L’arcipelago San Seriffe è uno di quei luoghi scarsamente visitati che attira prevalentemente i cultori del design. Per quale motivo?
La risposta potrebbe celarsi nella sua particolare conformazione che ricorda un punto e una virgola oppure per i nomi delle sue località alquanto evocativi.
Arcipelago San Seriffe
L’arcipelago San Seriffe è formato da due isole: una a forma di punto e l’altra a forma di virgola. Si trovano localizzate nell’oceano Indo-Pacifico meridionale a metà strada fra India e Africa.
Il nome delle isole è:
- Caissa Superiore;
- Caissa Inferiore.
La Caissa Superiore è l’isola a forma di punto ed è la più grande. Qui si trova la capitale Bodoni e l’aeroporto internazionale da cui partono e atterrano tutti i voli turistici.
La Caissa Inferiore, invece, è l’area più selvaggia dove si può godere di un soggiorno all’insegna della natura. La zona boscosa Woj of Type e le candide spiagge Gill Sands ne sono un classico esempio. Gli alberi offrono riparo al simbolo nazionale dell’arcipelago San Seriffe: l’uccello Kwote. Una specie endemica che vive solo qui.
Le altre città importanti sono: Garamondo, Port Clarendon, Villa Pica (dove si trova il secondo aeroporto), Nomp e Thirty Point. I toponimi hanno un richiamo importante per i tipografi, i type designer e gli esperti di grafica in generale, per la loro assonanza con i nomi dei vari font.
Particolarità e curiosità dell’arcipelago di San Serriffe
Le isole sono uniche nel loro genere perché sono sottoposte a un processo di erosione che spostano i materiali sabbiosi di 1400 metri all’anno.
Questo andamento fa sì che la sabbia si sposti dalla costa occidentale per finire sulla costa orientale, determinando lo spostamento. Le autorità locali sono pertanto costrette a monitorare e aggiustare entro i limiti possibili tale variazione.
Gli originali abitanti dell’isola sono i Flong che esistono tuttora e hanno una forte connotazione indigena. Ogni anno festeggiano i loro idoli tribali con il Festival della commedia ben fatta e la Danza delle lumache pezzate.
Nonostante la colonizzazione in ordine cronologico da parte degli spagnoli, dei portoghesi e degli inglesi, l’arcipelago di San Seriffe ha mantenuto una forte identità e indipendenza.
Ma l’indipendenza vera e propria arrivò nel 1967, anche se a questa seguì la dittatura del colonnello Hispalis e il generale Minion. A loro succedette un altro generale, M. J. Pica, che poté governare portando ricchezza sull’arcipelago grazie alla scoperta dei giacimenti di petrolio.
Un altro cambio di guardia avvenne nel 1990 quando il generale Melior, giardiniere di M. J. Pica lo spodestò, e ne prese il comando. Il sodalizio durò solo sette anni perché finalmente nel 1997 avvennero le prime elezioni democratiche che istituirono Antonio Bourgeois come Presidente dell’arcipelago.
Cosa visitare
La popolazione locale è composta da Flong, in numero maggiore, europei, creoli, arabi, malesi e cinesi. Questo permette un melting pot piuttosto variegato e omogeneo.
L’incontro culturale si mostra nella proposta culinaria e nelle manifestazioni artistiche. Le isole non sono solo un luogo dove rilassarsi in spiaggia ma uno scenario in cui vivere e immergersi.
Come ho precedentemente detto, anche la natura trova il suo spazio nelle alture che nascondono boschi dal fascino millenario e ospitano diversi tipi di uccelli e rettili.
Un connubio perfetto, insomma, di arte, natura e civiltà. Potrebbe essere una meta perfetta da scegliere per le prossime vacanze se l’arcipelago San Seriffe esistesse davvero. Peccato sia un’invenzione del quotidiano inglese “The Guardian“.
Quanto ti ho raccontato, in sostanza, è una burla creata come pesce d’aprile dal tabloid per i suoi lettori. La stessa cosa ho fatto io con te, per ricordarti che ogni tanto è giusto non prendersi troppo sul serio!