La Ruta Puuc maya è una strada che attraversa varie località, le quali simboleggiano il patrimonio di storia e di cultura nativa messicana. La via può essere visitata partendo da Mérida oppure da Campeche.
Si tratta di un percorso di siti archeologici dislocati lungo una linea lunga 48 chilometri. Il sito più grande e anche il più visitato è Uxmal, i siti minori sono Xlapak, Sayil, Kabah e Labná.
La bellezza di questi luoghi è commisurato al panorama selvatico in cui sono ubicati. Non hanno mai un afflusso eccessivo di turisti e questo permette ai visitatori di godere di un incontro storico unico.
La mia esperienza a Uxmal
L’unico sito che ho visitato della Ruta Puuc maya è Uxmal. Sono partita in corriera da Mérida e sono arrivata all’ingresso del sito nel giro di un’ora. Purtroppo, le condizioni atmosferiche non erano delle migliori: pioveva a dirotto ed ero senza ombrello.
Per cui, prima ancora di acquistare il biglietto di entrata, mi sono fermata in una bancarella ad acquistare l’impermeabile. I messicani, sempre solerti e pronti per ogni evenienza, avevano una gamma di scelta di colori pressoché infinita.
Gli impermeabili erano di tante tonalità diverse ma dello stesso spessore: sottili come un foglio di carta. E infatti, ho subito fatto un taglio con il biglietto d’ingresso!
Quando però sono entrata e mi sono trovata davanti la Piramide del Adivino, mi è subito scesa la mascella. La magnificenza della struttura mi ha colpito dritto al cuore e ha steso i miei sensi.
Avevo già avuto l’occasione di visitare la Piramide di Chichén Itzá e l’avevo trovata piuttosto scenografica ma l’ho fatto insieme a una bolgia di persone, rovinando definitivamente l’effetto sorpresa.
Uxmal invece è unica ed è poco frequentata; pertanto è ammantata da questa aurea di sacralità che avvolge in maniera totale l’attenzione. E questa imponente piramide si trova appena entrati nel sito per cui non si ha neanche il tempo di abituare gli occhi a tanta bellezza.
La sua altezza raggiunge i 30 metri e una ripida scalinata centrale porta all’ingresso del tempio. Ovviamente l’ingresso è precluso ai visitatori per una questione di sicurezza e di conservazione.
La piramide si porta dietro una strana leggenda: pare infatti che sia stata edificata in una sola notte dalle mani magiche di un nano. Nessuno sa da dove tragga origine la leggenda ma è talmente originale che pare quasi vera.
Segue un’altra struttura, il Cuadrángulo de las Monjas (Quadrilatero delle Monache), di 4 sezioni con un totale di 74 stanze. Le facciate sono decorate con immagini delle divinità Chaac (Dio della pioggia) e Quetzalcóatl, il Dio serpente piumato. Attorno dei ghirigori e motivi geometrici.
Non ancora parca della vista di queste due spettacolari strutture ho proseguito scoprendo il Palacio del Gobernador (Palazzo del Governatore) emblema della civiltà Puuc con annessa Casa de las Tortugas (Casa delle tartarughe) che si trova nei pressi del Palazzo.
La Gran Piramide sovrasta in altezza la Piramide dell’Indovino di oltre 2 metri ed è stata riportata alla luce solo la parte frontale. Il resto è ancorato alla selva che la preserva dalla modernità.
Non poteva mancare il campo da gioco della pelota, tipica area di ricreazione delle piramidi maya. Altre strutture collegano il sito al culto del Dio della Pioggia ed effigi di animali, come i giaguari, sovrastano le zone dei cerimoniali.
È difficile descrivere a parole la maestosità del sito soprattutto per chi non ha mai visitato le piramidi maya. E ancora più complicato è riuscire a trasmettere il senso di sacralità che vi aleggia intorno.
Vale la pena visitare Uxmal perché difficilmente si potrà godere di un incontro diretto con la Civiltà Maya, se non attraversando la Ruta Puuc maya.
Le piramidi minori della Ruta Puuc Maya
Le piramidi minori della Ruta Puuc maya sono difficili da raggiungere con i mezzi pubblici, solo Uxmal si raggiunge in corriera da Mérida o da Campeche con la linea Autobus Sur.
I biglietti si possono acquistare direttamente alla stazione delle corriere e tramite la compagnia ADO che dirige tutte le compagnie di autobus minori. Per le altre piramidi invece bisognerà prenotare un tour organizzato o noleggiare una macchina.
Il secondo sito in ordine di importanza è Kabah che è collegato dalla tipica sacbé, la strada bianca che collega i siti della Ruta Puuc maya. Anche qui troviamo la Gran Piramide e il Palacio, chiamato anche Teocalli.
Il Palazzo non è un edificio come lo intendiamo secondo lo stile della nostra architettura europea ma una piramide sulla cui cima poggia un tempio, in cui si svolgevano i rituali religiosi.
Il Tempio de los Mascarones o il Codz Poop è l’edificio più importante del sito. In una delle facciate viene rappresentata per ben 250 volte l’effige di Chaac, il Dio della pioggia, intervallato da altrettante figure geometriche.
Nello stesso stile Puuc troneggiano maestosi edifici precolombiani anche negli altri siti archeologici di Xlapak, Sayil e Labná. La popolazione Puuc, una frangia della più grande Civiltà Maya, si era insidiata intorno a Mérida dando vita a uno stile pressoché unico del genere.
Questo è un motivo in più per visitare non solo le classiche piramidi che vengono più spesso pubblicizzate ma anche quelle tracce del tutto originali ed emblematiche che punteggiano le varie località messicane.