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Le ricette della cucina israeliana è un libro di ricordi, emozioni e sensazioni culinarie raccolte dai due autori protagonisti del libro. Il titolo è semplicemente “Jerusalem” e nasconde, nella semplicità del titolo, la stessa essenzialità della cucina gerosolimitana.

Una città – quella di Gerusalemme – intricata, posizionata sui cucuzzoli delle colline, suddivisa in un dedalo infinito di vie di stampo romanico e un crogiolo di spiritualità che si intrecciano fino quasi a soffocarsi.

Gli stessi autori sono scettici nel raggruppare delle ricette che raccolgano questo infinito insieme di diversità. Eppure ci riescono, aiutandosi coi ricordi dei sapori e dei profumi che richiamano la mescolanza di tradizione israeliana.

 

“Ma esiste qualcosa che si possa chiamare cibo di Gerusalemme? Si consideri che in questa città ci sono monaci ortodossi greci; preti ortodossi russi; ebrei hassidici di provenienza polacca; non ortodossi provenienti dalla Tunisia, Libia, Francia e dall’Inghilterra; ebrei sefarditi, che vivono qui da generazioni; musulmani palestinesi della Cisgiordania oltre a molti altri, originari della città stessa o di località lontane; ebrei ashkenaziti provenienti dalla Romania, dalla Germania, dalla Lituania e ebrei sefarditi venuti più di recente dal Marocco, dall’Iran, dall’Iraq e dalla Turchia; arabi cristiani e armeni ortodossi; ebrei yemeniti, ebrei etiopi (ma anche etiopi copti); ebrei di provenienza argentina ma anche oriundi dell’India meridionale; monache russe che si prendono cura di monasteri e una quantità di ebrei di Bukhara (Uzbekistan)”.

 

Recensioni ricette della cucina israeliana

 

Il libro è di facile lettura, disponibile in versione cartacea ed ebook, sfogliabile in maniera ottimale nonostante la forma digitale. Gli autori partono dalle memorie per raccontare il libro visto che sono trascorsi venti anni da quando hanno abbandonato Gerusalemme.

E lo fanno facendosi aiutare dalle immagini che costellano le pagine del libro. Poi, narrano la difficile e complicata storia di formazione della città, descrivendo tutte le dissonanze che si porta dietro ancora oggi, esplodendo di tanto in tanto in conflitti interni.

La lontananza di vedute, pur vivendo a pochi centimetri di distanza, appaiono intollerabili. Però un punto di incontro c’è ed è la cucina, o meglio l’hummus. La deliziosa salsa di ceci che ognuno condisce con la propria ricetta segreta. L’ultima parte del libro è dedicata alle ricette vere e proprie suddivise in:

  • verdure;
  • legumi;
  • cereali;
  • zuppe e minestre;
  • ripieni;
  • carni;
  • pesce;
  • sfoglie salate;
  • dolci e dessert;
  • condimenti.

Un insieme di pasti che possono ricreare la tipica atmosfera gerosolimitana: una tradizione contraddittoria e proprio per questo così vitale e invitante.

 

hummus nelle ricette della cucina israeliana

 

Trovi il libro di ricette della cucina israeliana a questo link:

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La Mezzaluna Fertile è quella zona collocata nell’attuale area del Medio Oriente dove nacque, fiorì e si sviluppò l’antica civiltà umana. Possiamo tracciare i confini all’interno degli stati della Giordania, della Palestina, di Israele, del Libano, della Siria e parte dell’Egitto.

La presenza umana è stata registrata ancora prima dell’Homo sapiens sapiens e si trattava di comunità dedite alla caccia e alla raccolta di semi, tuberi, frutti, eccetera.

Viene ricordata perché dette l’avvio all’attività agricola e all’allevamento, grazie alla sua collocazione nella zona fertile della Valle dei fiumi. Questi fiumi sono tra i più importanti del nord Africa: il Nilo, il Tigri, l’Eufrate e il Giordano. La civiltà sumera prosperò, infatti, nella regione della Mesopotamia.

 

mezzaluna fertile

 

Etimologia di Mezzaluna Fertile

 

Il nome fu coniato da James Henry Breasted uno storico e archeologo statunitense. Lo stesso definì quest’area come Fertile Crescent per la sua forma che andava a racchiudere la parte centrale del Medio Oriente.

Lo studioso faceva parte di un gruppo di intellettuali composto da archeologi e storici, i quali sostenevano che le radici culturali europee appartenessero anche al Medio Oriente e non solo allo sviluppo comunitario della fascia europea.

Secondo la sua ricostruzione, la Mezzaluna Fertile si estendeva dall’estremità occidentale con l’angolo che andava a toccare il sud-est del Mediterraneo. Il centro era posizionato nel nord dell’Arabia mentre la parte orientale andava a lambire l’estremità del Golfo del Persico a nord.

Il clima era mediterraneo e favoriva la coltivazione di legumi e cereali. Ovviamente, in quell’epoca, si trattava di piante selvatiche ma che crescevano in abbondanza grazie alle frequenti esondazioni dell’acqua.

L’agricoltura crebbe in concomitanza con l’allevamento di animali come i maiali, le pecore, le mucche e le capre. I cavalli, invece, non erano così diffusi da essere tenuti in considerazione.

Con il trascorrere del tempo la morfologia dei fiumi e il loro facile accesso andò modificandosi e questo ha determinato un lento ma inesorabile abbandono dell’attività agricola. La zona oggi è sfruttata per i suoi giacimenti di petrolio che ne determinano la forza economica.

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