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Il lago di Corlo, meglio conosciuto come il lago di Arsiè vicino a Feltre, offre divertimento sia per chi cerca relax che per i più sportivi.

Dispone di alcune strutture ricettive e due campeggi frequentati soprattutto da turisti stranieri provenienti dal nord Europa. Forse proprio loro sanno maggiormente apprezzare l’anima selvaggia e incontaminata del lago e per questo lo scelgono.

Vivere il lago all’insegna del relax

 

Un prato curato e accogliente si trova su una sponda del lago provvisto di bagni, barbecue, tavoli, acqua potabile, alberi in cui stare all’ombra e un parcheggio. Il suo nome è Parco della Campagnola e puoi portare con te asciugami o lettini per stare più comodo.

Bar e ristoranti non mancano e se dal lago ci si sposta in centro ad Arsiè le opportunità aumentano, anche se non è necessario. Lo spazio verde è infatti gestito dal “Mondo di Fortunato” che offre servizio di bar e quindi anche stuzzichini. Per questo, se vorrai fare un picnic e usufruire dei tavoli, ti verrà richiesto un pagamento di 5 euro.

Proseguendo la passeggiata verso il campanile vecchio c’è l’Albergo Ristorante al Parigi con una veduta mozzafiato sulle acque luccicanti del lago. Qui potrai pranzare o cenare. Andando ancora avanti c’è un il bar da Anna con un piccolo supermercato annesso.

 

immagine autunnale del lago di corlo

Praticare sport al lago di Arsiè

 

Le proposte per gli sportivi sono diverse: oltre ai classici sport acquatici come la canoa, il pedalò, il sup, la pesca e il nuoto, c’è la possibilità di fare delle interessanti escursioni.

Per la cronaca, ti devo informare, che il lago non è balneabile e dunque sprovvisto di un servizio di salvataggio, mi raccomando dunque, nel caso tu volessi fare un bagno, di fare molta attenzione.

In alternativa potresti decidere di fare un bellissimo giro ad anello del lago. Si tratta di un percorso di circa 20 chilometri, ma non troppo impegnativo.

La strada è prevalentemente in pianura ma essendo circondato da montagne qualche salita ti toccherà farla. In compenso, però, sarai graziato da un paesaggio intercambiabile meraviglioso, cascatelle che si susseguono a sorpresa e borghi dimenticati.

Un vero tour nel mondo incantato del lago, che ripagherà la fatica fatta. Anche qui consiglio la massima attenzione perché il sentiero in molti punti si trova a strapiombo sul lago e bisogna sempre mantenere alta la concentrazione.

Se vorrai bagnarti potrai sfruttare le generose cascate che vedrai scendere e che vanno ad alimentare il lago. L’acqua, bada bene, non è delle più calde ma in compenso è molto pulita.

Una volta scesi a valle si ripercorre il borgo Corlo che da il nome al lago e i due camping, fino a ritornare di nuovo al parco attrezzato o dove si è lasciata l’auto.

L’inizio del sentiero che entra subito nei boschi è dopo il cimitero della Rocca ed è ben segnalato lungo tutto il tragitto. Calcola un tempo di circa 4 ore per compiere il giro completo.

 

Il lago di Arsiè nella storia

 

cascatelle a sorpresa nel tragitto ad anelloIl lago di Corlo prende il nome, come ti dicevo, dal piccolo borgo abitato, diventato ora quasi una sorta di museo a cielo aperto. Tanto da farne  aprire uno vero che si può visitare solo previa prenotazione e che illustra gli antichi mestieri contadini.

Il lago non è di origine naturale bensì artificiale. Fu realizzato nel 1954 per costruire una diga capace di incanalare l’acqua proveniente dal fiume Cismon. Ecco perché non è balneabile e la sua profondità massima raggiunge i 68 metri.

Interessante è anche la storia del campanile vecchio che faceva parte dell’antica chiesa del borgo, la quale venne distrutta nel momento in cui si edificò il bacino.

Gli abitanti erano così affezionati però al suono del loro campanile da costruire una chiesa nuova poco distante, senza campanile, per continuare ad ascoltare i rintocchi di quello vecchio.

Un modo per non dimenticare il proprio passato e le proprie radici come se il Genius Loci di Corlo abitasse proprio all’interno di quelle antiche mura.

E forse è proprio così o meglio è quello che mi piace pensare… 

Il lago di Corlo o lago di Arsiè vicino a Feltre sembra quasi un fiaba ma esiste davvero. Lo trovi seguendo queste coordinate di Google Maps:

 


*** DEI SENSI ***

 

Abbiamo già scoperto dove si nasconde il Genius Loci ma manca una descrizione dello stesso che io ho trovato piuttosto deciso e fermo nelle sue decisioni. Un tipo che non si tira indietro neanche davanti alle difficoltà. Selvaggio, aspro e forte come le montagne che circondano il lago.

Per quanto riguarda l’attivazione dei sensi durante un soggiorno al lago di Corlo o lago di Arsiè, devo dire che è tutto direzionato verso la natura perché genuina e autentica nella sua perfezione. 

Una visuale a 360 gradi durante il tragitto ad anello ti farà scoprire la cornice disegnata dalla montagna, il rintocco del campanile ti riporterà a un tempo in cui il lago non esisteva ma in esso viveva comunque una comunità.

Il gusto del cibo proposto dal ristorante ti farà capire i valori del luogo fatti di sacrificio e buona volontà. L’odore del bosco ti ritemprerà l’anima e ti farà pensare al potere curativo della natura e ai suoi innumerevoli benefici.

Non dovrai essere un semplice spettatore ma immergerti nel momento, toccando i delicati fiori senza rovinarli, diventando consapevole della loro esistenza e fragile impermanenza.

Vivono come noi  cercando di esaltare le proprie potenzialità anche in un terreno avverso e scivoloso, perché è l’unica possibilità che hanno di brillare. E per quanto riguarda la flânerie? Quella la dovrai spostare a Feltre o in qualche altra città bellunese.

Musica consigliata: Lago dei Cigni di Tchaikovsky

Lettura consigliata: Uomini, boschi e api di Mario Rigoni Stern

La Val Canzoi si trova nella Valbelluna, a Soranzen, frazione di Cesiomaggiore a Belluno. E’ una delle porte del Parco Dolomiti bellunesi.

Non la conoscevo affatto ed è stata una rivelazione. Ricca di percorsi naturalistici e didattici, di torrenti e di baite, malghe e bivacchi e un bellissimo lago che regala dei panorami mozzafiato e delle vedute suggestive. Sono proprio ansiosa di raccontarti questa valle, sono sicura che anche tu te ne innamorerai!

 

percorso didattico nella val Canzoi

 

Cesiomaggiore, prima della val Canzoi

 

È doveroso iniziare dalla porta di accesso nella Val Canzoi ossia la cittadina di Cesiomaggiore. Si tratta di un comune di quasi 4000 abitanti con un museo dedicato alla bicicletta. Si trova nell’edificio delle scuole elementari nel capoluogo del comune Cesio Maggiore.

Un altro interessante museo si trova nella frazione di Serravella, ed è il Museo Etnografico, che contiene oltre 6000 volumi riguardanti lo sviluppo, la storia e l’antropologia delle zone feltrine e bellunesi.

A Can, invece, altra frazione di Cesiomaggiore, c’è una chiesa in stile barocco dedicata a Santa Lucia risalente al 1668. Ma l’aspetto più caratteristico è il campanile, datato 1720, che si trova giusto di fronte al semaforo, in mezzo alla strada! Dietro alla chiesa un simpatico negozio di frutta e verdura vende i suoi prodotti e offre un aperitivo a chi acquista.

statua del lupo nella val Canzoi

 

Val Canzoi

 

Rapita. Sono stata letteralmente rapita dalla bellezza di questa valle incontaminata. Fortunatamente, nonostante fosse agosto, non era molto frequentata se non nei vari ristoranti e pizzerie.

Ci sono percorsi per tutti i gusti: dai più semplici ai più complessi. Il primo che ti voglio consigliare di fare inizia vicino al ristorante/pizzeria Orsera (lo trovi in questo link su google maps).

Un itinerario breve, ad anello, di soli due chilometri ma molto interessante per le opere scultoree in legno dislocate lungo tutto il percorso. Fanno riferimento alla natura, alla montagna e agli animali che vi abitano.

Attraversa da una parte all’altra il torrente ed è popolata da mucche al pascolo e stagni ricchi di libellule, rane e rospi. Da fare anche con i più piccoli per dare loro un assaggio della natura.

 

statua in legno di un'ape

 

Lago della Stua e i percorsi da trekking nella val Canzoi

 

Salendo si raggiunge il lago della Stua, un luogo magico e suggestivo. Lago di origine artificiale con la centrale che fa da apripista per sentieri itineranti di ogni tipo.

Il percorso ad anello sul lago dura circa 4 ore e regala una panoramica del territorio e della flora locale. Basta seguire i cartelli denominati “percorso natura” per fare il giro completo.

Una digressione verso il torrente, appena superato il primo ponte, permette di raggiungere una spiaggetta dove potersi bagnare i piedi e testare la temperatura dell’acqua. Fredda… gelidamente fredda!

Continuando sulla stradina a sassi invece si possono raggiungere alcuni bivacchi. Si tratta di percorsi più impegnativi che richiedono scarponi da trekking e preparazione fisica.

Il Rifugio dal Boz invece si raggiunge all’inizio del lago, non si fa quindi il giro del lago ma si sale direttamente verso la cima. Anche qui il tempo di percorrenza è intorno alle 5 ore. Ogni escursione è ben segnalata e la cartellonistica indica il tempo e il livello di difficoltà di ciascun percorso. I

Se ti trovi in zona continua verso il comune di Sospirolo e scoprirai il lago del Mis e i suoi celeberrimi Cadini del Brenton e la cascata della Soffia. Trovi tutte le informazioni le trovi qui!

Oppure puoi dirigerti nella Valle San Martino, un’oasi di pace nascosta nel Feltrino

 

la centrale elettrica sul lago

 


*** LIBERA I SENSI ***

 

La flânerie è ammessa se concepita come studio della natura e dei suoi elementi perché qui il Genius Loci è lei. L’uomo ha provato a incanalare l’affluenza dell’acqua e in qualche modo ci è riuscito ma non del tutto.

Durante i periodi di pioggia la zona diventa particolarmente pericolosa perché l’acqua fuoriesce da tutte le parti. Non si adegua, la sua anima è straripante in ogni senso.

Come negli altri luoghi immersi nella natura i sensi sono richiamati all’ordine ma qui c’è una sorta di ritenzione. C’è un bisogno di meditazione e di introspezione.

Per cui tutti e cinque i sensi devono prima essere ampliati per accogliere ogni segnale e poi portati all’interno in una sorta di momento curativo. Abbiamo bisogno della natura per ritemprarci e ricaricare le nostre energie. 

 

Musica consigliata: Moola Mantra – Deva Premal

Lettura consigliata: Il segreto del Bosco Vecchio di Dino Buzzati

Il blog tour sui Monti Dauni mi ha permesso di conoscere una Puglia lontana dagli itinerari turistici pertanto più autentica e particolare.

Ciò è stato permesso grazie al supporto di Daunia Press Tour che ha organizzato un viaggio di cinque giorni nelle città di Troia, Ascoli Satriano, Candela e Biccari.

Troia (blog tour sui Monti Dauni)

 

Troia è stato il punto di partenza per conoscere il territorio circostante. Adagiata su morbide colline dal colore verde brillante del grano appena nato, Troia si presenta ai visitatori in tutta la sua bellezza nel suo centro storico.

La sua fama la deve alle processioni che avvengono durante il periodo di Pasqua quando la religiosità raggiunge il suo culmine. In queste occasioni si possono visitare le numerose chiese presenti in città:

  • la Concattedrale della Beata Vergine Assunta in Cielo;
  • la chiesa di San Basilio Magno, chiesa di San Benedetto dell’Addolorata, la chiesa di San Giovanni di Dio, chiesa dei Morticelli, ex chiesa dell’Annunziata, la chiesa di San Vincenzo Martire, la chiesa di San Domenico, la chiesa di San Francesco e infine la chiesa di San Giovanni Battista (o al mercato).

Ho già parlato della Concattedrale nell’articolo precedente ed è l’edificio religioso più importante del centro storico. Ma il più antico invece è la Chiesa di San Basilio Magno che conserva anche le croci usate durante le processioni.

Le sue origini risalgono al periodo paleocristiano ma è stata menzionata per la prima volta in una pergamena nel 1087. L’interno è austero e nell’abside in pietra rimane un fonte battesimale di origine rinascimentale.

La Chiesa di San Francesco presenta un’unica navata ed è arredata in stile barocco. Annesso vi si trovava il monastero guidato da Padre Maestro San Francesco Antonio Fasani di Lucera. Oggi ospita il Centro del Gusto e il Gal Meridaunia dei Monti Dauni.

 

veduta sulla campagna di Troia

 

Nel Museo Ecclesiastico Diocesano è conservato al suo interno il capitello delle 4 razze di cui una copia identica è presente al Metropolitan Museum di New York, donato da un certo James Hyden nel 1955.

Mentre al Museo del Tesoro della Cattedrale si possono ammirare 3 dei 32 esemplari di Exultet presenti al mondo. Sono dei rotoli di pergamena redatti tra il XI e il XII secolo che contengono delle profonde verità teologiche.

Dopo esserti graziato gli occhi nelle bellezze religiosi e culturali per scoprire Troia al meglio non ti rimane che attivare il gusto.

 

I prodotti enogastronomici tipici sono:

  • il famoso vino Nero di Troia;
  • le Passionate, i pasticcini di ricotta e pasta di mandorle prodotte dalla Pasticceria Casoli;
  • il Pancotto, cucinato in tutta la Puglia ma qui arricchito dalle erbette selvatiche e proposto nei migliori ristoranti.

 

Ascoli Satriano

 

Ascoli Satriano si trova su un’altura che domina la valle del Carapelle dove si combatté e ci fu, nel 279 A.C., la famosa vittoria di Pirro da parte del re Epiro contro i Romani.

La zona è terreno fertile per i ritrovamenti archeologici. Per questo motivo è stato istituito il Polo Museale, ex convento del XV secolo completo di chiesa e monastero.

Gli oggetti all’interno sono ritrovamenti storici rinvenuti nella zona, rubati e rivenduti all’estero per poi ritornare dopo molti anni in possesso al comune.

 

la campagna di ascoli satriano vista durante il blog tour sui monti dauni

 

Ma il pezzo forte è il Trapezophoros, meglio conosciuti come i Grifoni, parte del corredo funerario appartenuto a una tomba macedone in marmi policromi.

Rappresenta due grifoni nell’atto di azzannare un cervo.  La bellezza della statua è ineguagliabile e accentuata dalla disposizione buia della stanza che esalta la ricercatezza del lavoro di intarsio e il pregio del marmo talmente levigato in modo perfetto da far nascere la voglia di sfiorarlo.

All’interno della Basilica di Ascoli Satriano è conservata invece una statua del patrono della città, San Potito, portata in processione durante la festa del patrono, di fattura napoletana con gli occhi sormontati da due diamanti.

Candela

 

L’ultima tappa del blog tour sui Monti Dauni è stato Candela. Nonostante sia caduta una pioggia torrenziale durante la visita alla città di Candela, a me è piaciuta molto, anche grazie al contributo della guida Benito Quaglia.

Si trova tra il fiume Ofanto e il torrente Carapelle ed è abbarbicato su due colline dette di San Rocco e di San Tommaso. Le sue vie strette e tortuose sono conosciute come trasonne e la più importante è appunto “la trasonna” perché risulta essere la più stretta in Italia con i suoi 38 centimetri di larghezza.

Il borgo reca tracce di un importante passato storico. Fu dato in concessione ad Andrea Doria che fece crescere la cittadina fino a farla diventare un punto di riferimento della zona. La sua fortuna era dovuta anche alla posizione in cui si trovava, fra Puglia, Campania e Basilicata.

In quel periodo vennero edificate la Chiesa Madre, la Chiesa della Concezione, un ospedale civile annesso ed il Palazzo Doria. Oggi il comune tenta la via del ripopolamento con una manovra di aiuti economici destinati a chi decide di trasferirsi in paese.

 

case tipiche di candela viste durante il blog tour sui monti dauni

 

Biccari nel blog tour sui Monti Dauni

 

Grazie alla gentile ospitalità del sindaco di Biccari abbiamo avuto la possibilità di scoprire una zona verde di Foggia che non mi sarei mai aspettata.

Non a caso è chiamata la “piccola Svizzera” grazie alle sue vallate e alla presenza del lago Pescara. Un bellissimo bacino naturale diventato un luogo ideale nel quale trascorrere dei momenti di relax.

Diversi percorsi e itinerari si diramano per poi raggiungere il picco più alto in Puglia, il Monte Cornacchia, con i suoi 1152 metri di altezza. Dalla cima si possono ammirare, in una giornata di sole e senza nuvole, le isole Tremiti.

Ma la maggior parte dei visitatori si ferma al Daunia Avventura, un bellissimo parco divertimenti dove si possono fare discese in carrucola e testare il proprio equilibrio arrampicandosi sugli alberi. Salendo sentirai i canti degli uccelli ancora più vicini e percepirai il profumo di resina degli alberi.

Un modo originale per trascorrere un pomeriggio in compagnia dei propri amici o della propria famiglia.

Un blog tour sui Monti Dauni da non dimenticare! Tantissime altre città e piccoli borghi mancano all’appello perché la ricchezza in questo angolo italiano è davvero incredibile.

Ci sarebbe voluto molto più tempo per conoscere a fondo il territorio, ma rimane la consapevolezza di aver visto un luogo incantato, fermo nel tempo e magnifico non solo per il suo mare, ma anche per la realtà paesaggistica del suo interno. 

 

lago di pescara

 


Dovrai assolutamente fare della flânerie il tuo punto di forza perché c’è veramente tanto da scoprire. Il Genius Loci si tiene ben nascosto ed è di difficile interpretazione. Certamente si presenta nella sua ospitalità, nella sua generosità e ovviamente nella sua immensa passione per il cibo.

Musica consigliata: Caparezza

Lettura consigliata: Lo sguardo del paesaggio di Giuseppe Goffredo

Nel lago di Garda lato bresciano ci sono tantissime città da scoprire ognuna con le sue peculiarità che le caratterizza. Io le ho scoperte grazie a una prenotazione sul sito di Groupon e un soggiorno a Pozzolengo (te ne parlo qui).

Mi sono ritrovata catapultata nella fertile campagna fra Veneto e Lombardia, adiacente al più turistico e rinomato lago di Garda, meta prediletta dei turisti tedeschi.

Lago di Garda lato bresciano

 

DESENZANO DEL GARDA

Desenzano del Garda è una città che invita alla distensione e alle passeggiate che portano ad ammirare il castello, originario dell’alto medioevo e il vivace centro cittadino. In estate è frequentatissimo e dovrai quindi armarti di pazienza per trovare un parcheggio. In alternativa lo puoi raggiungere mediante treno o corriere.

Il porto vecchio, invece, è un lascito della Repubblica di Venezia, la quale progettò un ponte levatoio di cui non si sono mantenute le tracce e un altro ponte in stile veneziano, fra i monumenti più fotografati dai turisti.

Non manca – a sorpresa – uno spettacolare dipinto raffigurante l’Ultima Cena di Gian Domenico Tiepolo, custodito all’interno del Duomo assieme ad altri affreschi dell’artista Andrea Celesti.

Ci sono diverse spiagge attrezzate ma anche alcuni punti liberi dove potrai fare una nuotata e prendere un po’ di sole. Allontanandoti dal centro ti accorgerai come la zona si farà via via paludosa ma conserverà comunque un fascino selvaggio.

 

SIRMIONE

Sirmione è famosa per le sue terme naturali decantate dal poeta romano Gaio Valerio Catullo. Il percorso lungo il centro storico si snoda attraverso un dedalo di vie fulgide di vita e di negozi, soprattutto gelaterie.

Raggiungerla non sarà semplicissimo perché i parcheggi più economici sono posizionati a qualche chilometro di distanza dal centro. Ci sono due opzioni: prendere un autobus o fare l’intero tragitto a piedi.

L’entrata alla città ti condurrà direttamente all’interno dell’antico castello scaligero. Ben presto però ti accorgerai che poco rimane di medievale se non l’ossatura del castello e come affresco, locali e negozi ideati per i turisti in visita.

Se vuoi rintanarti per un attimo nel passato sali verso l’alto, seguendo le Grotte di Catullo, uno degli esempi meglio conservati della domus romana – una villa per vacanze – in cui soggiornavano le personalità di spicco dell’antica Civiltà Romana.

Il lungolago offre degli scorci meravigliosi e dei riflessi particolari in cui cercare la quiete dal marasma turistico, fare un tuffo e delle aree dedicate agli attracchi per le imbarcazioni, ottime per raggiungere le altre località lagunari.

 

 

LIMONE SUL GARDA

Limone sul Garda è chiamato così per la massiccia presenza di agrumeti, uliveti e ovviamente limonaie anche se c’è chi sostiene che non sia questa l’originale etimologia del nome.

Se deciderai di soggiornare qui saranno le piante a guidare la tua visita e non i monumenti o i musei. A impreziosire il paesaggio c’è anche la presenza meditabonda delle piante di cipresso che sanno sempre suggerire dei momenti di intimità e introspezione.

Persino lo scrittore tedesco Goethe passandovi ne rimase affascinato, tanto da sottolinearne la naturale disposizione contemplativa. Le limonaie, infatti, si estendono in filari situati sulle pendici dei monti che segnano il confine con il Trentino Alto-Adige. Oggi sono protette e tutelate come Patrimonio Comunale di inestimabile valore storico.

 

GARDONE RIVIERA

Gardone Riviera è notoriamente famoso per il “Vittoriale degli Italiani”, luogo in cui visse il poeta abruzzese Gabriele D’Annunzio dal 1921 al 1938. È questa città a vantare il premio come la meta turistica lagunare più visitata dai turisti italiani e stranieri.

Fa parte del Parco regionale dell’Alto Garda Bresciano ed è avvicendata dai comuni limitrofi di Salò, Toscolano Maderno, Manerba del Garda, Vobarno e Torri del Benaco. Anche qui c’è una presenza moderata di agrumeti e uliveti ma la meta è frequentata per il monumento del Vittoriale.

Si tratta di un complesso museale composto da un teatro all’aperto, giardini architettonici, corsi d’acqua, edifici che ospitano vari cimeli, strade, archi, statue e piazze progettato dall’architetto Giancarlo Maroni.

L’intento dell’architetto nel costruirlo fu di omaggiare il genio del poeta-soldato D’Annunzio e imprimere le difficili imprese del popolo italiano durante il sanguinoso conflitto della Prima Guerra Mondiale.

SALÒ

Salò è ricordata per essere stata sede della Repubblica Sociale Italiana per un breve lasso di tempo che iniziò nell’ottobre del 1943. La scelta cadde su questa città per la sua vicinanza alla Germania Nazista durante il periodo in cui a guidare il popolo italiano c’era il dittatore Benito Mussolini.

Uno dei monumenti religiosi più importanti del paese è il duomo di Salò con la facciata esterna che rimane ancora incompleta ma impreziosita in parte dal portale in marmo del Tamagnino e di Gasparo Cairano.

L’edificio è dedicato a Santa Maria Annunziata e custodisce le tele Paolo Veneziano e altri artisti dell’epoca mentre le dieci statue lignee sono state ideate da Pietro Bussolo.

 

veduta sul castello di Sirmione sul garda lato bresciano

 

I dintorni del lago di Garda lato bresciano

 

POZZOLENGO

Ho soggiornato qui, immersa nella fantastica zona dei vini, soprattutto del Lugana, dove a far risaltare il verde dei filari ci sono le tipiche case di campagna. La sua particolarità è determinata dalla posizione confinante con tre provincie: Brescia, Mantova e Verona.

Tra i prodotti tipici di Pozzolengo ci sono:

  • il salame Morenico di Pozzolengo, a cui è stata attribuita la DeCO (denominazione comunale di origine);
  • i biscotti tradizionali di Pozzolengo con la farina di farro;
  • lo zafferano.

Il borgo di Pozzolengo è abitato fin dalla preistoria e viene definito il “Centro del mondo”. Al suo interno cela delle torbiere e dei pozzi che rivelano così l’origine del nome.

Il luogo di interesse principale è il castello, costruito fra il IX e il X secolo, come difesa dai magiari, ottimamente riqualificato ed esteso su una superficie di circa 10 mila metri quadri.

 

l'ossario con teschi e ossa di arti

 

SAN MARTINO DELLA BATTAGLIA E SOLFERINO

Vicino a Pozzolengo, compreso nel comune di Desenzano del Garda, c’è San Martino della Battaglia, famoso per una terribile battaglia, appunto. Tale conflitto fu combattuto dalle forze del Regno di Sardegna, capitanate da Vittorio Emanuele II, a fianco dei francesi contro gli austriaci. Le vittime furono ingenti e in ricordo di tale tragedia fu eretta la chiesa di San Martino, adibita poi a ossario.

Vicino è posizionata la città di Solferino, in provincia di Mantova, che si affaccia sui colli morenici del lago di Garda. Viene ricordata anch’essa in combinazione a San Martino per la terribile battaglia in cui persero la vita oltre 29 000 uomini.

La più importante struttura da visitare è la Rocca di Solferino, che viene comunemente chiamata la “Spia d’Italia“. Si trova a un’altezza ragguardevole di 23 metri e da lassù è possibile controllare tutta la zona circostante.

Vicino si trova anche Il Memoriale della Croce Rossa, in ricordo di Jean Henry Dunant, il fondatore dell’associazione, che proprio qui ebbe l’idea di istituire la società.

Piazza Castello, invece, ospita il Castello di Orazio Gonzaga, una famosa famiglia di Mantova. Ma il sito più impressionante di tutti è l’Ossario di Solferino, che contiene oltre 1400 teschi e le ossa di oltre 7000 caduti. Un luogo che testimonia violenza e crudeltà inaudite.

 

Torre a San Martino della Battaglia

 

 


*** VIAGGIO DEI SENSI ***

 

La flânerie nel lago di Garda lato bresciano ti porterà a girovagare fra gli angoli rustici e insoliti della campagna e del lago dove sarai ricompensato vedendo apparire scorci affascinanti. Il Genius Loci è autentico come i prodotti agricoli che qui prosperano.  

Sfrutta gli sbocchi termale per immergerti nel calore delle acque: hanno un alto potere curativo ma fa attenzione che non siano troppo calde!

 

Musica consigliata: Muse – Exogenesis (parte terza)

Lettura consigliata: Viaggio in Italia di Johann Wolfgang Goethe

La Val Sarentino è nascosta tra le montagne dell’Alto Adige, dove la tradizione e la natura sono protagoniste assolute del panorama.

Un tripudio di verde che risplende in ogni sua più piccola sfumatura passando dal verde chiaro dell’erba al verde scuro dei pini. Intorno pochi centri urbani, tante chiese e torrenti implacabili che scorrono nonostante la siccità.

Nascosti tra i boschi fanno capolino appetitosi funghi mentre fiori di ogni tipo sono odorati da api svolazzanti che seguono imperterrite il loro lavoro in un ronzio felice.

Questa è l’immagine della vita sotto le Dolomiti: da una parte la fatica dell’uomo, dall’altra la magnificenza della natura. L’Alto Adige che fatica a levarsi dalla mente nel momento in cui i tuoi piedi hanno calpestato quelle magiche terre o le tue mani sfiorato i fili d’erba.

 

VAL SARENTINO

 

Per raggiungere la Val Sarentino bisogna prendere l’uscita dell’autostrada Bolzano Sud e seguire le indicazioni per Sarentino (Sarntal). Non ti preoccupare è difficile sbagliare strada, le indicazioni sono ben segnalate.

Una volta usciti dalla città si intravedono i primi scorci delle montagne e si percepisce il cambiamento di temperatura. Più si sale e più l’aria diventa frizzantina.

Anche i paesaggi cambiano diventando sempre più pacati e rilassanti. Ed eccola sbucare dal nulla: un agglomerato di case e di vita dispersa tra le pendici che si arrampicano come delle pareti verso il cielo.

Sarentino presenta un centro storico che racchiude notevoli edifici e masi databili inizio anno 1200. Numerose chiese nascondono all’interno affreschi di importanza artistica dal valore inestimabile e il castello dall’altra parte della montagna che la controlla, le regala un senso di regalità e di potenza economica.

Il piatto tipico è il Sarnel Striezl, una specie di focaccia imbottita di speck, ottimo da gustare accompagnato da una birra gelata Forst.

Grazie al temperamento conservatore della popolazione, si possono ammirare i vestiti tipici della zona che ancora mantengono un’importanza elevata all’interno della società sarentina.

 

Lago di Valdurna nei pressi di Sarentino

 

I DINTORNI DELLA VALLE

 

I sentieri naturalistici da scoprire sono innumerevoli e adatti a qualsiasi livello di preparazione. Niente flânerie ma immersione nella natura, dunque!

I centri da non perdere nei dintorni sono:

  • la Valdurna, con il suo splendido lago
  • San Martino conosciuto come centro sciistico nel periodo invernale.

Una volta raggiunto San Martino non rimane che tornare indietro con la macchina perché la strada finisce e l’unico modo per attraversare i valichi che portano a Vipiteno e al Brennero è quello di attraversare il passo Pennes.

Non sarà facile andarsene di lì, la melodia dei torrenti e lo stormire degli alberi, entreranno nella tua anima e ti faranno sentire la mancanza ogni qual volta sentirai il bisogno di staccare la spina. Rimarrà lì presente a ricordarti che il Paradiso esiste e che si trova a pochi passi da te.

Potresti portarti a casa un po’ di quella melodia ascoltando le tipiche canzoni tirolesi oppure leggere un bel libro di Messner, un altoatesino doc.

 

Torrente, prato e case solitarie

 

Sei sei in Trentino ti potrebbe venire voglia di visitare anche il lago di Carezza, puoi leggere l’articolo qui e scoprire la leggenda della sirenetta e del mago Masaré.

A proposito di Messner…. essendo vicino a Bolzano potresti visitare l’affascinante museo dell’alpinista a Castel Firmiano. Sarà amore a prima vista, vedrai!

L’azzurro lago Bohinj si trova nel bellissimo Parco Nazionale del Triglav ed è considerato il più esteso lago della Slovenia. Bohinjsko jezero è il nome originale e ha una lunghezza di 4.350 metri e una larghezza massima di 1.250 metri.

È facilmente raggiungibile dal lago di Bled in circa 20 minuti di macchina o 30 minuti di corriera: entrambi i laghi fanno parte del circuito “le Perle delle Alpi” e sono quindi collegati senza dover necessariamente usare l’auto.

L’azzurro lago Bohinj

 

Il lago non è molto frequentato dai turisti preferendo il lago di Bled, per cui rimane fortunatamente piuttosto selvaggio. Non esula, però, dal controllo stradale e si è tenuti comunque a pagare il parcheggio. Sono altresì proibiti stazionamenti selvaggi delle vetture o delle moto. A fare da guardia c’è la statua del camoscio Zlatorog, il simbolo del parco, posizionato nel centro cittadino del lago.

 

Zlatorog era un camoscio bianco dai corni dorati che viveva libero nel monte Triglav. A fargli compagnia c’erano tre vergini incaricate a proteggerlo. Molti, infatti, volevano impossessarsi dei suoi corni dato che avevano un valore inestimabile e, a furia di rincorrerlo, un cacciatore riuscì ad ucciderlo.

Il grido di dolore delle vergini fu straziante mentre il sangue di Zlatorog solcava i laghi e le montagne intorno al Triglav. Quel lamento risvegliò lo spirito del bosco che, venuto a sapere dell’omicidio, si adoperò affinché sbocciasse un fiore che donasse nuova vita a Zlatorog. Ora si muove furtivo e invisibile fra i boschi senza che ci sia mai più la possibilità per gli umani di incontrarlo.

 

Al centro del lago si possono noleggiare canoe, sup, barche e nuotare nelle sue splendide acque dai colori cangianti. In certi punti si può usufruire di panche e tavolini, mentre in altri ci si può nascondere in spiaggette riservate, a riparo da occhi indiscreti. Il lago è all’insegna del relax ma anche dello sport, a seconda delle passioni dei visitatori.

È possibile girare il lago in tutta la sua lunghezza, sia in bici che a piedi, attraverso un percorso che attraversa boschi e spiagge su terreni sassosi, muschiati o sdrucciolevoli.

Qualora non si riuscisse a percorrerlo per intero, c’è la possibilità di usufruire di un comodo servizio di barca con motore ecologico, che percorre il tratto dal campeggio Zlatorog Bohinj al centro turistico e viceversa.

 

scritta azzurro lago Bohinj

 

Cosa vedere nell’azzurro lago Bohinj

 

Sulla sponda meridionale del lago è possibile visitare una chiesa in stile romanico datata 1440 a.C, con chiari riferimenti di architettura slovena, dedicata a san Giovanni Battista. La sosta con l’auto nel parcheggio adiacente l’edificio è gratuito per un massimo di 1 ora.

Sempre su questa traiettoria, arrivando da Bled sulla sinistra, sale la strada che porta al monte Vogel (1535 metri) e alla funivia che permette l’ascesa alla cima dove si può ammirare il lago dall’alto e i contorni delle altre vette.

Più avanti, invece, sale la strada che porta alla cascata di Savica: il corso d’acqua che da origine all’azzurro lago Bohinj; mentre sul finire della strada asfaltata, si dirama una strada bianca in salita verso i vari rifugi in quota scelti dagli escursionisti per visitare la valle dei sette laghi.

Nel centro cittadino, infine, trovi supermercati, hotel, parcheggi, gelaterie e locali di ogni tipo. Tutto ciò che possa servirti per trascorrere il soggiorno al meglio.

 


*** VIAGGIO ATTRAVERSO I SENSI ***

 

La flânerie è una pratica che qui non si può fare però si può cercare il Genius Loci del luogo. E chi potrebbe essere se non il protagonista della leggenda? Sto parlando del camoscio Zlatorog il quale incarna lo spirito dei boschi e del lago.

La vista è abbagliata da riflessi dell’acqua che varia in base alla profondità. L’odorato assorbe le essenze benefiche delle piante mentre con il tatto si cercherà di accarezzare un pesce nel lago. Il gusto si accentuerà, cosi pure l’udito e a te non resterà che accontentare entrambi con un lauto pasto immerso nel silenzio del bosco.

 

Musica consigliata: Norah Jones – Sunrise

Lettura consigliata: Il Mistero del Poeta di Antonio Fogazzaro

Il lago di Carezza è in Alto Adige, nell’alta Val d’Ega vicino a Nova Levante e nelle sue acque si specchiano il Catinaccio e il Latemar.

Le sue acque spaziano dal verde smeraldo al celeste vibrante. Viene anche chiamato lago dell’arcobaleno per le sue varie tonalità che cambiano in base alla luce e alle ore del giorno.

Il livello delle acque, invece, varia in base alla stagione essendo alimentato da sorgenti sotterranee che giungono dalle cime del Latemar.

IL LAGO DI CAREZZA: LA FAVOLA

 

Una sirenetta viveva tranquillamente tra le acque del lago. Un giorno passò vicino al lago il mago Masarè. Vide la giovane sirenetta specchiarsi e giocare con i pesci e se ne innamorò.

Ma non sapeva come fare ad attirare la sua attenzione. Il mago non era certo un bell’uomo e non aveva mai avuto a che fare con una sirenetta! Così chiese consiglio alla strega Lanwerda.

Lei lo aiutò dicendogli di travestirsi da venditore di gioielli e di creare con questi un arcobaleno che partiva dal Catinaccio fino ad arrivare al Latemar.

Al mago sembrò un’idea interessante e preparò tutto il necessario. L’arcobaleno splendeva e la sirenetta lo guardava estasiata. Il mago la stava osservando di nascosto e, prese tutte le sue forze, uscì dal cespuglio per mostrarsi alla sua bella.

Ma dimenticò di travestirsi. La sirenetta lo vide e si spaventò. Affondò nelle acque del lago e non ritornò mai più a galla. Il mago deluso, buttò tutti i gioielli e i pezzi dell’arcobaleno nel lago. Per questo motivo, ancora oggi il lago di Carezza brilla magicamente in tutti i colori dell’arcobaleno.

 

Il Catinaccio vicino al lago di Carezza

 

INFORMAZIONI UTILI

 

Il lago di Carezza si trova in un’altitudine di 1520 metri sopra il livello del mare. È raggiungibile dalla strada statale 241, Val d’Ega, che attraversa  il passo di Costalunga fino a Vigo di Fassa, dove si collega con la strada statale 48 delle Dolomiti.

A fianco al lago si trova un parcheggio a pagamento che permette di lasciare la propria auto. Dal parcheggio è stato creato un apposito sottopasso che raggiunge il belvedere del lago.

Lì si può fare una passeggiata di circa 30 minuti intorno al lago per ammirarlo in tutta la sua bellezza. Non è consentito però accedere alle sue rive o fare un bagno. Il costo del parcheggio è di solo 1€ per la visita in un’ora. A fianco si può ammirare anche un lago più piccolo chiamato Mittersee.

 

Riflessi turchesi nel lago

 

 


*** SENSI IN VIAGGIO ***

 

Il percorso che potrai fare sarà quello ad anello intorno al lago quindi non è possibile fare della flânerie. Ma è possibile conoscere il Genius Loci. Chi è? Ovviamente il lago stesso con i suoi colori, capaci di esprimere tutta la bellezza della natura. 

Il riverbero del sole ti farà socchiudere gli occhi e questo ti darà l’opportunità di osservare altre mille sfumature delle acque. Il canto degli uccellini del bosco ti accompagneranno lungo la passeggiata e non ti lasceranno in silenzio.

Avranno così tante cose da raccontarti! Mentre ti guardi intorno noterai delle strutture in legno che si amalgamo perfettamente con il territorio circostante, questo per non disturbare gli animali selvatici che vi abitano.

Evita quindi di mangiare e di attirare la loro attenzione, potrai farlo una volta uscito di lì. Invece di pensare al cibo concentrati sugli odori del bosco, cerca di sentire ogni singola fragranza. E se vedi un fungo, non toccarlo! Non si possono raccogliere se non hai il permesso.

 

Musica consigliata: Somewhere over the Rainbow – Israel “IZ” Kamakawiwoʻole

Lettura consigliata: Gnomi, fate, folletti e altri esseri fatati in Italia di Dario Spada

Il lago di Bled in Slovenia fa parte del Parco Naturale del Triglav e racchiude nelle sue acque il potere curativo delle terme.

Dieci anni. Dieci anni che ritorno sempre sullo stesso posto. Il lago di Bled mi ha stregata e rubato il cuore, intrappolandolo per sempre nei fondali delle sue acque termali.

Una cittadina che non conosceva nessuno fino a che un medico elvetico, tale Arnold Rikli, scoprì il potere terapeutico delle acque del suo lago.

Ogni anno io, mia zia, mia cugina, i cani, e quest’anno anche mia nipote, facciamo i bagagli e con la macchina che scoppia partiamo alla volta della Slovenia.

Mi incanta attraversare il confine e sedermi a sorseggiare un caffè a Tarvisio, mentre piano piano mi abituo al paesaggio montano. Le case con i tetti spioventi, i fiori, il fieno e i bizzarri orpelli che adornano le abitazioni.

E quei campi sterminati di fiori che emanano dei profumi inebrianti, mentre sciami di api operose ne succhiano insaziabilmente il nettare. Sì, da quando ho messo piede in questo luogo me ne sono completamente innamorata.

 

immagine della chiesa nel lago di bled contornato dalle fronde degli alberi

Il meraviglioso lago di Bled con la sua chiesa nel centro

 

Il lago di Bled

 

Il lago si trova nascosto tra le Caravanche austriache e il Parco Nazionale del Triglav e fa parte del circuito le Perle delle Alpi, un’associazione nata per promuovere lo sviluppo eco-sostenibile dei territori.

Le acque del lago sono di origine termale e quindi la temperatura è piuttosto piacevole. Si può fare il bagno anche quando il tempo non è dei migliori.

E il tempo è spesso variabile. L’estate può essere anche molto fresca, per non dire fredda. Durante un soggiorno alla mattina c’erano 11 gradi per intenderci (mese di luglio) fino a che le nuvole non si sono allontanate e hanno fatto capolino i raggi del sole.

Il lago di Bled si può girare a piedi in un’ora e mezza circa e scegliendo così i posti migliori dove fare il bagno. Ogni angolazione offre uno scatto indimenticabile dell’isola e del castello.

Ci sono posticini in cui ti trovi in compagnia di anatre, di cigni, di ninfee. Alcuni sono più impervi e selvaggi da raggiungere, altri invece sono riservati ai pescatori o perimetri con pontili in legno e piccole spiaggette.

Le attività da fare a Bled sono molteplici. Si può visitare il castello medievale che controlla dall’alto il territorio, salire su una tipica imbarcazione e visitare la chiesa proprio al centro dell’isola, fare sup o canoa, lanciarsi con lo slittino a tutta velocità giù per la collina, fare passeggiate nel verde o sedersi in qualche caffè e sorseggiare del buon vino.

Se vai nell’isolotto non dimenticarti di suonare la campana, segnerà il tuo destino e sarai costretto a tornare ancora una volta a visitare questi luoghi magnifici.

Dintorni di Bled

 

Non saprei proprio da dove iniziare ma vediamo di fare ordine. Innanzitutto partiamo dai luoghi più vicini al lago di Bled:

 

  • Il fiume Sava Dolinka, che attraversa il Parco e permette escursioni interessanti e bagni ghiacciati;

  • La gola di Vintgar, da raggiungere in corriera da Bled oppure in macchina, per scoprire il lavoro millenario del fiume che lentamente ha scavato la gola;

  • l’altopiano di Pokljuka, salendo in bici, che si può noleggiare a Bled, fino a visitare gli angoli più remoti. E tra un mirtillo e una fragolina di bosco scendere a visitare le grotte;

  • slap (cascata) Iglica a Bohinjska Bela dove si può fare una semplice ferrata per ammirare la città dall’alto;

  • lago di Bohjni e da lì salire a visitare la slap Savica  o prendere la funivia per arrivare al monte Vogel;

  • la chiesa di Brezje, visitata anche da Giovanni Paolo II (ha le porte che si aprono da sole, a me è venuto un mezzo infarto ;);

  • la città antica e monumento culturale di Radovljca;

  • visitare la città di Kropa, la sua antica tradizione della lavorazione del ferro e i suoi dintorni caratteristici;

  • Lubiana, la capitale verde slovena a circa mezz’ora di macchina.

 

Questi sono solo alcuni spunti delle attività che si possono fare nella bellissima cittadina di Bled e nei dintorni. Il resto lo lascio scoprire a te!

E non dimenticare di assaggiare la torta tipica di Bled fatta di crema e panna, qui puoi trovare la ricetta oppure i cevapcici, le salsicce gustose tipiche dei balcani.

 

Ricordati che per circolare in Slovenia è necessario acquistare la Vignette. Si tratta di un adesivo che si trova nei distributori di benzina che permette di circolare nelle autostrade senza prendere multe. I prezzi sono suddivisi per due categorie di veicoli: classe 1 e classe 2.

CLASSE 1 (moto):

  • 55 euro annuale;
  • 30 euro semestrale
  • 7,50 euro settimanale

CLASSE 2A (auto, camper e altri veicoli con un’altezza del primo asse inferiore a 1,30 metri):

  • 110 euro annuali
  • 30 euro mensili
  • 15 euro settimanali

CLASSE 2B (veicoli a più assi e superiori a 1,30 metri, eccetto camper):

I prezzi per questa categoria sono raddoppiati.

 


*** ESPERIENZE IN VIAGGIO AL LAGO DI BLED ***

 

Il lago di Bled è caratterizzato da una flânerie limitata ma ciò non toglie che sia davvero piacevole osservarne i dettagli: casette per gli uccelli, girandole colorate, rossi gerani, ruote del carro, pannocchie esposte nei granai, eccetera. Il Genius Loci è un personaggio ospitale, dedito all’erboristeria e alla cultura agreste. 

La vista sarà appagata dalla natura mentre il gusto sarà attratto dai sapori stagionali come lo sciroppo al sambuco. L’odorato percepisce la terra e l’acqua mescolati assieme mentre l’udito sarà attirato dal rintocco della campana pronto a suggellare il ritorno. Il tatto incontrerà i vari materiali che costituiscono il giro attorno al lago: un vero percorso sensoriale che ti saprà donare la serenità.

 

Musica consigliata: Claire de Lune – Claude Debussy

Lettura consigliata: La Montagna Incantata di Thomas Mann