed eccolo comparire in Francia e più precisamente a Parigi dove si presterà a vivere nei sobborghi più poveri della capitale. Alle vicissitudini francesi farà parte anche un breve periodo da disoccupato a Londra che lo farà avvicinare al mondo dei senzatetto.

 

foto di George Orwell

 

George Orwell senza soldi a Parigi e a Londra

 

Ho trovato il libro estremamente interessante per conoscere le condizioni sociali in cui vivevano parte dei cittadini delle più popolose capitali europee

Siamo nel periodo a cavallo fra la Prima e la Seconda guerra mondiale e l’economia degli stati europei sta faticosamente cercando un equilibrio. Le città stanno diventando sempre più commerciali e molti hotel ospitano i soggiorni delle personalità altolocate. 

Di contro, la povertà nei bassifondi diventa sempre più devastante e le condizioni di lavoro non garantiscono una vita dignitosa. Cercare lavoro al ristorante o in hotel significa adattarsi a delle condizioni disumane e saggiare il livello di sporcizia degli ambienti. 

Dopo varie peripezie Orwell trova lavoro come sguattero: coperto dal sudiciume a lavorare per 17 ore al giorno.

La misera paga gli permette appena di mangiare e di pagarsi una stanza e di conoscere la gerarchia delle cucine. Lui appartiene al gradino più basso, al quale seguiranno i magazzinieri, i camerieri, i cuochi, i direttori fino ad arrivare al direttore generale che decide le sorti di tutti.

Resiste circa un mese per poi ritornare a Londra abbagliato da una proposta di lavoro che si volatizza non appena tocca suolo inglese. Si ritrova quindi a vivere da senzatetto per alcune settimane. E anche qui, funge da reporter, osservando il comportamento e studiando le chiavi di lettura di quel particolare microcosmo.

A Londra

Vive le avventure più disparate che interiorizza e che andranno a formare la sua mentalità socialista. Lo scrittore sarà bollato come fervente sostenitore del partito di sinistra.

Un romanzo colorato da esperienze paradossali che fanno sorgere una domanda: quanto si è fatto per aiutare i cittadini che si ritrovano in condizioni disagevoli?

La compagnia di bandiera portoghese si chiama Tap Portugal e ti accompagna in tutte le isole portoghesi e nelle ex colonie del Sud America. Ma non solo, perché potrai viaggiare anche verso le destinazioni europee, nord americane e africane.

In pratica puoi volare in quasi tutto il mondo facendo una piacevole sosta a Lisbona di alcuni giorni per visitare la città per poi avventurarti verso la meta esotica da te scelta.

Come prenotare

 

Il pannello di prenotazione è piuttosto facile e intuitivo. I dati da inserire saranno:

  • aeroporti di partenza e di arrivo;
  • le date;
  • il numero dei passeggeri;
  • voli diretti o date flessibili.

Puoi anche decidere di modificare i parametri di andata e di ritorno aggiungendo, se necessario, il multi-city o lo stop over. Di che cosa sto parlando?

Il multi-city è l’opzione da scegliere qualora volessi visitare più città prendendo quindi diversi voli, mentre con lo stop over indichi alla compagnia il desiderio di fermarti fino a un massimo di 5 giorni per visitare la caratteristica capitale portoghese.

Gli optional disponibili da aggiungere riguardano il transfer, l’hotel e il noleggio dell’automobile in primis ma puoi anche prenotare in anticipo tour, navi da crociera e altre opzioni cliccando su “vedi tutte le opzioni di boot“. 

Crea un account sul sito della compagnia di bandiera portoghese per controllare lo stato del volo, le informazioni sui bagagli e tutti i possibili aggiornamenti.

La mia esperienza con la compagnia di bandiera portoghese

 

Ho utilizzato Tap Portugal per visitare l’isola Saõ Miguel nelle Azzorre e devo ammettere che mi sono trovata molto bene. I voli sono stati 4: da Venezia a Lisbona e da Lisbona all’isola di Saõ Miguel. 

Nessuno di questi è arrivato in ritardo e le pratiche di trasferimento sono state precise e puntuali. Il pranzo a bordo è stato superiore alle aspettative e le hostess passavano continuamente per offrire acqua, tè o caffè.

Per la cronaca tè in portoghese corrisponde alla parola chá e viene pronunciata “sha“. Te lo dico perché non sapendo che rispondere alla domanda della hostess ho annuito e mi sono ritrovata un profumato bicchiere di tè alla menta fra le mani!

Prima di ritornare a casa mi sono fermata cinque giorni a visitare la capitale portoghese e ho scelto un hotel in centro, vicino alla stazione della metropolitana.

Avrei voluto fermarmi di più perché Lisbona è molto grande e offre tantissime opportunità e attrattive per i turisti. Le isole Azzorre poi sono un incanto, e consiglio a tutti di visitarle una volta nella vita.

 

Tram a Lisbona compagnia di bandiera portoghese

 

Recensioni su Trustpilot della compagnia di bandiera portoghese

 

Sono rimasta sorpresa nel vedere le recensioni lasciate dai viaggiatori per Tap Portugal in quanto, ahimè, denotano un peggioramento dei servizi.

Non so se questo sia dovuto alla situazione pandemica attuale ma chi ha volato con la compagnia di bandiera portoghese ultimamente non è rimasto affatto soddisfatto.

Le ultime recensioni, infatti, portano a stento il voto di una stellina e la maggior parte dei recensori lamenta di essere stato abbandonato a seguito di un volo cancellato.

Solo il 4% ha valutato il volo con 5 stelline, il 2% ha lasciato un voto di 4 stelline che corrisponde a molto buono e meno dell’1% ha qualificato il volo accettabile.

Aggiornamento gennaio 2024: le recensioni rimangono pessime ma la compagnia ha cambiato nome diventando Tap Air Portugal.

 

Articoli correlati: