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Monterrico in Guatemala è una meta che si raggiunge per staccare dalla frenesia di Antigua e per respirare l’ambiente marino.

Si tratta della località balneare principale di tutta la costa pacifica e si giunge grazie ai tour organizzati o dagli shuttle che partono da Antigua o da Città del Guatemala. La zona è frequentata sia da stranieri sia da guatemaltechi ma non è adibita a contenere una forte componente turistica.

Le spiagge sono praticabili solo la mattina e alla sera a causa della presenza di sabbia nera e lavica, che con l’avanzare del calore del sole diventa praticamente bollente.

Difatti, è molto difficile vedere turisti prendere il sole, preferiscono ripararsi nelle piscine dell’hotel o degli ostelli. Anche qui l’acqua ha una potenza incredibile ed è veramente pericoloso nuotare.

Tra l’altro, lungo tutta la costa non esiste un servizio di salvataggio quindi se si decide di sfidare le onde del mare, lo si fa a proprio rischio e pericolo. Pertanto meglio non immergersi, a meno che non possiamo vantarci di essere dei nuotatori provetti.

 

biotopo Monterrico in Guatemala

Monterrico in Guatemala

 

La cittadina di Monterrico è molto piccola ma dotata di alcuni locali e supermercati dove poter fare la spesa. Esiste anche una scuola di spagnolo, il Proyecto Linguistico Monterrico, ma i costi di permanenza e di studio non sono convenienti come ad Antigua o nel lago Atitlan.

A parte prendere il sole e nuotare, o bagnarsi nel mare e in piscina, le attività da fare a Monterrico sono essenzialmente due: visitare il Biotopo Monterrico-Hawaii e fare una capatina al Tortugario Monterrico.

Il Biotopo di Monterrico in Guatemala è un’attrazione da non perdere. Si può prenotare tramite il proprio hotel o chiedere in giro, e si troverà, con una certa celerità, una guida pronta a portarci all’interno del parco.

L’attività inizia la mattina presto e a bordo di una lancha si visitano dei canali creati naturalmente dalle piante di mangrovie. In questo spazio vivono – piuttosto appartate – due tipi di tartarughe a rischio di estinzione.

La prima è la tartaruga liuto mentre la seconda è la tartaruga olivacea, entrambe difficili da avvistare allo stato brado.

Si parte la mattina presto dicevamo, quando le luci del sole non sono ancora visibili all’orizzonte, per assistere allo spettacolo degli aironi. Questa specie di animali, allo stesso tempo marittimi e terrestri, vengono nel Biotopo per trascorrere la notte.

All’improvviso, quasi percepissero un segnale convenuto, il quale corrisponde al crepuscolo, si alzano tutti assieme in volo e si allontanano dall’acqua librandosi in cielo. Lo spettacolo è strabiliante e lascia senza fiato.

La zona è famosa anche per la presenza di gamberetti che, sebbene protetti, vengono comunque catturati in minima parte e venduti in spiaggia come ricetta per il ceviche.

 

 

tartarughe dimenticate nella bacinella

Tortugario 

Il Tortugario è stata per me un’esperienza da dimenticare. Esaltata dall’idea di vedere liberare delle tartarughe in cattività, mi sono recata per vedere lo spettacolo.

Mai mi sarei aspettata di trovare un centinaio di persone schierate per assistere allo stesso evento. Gli addetti alla liberazione, che facevano parte dell’associazione, chiedevano un contributo di 10 quetzales per liberare una tartaruga.

Un espediente finalizzato a sostenere l’associazione nella protezione degli animali. Se non che, al momento della liberazione, la gente iniziò a urlare e parteggiare per la “propria” tartaruga, mettendo questi poveri animali in seria difficoltà.

Alcuni esemplari, inoltre, vennero dimenticati nelle ceste creando loro un forte stress. Le povere bestiole che tentavano di raggiungere il mare, invece, spaventate dal fracasso, non sapevano più quale fosse la direzione corretta da prendere.

Uno spettacolo aberrante, dal quale non mi sono ancora ripresa. Pertanto, non mi sento pronta a consigliarti la visita, sebbene ti suggerisca di contribuire alla causa, che per quanto sia fallace nelle modalità non lo è nelle intenzioni.

 

Cani abbandonati in Guatemala

 

Come trascorrere il tempo a Monterrico in Guatemala?

La risposta è semplice: il tempo a Monterrico in Guatemala si trascorre nell’ozio. Quando la sabbia non è diventata bollente per colpa del sole, le spiagge diventano territorio dei cani abbandonati.

Se ne hai l’occasione, compra loro un po’ di cibo. Ti bastano delle crocchette se le trovi in negozio oppure del pane. I cani in Guatemala soffrono profondamente la fame e appaiono scheletrici.

E tu cosa puoi mangiare? Ovviamente, il piatto principe della zona balneare: il ceviche. Si tratta di un piatto di gamberetti lasciati marinare secondo il metodo tradizionale messicano.

Come dessert, invece, ti consiglio di assaggiare il gelato banana. Cos’é? In maniera piuttosto semplice viene servita una banana congelata ricoperta di cioccolata e di granella di nocciola.

Una squisitezza non troppo calorica che potrai realizzare anche a casa!

Cobán è la città più importante del dipartimento dell’Alta Verapaz dalla forte connotazione indigena e un pochino caotica. Un mercato importante si svolge tutti i giorni nella via principale della città vecchia, mentre lontano dalla zona residenziale si trovano centri commerciali e negozi.

Cosa vedere a Cobán

 

Cobán merita una visita per l’assaggio del caffè aromatizzato al cardamomo. Nei dintorni infatti sorgono ordinate e molteplici piantagioni di caffè di qualità superiore, almeno a detta degli abitanti locali. A queste coltivazioni si affianca una pianta particolare che nulla ha a che vedere con la cucina guatemalteca: il cardamomo.

Questa pianta ha trovato terreno fertile per crescere e prosperare. Viene venduta in tutta Europa e contribuisce in piccola parte a rimpolpare le finanze dei campesinos, i contadini guatemaltechi.

Saggiamente poi, si è trovato un modo per utilizzarla anche in patria aggiungendola alla bevanda più amata e creando così un accostamento sublime. Va anche sottolineato però che la spezia è gustata soprattutto dai turisti in quanto il prezzo elevato e la poca fruibilità in cucina ne sfavorisce il consumo ai guatemaltechi.

Cobán è raggiungibile con i mezzi pubblici e senza cambi da Flores, Rio Dulce, Lanquín, El Progreso e Rio Hondo. La città è un incrocio tra il moderno, con i suoi negozi di stampo occidentale e centri commerciali, e il tradizionale con le chiese e il mercato rionale. Quest’ultimo ogni giorno presenta prodotti agricoli freschi, specialità come la moringa e prodotti culinari tipici come i tamales.

Suddivisa in vie principali e in vie laterali è un dedalo in cui è facile perdersi. La sicurezza poi, non è il massimo. È consigliabile, infatti, non trovarsi da soli in posti isolati onde evitare spiacevoli situazioni. Rimane comunque un ottimo punto di partenza per scoprire le bellezze nei dintorni.

 

guatemalteca

I punti di interesse nelle vicinanze sono:

  • Templo el Calvario, da questa chiesa è possibile ammirare la città e sbirciare i fedeli che lasciano offerte sui tabernacoli e sulle croci esterne all’edificio.
  • Orquigonia, il giardino delle orchidee a Tontem, vicino a Cobán. Numerose varietà di orchidee, coltivate già dai Maya, trovano rifugio in questa area. Nel periodo di dicembre vengono esibite durante la Mostra Nazionale dell’orchidea in città.
  • Parque Nacional las Victorias, con sentieri, laghetti e attrezzata a barbecue, campeggio e area bimbi adiacente al centro. Gli abitanti si riversano qui nel fine settimana per godere la pace e la tranquillità lontani dal traffico cittadino.
  • Balneario las Islas a Carchá, dove è possibile fare un piacevole bagno grazie a un affluente del fiume Cahabon.
  • Balneario Cecilinda e Grutas Rey Marco, un insieme di grotte dove poter rinfrescarsi con acqua cristallina e ammirare stalattiti e stalagmiti imponenti.

 

Giunti a quest’ultima destinazione dovrai lasciare andare lo scetticismo e farti guidare dalla fantasia per seguire la leggenda locale secondo cui “ogni desiderio espresso all’interno delle grotte diventerà realtà”. Perciò, buona fortuna!

Raxruhá si trova vicino a due siti molto interessanti da un punto di vista naturalistico. Si tratta del sito maya Cancuén e del Parco Nazionale Cueva de Candelaria. Il primo è stato scoperto recentemente ed è ancora in fase di scoperchiamento.

Si stima possa raggiungere per ampiezza le dimensioni di Tikal ma al momento sono solo supposizioni. Si pensa, inoltre, che sia stato un importante centro nel quale venivano lavorate le pietre, grazie anche alla vicinanza delle miniere di pirite e di ossidiana e in uno degli antichi laboratori è stata ritrovata una pietra di giada dal peso di 17 chili.

Il Parco è invece un insieme di grotte create dal rio Candelaria utilizzate dalle antiche popolazioni indigene Q’eqchi che hanno lasciato all’interno i segni del loro passaggio con scale e poggioli costruiti nella roccia.

La visita può essere fatta solo accompagnati da una guida turistica che saprà portarti nei luoghi più accessibili e meno pericolosi. Tieni conto che la lunghezza delle grotte è di 22 chilometri per cui non è il caso di percorrere i sentieri sotterranei da soli.

Fray Bartolomé de Las Casas è una cittadina molto tranquilla e poco frequentata dai turisti, per cui mantiene ancora intatte le caratteristiche autentiche di un villaggio del Guatemala.

Da qui con si può prendere un minibus in direzione Chahal e poi prenderne un altro in direzione Las Conchas. Perché dovresti venire fino a qui? Perché a Las Conchas passa il rio Chiyú che crea cascate e laghetti simili al più famoso sito di Semuc Champey.

L’acqua è meno cangiante ma è molto meno frequentato e altrettanto divertente. I laghetti sono formati in modo naturale e raggiungono una profondità massima di 8 metri.

 

Guarda la cartina per orientarti: Google Maps.

Lanquin

Il luogo più amato dai turisti dell’Alta Verapaz, però, rimane il Parco Nazionale Grutas de Lanquin.

SI trova a circa 60 chilometri da Cobán e si può raggiungere con gli shuttle preventivamente prenotati in qualche agenzia. Preparati all’ennesimo cambio di temperatura: se a Cobán soffrivi il freddo qui tornerai a provare caldo e i tuffi nel rio Cahabòn saranno ancora più piacevoli.

Il fiume è il protagonista del Parco Nazionale che, grazie al suo lavoro stimato in millenni, ha dato vita alle piscine naturali di Semuc Champey e le grotte sotterranee lunghe almeno 20 chilometri.

Lanquin è il nome del paesino in cui si soggiorna e, ne sono sicura, dal quale non vorrai neanche più andartene. Gli ostelli sono collocati in posti ameni super rilassanti, vicini al fiume e alla selva.

Unica pecca sono le strade, le quali non essendo asfaltate diventano pericolose nei periodi di forte pioggia. Informati sulle condizioni meteo prima di arrivare lì.

Una volta terminato il tuo soggiorno potrai proseguire per Livingston approfittando del solito servizio shuttle. Ti sconsiglio di raggiungere Lanquin con i mezzi pubblici proprio a causa del servizio disagevole delle strade. Da Lanquin alle grotte invece ci si arriva facilmente grazie ai pick up che partono dalla piazza principale. Ti basterà chiedere in giro per sapere il posto esatto.

Quando arrivi nel parco un altro consiglio che ti do è quello di prendere una guida. Dovrai entrare, infatti, all’interno di grotte che non sono illuminate, con il solo ausilio delle candele o di una torcia se l’avrai portata con te.

Il percorso è un susseguirsi di tuffi, camminate, scalate da una roccia all’altra, saliscendi di scale improvvisate per circa un’ora e mezza. Porta con te costume, scarpette antiscivolo e un cambio, ti torneranno utili!

Non ti spaventare se ogni tanto sentirai dei versi, sono i pipistrelli, gli unici abitanti e proprietari indiscussi delle grotte. Se non sarai schiattato dalla paura, dopo un’altra passeggiata impegnativa che ti porterà in salita per poi ridiscendere lungo il costone della montagna, potrai finalmente ammirare Semuc Champey.

Un insieme di piscine naturali dove potrai nuotare in acque dai colori cangianti, se non soffri troppo il freddo, passare da una piscina all’altra con l’aiuto della guida e infine scendere con dei gommoni, chiamati in gergo tubing, seguendo il corso della corrente. L’escursione può essere fatta in un giorno e potrai ripartire la sera stessa per un’altra destinazione guatemalteca.

Gli episodi da viaggiatrice divertenti vissuti nei vari viaggi mi hanno insegnato a non prendermi troppo seriamente. Per questo te li voglio raccontare, con la speranza di riuscire a strapparti almeno un sorriso.

Episodi da viaggiatrice: Passion Kenya

 

Nel 2013 sono stata in vacanza per ben due volte in Kenya: a febbraio e a settembre. Durante le vacanze di febbraio – trascorse in compagnia di una mia amica – decidemmo di pranzare in un ristorante in spiaggia. Il menu fu molto semplice: riso, pesce e frutta come dessert.

Tra la frutta figuravano i frutti della passione che io avevo assaggiato, credo, solo una o due volte nella mia vita. Come li misi in bocca mi inebriai dal loro sapore dolce e leggermente acido. Il gusto era potenziato dal corretto clima e dalla magica terra rossa dell’Africa. 

Erano così succosi da risultare irresistibili e visto che ero l’unica ad apprezzarli feci man bassa. In totale ne mangiai sette. Avevo pienamente soddisfatto il mio appetito fintantoché non iniziai a sentire un certo brontolio allo stomaco.

Ben presto mi accorsi che i frutti della passione stavano provocando un effetto spiacevole che mi mise in allarme. Così mi inventai una scusa per rientrare in resort.

La corsa prima della catastrofe non fu semplice perché i celeberrimi “Beach Boys”, che si trovano nelle spiagge keniote, non erano propensi a lasciarmi andare.

L’unica cosa da fare era stringere forte le chiappe, camminare veloce senza prestar loro troppa attenzione e dribblare chi cercava di ostruirmi il passaggio.

Arrivai in bagno appena in tempo e ringraziai tutte le divinità e i dei del viaggio per essere riuscita a evitare il peggio (indossavo solo il costume). Uno fra i più imbarazzanti episodi da viaggiatrice decisamente da dimenticare.

 

frutti della passione in kenya episodi da viaggiatrice da dimenticare

 

Camember in stanza d’albergo

 

La mia prima volta a Parigi fu un’esperienza esaltante, totalizzante. Ero sopraffatta dall’architettura, dalle proposte artistiche e culturali, dalle incredibili offerte museali. 

Feci della flânerie pur non conoscendo ancora il termine. Mi avventurai per le viuzze senza l’ausilio della cartina monitorando il tragitto col desiderio di lasciarmi travolgere solo dalla meraviglia. 

A fine serata scendevo alle Galerie La Fayette per acquistare qualcosa da mangiare quando vidi lui: il famoso formaggio Camember. L’avevo assaggiato in Italia ma non lo avevo trovato particolare o inconfondibile come lo descrivevano i francesi, così decisi di provarlo.

Aggiunsi alla lista della spesa del pane, della verdura fresca e dei gamberetti con salsa rosa. Appena entrai in hotel appoggiai tutto al tavolino e mangiai per primo il formaggio. 

Puzzava e aveva un gusto deciso, unico e indimenticabile. Finalmente comprendevo la passione dei francesi per questo formaggio. Terminata la cena rimasi in hotel e lessi fino ad addormentarmi.

La mattina dopo mi svegliai torcendo il naso. Cos’era quell’odore nauseabondo?

L’involucro del Camember ovviamente! Fu un momento detestabile e scommetto che non l’apprezzò nemmeno il servizio di pulizia che venne a risistemare la stanza, dato che purtroppo era sprovvista di finestre.

 

Delizioso camember

 

Episodi da viaggiatrice con cocco, mango e peperoncino

 

Tra gli episodi da viaggiatrice ‘gourmet traumatiche’ enumero anche quella vissuta in Messico, a Playa del Carmen. Immagina di poter trascorrere sei mesi in Centro America e di toccare la sabbia delle spiagge caraibiche più incantevoli. Cosa manca per completare il quadro? 

Una porzione di frutta fresca locale, naturalmente. Così non appena mi si avvicinò il venditore messicano con i bicchieri carichi di cocco e mango non esitai a prenderne uno.

Pagai e prima di passarmi il contenitore il messicano mi disse fra un brusio e un sorriso qualcosa che non afferrai. Dato il suo stato di vigile attesa e il calore dello sguardo – nonostante non avessi capito – risposi sorridendo in modo affermativo.

Vidi che spruzzò sulla frutta della polvere e immaginai fosse cannella così lo ringraziai per la generosità. “Per tutti i fulmini” – o qualcosa di simile ma più colorito – urlai subito dopo. 

Mi aveva inondato la frutta di peperoncino e mangiando la fetta di mango avevo le labbra in fiamme e la gola che bruciava. Presa dalla disperazione provai a sciacquarmi le labbra con l’acqua salata, peggiorando la situazione.

Finalmente, di nuovo correndo disperata in una spiaggia, ma questa volta senza stringere le chiappe, trovai un chiosco nel quale ordinai dell’acqua per sciacquarmi. 

Mi ricomposi ma le labbra non dimenticarono mai quell’episodio da viaggiatrice.

Dopo qualche giorno trascorso in spiaggia le mie labbra si arrossano e si infiammano ancora adesso, spaventate a morte, temendo di veder ricomparire all’orizzonte la sagoma di un messicano venditore di frutta. Un episodio da viaggiatrice che ha lasciato il segno!

 

Peperoncino sulla frutta

Colazione ammiocuggino

 

È così gradevole sedersi su di un tavolino all’esterno in Marocco e fare una classica colazione dolce innaffiata dal variegato sapore del tè. Questo pensammo io e la mia amica a Marrakesh quando ci accomodammo al bar la cui terrazza era illuminata dai tiepidi raggi del sole. 

Ordinammo tè e msemen con marmellata. Ma non fu simpatico vedere il cameriere acquistare – con i soldi chiesti in anticipo – i dolcetti dal chioschetto di strada giusto di fronte a noi per poi servircele con l’incartamento originale, oleoso e sbrindellato. 

Vederlo entrare nell’hotel di fianco e uscire con due confezioni singole di marmellata e la caraffa di tè appoggiata al vassoio macchiato e pieno di briciole. 

E infine chiederci con una certa insistenza la mancia, sottolineando a più riprese che la stessa fosse “Up to you“, ovvero a nostra discrezione, pur che non fosse inferiore ai due euro a testa. 

Hammam (mamia che freddo) a metà

In ogni caso in Marocco si possono fare questo tipo di esperienze esaltanti un po’ dappertutto. Incuriosita dall’hamman decisi di prenotare una serata per provare questo rituale di bellezza.

Fu perfetto sotto ogni punto di vista, a parte il finale a sorpresa. Terminato il rituale, infatti, mi mandarono via con una certa fretta perché avevano altra gente da seguire. Mi lasciarono, dopo avermi viziato e coccolato, con i capelli bagnati ad affrontare il freddo clima di gennaio. 

Per fortuna avevo un berretto a coprirmi la testa e l’hotel si trovava a pochi passi. Altrimenti avrei dovuto pagare delle parrucchiere professioniste che attendevano con ansia che scegliessi quell’opzione. In fin dei costi il supplemento costava solo 60€ in più!

 

episodi da viaggiatrice in Marocco

 

Episodi da viaggiatrice con i fucili spianati 

 

Fra gli episodi da viaggiatrice più divertenti che sono solita raccontare agli amici figura la rocambolesca partenza dalla Giordania. Lì conobbi un tassista che mi pregò di scegliere lui come autista per l’aeroporto e intenerita dalla sua necessità di guadagnare accettai.

Solo che non ero a conoscenza delle consuetudini giordane: i tassisti ufficiali erano gli unici autorizzati a entrare in aeroporto per accompagnare i turisti. Gli altri dovevano fermarsi a circa un chilometro dall’edificio.

Ovviamente scoprii il fatto quando vidi rallentare il conducente e indossare un sorriso beota per spiegarmi il motivo della fermata. Non mi rimase che incamminarmi per raggiungere l’aeroporto ma al sopraggiungere vidi i poliziotti stringere i fucili e intimare di fermarmi.

Mi chiesero cosa intendessi fare, glielo spiegai. Mi dissero che potevo proseguire prendendo un autobus non appena fosse passato e io gli spiegai che avevo finito i soldi giordani e non ne avevo altri da spendere

Mi guardarono imbarazzati e mi dissero di rimanere ferma accanto a loro ad aspettare. Bloccarono una macchina in transito per chiedere un passaggio.

Il conducente, un turco che si trovava in Giordania per affari, mi guardò come se fossi una poveraccia e non lo biasimai. Quando giungemmo in aeroporto lo ringraziai e mentre lo facevo intravidi un leggero piegamento in alto delle labbra. 

In pratica stava iniziando a ridere a crepapelle ma cercava di contenersi, con scarsi risultati. 

 

Jordan borders

Serata di gala con AC/DC

 

Questo fatto avvenne nel periodo in cui lavoravo in negozio e mi ritrovai con tre giorni di ferie avanzati. Decisi di trascorrere un giorno e una notte alle terme a Montegrotto. Era la prima volta che soggiornavo in una SPA e mi sentivo elettrizzata.

La receptionist mi accolse con estrema gentilezza e mi disse di godermi la giornata perché la sera ci sarebbe stata una sorpresa per chi cenava in hotel.

Seguii il suo consiglio e la sera scesi ansiosa di sapere cosa mi aspettasse. Al massimo dell’esaltazione la signora mi fece sapere che la cena si sarebbe tenuta nella sala grande e che consisteva in una serata di gala a lume di candela.

Così mi aprì le porte del salone, prima che realizzassi il tutto, e subito si propagarono le dolci note di un pianoforte suonate dal musicista in frac. Mi sedetti al mio tavolo accerchiata da coppie vestite in modo raffinato ed elegante, agghindate e truccate a festa.

E io?

Io mi trovavo da sola, con la candelina accesa al centro del tavolo, indossando un paio di jeans e una maglietta bucherellata degli AC/DC. Aggiungere al menù una pala per sotterrarmi pareva brutto?

 

Vergogna alle terme

La casa dello scorpione

 

La classifica degli episodi da viaggiatrice più esilaranti la vince questa. Dopo aver trascorso due mesi in Messico, giungo in Guatemala. 

Una terra colorata, ricca di storie e briosa. Apro con ansia la porta della mia casita: la residenza che mi ospiterà per un mese appare spartana ma caratteristica. 

Mi trovo a San Pedro de la Laguna, nel lago di Atitlán, un luogo cantato da poeti e artisti e dalle finestre vedo i colibrì succhiare il nettare dai fiori. Mi sistemo come meglio posso togliendo i vestiti dalla valigia e posizionando i prodotti di igiene personale in bagno. 

Decido di fare una doccia prima di avventurarmi a scoprire la cittadina. Entro in vasca che funge da doccia, mi lavo il corpo e i capelli e mentre canticchio una canzone percepisco una presenza oscura alla tendina della doccia. 

Cosa c’era? Un bel esemplare di scorpione nero pronto ad attaccarmi con la coda inarcata. Bestemmio, risciacquo i capelli e cerco di uscire senza farmi pungere. Controllo su Google quanto sono mortali gli scorpioni in Guatemala e mi asciugo.

Sistemo dei libri nella fessura della porta giurando di non entrare mai più in bagno. L’esigenza però ha delle prospettive diverse dalle intenzioni per cui la sera mi convinco a entrare. 

Sembrava sparito ma si era solo spostato sulla porta del bagno, fra gli infissi.

E così apparse e scomparve durante tutto il periodo della mia permanenza. Deciso a condividere la casa con la sua presenza che più volte si palesò facendomi sussultare a ogni visita. Non riuscii mai a prenderlo ma non perché mi dispiaceva ucciderlo, perché me la facevo sotto e temevo ritorsioni. 

A Livingston ci si dimentica per un attimo di essere in Guatemala, i maya Q’eqchi convivono con i Garifuna, un’etnia originaria dell’isola di Saint Vincent.

Spaziano dal Belize, al Guatemala, all’Honduras fino al Nicaragua. La lingua è una mescolanza di idiomi caraibici e africani con qualche influenza francese.

Nel sangue hanno radici africane che si percepiscono al ritmo della musica reggae e nel profumo della cucina creola. La cucina si caratterizza dal tapado, uno stufato di crostacei, pesci e gamberi cotto nel latte di cocco e insaporito con il coriandolo. Ma propone anche piatti tradizionali come riso e fagioli o specialità honduregne e salvadoregne come la baleada e la pupusa.

O meglio…

La pupusa la trovi ovunque per la baleada ci sarà da farsi una risata! Camminando per la via principale mi sono fermata in un locale con dei cartelli che segnavano il menu: tra le pietanze proposte c’era proprio la baleada.

La ordino e vedo la donna spalancare gli occhi mentre le sue amiche, sedute a un tavolo lontano dal mio, scoppiano a ridere. Poi mi chiede cosa voglio da bere e ordino una centrifuga ma mi spiega che non può farmela perché non ha la corrente così opto per una limonata fresca.

Quando la donna ritorna in cucina la sento telefonare a qualcuno chiedendo la ricetta della baleada mentre le amiche oramai sono sotto il tavolo e si strozzano dal ridere.

Inizio a sorridere anch’io perché la situazione sta diventando piuttosto comica.

A rendere il tutto ancora più divertente è il momento in cui la donna si accorge di non avere gli ingredienti a disposizione e parte con la bici per andare al mercato.

Oramai le sue amiche hanno le lacrime agli occhi e fatico anch’io a trattenere le risa. Prima che parta le spiego di poter cambiare ordinazione senza crearle inutili problemi ma le sue amiche me lo impediscono. Sono proprio curiose di vedere come andrà a finire.

Il morale della storia è che la donna segue la ricetta al telefono e mi porta con enorme soddisfazione una baleada che sembrava tutto fuorché una baleada ma era così orgogliosa di sé stessa  che non potuto che farle un applauso, seguita a ruota dalle sue “perfide” amiche!

Casa sul rio Dulce

 

Benvenuto nel mondo dei Garifuna

 

Livingston si trova alla foce del fiume Rio Dulce. Può essere raggiunta da Puerto Barrios o da Rio Dulce città, tramite una lancha, una barca adibita al trasporto di passeggeri.

Il biglietto si può acquistare direttamente al porto e non appena la lancha sarà completa si partirà attraverso Rio Dulce per raggiungere Livingston. Puerto Barrios è una città portuale dove si vedono sfilare numerosi camion della frutta “Del Monte” ma piuttosto sporca e malmessa.

Rio Dulce città invece si presenta con un mercato giornaliero ricco di bancarelle e un porto da cui partono i tour per raggiungere Livingston attraverso il Rio Dulce.

Navigando sul fiume si può ammirare la folta vegetazione che lo circonda, il “Castillo de San Felipe” sulle sponde del lago Izabal e la Finca Tatin. Quest’ultima è un suggestivo b&b con bungalow e costruzioni di legno immerse nella foresta. Molti decidono di fermarsi qui circondati solo dalla vegetazione selvaggia per vivere momenti di vita rallentata e pacifica.

Guarda la cartina qui: https://bit.ly/2UWOKoU

 

Pezzettino di mare a Livingston

 

Livingston e i dintorni

 

Una volta raggiunto Livingston si è accolti da ragazzi che propongono strutture ricettive, tour nelle località vicine o biglietti per Punta Gorda in Belize. Poi si prende la stradina in salita che porta al centro città affiancata da ambo i lati da negozi e ristoranti fino ad arrivare al proprio hotel.

Una volta sistemate le valigie è ora di scegliere cosa visitare. Tramite lancha o con una meravigliosa passeggiata di un’ora e mezza sulla spiaggia si raggiunge “Los sietes altares”, una serie di cascate e laghetti d’acqua dolce immerso nella foresta dove è possibile fare anche il bagno.

Non sempre però è una delizia per gli occhi…

Dipende dalla quantità di acqua che scende. In certi periodi dell’anno, infatti, le piogge in zona sono talmente scarse da mostrare solamente un triste rigagnolo d’acqua. L’entrata non è libera ma richiede un piccolo contributo al di sotto dei 10€.

Un’altra meta raggiungibile con la lancha è Playa Bianca, una spiaggia di finissima sabbia bianca in un mare cristallino in cui viene voglia di affondarci mani e piedi. Si può acquistare il tour in un’agenzia o i biglietti direttamente al porto.

Nonostante questa zona sia toccata dal mar dei Caraibi non si può certo dire che sia un paradiso. Tutta la città è sommersa dall’immondizia che si dice venga trasportata dal Rio Dulce fino a raggiungere la sua foce.

Lungo il mare, infatti, è praticamente impossibile trovare un posto pulito dove stendere l’asciugamano e prendere un po’ di sole. Comunque è una sosta che vale la pena fare, almeno per due giorni, per respirare un’aria diversa e conoscere anche questo pezzettino particolare del Guatemala.

Ritornando verso il Rio Dulce si attraversa il Biotopo Chocon Machacas all’interno del Golfete, dove si trova ancora qualche rarissimo esemplare di tapiro e lamantino, oltre che diverse specie di uccelli acquatici. Ma i lamantini e anche i tapiri sono veramente difficili da avvistare e dubito possano vivere allegramente in mezzo all’immondizia acquatica.

Antigua è la vecchia capitale del Guatemala che ha conservato l’aspetto coloniale fra le numerose crepe causate dai terremoti agli edifici.

Viaggiando in Guatemala è d’obbligo fare una sosta di due o tre giorni ad Antigua, ammirando la città che è stata dichiarata “Patrimonio dell’Umanità” dall’UNESCO nel 1979.

Guarda la cartina qui: https://bit.ly/2uvA0lV

 

collage su antigua

 

Scoprire Antigua

 

Antigua fu capitale dal 1543 al 1776 quando a causa di numerosi terremoti fu rasa al suolo e praticamente distrutta. Oggi la popolazione si aggira attorno ai 45.000 abitanti con una forte ascendenza europea e nordamericana.

Camminando tra le vie si incontrarono le rovine di maestosi palazzi e chiese, attualmente messe in sicurezza e visitabili. Tra le più importanti incontriamo: Iglesia y Convento de las Capuchinas, Templo y Convento de Santa Clara, Ruinas y Convento de la Merced, Ruinas de Catedral, Ruina de la Iglesia y Convento de Recolección, eccetera.

Molte chiese e edifici invece non hanno subito grandi danni e sono state riadattate nelle varie epoche storiche. Tra queste figurano: Iglesia de la Merced, Parroquia de San José Catedral, Templo de la escuela de Cristo e Ermita de Santo Calvario.

Fanno sfondo alla memoria storica moderni negozi e locali vivaci aperti a qualsiasi ora del giorno. Ma ciò che più colpisce è l’acciottolato urbano che è veramente difficile da camminare se non si usano delle scarpe comode.

Inoltre bisogna prestare massima attenzione al saliscendi degli scalini e dalle inferriate delle finestre che sporgono in modo pericoloso lungo i marciapiedi. Per fare una foto sono rimasta incastrata con i capelli in un’inferriata e ho dovuto farmi aiutare da un passante!

Scuole di spagnolo

Antigua è scelta dai turisti che decidono di fermarsi più a lungo per le scuole di spagnolo anche se non sono tra le più economiche del Guatemala. Fra queste ricordiamo:

  • Ixquic Spanish School
  • Centro Linguistico La Union
  • Ixchel Spanish School
  • Academia Spanish Traveling
  • Centro de Aprendizaje Universal
  • Academia Sevilla
  • Academia APPE
  • Casa de Lenguas
  • Christian Spanish Academia
  • Probigua Spanish School

Se inserisci il nome della scuola nella stringa di ricerca di Google troverai la home page con tutte le varie informazioni sui corsi e sui prezzi.

 

salita al pacaya

 

Musei da visitare ad Antigua

Si possono trovare anche vari musei tra cui quello del Cioccolato, del Jade e del Libro Antiguo.

Il Museo del Cioccolato offre la possibilità di creare una tavoletta di cioccolato attraversando tutte le fasi di lavorazione: si parte dalla selezione delle fave di cacao, si va alla tostatura, alla rottura delle fave e alla macinazione. Infine il cioccolato viene fatto raffreddare e consegnato. Si può così gustare il cioccolato puro o acquistarne altro all’interno del negozio.

Il Museo della Giada esibisce oltre settanta pezzi derivanti dalla cultura maya, olmeca, mokaya e azteca. La giada era considerata “la pietra del cielo” e veniva indossata dai personaggi di spicco delle popolazioni mesoamericane. All’interno è possibile acquistare e toccare con mano prodotti manifatturieri creati dagli artigiani locali.

Il Museo del Libro Antiguo si trova all’interno del municipio sulla piazza principale ed è formato da una sala dedicata alle collezioni temporanee e due contenenti documenti e libri antichi per un totale di circa 2500 opere, per lo più donate da residenti stranieri e abitanti di Antigua.

Inoltre ci sono il Museo di Santiago che contiene armi, mobili e pitture del periodo coloniale, il Museo de Arte Colonial con pitture appartenenti alla medesima epoca e un’opera di Don Pedro de Alvarado, conquistatore spagnolo del Guatemala. Se avanza del tempo si può visitare il Museo del Santo Hermano Pedro che espone quadri, fotografie e altri oggetti che i fedeli hanno donato in segno di gratitudine al santo.

luci serali su un edificio ad antigua

 

Dintorni di Antigua

 

Vulcani

Appena fuori dal centro cittadino ogni giorno viene imbastito un mercato dove si può pranzare o acquistare generi alimentari e abbigliamento. L’aspetto buffo è vedere i poliziotti che vigilano chiedendo un’offerta libera per il loro operato. Accanto si trovano delle costruzioni che accolgono numerosi commercianti di prodotti artigianali guatemaltechi.

Allontanandosi dalla piazza principale e salendo al Cerro de la Cruz si può ammirare la città e sullo sfondo i famosi vulcani che la circondano: il Volcan de l’Agua, l’Acatenango e il Volcan de Fuego. Si possono salire tutti e tre ma il livello di difficoltà è piuttosto alto.

Il vulcano più frequentato e anche il più semplice è il Pacaya che si trova a una mezz’ora di macchina da Antigua ed è famoso per i ragazzini che accompagnano il turista cavalcando il cavallo e chiedendo continuamente se si ha bisogno del “taxi” per affrontare la salita. Con “l’aiuto” o meno, una volta raggiunta la vetta, vengono cucinati e mangiati in compagnia della guida dei gustosi Marshmellow.

Villaggi

Ci sono poi alcuni villaggi che meritano una menzione nel caso ci si ritrovi ad Antigua con del tempo da spendere. Santa Maria de Jesus si trova ai piedi del Volcan de l’Agua e solo di domenica ospita un mercato con prodotti tipici locali e articoli di artigianato. San Felipe, invece, è famoso per i suoi manufatti in giada, ceramica e argento; mentre Pastores per i prodotti in pelle come stivali da cowboy o frustini in pelle. Infine a San Lorenzo el Tejar, a circa mezz’ora di distanza da Antigua, è famoso per le sue sorgenti termali di acqua calda che sgorgano naturalmente.

Da Antigua è possibile scendere in tre ore a Monterrico, la cittadina balneare più affollata della costa guatemalteca, oppure scegliere di dirigersi verso Città del Guatemala o ancora salire al lago di Atitlán o Quetzaltenango. Le località si possono raggiungere prenotando uno shuttle oppure con i mezzi pubblici che si trovano quasi tutti nelle vicinanze del mercato generale.

L’isola di Flores è una località incantevole nel Péten, in Guatemala. Da qui partono le visite per le celeberrime rovine maya di Tikal. Si può visitare in un giorno anche se ti consiglio di fermarti almeno alcuni giorni.

L’isola di Flores

 

Prima di arrivare all’isola di Flores si attraversano le cittadine di San Benito e Santa Elena, quest’ultima scelta dai viaggiatori che vogliono stare defilati, lontani dal centro. Si attraversa un lungo ponte all’inizio del quale c’è un centro commerciale (ahimè!) e la stazione dei pullman.

Ti consiglio di fermarti a ritirare con il bancomat a Santa Elena perché nell’isola non ci sono sportelli bancari. Però fai molta attenzione e se ti è possibile fallo con la compagnia di qualcuno perché non è molto sicuro.

Mi immagino già la scena, perché è capitata a me… Una volta trovato l’hotel nel quale soggiornerai ti appresterai a fare un giro dell’isola, camminerai per circa 20 minuti, ammirando ogni dettaglio che si proporrà davanti ai tuoi occhi.

Ammirerai le diverse tonalità di colore delle case prediligendo una rispetto all’altra. Deciderai di lasciare gli edifici centrali per passeggiare nel lungolago.

Ti meraviglierai a scoprire alcuni punti parzialmente sommersi dall’acqua e poi bam! Ti fermerai all’improvviso. “Ma non l’ho già fatta questa strada?”

L’isola di Flores si sviluppa su una superficie di appena 4000 chilometri quadrati e quindi si fa presto a visitarla tutta.

 

scritta i love peten nell'isola di Flores

 

Contornata dal lago Peten Itza fu abitata dai Maya originari del Messico, ma quando arrivarono gli spagnoli fecero allontanare gli abitanti e distrussero le abitazioni originali edificando la città secondo lo stile europeo.

In effetti camminando ti renderai subito conto che lo stile è coloniale e che  rappresenta ben poco la tradizione guatemalteca.

 

camminata lungo lago

 

Cosa visitare?

Non ci sono edifici particolarmente rilevanti da segnalare ma il complesso è interessante. Puoi scegliere di fare un giro in barca attorno all’isola e andare a visitare el Mirador.

Ti basterà contrattare il viaggio con un lanchero, il guidatore delle barche che qui si chiamano lanche, e lasciarti cullare dal dondolio delle onde.

Il Mirador è un’altura che permette un panorama completo dell’isola e anche alcuni momenti di divertimento con il Rope Swing. Si tratta di una corda con la quale ci si tuffa direttamente nell’acqua.

Si possono fare dei giri in barca anche la sera per godere del tramonto e cenare in compagnia degli altri passeggeri. Oppure puoi scegliere dai banchetti di strada i prodotti casalinghi preparati dalle massaie guatemalteche.  I ristoranti propongono la cucina sia tipica che internazionale con prezzi che variano dai 5 ai 15 euro.

Dall’isola di Flores puoi prendere la corriera Fuente del Norte per arrivare a Belize City e da lì visitare le meravigliose isole di Ambergris Caye e Caye Caulkner oppure prenotare un tour completo per le rovine maya di Tikal.

 

Ti consiglio di valutare un corso di spagnolo in Guatemala a San Pedro de la Laguna: un villaggio di pescatori amabile e rilassato.

Immerso nella natura vulcanica si nasconde un villaggio di pescatori con un importante numero di scuole di lingue. Sono le più economiche che puoi trovare in tutto il Guatemala.

San Pedro de la Laguna

 

Se dovessi scegliere un luogo nel mondo dove trasferirmi senza troppi pensieri correrei qui. Ho trascorso un mese due anni fa, per studiare lo spagnolo e fare un corso di ashtanga yoga

Incastonato sulle pendici del vulcano San Pedro, il villaggio è bagnato dal lago Atitlán, vissuto fin dall’antichità dalle popolazioni maya. Qui troverai usanze e costumi rimasti intatti nel tempo. Avrai la possibilità di raccogliere la verdura direttamente dall’orto o aiutare i paesani nella coltivazione del caffè.

Il tempo pare si sia fermato e nell’aria si respira semplicità, serenità e tranquillità. I ritmi sono lenti scanditi dall’eterna primavera: caldo durante il giorno, più fresco la sera e la mattina. Un idilliaco luogo in cui rinascere.

Ma non credere che sia poco frequentato. La città richiama infatti persone da tutto il mondo, un crocevia di culture che scelgono proprio San Pedro come tappa fondamentale in un viaggio in Guatemala. E gli abitanti sono ben felici di accogliere i visitatori con larghi sorrisi e un saluto che non viene mai negato a nessuno.

Corso di Spagnolo in Guatemala

 

Nel tempo ho mantenuto amicizie nate proprio in questo comune e alcune settimane fa mi ha contattato Kathy, una ragazza che lavorava nel centro in cui facevo yoga.

Mi ha raccontato di aver cambiato lavoro e con orgoglio ha dichiarato di essere diventata insegnante di spagnolo. Abbiamo scherzato un po’ sul fatto che ora avrebbe potuto correggere i miei errori grammaticali e mi ha spiegato che la appassiona molto questo nuovo ruolo.

La scuola nella quale insegna è Lake Atitlan Spanish School, con docenti certificati dal Ministero dell’Educazione del Guatemala e tutti parlanti la lingua inglese. E tutti locali.

Lo scopo della scuola è proprio quello di assumere persone del posto per offrire loro un lavoro, oltre a avviare progetti  per il sostentamento delle famiglie più indigenti.

Building my dreams” è il nome del progetto (costruendo sogni) dove ogni alunno può dare il suo piccolo contributo facendo qualcosa per lui ma anche per gli altri. Nonostante il villaggio sia frequentato da turisti, molte persone vivono con salari molto bassi e necessitano di aiuto.

Proprio per questo la maggior parte delle scuole di spagnolo a San Pedro pensano agli altri. E non appena conosci la popolazione e ti rendi conto di quanto sia ospitale, verrà voglia anche a te di fare altrettanto. A San Pedro si respira una “buena onda” e sicuramente questa scia prenderà anche te.

 

 

corso di spagnolo in Guatemala nel lago Atitlan

 

Informazioni generali sui corsi e i prezzi

 

Le lezioni si svolgono all’aperto, immersi nella natura, al riparo dal sole. Sarai a tu per tu con l’insegnante seguendo un percorso ad hoc che si abbini perfettamente alle tue attitudini, conoscenze e livello di studio. Stabilirai assieme a lui le tue priorità, gli orari, la frequenza e il metodo di studio.

Se preferirai fare delle lezioni itineranti avrai la possibilità di farle. Se vorrai dedicarti alla comunicazione con i locali o fare attività extra formative, potrai proporre ogni cosa ti passi per la testa senza problemi.

Non ci sono protocolli rigidi da seguire. Tutto ciò che dovrai fare è impegnarti nello studio senza annoiarti o saltare le lezioni.

Ho detto che i prezzi sono tra i più competitivi di tutto il Guatemala ed è veramente così, guarda la tabella:

  • 2h al giorno per 10 h settimanali circa 67 € a settimana;
  • 3h al giorno per 15 h settimanali circa 78 € a settimana;
  • 4h al giorno per 20 h settimanali circa 104 € a settimana.

Se poi vuoi aggiungere anche l’alloggio per vivere completamente immerso nella cultura locale e imparare tutto ciò che c’è da sapere sui maya e le loro tradizioni pagherai 76 € a settimana con il bagno condiviso o 88 € con il bagno privato.

In più sarai in compagnia di una famiglia che ti saprà consigliare sulle attività da fare e su come muoversi lungo tutto il lago. Attorno infatti ci sono altri bellissimi paesi da vedere come San Marcos la Laguna, Panajachel, Santiago, eccetera. Ma se per mancanza di tempo o di occasione non puoi andare a San Pedro e godere della sua terra magica puoi sempre rivolgerti alla scuola per il corso.

Organizzano anche corsi di spagnolo via Skype basta chiedere informazioni più dettagliate agli insegnanti. Ti lascio anche la loro pagina facebook: lake atitlan spanish school.

Non potresti iniziare l’anno nel migliore dei modi quindi prepara la valigia e parti per il tuo corso di spagnolo in Guatemala!


Io e lo yoga:

La mia esperienza in Centro America: