Una mattina mi sono svegliata ponendomi questa domanda: si viaggia per essere liberi oppure bisogna sentirsi liberi nel viaggiare? Questo perché ho ripensato alla mia vita da viaggiatrice e ai vari insegnamenti imparati. Fra i più importanti c’è stato la comprensione del concetto di libertà che ho dovuto rivalutare nel corso dei viaggi.
Nel mio immaginario infantile, ispirata dal personaggio di fantasia Phileas Fogg, protagonista del romanzo di Jules Vernes “Il giro del mondo in 80 giorni“, la libertà era la possibilità di fare qualsiasi cosa passasse per la mente.
Non ho cambiato di molto la credenza ma solamente ampliata. Se non hai letto il romanzo ti consiglio di farlo al più presto ma ti posso raccontare brevemente di cosa parla.
Mr. Fogg a causa di una scommessa decide di fare il giro del mondo e parte in compagnia del suo fidato maggiordomo Passepartout senza aver il tempo di organizzare il tutto.
Si ritrova così a vivere mirabolanti avventure entrando in contatto con culture e società completamente differenti. Alla fine rientrerà in patria ma vincerà o perderà la scommessa? Per scoprirlo ti lascio alla lettura del libro!
Libertà di scelta
Quando lessi il libro mi colpì profondamente la possibilità di variare la routine di punto in bianco senza impedimento di alcun tipo. Mr Fogg era un Lord inglese e quindi le sue attività erano di tipo filantropico, pertanto poteva permettersi di assentarsi da Londra per lunghi periodi senza riscontrare problemi.
Io, nella mia vita da adulta, avrei potuto fare lo stesso? Non sono nata nella bambagia e quindi lo esclusi a priori anche se non smetto ancora adesso di cercare una soluzione.
Il concetto, però, è quello di avere la possibilità di viaggiare non appena se ne presenta l’occasione; ma è questa la vera libertà che possono dare i viaggi?
Libertà di essere sé stessi
Durante un viaggio a Berlino mi resi conto che, nonostante fossi in una località bellissima con mille attività da fare e da vedere, io non riuscivo a sentirmi soddisfatta.
In conseguenza a ciò capii che un viaggio non permette di sentirsi liberi: nonostante lo spostamento non si lascia a casa quell’ombra ingombrante che nutre la paura e l’aspettativa. Non siamo liberi senza la scelta consapevole di esserlo.
Per questo motivo la sfida più grande nei viaggi è quella di abbandonarsi agli eventi, ai percorsi e alle sensazioni che vanno nascendo, immergersi nel flusso del momento senza pensare a cosa è giusto fare.
Solo in questo modo riusciamo a sentirci liberi perché mettiamo da parte la nostra personalità, la stessa che determina chi siamo o come dovremmo comportarci, per lasciare libero arbitrio al cuore.
Durante un tour in Irlanda visitai la contea di Durren, ci fermammo per visitare una scogliera e da un anfratto della roccia salì una spruzzata di acqua gelida marina.
L’acqua mi colpì direttamente sul viso facendomi sorridere ed ebbi all’improvviso un’illuminazione. La mia mente generò un pensiero e sentii come se, quell’istante, non avesse bisogno di nient’altro da aggiungere per essere perfetto.
Esseri liberi come piccole gocce dell’oceano
Fu una lezione che non dimenticai mai perché mi fece comprendere il vero senso della libertà che non si nasconde dietro le scelte che possiamo fare ma alle decisioni che decidiamo di prendere.
La vera libertà è essere semplicemente chi siamo senza sovrastrutture sociali, ambientali o psicologiche, degli esseri imperfetti che cercano il loro meglio con il poco che hanno.
Una lezione che mi ha fatto sentire leggera proprio come quella goccia di acqua che invece di perdersi fra le onde del mare, come avrebbe dovuto fare, ha deciso di salire per toccare il mio viso e fondersi per un attimo con la mia anima.
L’oceano è il mondo, l’acqua è il nostro tessuto sociale e le gocce siamo noi: facciamo parte di ciò che ci circonda ma possiamo anche essere delle piccole entità che fanno delle scelte, dove queste ci portino poi, dipende solo da noi.