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Il turismo nel 2025 sarà uguale all’ultimo anno, oppure alcune tendenze surclasseranno le tipicità dei viaggiatori odierni? Sempre in continua evoluzione, i viaggi sono un comparto influenzato dalle dinamiche innovative e dalle preponderanti esigenze dell’utenza.

Tra le tendenze più rilevanti emerge il concetto di viaggi smart, dove la tecnologia gioca un ruolo cruciale nel semplificare l’organizzazione e la fruizione delle esperienze turistiche.

Nondimeno, i viaggiatori saranno sempre più inclini a cercare esperienze personalizzate e autentiche, optando per itinerari che rispecchiano i loro interessi e le loro passioni.

Dunque, la richiesta di immersioni culturali, in eventi locali e nelle attività sostenibili sarà dominante, spingendo le destinazioni a diversificare le loro offerte.

Inoltre, si prevede un incremento delle vacanze brevi e frequenti: invece di lunghe fughe lontano dalla routine quotidiana, i turisti favoriranno weekend prolungati e brevi soggiorni durante l’anno.

Questa tendenza potrebbe tradursi in aperture verso destinazioni vicine o meno conosciute, come i piccoli borghi disseminati lungo la penisola. Tuttavia, alcuni gradiranno allontanarsi dal suolo italico, grazie alla ritrovata facilità nell’accedere al passaporto.

Il fil rouge sarà la sostenibilità. Poiché i turisti oggi sono del loro impatto ambientale. Di conseguenza, le aziende turistiche dovranno adottare delle pratiche mirate, volte a promuovere il turismo responsabile.

Così si delineerà un panorama turistico ricco di opportunità per soddisfare le nuove aspettative dei consumatori.

 

Turismo nel 2025 esperenziale

 

Turismo nel 2025: esperienziale, locale e sostenibile

 

Nel 2025, il panorama turistico si preannuncia movimentato, in direzione a senso unico verso le esperienze autentiche che consentanodi immergersi nella cultura locale del luogo visitato.

Un approccio esperienziale si traduce in un desiderio crescente di interagire con la comunità ospitante e di partecipare alle numerose attività tradizionali.

La dimensione locale sarà dunque il perno su cui i turisti attribuiranno valore. Ciò significa, ricerca di strutture ricettive e ristoranti che propongono prodotti tipici del territorio, e di riflesso promuovono l’economia localizzata.

Oltremodo, ci si aspetta una maggiore attenzione verso la scoperta di mete meno conosciute, al fine di evitare il sovraffollamento delle destinazioni turistiche tradizionali, già asfissiate dal problema dell’overtourism.

In aiuto accorre la consapevolezza. Laddove, viaggiatori attenti prediligeranno modalità di trasporto eco-friendly e pratiche che riducano l’impatto ambientale.

Elementi che definiranno le scelte dei viaggiatori del futuro, guidando l’industria verso nuovi orizzonti.

 

Viaggi smart e all'estero

 

Viaggi smart odorando le mete internazionali

 

Finalmente, la situazione passaporti si è normalizzata. Grazie alla mossa del Governo in carica, anche le poste sono adibite al rinnovo e alla distribuzione del passaporto.

Pertanto, diminuiscono le file alle questura e il passaggio burocratico si snellisce. Questo comporta un ritrovato desiderio di oltrepassare i confini europei per spostarsi verso mete esotiche e lontane.

L’organizzazione del viaggio si è fatta smart, favorita dall’uso di applicazioni e di nuove tecnologie. Rimangono i nostalgici della carta, che scrivono nel dettaglio i loro riferimenti di viaggio, però si affianca l’utilizzo dello smartphone.

Ma nello specifico, cosa sono i viaggi smart? Si tratta di un approccio innovativo e tecnologico alla pianificazione e all’esperienza di viaggio. Utilizzando dispositivi mobili e applicazioni dedicate, i viaggiatori riescono a ottimizzare ogni aspetto del loro itinerario.

Questa nuova forma di turismo integra strumenti digitali per semplificare le prenotazioni di voli, hotel e trasporti. In più, offre la possibilità di accedere a informazioni in tempo reale su attrazioni, eventi locali e recensioni di altri utenti.

Un altro elemento chiave dei viaggi smart è la personalizzazione dell’esperienza. Attraverso algoritmi avanzati, le applicazioni forniscono validi suggerimenti così da creare attività su misura in base ai gusti e alle preferenze individuali del turista.

Ciò è possibile, grazie alla connettività continua, la quale consente ai viaggiatori di restare aggiornati sulle news riguardanti la propria destinazione, migliorando così non solo la pianificazione, ma anche la sicurezza durante il viaggio.

La fusione tra tecnologia e turismo nel 2025 dai connotati tradizionali, rende il processo organizzativo della vacanza fluido, personalizzato ed efficiente.

Le bandiere del Touring Club Italiano sono un simbolo, e il sinonimo di bellezza e di interesse storico-culturale.  Difatti, Montagnana vanta la Bandiera Arancione del TCI merito della sua struttura e della sua importanza architettonica.

Al pari di Montagnana, in qualsiasi regione italiana si trova almeno un borgo o una città insignita del valore turistico declamato dal TCI, il quale ha voluto rinfrescare la memoria ai partecipanti con una caccia al tesoro.

 

Borghi italiani

 

Come funziona la caccia al tesoro delle bandiere del Touring Club Italiano?

 

Si tratta di un grande evento che si terrà il prossimo sei ottobre. Dico grande perché andrà a coinvolgere ben cento borghi dislocati lungo tutto l’asse del Belpaese.

L’obiettivo è quello di ripescare dei borghi rinomati, i quali nascondono dei veri e propri tesori culturali. Sfruttando la metafora, il TCI vuole mettere in relazione il divertimento con l’esplorazione.

Pertanto, l’attività di ‘caccia’ risulta interessante sia per adulti che per bambini. E di sicuro è meno impattante della caccia agli animali entrata in vigore dalla prima settimana di settembre.

Non è la prima edizione del gioco, bensì la quinta. Il successo è dovuto dall’interesse dimostrato dal pubblico, sempre attento a iniziative di questo tipo.

 

Caccia alle bandiere del Touring Club Italiano

 

Ma come funziona?

Secondo il TCI è “Molto più di una semplice caccia al tesoro“, poiché viene formulata alla stregua di un’esperienza volta a scoprire le “Piccole eccellenze dell’entroterra italiano, esplorando i borghi che si sono guadagnati la prestigiosa Bandiera Arancione“.

A conti fatti, si tratta di un espediente per celebrare “La cultura, la storia e la bellezza nascosta dei nostri territori, permettendo di immergersi completamente nell’autenticità e nel fascino dei borghi italiani“.

Ma soprattutto si sperimenta l’occasione di stare in compagnia, andando a coinvolgere un gruppo di amici o di familiari. Difatti, può giocare un gruppo di massimo sei partecipanti, dopo aver scelto un nome alla squadra.

E chi riesce a completare l’intero percorso di caccia al tesoro riceve al termine un simpatico regalo che si differenzia in base al borgo. In pratica, si riceverà un dono simbolo del territorio esplorato.

Per partecipare bisogna prenotarsi al sito del Touring Club Italiano e tentare la fortuna. Anche se in realtà ciò che maggiormente preme è scoprire nuove e stimolanti informazioni su uno dei fantastici borghi italiani. Oppure volendo, anche più di uno: male non fa!

La mostra Esoterica Venezia è un concentrato di magia, superstizione, spiritualità e religione con oltre tre piani di esposizione. Si tratta di un evento che chiuderà i battenti ai primi di settembre, per cui è tempo di andare già ora.

La collocazione della mostra espositiva è a Palazzo Zaguri, a circa dieci minuti di distanza a piedi da Piazza San Marco. Per semplificare il tragitto, lascio a disposizione le coordinate di Google Maps.

Si lascia alle spalle il campanile di San Marco, si prosegue in direzione Teatro La Fenice e oltrepassati due ponti si arriva a destinazione. Il museo era una residenza nobiliare, oggi riconvertita a uso espositivo per mostre temporanee.

Gli orari di apertura sono dalle 11:00 alle 18:00 nei giorni infrasettimanali; dalle 10:00 alle 18:00 il sabato e la domenica. Il prezzo del biglietto intero è di 19€ mentre il ridotto 16€, incluse audioguida ed esperienze virtuali.

 

Mostra Esoterica Venezia Palazzo Zaguri

 

Mostra Esoterica Venezia: l’inconsueto e l’inaspettato

 

Il percorso espositivo inizia senza fiato, poiché si dovrà salire uno scalone diritto che porta fino al terzo piano. Una volta giunti alla prima stanza si entra nel vivo del tema.

Anche se ‘vivo’ è un eufemismo, considerando che ci si trova subito al cospetto di un cadavere. Si tratta di una strega e funge da catalizzatore nel procedere lungo il sentiero del racconto magico, correlato da Inquisizione, superstizione e pene capitali.

Abbinati ai vari oggetti esposti, si trovano dei pannelli esplicativi e, laddove non si trovano gli approfondimenti, è sufficiente accendere l’audioguida per entrare ancora più in profondità nell’argomento.

A questo segue i vari culti spirituali, religiosi e le declinazioni del pensiero magico, affioranti alcune filosofie di spiritismo, satanismo e altre correnti similari, le quali si affiancano ai simboli magici come le bacchette magiche, le rune, i tarocchi, la Cabala, eccetera.

Talvolta il sentiero pare quasi deviare nell’assurdo, benché in realtà sia tutto collegato. Questa sensazione di straniamento si prova al cospetto dei massoni famosi o dei personaggi usciti dal mondo letterario, mitologico e folcloristico, per poi sviare verso confini orientaleggianti e distanti dal nostro credo.

Tuttavia, si ritrova il binario con le esperienze virtuali, le quali trasmettono quelle sensazioni di paura atavica che risuona costantemente lungo tutta la durata della visita.

E per finire, quando si crede di essersi lasciati alle spalle la magia, ecco arrivare all’uscita e sentire degli infissi crollare nella muratura: anche questo fa parte del percorso, il quale attraversando le varie epoche storiche umane non può che accompagnarsi a un bel po’ di polvere.

 

Lettura con i tarocchi

 

Cosa insegna la mostra?

Io sono molto legata al folclore e agli antichi rituali, poiché è grazie a essi se ci siamo formati come esseri umani. Prima di raggiungere le conoscenze odierne, abbiamo dovuto passare attraverso le credenze e le false illusioni.

Un po’ perché fanno parte della nostra natura, un po’ perché dovevamo fare esperienza. Lo stesso vale per il viaggio, grazie al quale a ogni tappa ci formiamo come individui.

Pertanto, non dobbiamo indignarci o imbarazzarci per ciò che eravamo e continuiamo a essere, bensì cercare di andare oltre le apparenze e scorgere se la verità è già lì che ci aspetta, oppure se dobbiamo compiere un altro passo per conquistarla.

So di non sapere” è la formula di Socrate, utile ancora oggi per accrescere la nostra consapevolezza e per non limitarci a cadere nella mediocrità.

La gentrificazione è un processo secondo cui una città viene spogliata del suo aspetto originale per ospitare l’afflusso dei turisti. Si riconosce sempre più nei quartieri delle grandi città o nei centri storici dove le abitazioni sono concesse a uso esclusivo dei vacanzieri.

Chi possiede una casa, possiede un tesoro

 

Questo è il motto che negli ultimi anni ha dato vita al fenomeno della gentrificazione. La parola fu coniata da Ruth Grass, una sociologa inglese che nel 1964 cercava di descrivere la situazione del quartiere operaio di Islington a Londra, il quale vedeva crescere l’acquisto degli immobili da parte del ceto agiato.

Il vocabolo gentrification così com’è nato in inglese, è formato da gentry che significa ‘piccola nobiltà’ e il finale -fication che indica un accentramento del termine principale.

Qual era l’obiettivo delle acquisizioni? Quello di riqualificare e rimodernare un quartiere vetusto e grigio attraverso un fiume continuo di investimenti per renderlo più appetibile e alla moda.

Una volta raggiunto lo status di moderno poteva passare ai turisti, i quali avrebbero soggiornato da locali nella zona più rinomata della città.

Dato il successo dell’opera, l’iniziativa prese piede in tutto il mondo e soprattutto nelle metropoli mondiali, creando dei quartieri inaccessibili agli abitanti del posto ma a pieno usufrutto dei vacanzieri.

Da gentrificazione a turistificazione

 

Se da una parte i turisti possono esultare, da un’altra soggiornano in una bolla preconfezionata. Vivono in una sorta di villaggio turistico urbano in cui si concentrano locali, negozi e attività a misura del viaggiatore.

Per vedere il vero tessuto urbano sono costretti a spostarsi nei quartieri nascosti, basti pensare a Venezia e ai suoi vicoletti che paiono disabitati, per assaporare la reale vita cittadina.

 

arco di trionfo a Innsbruck e la gentrificazione

LA MIA ESPERIENZA

È successo anche a me di vivere un’esperienza di gentrificazione durante il mio soggiorno a Budapest. L’appartamento che avevo affittato si trovava nei pressi del centro storico.

Al primo sguardo, appariva come un quartiere vivace ma osservandolo da vicino si notava come ogni dettaglio fosse preparato per accogliere il turista di passaggio.

Piccoli supermercati con prodotti di marche internazionali, ristoranti di cucina tipica ungherese e negozi di souvenir con le chincaglierie più richieste dai turisti.

Nell’accorgersi del fenomeno ci si sente come imbrogliati. Si paga un biglietto aereo per essere presi in giro? Il problema è molto profondo e radicato e noi ne siamo la causa.

Chiedendo una continuità del nostro vivere al di fuori dei confini nazionali, non facciamo altro che incrementare la tendenza a rendere familiare ogni luogo del mondo.

Dovremmo imparare a richiedere l’originalità, ricercare il genius loci e perderci nella flânerie per comprendere l’essenza di una città. Ci vantiamo di essere viaggiatori e non turisti, senza accorgerci che in realtà c’è già chi ha scelto chi dobbiamo essere.

Se dovessi scegliere ti piacerebbe fare il giro del mondo in treno, in aereo o in nave? Quale sarebbe la soluzione più adatta a te?

Se non sai ancora come rispondermi, non ti preoccupare, andremo a vedere assieme nell’articolo quella che risuona più familiare al tuo modo di viaggiare.

Il giro del mondo in treno

 

Il viaggio in treno permette di ammirare paesaggi variegati che ruotano dai centri abitati alla natura incontaminata. Lascia spazio ai pensieri che si intrufolano facendoci sognare a occhi aperti.

La vicinanza dei sedili invita allo scambio di chiacchiere portando una ventata di umanità all’interno della più frequente scelta di individualità.

56 giorni in treno per visitare 4 continenti attraversando 20 città: è quello che promette l’agenzia di viaggio britannica Railbookers, specializzata proprio nei viaggi in treno.

Si visiteranno 5 parchi nazionali, fantastiche città e metropoli partendo da Londra fino ad arrivare a New York City.

Le tappe intermedie previste sono: Genova, Roma, Venezia, Vienna, Praga, Amburgo, Copenhagen, Stoccolma, Helsinki, Mosca, Ulaanbaatar, Beijing, Xi’an, Hong Kong, Perth, Sidney, Los Angeles, Grand Canyon, Grand Junction, Zion National Park e Chicago.

Mancano all’appello molti stati asiatici, tutta l’Africa, l’America Centrale (che io ho visitato per sei mesi) e il Sud America. Il costo si aggira attorno ai 17 mila euro, ai quali vanno aggiunti i voli aerei da Hong Kong a Perth, da Sydney a Los Angeles e il ritorno da New York a Londra.

I pasti compresi sono un totale di 51 suddivisi in 40 colazioni, 7 pranzi e 4 cene. La maggior parte del tempo è calcolata in visite quindi gli spuntini sono a discrezione dei viaggiatori.

Sono prenotati anche molti tour tra cui quelli a Città del Vaticano, le city card per Sidney e New York, gli ingressi ai grandi parchi americani, i traghetti, i trasferimenti, eccetera.

 

treno giallo in corsa - giro del mondo in aereo treno o nave

In aereo?

 

L’aereo è probabilmente il mezzo più conveniente e rapido per raggiungere le mete di viaggio ma non tutti amano fare il check in, passare al controllo bagagli e passaporti o attendere in fila per entrare nel velivolo.

Il biglietto “Round the World” permette di fare un certo numero di scali a un prezzo fisso facendo abbattere notevolmente i costi del nostro soggiorno all’estero.

In sostanza cos’è e come funziona il biglietto?

Si tratta di una sorta di alleanza stretta fra le diverse compagnie aeree al fine di permettere ai loro clienti di volare con un singolo titolo di viaggio e usufruire di benefits concordati con chi emette il biglietto.

Quindi c’è una compagnia aerea di linea che ha dei partner ai quali “concede” il proprio cliente per farlo volare in tutto il mondo. Le compagnie affiliate non sono mai low cost pertanto non ti sognare di salire su un aereo della Ryanair ma sono sempre di un certo livello.

Quanto costa il biglietto?

Dipende dai chilometri o dalle miglia: la compagnia aerea olandese KLM, per esempio, indica nel suo tariffario il seguente importo:

  • Su circa 25 mila chilometri da Venezia a Tel Aviv, Mosca, Bangkok, Los Angeles, Chicago e ancora Venezia sono circa 3 mila euro.

Il biglietto, generalmente, ha validità di un anno e richiede il rientro non nella stessa città ma nello stesso paese di inizio viaggio. Le condizioni contrattuali variano in base alla compagnia aerea che lo emette.

Infine, in nave

 

Non ho ancora fatto una crociera perché ho una sorta di pregiudizio negativo a riguardo però l’idea di fare il giro del mondo in nave, lo ammetto, mi affascina.

Immagino il tempo a disposizione per conoscere le persone, vedere tramonti infuocati e albe rosate dalle terrazze, l’abitudine alla routine e al tempo scandito dai pasti: ecco tutto questo, in qualche modo, stuzzica il mio interesse.

Così mi sono documentata e in partenza dall’Italia c’è la nave da crociera di MSC che permette di vedere 52 destinazioni collocati in oltre 30 nazioni diverse.

L’itinerario completo dura 119 giorni, la partenza è prevista per il 5 gennaio 2021 da Genova, Civitavecchia, Marsiglia o Barcellona ma il costo non è segnalato.

Se si vogliono visitare tutti i paesi elencati nel viaggio (Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Barbados, Grenada, Curacao, Colombia, Costa Rica, Nicaragua, Guatemala, Messico, Stati Uniti, Samoa, Figi, Nuova Zelanda, Australia, Papua Nuova Guinea, Filippine, Giappone, Corea, Cina, Vietnam, Singapore, Malesia, Sri Lanka, Emirati Arabi Uniti, Oman, Giordania e Grecia) bisogna contattare l’agenzia viaggi o direttamente MSC.

 

Giro del mondo in treno, in aereo o in nave? O meglio il Giro del mondo in 80 giorni come quello fatto da Phileas Fogg?

Veneto e Friuli sono due regioni confinanti e molto simili fra loro, a legarle una tradizione contadina che evoca sapori della terra. Quando Momondo mi ha chiesto di scegliere fra i consigli personali dei suoi Ambassador, io mi sono subito orientata verso Federica, una collega blogger che ho avuto la fortuna di conoscere nel blog tour in Umbria.

La leggenda del filo rosso del destino

 

Un’antica leggenda cinese, diffusasi soprattutto in Giappone racconta di un filo rosso invisibile che ogni persona ha legato al mignolo della mano sinistra.

Per quale motivo?

Per una questione d’amore: un legame indissolubile che ci unisce alla nostra anima gemella e che nessun impedimento potrà mai spezzare.

La storia racconta di Wei, un uomo rimasto orfano in giovane età che fin da piccolo nutre un fortissimo desiderio di matrimonio. Nonostante questo trova difficoltà a incontrare una moglie, pertanto decide di andare a pregare in un tempio.

Lì incontra un signore anziano che si presenta come il Dio dei Matrimoni. Ai suoi piedi tiene un sacco contenente dei fili rossi invisibili. Incuriosito, Wei chiede alla divinità chi sarà la ragazza a lui predestinata.

Con modi piuttosto garbati gli descrive una bambina di soli tre anni che al compimento della maggiore età diventerà sua moglie. Wei rimane infastidito dalla risposta perché non ha alcuna intenzione di aspettare così tanto tempo per sposarsi. Da troppo tempo, si ripete, attende di convolare a nozze.

Per risolvere il problema decide di farla uccidere da un suo amico: pensa così di liberarsi dal legame divino. L’amico compie la sua missione e Wei continua la sua disperata ricerca.

Il destino, però, ci mette sempre lo zampino.

La bambina non perì durante l’aggressione ma rimase solo ferita e, all’insaputa di Wei e dell’amico, prosegue la sua vitaDopo 14 anni, in modo del tutto casuale, i due si incontrarono.

L’uomo, ancora celibe, se ne innamora perdutamente e riconosciuta la cicatrice,  si piega al volere della natura, vivendo un matrimonio che durerà fino alla fine dei loro giorni.

Tradizioni e sapori in Veneto e in Friuli Venezia-Giulia

 

Ti starai chiedendo cosa c’entra questa leggenda con il Veneto e il Friuli: Il territorio in cui viviamo si impossessa in parte della nostra anima facendoci assumere atteggiamenti condivisi.

Questo succede per colpa del Genius Loci o dello spirito del luogo che non solo ci lega alla terra in cui nasciamo ma ci plasma a sua immagine e somiglianza.

Quando scorgiamo un panorama familiare subito si mobilitano sentimenti di appartenenza che fanno emergere sensazioni di benessere. La campagna friulana e quella veneta hanno un passato contadino molto simile e, tale similitudine, si fa sentire nel momento del contatto.

Se vogliamo rapportare la leggenda alle emozioni suscitate da un territorio, possiamo tranquillamente affermare che Veneto e Friuli Venezia-Giulia sono legate da un filo rosso invisibile.

I panorami e le sensazioni che evocano sono pressoché uguali: le coltivazioni vinicole, la friabilità delle rocce carsiche, l’ampiezza dei fiumi (Piave e Tagliamento) che disegnano tracciati di bianca sabbia e infine le sponde bagnate dal mare Adriatico, si intervallano da una regione all’altra, mettendo in mostra analogie e diversità.

All’interno del blog puoi trovare molti suggerimenti sulle città venete ma per quanto riguarda il Friuli lascio la parola a Federica; la quale, da esperta, ci lascia dei preziosi consigli per visitare Trieste, durante il suo evento più celebre, ossia “La Barcolana”.

 

Diapositiva consigli su Trieste

 

Ma di che cosa si tratta?

“La Barcolana è una competizione internazionale che richiama velisti da tutto il mondo”. Federica consiglia di vederlo direttamente da una barca in mare o, se questo non è possibile, di salire sulla sommità del monte Carso. 

Come si raggiunge la città?

Arrivando dall’aeroporto si può prendere un treno acquistando i biglietti in stazione o nel sito di Trenitalia.

Cosa fare in città?

Federica elenca tre interessanti percorsi:

  • seguire la Strada Napoleonica o la via del Prosecco con un’auto o con il bus nr. 44 che si prende da Piazza Oberdan;
  • raggiungere dalla stazione centrale con il bus 42 il Santuario di Monte Grisa situato a 8 chilometri dal centro città;
  • salire al castello San Giusto situato proprio in centro città.

Come si prenota il bus?

Prenotare il bus è semplicissimo: ti basterà inviare un SMS al 4850850 con la scritta “TST” per il biglietto di corsa valido un’ora o “TSTG” per il biglietto valido la giornata intera. Ti sarà scalato l’importo dal telefono e il messaggio di risposta sarà quello che dovrai mostrare al controllore.

In alternativa puoi scaricare l’applicazione “Trieste Trasporti APP”, sia per Android che per IOS, e cliccare su “Compra biglietto” scegliendo il tipo di pagamento preferito.

Il prezzo è invariato sia per l’SMS che l’acquisto sull’applicazione e corrisponde a 1,30 € per la tariffa di un’ora e di 4,50 € per la giornata intera.

 

Seconda diapositiva consigli su Trieste - Veneto e Friuli