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Il borgo di Salci in Umbria è posizionato su di una collina a 343 metri ed è una frazione di Città della Pieve in provincia di Perugia. La sua particolarità è quella di essere diventato un borgo abbandonato i cui edifici stanno lentamente perdendo pezzi.

Molteplici motivi, confusi e poco chiari, hanno privato il borgo dei suoi abitanti che cercano disperatamente di riportare in vita i loro ricordi e la loro identità.

Il borgo Salci in Umbria dimenticato

 

Francesco Perrini, amministratore della Società proprietaria del Borgo e del Castello di Salci in Umbria, in un’intervista al Comune di Città della Pieve nel 2015 ha raccontato le vicissitudini relative al borgo.

Nel 1975 ricevemmo una proposta di acquisto da parte di una società americana e a Salci vivano circa 20 abitanti. Alcuni residenti di Salci fecero una campagna di opposizione e l’affare andò a monte.

Negli anni ‘80 rimasero in dieci tra cui quattro famiglie residenti a Roma. Decisi di dare lo sfratto lasciando tre famiglie. Dopo aver subito otto furti di bestiame e tre furti importanti al Castello, decisi di installare cancelli alle strade vicinali (erano private) e di assumere guardie giurate per vigilare sui beni dell’azienda.

Verso gli anni ‘90 penso a una grande Azienda Turistico – Venatoria, vinco i fondi europei per fare restauri al grezzo e inizio i lavori. Presento la prima domanda, la pratica è approvata, manca la ratifica della Giunta. Sollecito e va in fumo. Decido di vendere tutto ma è difficile trovare dei compratori. Troppi costi ma soprattutto troppi ostacoli”.

 

Salci in Umbria

 

Ma pur sempre amato

 

Ma chi non dimentica il borgo sono proprio le persone che ci hanno vissuto. Prima con la nomina sostenuta da Carlo Verdone per i “Luoghi del Cuore” della Fai e poi pubblicando l’anno scorso un libro di memorie.

Lo scorso novembre è stato presentato il libro “Salci nel ricordo dei suoi abitanti”, una raccolta di ricordi, pensieri, immagini e non solo patrocinato dalla Regione Umbria.

La realizzazione è merito di un’idea nata anni fa da un gruppo di studenti dell’Istituto Professionale per i Servizi Commerciali di Città della Pieve e ha trovato subito un grande riscontro dagli amanti di Salci.

La speranza è che l’attenzione rimanga sempre vigile e che la situazione prima o poi si sblocchi in tempo, affinché il declino del borgo non diventi inesorabilmente devastante.

Profetiche sono le tre porte posizionate nel secondo cortile. Presentano la scritta: Paradiso, Purgatorio, Inferno. Da quale porta passerà il destino di Salci in Umbria?

 

Per approfondire l’argomento e vedere il borgo di Salci da una prospettiva diversa Lucia Tremiti ha pubblicato su Amazon l’ebook “Salci, la fata di Vinco e le tre mele magiche”, perché come ha scritto lei stessa: “Esca dal profondo silenzio in cui è caduto e un “principe” lo faccia rivivere.

 

Un altro libro su Salci è Pisse di Maria Enrica Baglioni, cresciuta nella casa chiamata appunto “Pisse” e dimora delle vicende familiari semplici e genuine di una volta. Per riscoprire i valori di un tempo, oggi accantonati, che insegnavano alle persone la solidarietà, l’unità e la complicità.

Le storie umbre sono state raccontate in tre giorni intensi, trascorsi fra borghi, castelli e dimore storiche. Il tempo è volato mentre i ricordi sono rimasti fermi e vividi.

Storie umbre di Paciano

 

Tre porte di accesso conducono all’interno di Paciano: Porta Fiorentina, Porta Perugina e Porta Rastrella. All’interno del borgo ad aspettarci la nostra formidabile guida Bianca che per tutto il periodo del blog tour ci ha incantato con storie umbre e racconti che caratterizzano i vari comuni.

Abbiamo visitato Palazzo Paldeschi e il suo Trasimemo-Banca della Memoria del Trasimeno adibito ai laboratori didattici per la lavorazione della ceramica e del tessile. Qui i bambini di Paciano si sono divertiti a creare le mattonelle contenenti i numeri di casa dell’intero borgo.

Una signora ci ha fatto scoprire i segreti del bijoux, le perline di ceramica scivolavano veloci fra le sue mani mentre ci raccontava come venivano cotte e poi lucidate.

Al piano inferiore invece ci aspettava la signora che si occupava del tessile, ci ha illustrato l’interessante collezione di manufatti e i vari tipi di filati.

La sua passione l’ha portata a studiare i metodi di lavorazione dalle donne messicane per poi riportare il sapere nella sua terra e applicarla in modo creativo. Una delle storie umbre artigianali più belle perché fusa con un altro pezzo di mondo.

Di fianco ha un negozio dove vende le sue idee e un po’, anche i suoi sogni.

Poi ci siamo fermati ad ammirare i quadri nella chiesa di San Giuseppe con un affresco di Francesco di Nicolò datato 1452 che rappresenta la crocifissione. Nella chiesa di San Sebastiano e Rocco ci sono due cappelle dove figura anche San Francesco probabilmente di passaggio verso Assisi.

 

quadro crocifissione forse di raffaello: storie umbre

 

Storie umbre di Panicale

 

A Panicale si può visitare la stupefacente chiesa di San Sebastiano costruita fuori dal circuito murario a causa della peste che scoppiò nel ‘400.

In un quadro del Perugino datato 1505 si vede al centro della scena San Sebastiano trafitto dalle frecce, con un’espressione di mancata sofferenza come volevano i dettami dell’epoca, come a trasmettere la gioia del sacrificio umano, e il paesaggio tipico di Panicale.

Vicino un quadro che si presuppone sia stato fatto da Raffaello che si trovava nella chiesa di Sant’Agostina della Madonna della Mandorla. Si è deciso di spostarlo in questa chiesa a causa dell’umidità che lo stava irreparabilmente rovinando. L’opera risale al periodo che va dal 1502 al 1506.

Piegaro

 

A sorpresa, a Piegaro, ho trovato un po’ delle mie origini venete all’interno del Museo del Vetro. Nel XIII secolo giunsero in questo paesino umbro uno sparuto gruppo di vetrai di Murano in fuga dalla Repubblica di Venezia dando il via alla produzione di vetro che è durata fino al 1958.

Rimane la fornace e i tunnel in cui venivano conservati la sabbia che poi si sarebbe trasformata in vetro. Chiuse all’interno di teche o esposte in scaffali fiaschi e damigiane impagliate, prodotti di design e parte del corredo matrimoniale della figlia dei nobili proprietari del Castello di Montegiove.

Ficulle

 

Ficulle era nota nell’antichità per essere un avamposto di controllo sull’antica via Cassia romana. Si è sviluppata sopra uno sperone di roccia che a mano a mano si allarga per un’altezza che raggiunge i 400 metri.

Il calendario eventi del borgo è molto attivo e il gusto festaiolo è rappresentato anche dalle decorazioni natalizie ancora presenti.

Un incontro fortuito con due simpatiche signore ci ha confermato la sensazione. Forse proprio grazie all’entusiasmo che qui si respira Ficulle può vantarsi dei seguenti riconoscimenti:

  • Città dell’Olio
  • Città del Vino
  • Strada dei Vini Etrusco-Romana
  • Città della Chianina
  • Comunità Montana Monte Peglia e Selva di Meana
  • Bandiera Gialla ACT Italia – Turismo del movimento

La punta di diamante della zona però è la presenza dei calanchi. Ne hai mai sentito parlare?

Si tratta di colline ricchissime di argille soggette al fenomeno dell’imbibizione: con l’umidità si rigonfiano come argilla bagnata mentre in estate si creano delle erosioni, dando vita a delle forme di grande impatto paesaggistico.

 

cagnolino che ci osserva da una finestra a ficulle: storie umbre

 

Storie umbre di Parrano

 

Parrano è un piccolo borgo che nasconde nelle vicinanze un centro termale e antiche origini di appartenenza allo Stato Pontificio. Era qui infatti che il papa veniva a riposarsi quando era di passaggio.

Mi sono divertita come una pazza a rincorrere il sindaco di Parrano mentre apriva porte per lo più chiuse ai turisti e ci spiegava i segreti del suo piccolo borgo.

In un altro edificio invece l’assessore aveva preparato assieme alle sue compaesane un piccolo buffet di benvenuto con pizzette, focacce e bibite. Un’accoglienza con i fiocchi che ci ha ricaricato di energie.

Gli abitanti, in tutto una ventina circa, si erano prodigati affinché trovassimo il paese tirato a festa ed è stato davvero piacevole scoprire la collaborazione che nasce e si mobilita spontaneamente per un evento che va a spezzare la routine.

Ho visto persone entusiaste e solari, felici di promuovere il proprio territorio.

Un Umbria con un’anima e una gioia di dimostrarsi e di far conoscere le proprie bellezze, che sono dobbiamo ammettere davvero tante. Un’appartenenza che valorizza le radici e il senso comune.

 

veduta sul castello di montegiove e le sue innumerevoli storie umbre

 

Le cantine di Montegiove e Pomario

 

Oltre alle bellezze paesaggistiche e culturali l’Umbria ha un importante tessuto culinario tra cui spicca l’olio e il vino. In questo tour abbiamo avuto la possibilità di assaggiare diversi prodotti tipici e visitare una notevole varietà di cantine vinicole.

Tra queste figura l’azienda agricola Castello di Montegiove che ci ha accolto raccontandoci delle storie umbre e le vicissitudini del castello nel corso dei secoli.

Il marchese ci ha poi portati ad assaggiare i suoi vini conservati all’interno delle sue cantine che io ho assaggiato con vero piacere.

Una produzione di classe e raffinata che termina con prodotti dal gusto unico e inimitabile adatti ad ogni occasione.

A Pomario invece, abbiamo potuto approfittare di un buffet di prodotti tipici e assaggiare i diversi tipi di vino in produzione. Ma prima abbiamo seguito una dettagliata spiegazione sui metodi di coltivazione della vite seguendo i dettami della coltivazione organica.

Il rispetto per la terra li ha portati a sperimentare un insetticida naturale composto da propoli e aloe riscontrando dei buoni risultati. Inoltre, hanno una particolare attenzione anche della fauna locale.

Un tentativo per salvaguardare il rapporto uomo-animale-terra senza che gli elementi entrino in conflitto. Anche questa fa parte delle storie umbre da raccontare.

Ennesimo blog tour in Umbria fra Perugia e Terni gentilmente offerto da Città della Pieve promotion. Com’è andata? Ora te lo racconto…

La prima volta è stata in occasione della manifestazione “Zafferiamo” che si è svolta a Città della Pieve in ottobre. Questa volta il soggiorno ha toccato varie località, andando a esplorare i borghi che tracciano un percorso invisibile dalla provincia di Perugia a quella di Terni, fra la Val di Chiana e l’area del Trasimeno.

Ciò che mi è apparso chiaro è stata la differente modalità del soggiorno. Se la prima volta ci siamo occupati di raccontare Città della Pieve, questa volta ci siamo soffermati alla riscoperta dell’Umbria che non ti aspetti, quella dei borghi antichi e leggermente al di fuori dei percorsi turistici.

Ti svelerò da subito che l’esperienza è stata travolgente. Una carambola di emozioni si sono accavallate, tanto da ritrovarmi seduta di fronte al computer a pensare più alle persone che ho conosciuto che ai luoghi visitati.

Umbria fra Perugia e Terni: i luoghi visitati

 

Salci

Partirò proprio dalla fine, l’ultima tappa del tour, ovvero Salci. Un borgo sorto nel 1200 e abitato fino agli anni ’60. Oggi è un comune abbandonato, in vendita, il migliaio di abitanti che lo popolavano si sono sparpagliati tra Città della Pieve, Fabro e i borghi attigui.

Gli antichi proprietari avevano ricevuto un finanziamento europeo per la ricostruzione negli anni ’90 ma da quel momento nulla è stato compiuto e la chiesa di San Leonardo e il castello sono rimasti tristemente segnati dai cartelli rossi che avvisano possibili cedimenti alle strutture.

Al momento non rimane che lo spettro di ciò che è stato e rivive nei cuori di chi ci ha vissuto e in particolare nel comitato che combatte per riportarlo in auge.

La signora Simonetta si è fermata a raccontarci aneddoti che hanno segnato la sua infanzia e le radici che la legano a Salci. Una lacrima è quasi sfuggita dai suoi occhi, segno della ferita inferta ai loro ricordi di infanzia.

E ha commosso tutti noi. Il meccanico, l’unico rimasto, mantiene la sua attività in quel luogo a sottolineare un legame che non vuole e non bisogna spezzare.

Allerona in Umbria fra Perugia e Terni

In contrapposizione c’è Allerona, forte del suo titolo come borgo fra i più belli d’Italia, fiorito, vivace e allegro. Si trovano tracce del borgo fin dai tempi degli etruschi mentre nel medioevo fu un castello di stampo feudale di Orvieto, scelto per il suo ruolo di passaggio in epoca romana della via Cassia e Traiana.

Abbiamo avuto una dimostrazione sull’intreccio delle ceste in vimini dalla signora Irma che con mani sapienti operava raccontandoci vari aneddoti.

Poi abbiamo proseguito lasciandoci affascinare dai colori della campagna circostante che, per un attimo, ci ha bloccato. Impossibile non scattare una foto, sperare di rimanere intrappolati all’interno di essa. Non solo luoghi ma anche persone ho citato all’inizio.

 

Signora che guarda dalla terrazza ad Allerona: Umbria fra Perugia e Terni

 

Le aziende incontrate

 

ANTICO COTTO PIEVESE

Ci siamo fermati nell’azienda Antico Cotto Pievese seguendo le fasi di lavorazione dell’argilla. Con l’avvento della crisi la ditta si è trovata in seria difficoltà e ha deciso di reinventarsi da zero un’alternativa.

Uno studio approfondito li ha portati a creare un prodotto perfettamente in linea con il territorio: dei contenitori per l’olio dalle linee moderne che ha conquistato l’interesse di acquirenti stranieri. Uno spunto per l’innovazione e l’intelligenza di chi non si lascia abbattere.

LISPI & CO.

Anche l’azienda di ferro battuto Lispi & Co. con la crisi si è ridefinito un nuovo taglio commerciale nel settore del design moderno, grazie alle sapienti mani del padre e le idee trasversali del figlio.

Con loro abbiamo pranzato, confrontandoci con una piccola realtà che combatte per non sopperire all’automazione febbrile del sistema.

Nello showroom mi sono fermata a osservare dei pezzi originali che riprendevano i motivi dell’artista Basquiat mentre la famiglia ospitante al completo si è occupata di omaggiarci del pranzo sotto i raggi tiepidi del sole invernale.

CASA RONDINI

Al ristorante Casa rondini a Montegabbione invece il cuoco e proprietario ci ha fatto assaggiare per la prima volta un prodotto tipico della zona.

Si tratta di un aglio enorme, chiamato aglione, con un gusto potente ma allo stesso tempo avvolgente. Non rimane il retrogusto fastidioso di aglio ma si amalgama agli altri ingredienti.

L’abbiamo degustato con i pici, una pasta tipica anch’essa del luogo e salsa di pomodoro fresco. Ovviamente al primo sono seguiti altre abbondanti pietanze!

 

La mia stanza durante il soggiorno in Umbria fra Perugia e Terni nell'agriturismo Cornieto

 

AGRITURISMO CORNIETO

Le notti, trascorse all’agriturismo Cornieto, sono servite a riordinare le idee e riposare la mente. Rita, la proprietaria, è una delle più importanti produttrici di olio di oliva della zona.

Le sue specialità sono l’olio leccino, moraiolo e frantoio. Sono oli dal gusto completamente diverso e ognuno di loro si sposa alla perfezione con determinati tipi di piatti. In una cena da lei preparata abbiamo avuto la possibilità di assaggiare e capire le varie sfumature, anche olfattive.

Gli appartamenti nei quali abbiamo soggiornato sono stati silenziosi e dotati di ogni comfort. Le colazioni abbondanti e deliziose grazie al contributo di Marisa che con le sue ricette segrete ha catturato il nostro palato con sapori tradizionali.

Inoltre possiede una bellissima piscina esterna che dato il periodo, purtroppo, non abbiamo potuto utilizzare ma in compenso abbiamo visitato il suo orto e le verdure di stagione come il cavolo rosso, i campi di oliveti e anche quelli lavorati per la produzione di farro.

CASA ANTHEIA

Un altro agriturismo in Umbria fra Perugia e Terni che abbiamo avuto la possibilità di conoscere è Casa Antheia gestito da una coppia originaria di Torino innamoratasi di un casale a Monteleone di Orvieto.

Cesare e Maria ci hanno accolto come se fossero una famiglia e ci hanno fatto sognare con la loro storia.

La loro azienda agricola in Umbria fra Perugia e Terni sta testando varie produzioni come il biologico, il sinergico e la coltivazione dello zafferano.

Hanno inventato un prodotto unico: lo sciroppo dolce di zafferano che può essere usato in accompagnamento sia alle pietanze salate come i formaggi, che a quelle dolci.

La cura e l’amore che ci mettono nella terra la si percepisce anche all’interno delle stanze offerte ai turisti grazie a una attenta cura nei dettagli che donano un tratto distintivo al casolare completamente ristrutturato.

Entrare qui significa riconoscersi in un ambiente armonico e carico di positività. E sono sensazioni che ti assicuro rimangono addosso quasi come se fossero palpabili.

Alla fine posso ammetterlo in tutta onestà che sono stata davvero fortunata di visitare questo pezzo di Umbria, fra Perugia e Terni, un vero angolo di Paradiso. Purtroppo Casa Antheia ha chiuso i battenti 🙁

Perugia esprime attraverso i suoi meravigliosi vicoli, il cioccolato, il tartufo e i monumenti lo spirito intrinseco della regione umbra.

È famosa per l’Eurochocolate la manifestazione che avviene ogni anno in ottobre. In questa occasione gli espositori di tutto il mondo si danno appuntamento qui, nelle vie del centro storico, per proporre al pubblico i migliori prodotti della cioccolateria internazionale.

Le persone arrivano per partecipare all’evento ma spesso dimenticano di visitare gli angoli che la città offre, ovvero un passato storico importante che ha lasciato ricordi tangibili sparsi un po’ dappertutto. Ecco l’occasione per ripercorrere assieme la città e individuarne i monumenti più importanti.

DUE PASSI A PERUGIA

 

Io sono arrivata a Perugia l’ultimo giorno dell’Eurochocolate dopo aver trascorso il fine settimana a Città della Pieve.  Ho trovato alloggio vicino alla stazione principale (ci sono varie stazioni a Perugia) e ho soggiornato qui tre giorni.

La prima mattina mi sono svegliata presto, per non perdere troppo tempo e ho deciso di arrivare al centro storico a piedi. Mannaggia a me!

Non avevo idea di quanto in alto si trovasse il centro. Ho fatto una bella scarpinata ma ne è valsa la pena, dato che ho potuto visitare scorci altrimenti perduti.

 

via di perugia in uno specchio

 

Parco della Pescaia e la stazione delle corriere

All’esterno del parco si trova un’antica fontana chiamata “fonte di Veggio” realizzata fra il 1615 e il 1642 dove campeggia la frase “Augusta Perusia”, in ricordo del titolo lasciato dallimperatore romano Augusto in segno di riconoscimento alla città etrusca Perusia.

Sopra il parco è posizionata la stazione delle corriere, in piazza dei Partigiani, dove puoi prendere i mezzi che vanno in direzione Assisi o Gubbio.

Nelle immediate vicinanze, a fianco del campo di atletica, c’è il monastero di Santa Giuliana del XXIII° secolo, oggi riconvertito a scuola di lingue estere per l’esercito; dove si possono comunque fare delle visite guidate e si celebra la messa alla domenica mattina. Alquanto particolare, no?

 

scritta sul muro perugia e i suoi rioni

 

Rocca Paolina

Davanti alla stazione ci sono le scale mobili che permettono di raggiungere il centro storico della città. Ma io ti consiglio di non salire sulle scale mobili ma di entrare tramite Porta Marzia.

Un ricordo della cinta muraria etrusca che Sangallo, architetto e ingegnere, volle smontare e inserire nella nuova muraglia di Rocca Paolina.

La struttura nata come simbolo di dominio militare dello Stato Pontificio fu voluta da papa Paolo III. All’interno sono state inglobate tutte le strade e gli edifici presenti all’epoca della costruzione.

Nel 1848 e nel 1860 venne distrutta e ora rimangono visibili solo i sotterranei della fortezza. All’interno si trovano molti ambienti rimasti uguali nel tempo e altri sviluppati come negozi o uffici.

Ma il più interessante, e quello che ti consiglio caldamente di vedere, è una stanza adattata per la proiezione di un breve filmato che ripercorre,  in modo più o meno veritiero, il trascorso storico della città.

Il video è stato ideato dalla Daring House riuscendo a creare una serie di immagini impattanti supportate da una musica coinvolgente che per alcuni minuti, senza che tu te ne accorga, è in grado di trasportarti in un’altra epoca e in un altro ambiente.

 

pozzo etrusco

Particolare del pozzo etrusco

 

Centro storico di Perugia

Una volta usciti dalla Rocca ci si ritrova in piazza Italia. Qui inizia corso Pietro Vannucci dove sono concentrati i monumenti più interessanti della città.

Verso il finire del corso si trova la Galleria Nazionale dell’Umbria che tra le opere contiene anche molti affreschi del Perugino.

Il palazzo dei Priori è la naturale continuazione della galleria ed è l’attuale sede del municipio.

Sala dei Notari, in Piazza IV novembre, è completamente adornata da affreschi di artisti locali medievali composta da otto archi trasversali a tutto sesto, reggenti coperture a cassettoni lignei: un prodigio di architettura se vogliamo di richiamo allo stile liberty.

Di fronte la piazza e alla fontana Maggiore si trova la Cattedrale di San Lorenzo e il museo Capitolare di San Lorenzo.

Proseguendo c’è l’attrazione turistica più visitata in città: il pozzo etrusco. Acquistando il biglietto c’è la possibilità di aggiungere per pochi euro anche la visita guidata al palazzo Sorbello che si trova qualche metro più avanti.

In realtà il pozzo appartiene alla Fondazione Ranieri di Sorbello proprietaria anche del palazzo e meritano entrambi una visita: il primo per la complessità del progetto, il secondo per la stupenda collezione di libri, merletti, porcellane, lampadari e arredi vari.

Nella Cappella di San Severo, invece, si scopre un’opera incompiuta di Raffaello. Basta seguire i cartelli che indicano l’affresco del maestro attraverso vicoli secondari e apparentemente nascosti.

Il prezzo del biglietto è di 3 euro ma ci sono molte agevolazioni per diverse categorie. L’opera incompleta rappresenta la “Trinità e i Santi” ma a causa del lavoro richiesto a Roma, Raffaello dovette lasciare in sospeso il lavoro. Non vi fece mai più ritorno pertanto l’affresco fu terminato dal suo maestro: il Perugino.

 

scale esterne particolari di una casa

 

Arco Etrusco e Tempio di Sant’Angelo

L’arco Etrusco o di Augusto fa parte di una delle sette porte antiche edificate dagli etruschi come protezione difensiva dagli assedi.

È stato dedicato all’imperatore Augusto perché si incaricò di ristrutturarlo a seguito di danneggiamento. L’entrata portava direttamente al fulcro della vita cittadina ed era un importante via di passaggio per le merci.

Di notevole importanza è anche il parco Sant’Angelo perché attraversato dalla famosa via Francigena. Più avanti il tempio di Sant’Angelo: un esempio di chiesa a forma circolare a ridosso della cinta muraria. Il tempio è dedicato all’arcangelo Gabriele, l’angelo guerriero, come protezione contro possibili attacchi esterni.

Ma secondo un’antica leggenda il tempio è stato costruito lungo la Linea di San Michele, una ricostruzione sulla superficie terrestre della linea che rappresentava il passaggio dell’ultimo raggio di sole al tramonto del solstizio estivo.

 

tempio circolare a perugia

 

COSA MANGIARE A PERUGIA

 

Perugia fa subito venire in mente i baci perugina e infatti l’azienda ha un suo negozio proprio in corso Pietro Vannucci. Ma un’altra specialità riguarda un tipo di focaccia-piadina che io non avevo mai mangiato: la torta al testo

La pietanza ha origini antichissime e prende il nome dalla superficie in ghisa con la quale viene cucinata, chiamata appunto, testo.

Si trova un po’ dappertutto e il ripieno varia in base ai gusti e alle scelte degli chef. Poi ci sono gli umbricelli, un tipo di pasta chiamata anche strangozzi o pici, di consistenza leggermente grossa che si sposa bene con sughi consistenti. Poi anche qui non manca di certo il tartufo, il farro e altri prodotti del territorio circostante.

Cosa scoprire e visitare ad Assisi oltre che la basilica di san Francesco e santa Chiara? Tantissimi altri luoghi, che ti svelerò uno a uno. Per cominciare collochiamola nello spazio: si trova in provincia di Perugia, in Umbria quindi, beatamente adagiata fra le curve del monte Subasio.

Se hai a disposizione un giorno per vederla, come l’ho avuto io, sarà una corsa contro il tempo per ammirare tutte le testimonianze che hanno dato vita alla città così come la vediamo oggi. Non perdiamo altro tempo dunque, allacciamoci le scarpe e iniziamo a camminare.

Cosa scoprire e visitare ad Assisi

 

Alloggiando a Perugia mi è stato comodo raggiungere Assisi in treno. Una volta scesa dalla stazione ho dovuto acquistare il biglietto per l’autobus che si trova al bar e uscire dopo il parcheggio dei taxi, a sinistra dell’entrata della stazione.

Il mezzo passa ogni 20 minuti circa e ci sono diverse opzioni di fermata.  Ti consiglio di scendere all’ultima così da non dover salire a piedi, anche se dovrai comunque prepararti a una scarpinata.

Sì, perché una volta raggiunta piazza Matteotti, ti suggerisco di andare subito a visitare l’Anfiteatro Romano che si trova proseguendo sulla via principale a destra della piazza. Per la verità ciò che rimane della struttura è solo un arco in cunei di travertino ma rende l’idea di come fosse strutturata la città in epoca romana.

 

Sei al pieno delle tue forze, giusto? Quindi, che ne dici di goderti la natura scegliendo un percorso che si discosta di qualche chilometro dalla città?

 

Sto convincendoti a visitare l’eremo delle Carceri, un tratto della via Francigena che prosegue in direzione Roma e che è stato per qualche tempo dimora di san Francesco.

La strada da seguire è molto semplice: da piazza Matteotti si sale lungo una stradina laterale, chiamata appunto eremo delle Carceri, e una volta oltrepassato una delle otto porte antiche della città, si prosegue attraverso un percorso acciottolato che porta nel bel mezzo del bosco.

Il tratto è prevalentemente in salita e dura circa un’ora. Prima di raggiungere l’obiettivo si fa un breve tratto in discesa fino a trovarsi dinanzi al cancello dell’eremo.

Se avrai fatto il percorso come me, canticchiando e fischiando, ora sarà giunto il momento di silenziarti perché questo è un luogo di meditazione e di preghiera.

 

cartello della via francigena

 

Eremo delle Carceri e Rocca Minore e Maggiore

 

Ti ricordi prima quando ti ho detto che ci saremmo discostati dalla città per alcuni chilometri? Ecco, per la verità sono ben 4 chilometri di distanza da Assisi e San Francesco e i suoi seguaci lo scelsero proprio per la sua posizione isolata e tranquilla.

D’altronde sono qui per rispondere alla domanda su cosa scoprire e visitare ad Assisi, quindi non voglio farti perdere nulla!

Ritornando all’eremo al suo interno potrai vedere, per usare un eufemismo, il “giaciglio” dove soleva riposare il santo. Più che altro è una parte concava del pavimento dove veniva messa un po’ di paglia che fungeva da materasso.

Le stanze sono molto piccole e collegate da scale a chiocciola che portano all’esterno verso il vero cuore dell’abitacolo. Sto parlando di un percorso fra gli alberi, racchiuso nel verde, dove si respira tutta la sacralità della natura.

Il luogo è intervallato dai punti in cui i monaci pregavano ed è quindi da attraversare in punta di piedi. Ma credo non ci sia bisogno di sottolinearlo  perché l’atmosfera è talmente satura di spiritualità che la percepirai anche tu. Prenditi un momento di raccoglimento e sii grato per questa meravigliosa esperienza.

 

Cosa ci sarà poi da scoprire e visitare ad Assisi?

 

È arrivato il momento di retrocedere in direzione Assisi seguendo il tragitto all’inverso. Scendendo, dato che non sarai offuscato dalla fatica, potrai ammirare la rocca Minore, uno dei simboli difensivi della città chiusa, ahimè, ai visitatori.

In compenso potrai visitare la rocca Maggiore, una volta che sarai giunto di nuovo in città. Ti costerà un’ultima salita ma vedrai che ne varrà la pena.

La rocca offre una bellissima vista campagna circostante e all’interno del castello potrai salire sulla torre, vedere armi e costumi dell’epoca ma soprattutto consultare un libro magico che ti darà finalmente le risposte che cercavi nella tua vita.

Non voglio svelarti di più, non è un compito che mi compete. 😉

Ci sono due opzioni per il biglietto d’entrata: il primo a 6 euro ti offre l’ingresso alla rocca, il secondo a 9 euro, invece, oltre alla rocca acquisti l’ingresso anche per la Pinacoteca e il Foro Romano. Vantaggioso, no?

 

Veduta dalla rocca maggiore

 

Foro Romano e Pinacoteca

 

Già l’inizio sarà stupefacente, ovvero quando ti ritroverai davanti al fascinoso tempio di Minerva, ultimo baluardo della religione pagana, riconvertito nel cinquecento come chiesa di Santa Maria sopra Minerva, posizionato centralmente nella piazza del comune.

Proseguendo in via Portica giungerai all’entrata del Foro Romano: un museo nel museo. Sarà incredibile scoprire come tutta la civiltà moderna si basi, in realtà, sul prototipo del mondo romano.

Per accedere al Foro dovrai scendere sottoterra riscoprendo così i resti dell’antichità civiltà classica posizionati esattamente sotto le fondamenta della città nuova.

Il percorso museale è talmente ricco di informazioni, cimeli, statue, mosaici e curiosità che ti ruberà almeno un’ora. Non per niente è considerato uno dei meglio conservati del mondo antico.

Per arrivare alla Pinacoteca, invece, dovrai continuare per via Portica e poi cambiare in via Arnaldo Fortini che poi diventerà via S. Francesco (non manca mai!). 

A metà via scorgerai l’entrata della Pinacoteca dove, ad attenderti, ci saranno i dipinti e gli affreschi di Giotto, Puccio Capanna, Andrea d’Assisi e molti altri.

 

Bellissima via da fare come cosa scoprire e visitare ad assisi

 

Le chiese: cosa scoprire e visitare ad Assisi

 

Sarai stanco di camminare e di visitare chiese ma non hai ancora visto nulla! Ad Assisi c’è davvero l’imbarazzo della scelta, fra cui spiccano le due principali e più famose.

La Basilica di San Francesco che custodisce le spoglie del santo patrono d’Italia fa parte dei patrimoni dell’Unesco, mentre la basilica di santa Chiara contiene anch’essa le spoglie della santa ma è affrescata in toni decisamente minori.

Non è finita! Ci sono ancora la cattedrale di San Rufino, antico tempio romano dedicato alla Bona Mater, la chiesa Nuova considerata come la casa natale e paterna di San Francesco, la Parrocchia di santa Maria Maggiore anch’essa di epoca romana e infine l’Abbazia di San Pietro, voluta dai monaci di san Benedetto al Subasio.

Un’altra piccola chiesa che merita di essere vista è l’sratorio dei Pellegrini che si trova sulla stessa via della pinacoteca e anticamente ospitava i pellegrini che transitavano per Assisi con il desiderio di rendere omaggio al santo.

Contiene dipinti e affreschi come quelli di Andrea d’Assisi, allievo del Perugino, Matteo da GualdoPierantonio da Foligno. Ancora oggi rimane come luogo di culto in cui i pellegrini di passaggio possono fermarsi e pregare.

Ora ti si è svelato cosa scoprire e visitare ad Assisi ma c’è una cosa ancora da comprendere…

Il filo conduttore di tutta la visita è sempre lui: san Francesco. Il quale, seguendo i suoi sentimenti, è riuscito a dare vita a un nuovo ordine religioso improntato sulla frugalità che spicca in modo consistente con la sua odierna rappresentazione. Il suo Cantico delle Creature è considerato a tutti gli effetti l’opera letteraria più antica, capostipite della letteratura italiana.

Assisi, dunque, non è solo una città umbra ma il cuore pulsante delle nostre radici che partono da una storia semplice: quella di un uomo che ha dato tutto sé stesso per insegnare e perseguire l’amore e il rispetto.

Possa questo “ritorno alle origini” risvegliare la parte più nobile e pura che alberga in ognuno di noi.

prodotti tipici umbri pasta

 

Chi lavora con le proprie mani è un lavoratore.

Chi lavora con le proprie mani e la propria testa è un artigiano.

Chi lavora con le proprie mani, la propria testa e il proprio cuore è un artista.