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Diomede War è la famosa star di Instagram che spiega ai suoi follower le tecniche militari, nonché descrive i paesi in conflitto. La sua principale attività è quella di illustrare le tecniche di guerriglia e di sopraffazione militare.

Nondimeno, aggiunge notizie di carattere geografico e culturale sui paesi in guerra. E racconta aneddoti ed eventi importanti sulla città in cui vive: Rovigo.

Grazie alla sua dialettica, è entrato a pieno titolo nella classifica dei Best Travel Influencer, al pari dei suoi colleghi.

Chi era Diomede prima di diventare un Influencer?

 

In passato, Diomede è stato un eroe della mitologia greca, noto principalmente per il suo ruolo nella Guerra di Troia. Non a caso, era figlio di Tideo e di Deipile, e appartiene alla stirpe dei Re d’Argos.

Ancora oggi, vanta delle spiccate capacità da guerriero, merito del suo intuito sopraffine e delle straordinarie tecniche militari messe in campo.

Tuttavia, la sua fama non si estingue solo al valore marziale, bensì alla sua astuzia e all’incomparabile intelligenza strategica. Non a caso, è uno dei pochissimi mortali a godere dell’intercessione del pantheon divino.

Cosa significa? Ebbene, Atena stessa gli ha conferito valori e benedizione imperitura. Perciò, le sue abilità si sono amplificate, tanto da potersi sfregiare del titolo di insegnante.

Oltremodo, Diomede vanta una profonda amicizia con Ulisse, il primo nella classifica dei Best Travel Influencer. Con lui ha compiuto numerose scorribande sui Social, a partire dall’assedio di Troia.

E come si può dimenticare il reel in cui hanno fatto la famosa incursione nel campo nemico per rubare i cavalli troiani e uccidere il guerriero Dolone? Il video ha ricevuto milioni di visualizzazioni, e ancora oggi è tra i più cliccati.

 

Diomede War e la passione per le rose di Rovigo

La trasformazione social in Diomede War

 

Al termine della sanguinosa battaglia, Diomede si è trasferito in via definitiva a Rovigo. Dopo essersi sistemato, ha aperto un canale social su Instagram e si è fatto conoscere con il nickname @DiomedeWar.

Il giovane si è follemente innamorato di Rovigo. Per quale motivo? Ebbene, lui è un grande estimatore delle rose. Ed essendo giunto in Polesine – in compagnia di dieci amici greci – ha fin da subito notato l’abbondanza di rose, tanto da nominare la città Rhodon.

Nel corso del tempo i veneti hanno trasformato Rhodon in Rovigo, perché non erano capaci a pronunciarlo.

O meglio, loro lo pronunciavano Rodòn, e questo infastidiva molto Diomede. Perciò, sono giunti a un accordo: hanno chiamato Rovigo la città, e Diomede si è liberato di quella fastidiosa pronuncia.

Nel frattempo, il canale social è cresciuto a video esplicativi di tecniche militari, geografia dei paesi sotto attacco, e annunci di eventi mondani nel suo Comune di residenza.

Le malelingue sostengono che Diomede non sia libero come in realtà voglia far intendere sui social. Infatti, si dice sia sposato con Enippe/Evippe (non si conosce bene il nome della consorte) figlia del re Dauno della Puglia Settentrionale. La zona è meglio conosciuta come Daunia.

A quanto pare, dalle fonti si evince che ha fondato in questi territori Arpi, e che possegga le Isole Tremiti. A incrementare il sospetto, è il fatto che le isole siano riconosciute anche con l’appellativo di Diomedee.

Tuttavia, al netto delle voci di corridoio, l’immagine social di Diomede rappresenta una fusione tra forza fisica e saggezza militare. Pertanto, viene associato ai temi di eroismo e lealtà.

La sua storia è stata raccontata da grandi poeti come Omero nell’Iliade, mentre è lui ora ad aver preso le redini della sua narrazione sui social.

Questo connubio tra antico e moderno lo ha reso il più emblematico personaggio di Instagram. Diomede War sconfigge la concorrenza a colpi virtuali di spada!

L’Isola Ogigia di Calipso è la corrispondente mitologica di Pantelleria, sebbene taluni la posizionino in altre parti. Per esempio, gareggia con Gozo, la bellissima isola a largo di Malta, mentre un numero esiguo di voci la colloca  nello Stretto di Gibilterra.

Per questo motivo la divina Calipso, conosciuta nei social come @Calypsogram, si contende questi due luoghi principali – Pantelleria e Gozo -, trascorrendo sei mesi ciascuno.

Grazie a questa peregrinare, i suoi follower possono godere di panorami di inestimabile valore e ottenere degli interessanti suggerimenti pratici per le loro vacanze.

Milioni di follower per Calypsogram

Chi è Calypsogram?

 

Calipso è una divinità marina, talvolta Nereide, figlia di Atlante e di Pleione. Pertanto, la sua essenza è legata all’acqua salata da cui non riesce a distanziarsi.

La sua casa è l’Isola di Ogigia, ma a causa di una confusione geografia creata nella dimensione umana, si sposta continuamente da Pantelleria a Gozo, pregustando le magnificenze di entrambe.

La sua vita è sempre stata lineare e oscura, fino a quando non conobbe un giovane di nome Ulisse, fuggito da Troia e di ritorno a Itaca.

Il suo nome, sconosciuto a Calipso, dice tanto a milioni di suoi seguaci nei social. Non a caso, stiamo parlando di uno dei più famosi viaggiatori e Content Creator nel mondo, il quale vanta la pole position tra i Best Travel Influencer.

L’uomo ha aiutato a diventare famosi altri colleghi, tra cui la coppia Scilla e Cariddi.

Ed è proprio per scappare dalla loro insistenza e dalla loro voracità che si è spostato verso isole meno frequentate. Senza sapere che il poveretto era passato dalla padella alla brace.

Difatti Calipso viveva sola, o meglio in compagnia di altre ninfe, però si annoiava a morte.

Quindi, trascorreva la maggior parte del tempo rinchiusa all’interno di una gola profonda, benché amplia, che defluiva in un boschetto sacro costellato da alti fusti e sorgenti di acqua pura.

Bel posto, per carità!

Ma Calipso non faceva altro che tessere e filare con le altre donne. Insomma, ben poca allegria. Perciò, l’arrivo di Ulisse scompaginò la sua quotidianità e la rallegrò, tant’è che la dea non volle più lasciarlo andare.

Ulisse rimase ben sette anni con Calipso, fino a quando non intervenne Zeus che mandò il messaggero Ermes a dire:

Calipso: molla l’osso e lascialo andare. Altrimenti Zeus ti fa fare la fine di Dafne. Siamo stanchi di vedere solo panorami di Gozo e di Pantelleria, perlomeno da lui“.

Così la donna, suo malgrado, dovette lasciare l’uomo. Per non perdere i dolci momenti vissuti assieme decise dunque di aprire un canale social su Instagram: @Calypsogram e di mostrare i bei momenti trascorsi assieme.

 

Ninfa nell'Isola Ogigia di Calipso

 

L’Isola Ogigia di Calipso oggi

 

L’Isola di Ogigia fa parte del corredo fotografico e multimediale di Calipso. Grazie alle testimonianze dell’influencer, le isole sono state prese d’assalto dai turisti di tutto il mondo.

Ora le immagini di Ulisse si sono diradate per lasciare spazio ai paesaggi e alla vita della comunità locale. Sono tante le storie da raccontare e i posti da visitare, perciò i reels si susseguono senza sosta, per la gioia di tutti i follower.

In un certo qual modo, Calipso ha rivoltato il senso del suo nome, che significa ‘coprire’ o ‘nascondere’, mostrandosi al suo pubblico nel quotidiano.

Perciò, segue il motto trascritto nel suo account e nondimeno il principio del tempo greco, il cosiddetto kairos.

E dunque, non rimane più chiusa nella sua grotta o nel suo giardinetto, bensì accoglie le occasioni per tradurle in materiale utile. E non solo alle ninfe ma all’intera società. O almeno per chi ama scrollare su Instagram.

Le amiche influencer del mare sono Scilla & Cariddi, le quali promuovono i territori costieri della Calabria e della Sicilia. Nondimeno, fanno molta pubblicità per la moda mare, indossando capi di marca e meno famosi.

La loro amicizia è forte e stabile, ed è resistita attraversando indenne le maglie del tempo. Hanno una rivale mediatica comune: la vegana Circe, conosciuta nei social con l’appellativo di @MagiCirce&ThePig.

Le tre non riescono proprio a sopportarsi, nonostante condividano l’amore per il mare e siano dispensatrici di consigli sui luoghi da visitare. Purtroppo, Scilla e Circe sono state rivali in amore e Cariddi, da buona amica, rimane alleata alla sua compagna di avventure.

Scilla & Cariddi: le amiche influencer del mare

 

Le due protagoniste dell’articolo, nonché classificate ai primi posti tra le Best Travel Influencer, condividono lo spazio mediatico nello Stretto di Messina.

Nonostante la loro giovane avvenenza, le due colleghe vengono considerate alla stregua di mostri dai naviganti che si accingono a passare in quella zona.

Per quale motivo? Pare che le due amiche si avvicendino nelle acque per destabilizzare l’equilibrio delle imbarcazioni, le quali se cadute vengono dilaniate da Scilla e risucchiate dalla vorace Cariddi.

Ovviamente, si tratta di una leggenda metropolitana che per fortuna non ha devastato la carriera professionale delle due ragazze. Purtroppo, gli haters presenti in rete si divertono a offendere gratuitamente chi ha l’audacia di presentarsi al pubblico.

Tuttavia, la loro schiera di fan sono pronti a difendere le donne e a supportarle nella loro campagna contro la violenza per le donne, diffondendo l’hashtag #bastaviolenzasulledonne.

 

Scilla e Cariddi: le amiche influencer del mare

 

L’origine della leggenda

 

Il fatto risale agli antipodi, quando Scilla e Cariddi hanno deciso di aprire il loro canale Instagram. Un certo Zeus ha diffuso la notizia che Cariddi fosse una star da lui creata, responsabile di averlo scaricato non appena conseguito il successo.

Per vendicarsi, Zeus ha diffamato la donna tacciandola come una mostruosa creatura marina (facendo riferimento al suo target professionale) che si diverte a creare dei vortici mediatici in cui vengono risucchiati degli ignari utenti.

Invece, la sua amica Scilla è diventata anch’essa un mostro marino secondo Zeus, dopo aver rubato il fidanzato Glauco alla ex amica Circe.

Per dare più intensità alla storia e renderla veritiera, Zeus ha sparso la diceria anche tra i naviganti della zona.

In particolare, ha detto loro che i vortici di Cariddi si manifestano in prossimità della Spiaggia di Torre Faro a Messina, mentre tra Punta Torre Cavallo e Cannitello si scatena la furia di Scilla.

Non contento, a rimarcare il concetto Zeus ha creato uno slogan descrivendo Scilla come “Colei che dilania” e Cariddi “Colei che risucchia”.

La tempesta mediatica ha sconvolto le due giovani, le quali hanno trovato la forza di reagire proprio grazie ai loro fan.

L’evento ha raddoppiato la loro popolarità tanto da consacrare le amiche influencer del mare come le uniche rappresentanti della movida costiera italiana.

Ciononostante, hanno aperto un’associazione per aiutare tutte quelle donne che si sentono invase da uno shitstorm o che subiscono delle ingiurie, minacce e violenza.

Romea e Giulietto sono i noti influencer della città di Verona, i quali macinano follower a non finire grazie alla loro passionalità. Non a caso, hanno scalato la classifica dei Best Travel Influencer  per la loro lotta alla discriminazione e per promuovere i diritti della comunità LGBTQQIA+.

La loro storia è piuttosto singolare e probabilmente è merito della loro capacità di trasformazione se hanno ottenuto così tanto successo tra i giovani e gli opposti.

Sì trovano perlopiù su Instagram, all’account @MeaGiu, dove condividono informazioni, segreti e suggerimenti per scoprire le diverse sfumature culturali, storiche e gastronomiche della città di Verona.

Romeo e Giulietta e la trasmutazione in Romea e Giulietto

 

I giovani si conobbero all’età di circa tredici anni mentre erano ospiti in casa di amici. Fin da subito sentirono sbocciare un’affinità intellettuale, nonché spirituale. Difatti entrambi soffrivano e si sentivano prigionieri del proprio corpo.

Romeo è un ragazzo sensibile, dalla forte propensione al cromosoma XX. Al contrario Giulietta si e sempre vantata di essere un maschiaccio, e di odiare belletti e vestiti vaporosi.

Le idiosincrasie di ciascuno dei ragazzi compromisero ben presto i rapporti familiari, tanto da portare a odiare segretamente ambedue i genitori e a covare un desiderio di vendetta.

I giovani riuscirono nel loro intento, benché inscenando un avvenimento sconcertante e, francamente, esagerato. Ma cosa successe esattamente? In pratica, finsero di essere innamorati, ben sapendo che le due famiglie non andavano d’accordo per una questione di ceti sociali.

Per ripicca avvisarono tramite missiva i congiunti di voler architettare una fuitina. Invece organizzarono un fantomatico suicidio per mezzo di un veleno e, per aumentare l’ardore, Romeo si sporcò con del sangue finto, simulando di essersi dato una pugnalata.

Appena vennero a saper della morte corsero tutti al capezzale dei giovani e un amico, complice dello sceneggiato, raccontò loro l’accaduto.

Secondo il racconto, Giulietta ingurgitò un liquido che provocò un sonno senza respiro e Romeo, sapendo che la ragazza aveva bevuto il veleno come pattuito, attese il suo risveglio.

Compirono il gesto per far prendere paura ai genitori, ma qualcosa andò storto, poiché Giulietta non si destò al momento convenuto. Impaurito, Romeo pensò subito avesse esagerato con le dosi o che qualcosa fosse andato storto.

A quel punto, preso da panico, e vedendo la sua amata praticamente cadavere, decise di pugnalarsi e di lasciarsi morire. Al termine del racconto, le famiglie maledissero la loro superficialità benché non ci fosse più molto da criticare.

Nel frattempo, il complice portò i giovani alla cappella, laddove si risvegliarono. Infatti, anche Romeo aveva preso l’ intruglio e perciò pareva morto. Trascorse circa due ore i giovani si ridestarono e con l’aiuto del parroco sparirono dalla città.

 

Romea e Giulietto la statua

 

La seconda vita dei due amici 

Una volta scappati dalla cappella, i due amici si trasferirono per un lungo periodo in Svizzera con la finalità di cambiare sesso. Grazie al tempo trascorso assieme i due giovani finirono davvero per innamorarsi e oggi fanno coppia fissa.

Forti della nuova identità acquisita trovarono il coraggio per raccontare la verità alle loro famiglie, le quale a parte un iniziale astio e, nonostante la madre di Romeo, oggi Romea, finì in ospedale per un infarto, alla fine compresero il gesto e siglarono la pace.

Il sindaco di Verona, venuto a sapere della storia, decise di raccontare in maniera velata gli accadimenti e per questo fece realizzare una statua di Giulietta (che poi rappresentava anche Romea).

Ai suoi concittadini, e ai visitatori, narrò che la statua prendeva spunto da un’opera di Shakespeare, un noto autore inglese, anche se in realtà quello scrittore era un amico di Romea e Giulietto che avevano conosciuto in Svizzera.

Anch’egli era rimasto colpito dalla storia dei due ragazzi e ne imbastì un’opera teatrale, trovando un discreto successo in patria ma anche all’estero.

Inoltre, il sindaco si inventò una scaramanzia quando disse che accarezzare un suo seno equivaleva ad accaparrarsi la fortuna.

Pertanto, tutti seguirono l’invito e a forza di strofinare la statua si è bucata. Quella parte fallace era stata preventivata, in quanto l’intento del Sindaco era che al manifestarsi del foro sarebbe uscita la verità sui due amici, e successivi amanti.

Ovvero, una crepa in un materiale duro per simboleggiare la libertà attraverso cui qualsiasi corpo trova uno spiraglio per esprimersi. Non importa quanto sia resistente la base contro cui deve combattere, perché con la pazienza troverà un modo per manifestarsi

A pieno titolo oggigiorno Romea e Giulietto, @MeaGiu, sono i rappresentanti di Verona e l’aver coinvolto la comunità nelle loro folli stramberie ha giovato tutti, premiandoli di autenticità e comprensione.

La nostra icona viaggiatrice femminista e vegana è conosciuta nei social con il nome di Magic Circe & the The Pig. Come si può ben immaginare dal nomignolo, si accompagna a un simpatico maialino vietnamita nano, simile a quello che ha avuto in passato George Clooney.

Insieme fanno dei viaggi pazzeschi, e ricercano soprattutto il mare e i suoi scorci. Non a caso, la loro dimora è collocata nell’affascinante Isola di Ponza, laddove pubblicano gli scatti più amati dai follower e hanno decretato il successo dell’influencer, soprattutto su Instagram.

La sua forza interiore e la sua passione per la natura non potevano che spalancare le porte di accesso alla classifica dei Best Travel Influencer, facendo diventare Circe un’icona di stile e di rispetto ambientale.

 

Icona viaggiatrice femminista

 

Chi è Magic Circe & The Pig?

 

I fan conoscono Circe per i suoi post su Instagram. Ma come si è evoluto il suo successo mediatico? In realtà, la nostra beniamina non ha avuto un’infanzia felice.

Difatti, è nata da un titano e da una ninfa oceanina, piuttosto famosi nel pantheon greco con i rispettivi nomi di Elios e Perseide.

Come abbiamo anticipato, la sua famiglia di origine non si dimostra essere un buon partito, tanto che la nipote Medea è risuonata nelle pagine di cronaca per essersi macchiata di un crimine alquanto brutale.

Ma soprattutto pecca di affettività, tanto che la nostra Circe si sente spesso sola e abbandonata. A questo malessere, si insinua anche un senso di inferiorità che la fa annegare nell’invidia.

Purtroppo, la stessa Circe si macchia di una colpa grave, in quanto trasforma un’altra famosa influencer che si accompagna nei media a un’amica, in un mostro marino.

La causa scatenante è Glauco, un prestante giovanotto che chiede una pozione magica a Circe, proprio per far innamorare la rivale, quando lei in cambio vorrebbe solo il suo amore.

Cerca di svoltare la richiesta del ragazzo facendogli capire che anche lei è interessata al suo amore. Non lo avesse mai fatto!

Glauco offeso ripudia Circe e lei per vendetta trasforma la rivale Scilla in mostro. A questo punto la sua famiglia viene travolta dalla gogna mediatica e decide di mandarla via, relegandola come esule nell’Isola di Ponza.

In realtà, in questo contesto Circe rinasce, e si riscopre donna. Diventa l’icona viaggiatrice femminista che conosciamo oggi, e decide di intraprendere la filosofia vegana, in quanto amante degli animali e soprattutto dei maiali.

Si fa spedire nell’isola un maialino vietnamita nano e quasi nessuno si accorgerebbe di lei se non fosse per i like cresciuti a dismisura a seguito dell’incontro con Ulisse, un promoter greco.

 

Pig Ulisse

 

Una seconda vita e la trasformazione in un’icona viaggiatrice femminista di Circe

 

Il Signor Ulisse giunse nell’isola in compagnia di amici, i quali sapevano essere alquanto rumorosi e fastidiosi. In più, risultavano spesso maleducati e grezzi tanto che in Circe si rafforzò l’idea che fosse meglio vivere con un maiale piuttosto che con un uomo.

A tal proposito, si divertì a giocare loro un brutto scherzo. Infatti, decise di adottare dei maialini vietnamiti, pari al numero della combriccola di Ulisse.

I giovani si arrabbiarono, poiché recepiro il messaggio sottinteso di Circe. Pertanto, rimandò indietro i maialini ma ne tenne uno che chiamò proprio Ulisse.

Nonostante l’inghippo, e anzi forse proprio per questo, Circe e Ulisse divennero confidenti. Seguì il consiglio del pubblicitario di proporsi sui social in qualità di icona viaggiatrice femminista e vegana in compagnia del suo maialino.

Anche perché nel frattempo, come abbiamo già detto, Circe aveva adottato come stile alimentare la dieta vegana, e si era rivolta a una dimensione di vita quasi magica, intessuta di ricerca di erbe spontanee ed essenze, al pari di una strega.

Il volpone di Ulisse aveva già adocchiato il successo, e con alcuni accorgimenti di marketing, fece crescere a dismisura la popolarità di Circe.

Il suo nickname @MagiCirce&ThePig risuona oggi nei vari canali mediatici ed è sostenuta anche dagli ambientalisti più radicali.

Dopo aver ripreso l’Isola di Ponza da tutte le angolazioni possibili e immaginabili, ha iniziato a viaggiare in compagnia del maialino Ulisse. Agenzie e tour operator si contendono ora la star dei social, poiché riesce sempre a risuonare autentica nelle sue stories.

Un aspetto alquanto rilevante, vista l’ondata di finzione che pervade la maggior parte dei canali social.

Benché sia sempre a Eea, ovvero a Ponza, che ritrova sé stessa e la sua femminilità. Laddove gli occhi festosi del suo maialino le dimostrano affetto, e non repulsione come quelli di un uomo.

Perciò, Glauco e Scilla appartengono al passato: ha sotterrato quello che è stato per affidarsi al presente.

Difatti, può dire di aver scontato la sua pena. Il segnale di questo cambiamento è arrivato un giorno quando ascoltando lo sbatacchiare delle onde sugli scogli ha udito una voce pronunciare: “Eureka. È amore!”

Qual era il messaggio subliminale? Si era trattato di Glauco, il giorno in cui morì annegato. Giorno in cui poté finalmente riabbracciare la sua amata, sebbene sotto le spoglie di un mostro marino.

Un amore ritrovato, a cui Circe ha dedicato il nome dell’isola Eea; lo ha fatto a ricordo di quanto si possa sbagliare e allo stesso tempo rimediare, se vi è la genuina intenzione.

Otzilaum è il l’influencer più gettonato di Bolzano, merito della sua vasta conoscenza del territorio e soprattutto della montagna. Pertanto, se desideri conoscere gli itinerari più caratteristici dell’Alto Adige – o quelli sconosciuti – dovrai seguirlo sui social.

Nonostante l’esposizione mediatica non è un tipo molto socievole, tanto che i seguaci lo hanno soprannominato ‘La mummia del Similaun’. Lui non se l’è presa, anzi, ha copiato il nome (in tedesco Mumie vom Similaun) adattandolo al suo nickname.

Da Ötzi si è quindi trasformato in Otzilaum e il suo riconoscimento è cresciuto a dismisura su Instagram, tanto da fornire innumerevoli spunti ai vari influencer di viaggi a copiare i suoi video.

Per esempio, una sua idea è stata quella di iniziare un video dicendo: “Sai che a Bolzano puoi trovare…?” Da quel momento in poi, se noti, qualsiasi personaggio di Instagram segue questo modello di presentazione dei viaggi.

 

L'emblema di Otzilaum: il cristallo di ghiaccio

 

La lunga vita di Ötzi

 

Il simbolo di Otzilaum è il cristallo di ghiaccio, e la scelta è piuttosto emblematica. Difatti, Ötzi nasce nell’età fiorente del Rame, ovvero il periodo che intercorre tra il 3300 fino al 3100 anni a.C. circa.

Non è un ragazzino di primo pelo, dunque. Non a caso, la sua competenza e professionalità sono lampanti. Nato al confine tra Italia e Austria, oggi risiede in pianta stabile all’interno del Museo Archeologico dell’Alto Adige a Bolzano, in qualità di custode.

Questa sua attività lo paragona al soggetto iconico del film ‘Una notte al museo’ il cui protagonista è Ben Stiller, elemento che non è di certo sfuggito ai follower.

Ciononostante, durante il tempo libero Ötzi lavora come guida alpina, proprio perché non riesce a staccarsi completamente dal suo luogo di origine, né tantomeno dai ghiacciai.

Come se ciò non bastasse, il custode-guida è testimonial indiscusso del prodotto tipico della zona: lo speck di stambecco, oggi poco consumato e pubblicizzato.

Difatti, il suo obiettivo è quello di riportare in auge questo pasto proteico, che lui divora quotidianamente, alternandolo solo di rado a un’altra tipica pietanza, composta da carne di cervo, cereali e bacche.

L’influencer agisce su più fronti pubblicitari, in quanto promuove il territorio non solo da un punto di vista gastronomico ma anche escursionistico, storico e culturale.

 

Il custode guida influencer nel tempo libero

 

Gli arbori del successo di Otzilaum

 

Se il nostro custode è diventato il celebre Otzilaum è merito di due coniugi pubblicitari tedeschi, tali Erica e Helmut Simon, originari di Norimberga. Il dettaglio è rilevante, poiché a lungo si è discusso sulla possibilità di rendere famoso Ötzi per il pubblico italiano o quello tedesco.

Alla fine, si è deciso di puntare all’Italia, e di lasciare il tempo al fenomeno mediatico di ingigantirsi, come poi è stato. Tuttavia, il percorso non è stato semplice, dato che l’account è attivo dal 1991.

Ma, la particolarità del nostro protagonista è quello di essere un fanatico dei tatuaggi: ne possiede ben sessantuno in tutto il corpo. Questa caratteristica l’ha portato a simpatizzare con i tatuatori, veri responsabili del suo successo.

Nondimeno, la scelta di andare a vivere a Bolzano ha giovato alla celebrità di Ötzi, offrendogli maggiori agganci pubblicitari e un’elevata visibilità culturale e mediatica.

A frenare la sua ascesa sono state le maldicenze. Purtroppo, Otzilaum è stato colpevolizzato di portare sfortuna e di essere gravato da una maledizione.

In effetti, sono avvenute delle circostanze alquanto perturbanti. Per esempio, entrambi i coniugi tedeschi sono morti cadendo nei crepacci durante le escursioni.

Kurt Fritz, il quale ha portato Ötzi a Bolzano, ha fatto la stessa fine. E molti altri che hanno avuto a che fare con il suo successo sono periti in situazioni ambigue.

Per fortuna, le dicerie si sono sciolte come neve al sole. Il simbolo del cristallo di ghiaccio si riferisce proprio alla mutevolezza della parola e all’insicurezza della vita .

A questo punto, diventa chiaro perché il nostro influencer sia così solitario e preferisca non interagire con le persone, se non tramite i social.

Il motto ben visibile sulla sua pagina ufficiale di Instagram recita: “Mi piacciono le persone, ma solo se schermate da uno smartphone“. Un modo eloquente per tenere le distanze.

Se vogliamo, il suo amico Reynold Messner è stato ancora più incisivo, sottolineando che disobbedire alla sua tacita richiesta significa dove fare attenzione ai crepacci. E visti i trascorsi, meglio accontentare il suo volere.

Belisamagram è una star nei social, merito della sua avvenenza quasi divina, e della sua lungimirante conoscenza della città di Milano. Non ha caso il Best Travel Influencer l’ha incoronata reginetta della capitale meneghina.

La sua specialità è un connubio di moda, tendenze e viaggi, lasciando intendere che non è necessario essere dei vacanzieri straccioni, bensì è possibile vestire con garbo anche quando si esplora una città.

Best Travel Influencer: la sua storia

 

Belisama è originaria dell’Irlanda, laddove era ammirata in quanto Madre del sole e della luce, nonché protettrice delle terre abbondanti. Addirittura venerata dai Celti, dopo qualche tempo la sua immagine di Estate Splendente iniziò a starle stretta, e decise di viaggiare per l’Europa.

Approfittando delle varie offerte dei treni, decise di spendere i suoi miseri risparmi in un Interrail pass, così da solcare i confini del vecchio mondo a suo piacimento.

Ma fu quando giunse a Milano che rimase ammaliata dalle tante opportunità offertele da una visione improvvisa, ma pregna di significato. Se nella realtà vide fango e palude, nel futuro si profilavano luci, edifici e strade trafficate.

Inoltre, la mente fece saggiare a Belisama l’invitante creatività circonfusa nel mondo della moda. Vide vestiti e abiti in paillettes, in qualsiasi materiale e foggia, volteggiare attorno a lei.

Tanto bastò per dare il nome Medhe-lan a quella fangosa culla di sogni. Più tardi arrivarono i Romani, esperti pubblicitari, che consigliarono alla Dea di cambiare – sebbene loro, in realtà, dissero switchare – il nome da Medhe-lan a Mediolanum.

Ascoltò il loro consiglio, e anche gli altri che le suggerivano di trasformarsi in un influencer così da sponsorizzare l’evolversi della città.

 

Belisamagram dea di Milano

L’evoluzione di Belisamagram

 

Dal suo arrivo a oggi, di tempo ne è trascorso, ma lei non è mai scivolata dal podio, diventando una sorte di fondatrice della città. Oggi promuove eventi e manifestazioni e lavora a stretto contatto con il comparto turistico.

Il suo sogno è quello di far trascorrere una vacanza a Milano a chiunque nel mondo, per veder fiorire quella stessa passione che la travolse quella notte dei tempi.

I follower ammirano la sua capacità di comunicazione sempre attuale ed è grazie al suo impegno se la città ha assunto un valore internazionale.

Non dei tanti imprenditori che hanno reso la città competitiva. La sua forza creatrice e lungimirante, sbocciata in quell’acquitrino pestilenziale, è stata determinante per infondere competenze e forza produttiva in tutta la Regione Lombardia.

Secondo Belisamagram, la sua metropoli ha cambiato faccia. Difatti, non è più la ‘Milano da bere’,  bensì la ‘Milano del design’ con un continuo bisogno di aggiornarsi nella mobilità, nella qualità dell’aria e della vita.

Sfide già accettate e pronte per essere contrastate, magari investendo in un consulto tramite il Calderone di Gundestrup. Al momento, il sindaco di Milano non ha accettato la spesa.

Tuttavia, cosa volete che siano alcuni eoni di attesa per la nostra imperturbabile Dea?

Il migliore Travel Influencer di Padova è sicuramente il celeberrimo Antenoregram, così conosciuto nella piattaforma di Instagram. Ma il nome originale è Antenore e arriva direttamente da Troia.

Non sto parlando della fascinosa città pugliese, in cui ho avuto la possibilità di soggiornare durante le processioni di Pasqua alcuni anni fa, bensì la mitica città greca di Troia caduta per mano degli Achei.

Difatti, Antenore è un esule troiano, scappato a seguito della rovinosa disfatta per cercare un nuovo paese in cui vivere. E scelse Padova come dimora di adozione, diventando nel corso dei secoli parte del tessuto storico e culturale cittadino.

Perciò, come non poteva entrare a pieno diritto nella super classifica BTI (Best Travel Influencer)?

mitologia greca

La storia di Antenore

 

La vita di Antenore attraversa varie fasi, segnate da vicende tragiche a cui si alternano periodi spensierati. Attualmente lavora come Travel Influencer di Padova e grazie al suo profilo Instagram, promuove la città da lui fondata.

Riguardo il dettaglio della fondazione, esistono dei pareri discordanti. Tuttavia, Antenoregram sostiene con fermezza il suo ruolo e, in tutta onestà, non mi sento di contrariarlo.

Come ho già detto, Antenore nasce a Troia ed è figlio di un re, chiamato Dardano, Capi o Aesiete. Purtroppo, la memoria inizia a fare cilecca e il nostro Antenore ha perso pezzi di ricordi della vita passata.

Di certo, suo padre si batté per far sì che la guerra di Troia venisse evitata, richiedendo la restituzione di Elena al marito Menelao. Eppure, non venne ascoltato e chiunque di noi conosce il risultato finale della battaglia.

Durante il suo periodo troiano, Antenore fu sposo di Teano e con lei ebbe diversi figli, sette dei quali morirono durante il conflitto. Secondo le testimonianze lottò con tutte le sue forze per salvare la città di origine, nondimeno venne investito da ingiurie piuttosto gravi.

Difatti, alcuni testimoni giurarono che Antenore si comportò da traditore, perché consegnò a Ulisse e Diomede il Palladio, ovvero il talismano dell’invincibilità, condannando a morte i suoi compatrioti.

Proprio per questo motivo, decise di abbandonare la sua terra fino a raggiungere il nord Italia, stabilendosi a Padova e diventando di fatto il capostipite dei Veneti.

 

Antenore: Travel Influencer di Padova

 

Perché Travel Influencer di Padova?

 

Raggiunte le foci del fiume Brenta nel 1184 a.C. si scontrò con gli Euganei, capitanati dal Re Veleso. Ovviamente, non giunse da solo, bensì accompagnato da un gruppo di Enetoi, provenienti dalla Paflagonia, una zona dell’Asia Minore.

Essendo difficile da pronunciare, si cambiò il nome Enotoi in Veneti, dando vita a una nuova comunità proprio nella città di Padova.

La vittoria venne pronosticata da un oracolo, il quale predisse la fondazione di una città fiorente solo se Antenore avesse conficcato una freccia nel cuore di uno degli uccelli in volo.

Laddove fosse caduto, si sarebbe formata la nuova città. Così avvenne, e il luogo fu chiamato prima Antenorea e, successivamente, Padova. Il suo passato venne seppellito in una tomba, oggi conosciuta come ‘La tomba di Antenore‘, nell’omonima piazza.

Da quel momento in poi, Antenore si è prodigato per far prosperare la città e negli ultimi anni si è dedicato alla produzione di contenuti a scopo promozionale per il suo amato territorio.

 

antenoregram

 

I contenuti di Antenore

 

Come ogni content creator che si rispetti, Antenoregram si è specializzato in una specifica piattaforma, la quale combacia con Instagram. Nel suo profilo si possono trovare tutte le informazioni inerenti alla Città di Padova, gli eventi in programma e i consigli di viaggio.

L’account del Travel Influencer di Padova @antenoregram è seguito da milioni di follower, grazie al suo piglio da condottiero e dalla sua verve tipicamente greca. I suoi contenuti vengono apprezzati per i continui richiami alla filosofia e alla dialettica, nonché alla retorica e alla metafora.

Alacremente combatte per far sì che i turisti evitino i tour con i cavalli, da sempre un animale da lui odiato. Per fortuna, in città non sono presenti ippovie ma se ne trovano nei Colli Euganei.

Piuttosto, invita i turisti a concedersi una tazza di caffè da Pedrocchi o uno spritz, nonché a degustare un ottimo piatto di folpi al sabato in Piazza delle Erbe. Difatti, esalta la gastronomia locale, ma soprattutto i ‘festoni buei‘ a base di vino, come li chiama lui.

Talvolta, bacchetta i suoi concittadini per aver perso quel quid che da sempre li ha contraddistinti, ricordando loro il viaggio e la fatica per costruire dapprima una città e poi una regione così fiorente.

Tuttavia, non manca di ringraziare per questo la Repubblica di Venezia, la quale ha permesso ai suoi conterranei di svilupparsi ulteriormente e diventare una regione conosciuta in tutto il mondo.

Alla faccia degli Achei.