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Di essere un viaggiatore Boccadoro non lo sapeva se non fosse stato per Narciso che più di chiunque altro gli seppe leggere il cuore. Avercene di amici così, direte voi, ma si sa che le storie della letteratura sono sempre più leggendarie rispetto la realtà.

Hermann Hesse

 

L’autore del bellissimo romanzo è Hermann Hesse, scrittore di origini tedesche che vinse meritatamente, a mio avviso, il Premio Nobel per la Letteratura nel 1946.

Solo i libri facenti parte della letteratura classica tedesca mi lasciano al termine svuotata; la loro scrittura è talmente intesa, simbolica, quasi esoterica, da richiedere un esame di coscienza prima di chiudere definitivamente la novella.

Mi sono sentita allo stesso modo con i libri di Thomas Mann, per non parlare poi di Goethe che con “Le Affinità Elettive” e “I dolori del giovane Werther” mi hanno letteralmente stregata, tanto da costringermi a rileggerli più volte.

Hermann Hesse aveva un’attrazione per il misticismo, la spiritualità e in particolare dai vari concetti che caratterizzano la filosofia orientale.

La sua non fu un’esistenza facile e in giovane età tentò addirittura il suicidio. Visse fra la Germania e la Svizzera seguendo una rigida educazione impartitagli dalla famiglia natale.

Cercò supporto e aiuto nella scrittura, la quale lo ricompensò facendogli ricevere numerosi riconoscimenti. Intraprese anche un viaggio verso l’India che però non vide a causa di un malessere fisico, e navigò verso l’isola di Ceylon.

Nonostante la disavventura, quella parte del mondo gli rimase nel cuore, perché le dedicò due libri: Dall’India e Siddharta, trasferendo tutto il suo sapere e interesse verso la cultura orientale.

Si portò sempre appresso, però, una depressione latente, difficile da cancellare, che a momenti esplodeva rendendogli la salute sempre più cagionevole.

Morì a causa di un’emorragia cerebrale nel 1962 a seguito della leucemia nel piccolo paese di Montagnola in Svizzera. A lui è dedicato un percorso che da Montagnola va ad Agra.

 

viaggiatore Boccadoro

 

 

Recensione Narciso e del viaggiatore Boccadoro

 

Era da tanti anni che conservavo nella libreria il racconto di Hesse senza mai decidermi di iniziarlo. L’inverno porta sempre desiderio di introspezione e quasi istintivamente l’ho preso in mano, decidendomi di leggerlo.

Penso sia arrivato al momento giusto perché mi ha fatto scoprire una trama inaspettata e una storia intensa che mi ha colpito per la ricchezza di contrasti.

L’ho letto a casa, senza nessun viaggio in programma, perché è un testo che in qualche modo ti spinge a muoverti seguendo finalmente la giusta direzione.

 

Viaggiatore Boccadoro non me l’aspettavo, eppure incarna molti di noi. Di contro, l’amico Narciso, incarna l’altra parte del mondo, quella con cui ci si scontra.

 

Loro due no, però, riescono a trovare un appiglio comune e grazie proprio alle loro diversità instaurano un’amicizia sincera, audace e calorosa. Sarà di aiuto a entrambi, fino alla fine.

Il viaggiatore Boccadoro fu lasciato dal padre in un monastero dove subito fece amicizia con Narciso: senza saperlo i due non potevano essere così diversi l’uno dall’altro.

Narciso, abile a leggere le anime delle persone, vedeva nella remissione dell’amico una recondita indole ribelle che l’avrebbe prima o poi fatto allontanare dal suo luogo di detenzione.

 

C’era una storia che Boccadoro aveva dimenticato fra le pieghe del suo cuore ed era legata alla figura materna, fuggita da casa per esplorare il mondo. 

 

Fu proprio Narciso a farla emergere rivelando all’amico il suo vero sé. Subentrò allora una crisi esistenziale che si risolse con la fuga dal monastero, appoggiata da Narciso che chiese solo di rivederlo ancora.

Iniziò così un viaggio all’insegna della dissolutezza, dell’avventura, del mistero e della ricerca al fine di ritrovare un equilibrio che si era andato a spezzare con il ricordo emerso della madre.

Boccadoro scoprì la passione per l’arte e l’intaglio del legno diventandone maestro presso un artista conosciuto strada facendo. Conobbe la gente di strada: persone che lo tradirono e altre che lo amarono.

Perché il viaggio è anche questo: una conferma di ciò che siamo, una ricerca di quello che vorremmo essere o la consapevolezza di non diventare mai quello che vorremmo. Il resto del romanzo non te lo voglio raccontare perché Hermann Hesse è un autore che va letto, lo merita la sua scrittura.

Trovi il libro del viaggiatore Boccadoro qui

Recensione I Love Tokyo: la guida interattiva della capitale nipponica scritta dalla conduttrice radiofonica di Radio Deejay La Pina. Dalla prima pagina del libro fino all’ultima si percepisce l’amore che La Pina ha per questo paese magico, particolare, originale e creativo.

Il Giappone e in particolare Tokyo, sono un’esperienza di viaggio che colpisce per la diversità culturale e le leggi non scritte che, per noi occidentali, sono di difficile interpretazione. Proprio per questo c’è La Pina: lei ci prenderà per mano e ci accompagnerà alla visita della capitale asiatica.

La Pina

 

La Pina è la nota conduttrice radiofonica di Radio Deejay ma è anche rapper e conduttrice televisiva. La sua passione per Tokyo è nata quando lei era ancora piccola.

Grazie al lavoro del padre, l’architetto Andrea Branzi, ha avuto la possibilità di scoprire il fascino della città ancora da bambina. Ad oggi è ritornata 43 volte e le ultime assieme al marito Emiliano Pepe, soprannominato Emi.

Il suo libro “I love Tokyo” non è una semplice guida della città ma una dichiarazione di amore per un paese che l’ha completamente conquistata.

Ama tutto della città, dallo shopping, alla cultura, al loro rapporto con la natura e alla spiritualità. Ma ciò che più l’attira è l’essenza misteriosa e l’eccentricità della popolazione giapponese.

Recensione I love Tokyo

 

I love Tokyo è una guida interattiva, divisa in sette capitoli nei quali si impara a muoversi in completa autonomia nella caotica capitale. Ogni capitolo è caratterizzato da un QR code che permette di ascoltare un brano selezionato da Emi e un video con protagonista la scrittrice.

È pieno zeppo di consigli per rispettare una cultura così diversa dalla nostra e per non rischiare di fare delle gaffe tremende. E su questo punto La Pina insiste molto, ripetendo spesso di non “fare gli italiani!

Non manca nulla per essere considerata una guida a tutti gli effetti ma con una grafica molto più accattivante e moderna.

Ma quello che ho maggiormente apprezzato è il tono di scrittura, sembra che La Pina stia naturalmente conversando con un amico, al quale si regalano perle di saggezza apprese viaggiando in un paese estero.

 

copertina libro i love tokyo

Impressioni finali

 

Non ho ancora viaggiato in Giappone e non conosco Tokyo, ma da sempre mi affascina la cultura nipponica. Leggendo il libro mi è sembrato di aver accorciato le distanze da un paese ignoto, imparando a conoscerne qualche aspetto. E ho adorato la grafica.

Sembra un manga con immagini, cornici e simboli che richiamano continuamente il contesto del quale si parla. In una parola, consigliatissimo! Se hai intenzione di partire o semplicemente ti piacciono i libri di viaggi, non puoi non leggerlo.

 

Se ti interessa ma non sei ancora sicuro e vuoi leggerne un estratto su Amazon clicca qui e scarica il primo capitolo del libro.