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Possiamo almeno viaggiare con la fantasia in questo periodo di pandemia globale? Sì, grazie al programma Prime Video di Amazon.

La ricca programmazione offerta dal canale di Bezos ci permette di esplorare luoghi che al momento ci sono interdetti. Nulla ci vieta di sognare, né di spostarci con la mente in quei paesi che avremmo voluto visitare quest’anno.

Per questo motivo ti lascio dei suggerimenti di visione che trovo piuttosto appetibili nel caso nascesse il bisogno di evadere da questa momentanea, pesante realtà.

Viaggiare con la fantasia con Prime Video

 

IL VIAGGIO DI FANNY

 

film il viaggio di fanny

Più che un viaggio si tratta di una fuga quella di Fanny e dei suoi amici. Mandata in colonia per scampare al rastrellamento dei tedeschi a caccia di ebrei in territorio francese, si ritrova suo malgrado a fuggire anche da quella che sembrava una roccaforte sicura.

L’unica destinazione possibile per salvarsi la vita è il territorio neutrale della Svizzera. Lì si dirigeranno i nostri eroi, lasciando ciò che prima sembrava una normale vita.

 

LO STRAORDINARIO VIAGGIO DI T.S. SPIVET

 

Film Prime VideoT.S. riceve una telefonata che gli cambia la vita. Scopre, infatti, di aver vinto il premio Baird a seguito della sua invenzione.

L’ideatore del dispositivo capace di funzionare in moto perpetuo parte da solo alla volta della Smithsonian attraversando tutta l’America solo per ritirare il premio.

La sorpresa più grande, però, l’avranno gli organizzatori dell’evento quando scopriranno che T.S. altri non è che un bambino.

 

VIAGGI AL RALLENTATORE

 

I protagonisti di questa serie TV sono Ludovico de Maistre e Gabriele Saluci che si aggirano nel mondo viaggiando con veicoli improbabili a caccia di avventure. 

Tra i paesi visitati figurano il Giappone, l’Islanda, il Madagascar, eccetera. Le puntate sono state girate per il programma della Rai “Alle falde del Kilimangiaro” e riproposte in via esclusiva da Prime Video. 

Serie TV Prime Video viaggiare con la fantasia

 

VIAGGIARE CON LA FANTASIA: LISTA FILM, DOCUMENTARI E SERIE TV

 

Oltre ai tre che ti ho presentato sopra potresti trovare interessanti anche i seguenti:

  • Viaggio attraverso il Serengeti (film);
  • Bekas – In viaggio per la felicità (film);La nostra vacanza in Scozia (film);
  • Azmaish (documentario);
  • AQ*A (documentario);
  • In viaggio con il documentarista (serie TV);
  • Wild West Coast (documentario);
  • Appunti di viaggio su moda e città (film);
  • Salar (documentario);
  • Il viaggio di Amelie (film).

A questi si aggiungono molti altri oltre a quelli già presentati nella sezione “film di viaggio” del blog e quelli proposti nel Prime Video. 

Quale viaggiatore non vorrebbe andare a spasso nel bosco con Bill Bryson? Virtualmente lo può fare grazie al film uscito nel 2015. A interpretare il giornalista e scrittore di viaggi c’è Robert Redford accompagnato da Nick Nolte.

Il titolo originale dell’opera è “A Walk in the Woods” è racconta l’ennesima avventura del protagonista che desidera cimentarsi nel lungo e tortuoso sentiero degli Appalachi.

Hai mai sentito parlare di Bill Bryson? 

 

Se ami leggere racconti di viaggio sicuramente avrai sentito il suo nome. È autore di diversi volumi come “Una città o l’altra”, “America Perduta”, “Piccola grande isola” e molti altri. 

Si laurea come giornalista e trova lavoro all’università di Durham in Inghilterra dove si era trasferito dopo aver conosciuto la moglie. Diventa autore di libri di viaggio ma anche di saggi che lo faranno entrare nell’olimpo degli scrittori più influenti.

In questa ultima avventura decide di percorrere i 3500 chilometri che attraversano le montagne degli Appalachi dalla Georgia al Maine. Ci riuscirà?

Per avere una spalla e un aiuto si affiderà alla compagnia di Stephen Katz (interpretato da Nick Nolte), un amico che lo accompagnò anche in gioventù nel suo viaggio alla scoperta dell’Europa.

L’unica differenza fra il viaggio fatto in Europa e questo degli Appalachi è proprio l’età. I due, infatti, non sono più nel fior fiore degli anni ma anzi si ritrovano a essere piuttosto fuori forma.

Il richiamo di una nuova esperienza però li farà avanzare passo dopo passo fra incontri non sempre piacevoli e impedimenti di ogni tipo. Dal viaggio nasce il libro che poi verrà trasportato al cinema.

 

montagne innevate a spasso nel bosco con Bill Bryson

A spasso nel bosco con Bill Bryson

 

Il film rappresenta l’ideale di viaggio che ogni persona vorrebbe fare almeno una volta nella vita. Una preparazione a casaccio, la compagnia di un personaggio strampalato e la ritrovata forza di volontà che si ripresenta nei momenti più impensabili. 

L’esperienza leggera di chi decide di partire senza “pensarci troppo” affrontando gli imprevisti come se fossero dei semplici e inevitabili ostacoli che si frappongono nel cammino.

Quella folata di vento di fernweh che ogni tanto si ripresenta alla mente chiedendo di abbandonare ciò che stiamo vivendo per inoltrarci nel caso: un luogo in cui non si conoscono in anticipo le variabili.

Ogni viaggiatore ha assaporato questo bisogno e se è stato diligente e lo ha seguito si ricorderà dell’esperienza come qualcosa di originale e fantastico. 

A volte, semplicemente, non possiamo evitare i richiami della natura e ritorniamo a camminare nei boschi per respirare quell’aria di libertà che spesso manca nelle nostre vite. 

Una libertà che richiede però sacrificio, ma che ci riempie di soddisfazione e di ricordi piacevoli da condividere nei momenti in cui nulla abbiamo da raccontare.

Dobbiamo caricarci di ricordi per la vecchiaia” diceva Leonardo da Vinci ma possiamo anche continuare ad avventurarci, senza paura, nei sentieri del mondo, come se non ci fosse alcuna età a impedircelo.

Recensione Jungle: il film che racconta una storia vera vissuta nel 1981 in Bolivia da un gruppo di giovani escursionisti nella giungla. Il protagonista della pellicola è Daniel Radcliffe meglio conosciuto al pubblico come il maghetto Harry Potter.

L’ambientazione non ha nulla a che vedere con le mura sicure del castello di Hogwarts perché qui ci troviamo in Bolivia, una terra affascinante quanto pericolosa, se visitata con una certa ingenuità.

La regia è curata da Greg Mclean e gli altri interpreti presenti sono Lily Sullivan, Thomas Kretschmann, Jacek Koman e Alex Russell. Il film è uscito nei grandi schermi nel 2017.

L’Inizio 

 

Un viaggio avventura che comincia come ‘anno sabbatico’ per Yossi Ghinsberg, un giovane israeliano partito dal suo paese per visitare in lungo e in largo il sud America.

Giunto in Perù fa amicizia con un ragazzo svizzero di nome Markus diretto come lui a La Paz, la capitale boliviana. I due si scambiano aneddoti di viaggio vissuti durante i loro vagabondaggi e decidono di soggiornare assieme nello stesso ostello.

Lì incontrano un altro ragazzo di nome Kevin che Markus aveva già avuto il piacere di conoscere mentre Yossi lo aveva sentito nominare per i suoi innumerevoli viaggi nel mondo. I tre legano subito e trascorrono le giornate visitando la città e facendo festa la notte.

Durante una passeggiata solitaria fra le vie di La Paz, Yossi viene fermato da un geologo austriaco che inizia a parlargli di un tour alla scoperta delle popolazioni indigene che vivono nella foresta amazzonica.

Si tratta di un esplorazione avvincente toccando terre che difficilmente altri uomini hanno veduto. Corre subito a parlarne agli amici che si lasciano contagiare dal suo entusiasmo.

Così partono con la loro guida e uno zaino a testa riempito di cibo acquistato per strada. Programmano un tour di 4/5 giorni nella natura più selvaggia.

Nella giungla

 

Le idee, si sa, sono sempre più intriganti rispetto la realtà e ben presto se ne accorgono anche i nostri protagonisti. Camminare nella giungla non è affatto facile perché ci sono insetti velenosi, piante urticanti, terreni melmosi e il caldo è insopportabile.

Inoltre, essendo una foresta pluviale è spesso attraversata da fastidiosi, seppur brevi, temporali. Hanno avuto l’accortezza di partire poco prima del periodo delle piogge. 

Markus comincia ad avere problemi di piaghe e vesciche ai piedi formatesi a causa delle lunghe camminate in terreni non proprio agevoli. Questo intoppo fa rallentare il gruppo che deve fare delle soste più lunghe per permettere al ragazzo di riposarsi.

Gli altri due amici iniziano a spazientirsi perché sono a ridosso del periodo delle piogge e sono preoccupati che il tempo possa peggiorare. In più, sono impazienti, com’è normale a 20 anni, nel vedere qualcosa di inesplorato.

Dopo un breve consulto decidono di proporre alla guida di continuare il viaggio navigando il fiume, evitando così di far camminare l’amico e accorciare anche i tempi di percorrenza.

La guida si dimostra poco propensa all’idea ma poi, di buon grado, accetta. Così costruiscono una zattera e si avventurano lungo la corrente alquanto turbolenta.

Dopo qualche ora di navigazione sono obbligati a fermarsi presso una spiaggetta: stavano quasi perdendo l’imbarcazione a causa della forte corrente e dell’incertezza del timoniere.

Kevin e Yossi discutono nuovamente. I ragazzi si sono accorti che la guida ha paura a nuotare e che rischiano di annegare seguendo le sue indicazioni. 

Arriva il colpo di scena perché la guida decide di non continuare il viaggio ma di ritornare a La Paz. I due giovani non ci stanno mentre Markus, stremato dal dolore, decide anch’esso di abbandonare l’avventura. 

Il gruppo così si divide: da una parte fanno ritorno la guida e Markus, dall’altra Kevin e Yossi continuano il viaggio. Questi ultimi, però, saranno ben presto divisi da un’incidente che li farà sbalzare fuori dalla zattera.

 

Daniel Radcliffe nella locandina del film, recensione Jungle

 

Recensione finale di Jungle

 

Ovviamente non ho nessuna intenzione di rovinarti il finale per fare una recensione di Jungle completa, però posso lasciarti il trailer. Sappi solamente che Yossi si ritrova per oltre una settimana nella foresta da solo, mentre Kevin cerca di convincere qualcuno a cercarlo.

Per sapere degli altri due protagonisti della vicenda dovrai vedere il film ma ti posso anticipare che non ci sarà, purtroppo, un lieto fine.

Il film, che ripeto racconta una storia realmente vissuta, mi ha lasciato un po’ turbata. Ho ripensato al mio viaggio in solitaria in Centro America e ho realizzato che il pericolo per un viaggiatore in solitaria è sempre dietro l’angolo.

Soprattutto quando ci si sente troppo sicuri e si iniziano a sottovalutare i messaggi che ci vengono mandati. Se si viaggia da soli bisogna prestare massima attenzione alle amicizie che si instaurano e, in modo particolare, alle situazioni che si vivono. 

Non sempre le persone hanno degli atteggiamenti benevoli e di solito lo capiamo ascoltando le sensazioni che suscitano approcciandoci ad essi. È importante seguire sempre l’istinto anche se questo comporta abbandonare un’idea a lungo sognata o superare l’imbarazzo di apparire fifoni.

Se qualcosa non ci convince non va fatta: punto.

Come si fa a capirlo?

Le sensazioni positive regalano un senso di calore, come se ci sentissimo espandere verso l’esterno, mentre quelle negative ci fanno ripiegare in noi stessi, come per difenderci. 

Prova a testarlo tu stesso: pensa a qualcosa che ti piace e a qualcosa che ti infastidisce. In che cosa si differenziano? Presta attenzione alla decisione in particolare se ti fa nascere qualche obiezione: registra i sentimenti provati e tienili a mente. 

Saprai istintivamente cos’è giusto fare e come vivere il tuo viaggio al meglio per renderlo un ricordo indelebile e un’avventura da raccontare più e più volte. 

La mia recensione di Jungle, per concludere, è positiva.

Mi è piaciuto vedere l’attore sotto un’altra veste e ho apprezzato il messaggio. Forse la durata poteva essere inferiore e certe scene tagliate ma nel complesso erano attinenti. 

Il regista ha voluto dare anche un tocco onirico grazie a sequenze di flashback e silenzi irritanti per rendere la storia ancora più avvincente e a mio avviso ci è riuscito in pieno. 

Infine, mi ha lasciato il desiderio di viaggiare, con le dovute accortezze, di esplorare nuovi paesi e di lasciarmi travolgere dal suono di lingue ancora inascoltate.

Un documentario africano che ti voglio consigliare è From Zero to Kilimangiaro” che racconta l’avventura dell’atleta Nico Valsesia. Con l’aiuto di una guida ha toccato la vetta in circostanze pressoché impossibili da affrontare.

From zero to Kilimangiaro (documentario africano)

 

Nico Valsesia è un atleta visionario, un po’ folle, che completa dei percorsi impegnativi in bicicletta e a piedi. Il documentario africano racconta proprio una delle sue avventure.

L’impresa è stata quella di conquistare la vetta del Kilimangiaro in poco più di un giorno. Ti sembrerà impossibile eppure ci è riuscito nonostante le disavventure.

Con un gruppo di supporter e amici è giunto alla città costiera di Tanga in Tanzania a zero metri sul livello del mare. Qui ha trascorso alcuni giorni per acclimatarsi dal caldo africano di giugno.

Il giorno prestabilito è partito in macchina per arrivare a Moshi. Ci sono volute all’incirca 6/7 ore e quindi ha trascorso il resto della giornata a completare i preparativi ed espletare le ultime formalità.

Il pomeriggio successivo è partito da Moshi fino ad arrivare all’entrata Umbwe Gate del Parco Nazionale del Kilimangiaro. Lungo la strada ha sofferto mal di pancia, ha forato la gomma e ha rischiato di venire investito più volte.

Ma alla fine, intorno alle 5 di mattina, ha finalmente raggiunto la meta prefissata. Ad attenderlo c’era l’atleta Gaudence Phesto, esperto scalatore e recordman di salita e di discesa della montagna.

 

bufalo al parco dell'amboseli documentario africano

Bufalo solitario

 

Il problema principale riscontrato nell’organizzare l’impresa fu proprio riguardo le leggi tanzanesi che prevedono l’entrata al parco solo accompagnati da una guida e nel rispetto dell’orario di apertura e chiusura che combacia con l’orario solare: dalle 6 di mattina alle 6 di sera.

Una guida qualsiasi non sarebbe stata in grado di tenere il ritmo di Nico ma la fortuna volle che Gaudence fosse, oltre che un’atleta, anche una guida certificata.

La fortuna aiuta gli audaci

 

Dopo le 17 ore di bici e aver consumato circa 400 chilometri, senza neppure dormire, Nico doveva affrontare un ulteriore tragitto di 24 chilometri per arrivare alla vetta dell’Uhuru Peak.

Non so come (e non ci proverò neanche mai!) ma ci riuscì: seguendo un percorso prima pianeggiante poi in salita, alternando corsa e camminata, fino a raggiungere la vetta che si trova sui 5.895 metri.

Un documentario africano (vedi il trailer) entusiasmante che insegna l’attitudine alla volontà, al sacrificio e alla fatica. Ognuno di noi nel suo piccolo può realizzare degli atti eroici seguendo le proprie inclinazioni e capacità. Le sfide ci mantengono vivi e ci mettono alla prova rendendo il tessuto quotidiano maggiormente stimolante.

Il documentario ci sprona nel porci degli obiettivi sempre più ambiziosi e distanti da noi per ritrovare la soddisfazione, una volta raggiunti, di esserci pienamente riusciti.