L’entroterra salentino, con le sue infinite distese di terreni, trapuntati di antiche masserie e le discese degradanti verso spiagge paradisiache, rappresenta lo scenario perfetto di una vacanza da sogno. D’altronde, trascorrere le ferie in Salento significa vivere un’esperienza unica.
L’estremità del tacco d’Italia è famosa per le acque, tra le più cristalline d’Italia; tuttavia è nell’entroterra e nei tipici borghi rurali che si respira l’anelito più vero del Salento. Qui, oltre all’interesse storico-culturale, si unisce quello eno-gastronomico. Questo rende tutto ancora più piacevole, perché il Salento si lascia scoprire un po’ per volta…e alla fine riempie il cuore.
Quale località scegliere per il soggiorno? E, soprattutto, l’eterno dilemma che dilania il turista: meglio visitare la costa ionica o quella adriatica?
La risposta esiste, ma ha la stessa consistenza del vento. Per apprezzare appieno il Salento, un versante non può escludere l’altro. Per questo, secondo un’antica usanza locale, nei giorni di tramontana, si va sullo Ionio, mentre quando spira scirocco, è preferibile l’Adriatico.
E per effettuare un tale switch, vale il motto latino “in media stat virtus”. Alloggiare nell’entroterra, in posizione centrale, infatti, darà la possibilità di godere di entrambi i versanti e, allo stesso tempo, di soggiornare presso strutture turistiche speciali, circondate dalla profumata macchia mediterranea e dotate di ogni comfort: le masserie.
Una tipologia ricettiva unica: la masseria salentina
Le masserie sono dimore rurali risalenti, per lo più, al XVIII-XIX secolo e che hanno subito, di recente, notevoli opere di ristrutturazione, diventando favolose strutture alberghiere, resort di lusso o affascinanti B&B, come solo per citarne una Masseria Mongiò a Baia dei Turchi, a due passi da Otranto.
Questi edifici sorgono nelle aree agricole, in posizioni strategiche che permettono di raggiungere agevolmente sia le principali città, sia le zone della costa.
Solitamente circondate da una fitta e rigogliosa vegetazione che le mantiene al fresco durante la stagione estiva, si compongono di un edificio principale (dimora, in origine, del proprietario terriero) e di diversi edifici secondari. Alcuni di questi erano le abitazioni degli operai agricoli, altri erano adibiti allo stoccaggio degli attrezzi da lavoro o all’allevamento del bestiame.
Racchiusi all’interno di mura di cinta, le masserie potevano accogliere molte famiglie ed è per questo che, oggi, le strutture sono organizzate per accogliere un cospicuo numero di ospiti, divenendo spesso location di eventi e matrimoni.
Costruite in pietra leccese, hanno mura spesse che difendono dal caldo torrido dell’estate. In alcuni casi sono presenti piscine, zone Spa, terrazze panoramiche oppure maneggi, campi da tennis o da golf. All’interno della casa padronale, di solito, è allestito il ristorante, con proposte gourmet oppure tradizionali, come ad esempio le classiche orecchiette.
Talvolta, a fianco della struttura alberghiera, hanno sede aziende ancora oggi nel pieno dell’attività, che producono e vendono prodotti tipici, quali olio, vini e formaggi.
Le masserie, insomma, sono luoghi magici, all’interno dei quali antico e moderno convivono. Qui si respirano le storie e le antiche leggende del Salento e se ne sente ancora il battito più sincero.
La masseria: la storia della cultura agricola trasformata in lusso moderno
Tutta la Puglia e, nello specifico, il Salento sono stati, in origine, prevalentemente agricoli. Nonostante la presenza di importanti centri marittimi e portuali, infatti, agricoltura, olivicoltura, viticoltura e allevamento sono stati per secoli le principali fonti commerciali e di sostentamento della popolazione.
Col passare del tempo e lo sviluppo di coltivazioni sempre più intensive, i proprietari terrieri trovarono interesse nel costruire le residenze per gli operai a fianco delle aree coltivate. Fu così che, già a partire dal XVIII secolo, sorsero le prime masserie. Il termine deriva, appunto, da “masserizie”, ovvero l’insieme degli oggetti d’uso quotidiano e delle attrezzature agricole.
Le masserie erano costituite da un agglomerato di edifici abitativi e lavorativi collegati l’uno all’altro da una cinta muraria (che serviva a proteggere la comunità dalle incursioni dei nemici) e da un’aia comune centrale.
La decisione di riunire in un unico luogo tutta la manovalanza servì alla piccola e media borghesia per ottimizzare la produttività e, allo stesso tempo, mantenere il controllo sociale su questa prima forma di “comunità professionale”. Col tempo, l’esigenza pratica fu sostituita da una vera e propria moda che trasformò le grandi masserie in vere e proprie ville di campagna, diventando uno status symbol dell’aristocrazia.
A seguito anche delle epidemie e delle malattie che spesso colpivano le grandi città, i nobili, infatti, cominciarono a costruire lussuose residenze presso le quali trasferirsi insieme alla famiglia e ai domestici, secondo la moda dei “Casini della Delizia” settentrionali.
Le masserie, però, già alla fine dell’800, con l’avvento dell’agricoltura moderna, cominciarono a essere abbandonate e lasciate in disuso. Negli anni ’90 la Puglia, però, diventa meta privilegiata del turismo. Da quel momento in poi è stata intrapresa la grande opera di recupero che ha portato, oggi, a godere di queste esclusive location.