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Bardonecchia è la località sciistica prediletta dai torinesi inverno ma anche in estate, posizionata nell’alta Val di Susa.

Viene chiamata anche Bardonnèche in francese, dai cugini d’oltralpe, che si trovano proprio lì vicino. La cittadina, infatti, è uno dei comuni più a ovest d’Italia e oggigiorno è attraversata, ahimè, dai profughi africani in cerca di fortuna in territorio francese.

Bardonecchia è natura

 

Vivono oltre 3000 abitanti anche se durante il periodo natalizio il numero raddoppia. Bardonecchia è una conca circondata da 4 valli:

  • Valle Stretta
  • Vallone del Frejus
  • Valle della Rho
  • Vallone di Rochemolles

È attraversata dalla Dora di Bardonecchia, affluente della Dora Riparia. Per raggiungerla ti basterà prendere l’autostrada A32 da Torino, distante 90 chilometri, che corrisponde a un’ora di guida. Oppure, sempre dalla capitale piemontese e più precisamente dalla stazione ferroviaria Susa, si arriva a Bardonecchia con un collegamento diretto. (Se ti fermi a Torino scopri cosa puoi vedere in due giorni)

Ma è anche sport

 

Si tratta di un importante centro per gli sport invernali, grazie alla sua posizione a 1.312 m s.l.m. Sono apprezzati dagli sportivi gli impianti di risalita nel Monte Jafferau e nel Colomion.
Nel comprensorio si contano 17 chilometri di piste da fondo e 10 chilometri di percorsi per racchette da neve,un totale di 100 chilometri di piste innevate artificialmente, un half pipe olimpico, uno snow park e un boardercross.

Per chi ama fare escursioni invece ci sono sentieri nelle Dolomiti di Valle Stretta, Il Monte Thabor, la Punta Nera, la Punta del Frejus e la Rognosa di Etiache. Pierre Menue è invece la più alta vetta delle Alpi Cozie settentrionali.

E se ancora sci, snowboard e passeggiate non ti interessano, ci sono dei bellissimi laghi. Il più famoso è chiamato lago Verde, grazie ai suoi riflessi cangianti.

Si raggiunge con una piacevole passeggiata di 45 minuti passando per i rifugi Re Magi e III Alpini. L’altro è di origine artificiale, un invaso destinato a uso idroelettrico, chiamato lago di Rochemolles, originato dal torrente omonimo.

 

immagine del lago verde

Pure storia e cultura

 

La sua fondazione risale a tempi antichi ed è quindi possibile trovare testimonianze nelle sue chiese e negli stili architettonici. Il forte di Bramafam difendeva la cittadina dagli attacchi invasori. Una volta adibito a castello oggi è diventato un museo ed è abbarbicato sulle pendici sopra la conca.

Nel borgo vecchio si trova la Chiesa parrocchiale di Sant’Ippolito, ossia un luogo di culto del 300, ristrutturata nel 900 a seguito dell’esondazione di uno dei torrenti che attraversano il paese.

Delle tracce antiche rimane il campanile di architettura romanica, con una guglia ornamentale in rame, un coro in legno risalente però al XV secolo, un Fonte battesimale originale e una Croce in argento.

Nel 1913 venne costruito il Palazzo delle Feste in perfetto stile liberty. L’idea era quella di creare un luogo in cui ritrovarsi e organizzare eventi, ed è così ancora adesso, il palazzo, infatti, ospita ogni tipo di manifestazione.

Non ebbe la stessa collocazione la Colonia 9 Maggio, una costruzione fascista adibita a varie attività, riconvertita in villaggio olimpico per l’edizione delle Olimpiadi Invernali di Torino del 2006.

 

piste da sci a Bardonecchia

Molte piste da scii per gli appassionati, io vi raggiungo a piedi!

 

E infine shopping a Bardonecchia

 

Fu lo statista Giovanni Giolitti a eleggerla come luogo di riposo per gli industriali torinesi che lo presero a esempio. La località sciistica vicino a Torino non poteva avere rappresentanza migliore per farla diventare un posto di élite.

La via principale, via Medail, è adibita allo shopping. Vi si trovano sia ristoranti che negozi di artigianato locale. Fra i più interessanti un negozio con opere in legno e la pasticceria Ugetti famosa per i suoi krapfen e le creazioni di cioccolato.

La strada è lunga circa un chilometro e collega la stazione dei treni al borgo vecchio di Bardonecchia. Durante i giorni festivi e i periodi di vacanza è interdetta al traffico e si trasforma in via prettamente pedonale.

 


*** SENSI IN VIAGGIO ***

 

Il Genius Loci di Bardonecchia ha mille sfaccettature difficili da definire in una sola, breve visita. Può essere solare come ombroso, caldo e affettuoso come freddo e impetuoso. Il tempo ne decreta il variabile umore.
Le passeggiate da fare con un po’ di flânerie nel centro permettono di rinfrescare la vista, l’odorato, l’udito e il tatto con sensazioni inaspettate ed estremamente personali.
Solo su una cosa si andrà tutti d’accordo, ossia sulla tavola. Quando il cibo farà la sua entrata trionfale nulla, a paragone, potrà essere più conviviale, comunitario e accogliente.

Non esisteranno confini ma solo la vicinanza dei commensali siano essi italiani, stranieri, bianchi, rossi, alberi, animali o qualsiasi altro essere vivente. W il cibo e l’unione che crea!

Musica consigliata: Forbidden Colours – Ryuichi Sakamoto

Lettura consigliata: Ikigai – Bettina Lemke

Cosa si riesce a visitare in due giorni a Torino? Forse non ci credi ma più di quanto tu possa sperare: scoprilo assieme a me!

Siamo nell’ex regno sabaudo, dimora dei regnanti d’Italia e la città si presenta in tutto il suo splendore regale. Edifici imponenti e strade ampie fanno pensare all’Europa più che all’Italia.

Una città costruita con l’intento di fare invidia alle capitali europee dove l’opulenza non viene di certo nascosta. Oggi il tessuto sociale è più frenetico che mai e durante il periodo natalizio si veste a festa per accogliere i visitatori.

Primo giorno a Torino

 

Forse ti sembreranno pochi due giorni e in effetti lo sono, ma con il giusto impegno puoi vedere più di quanto ti aspetti. Arrivata con il Flixbus in occasione di un tour che poi non si è fatto a causa delle temperature glaciali, sono scesa in corso Vittorio Emanuele.

L’alloggio prenotato tramite Airbnb si è rivelato molto confortevole e comodo alla fermata. Purtroppo sono giunta verso sera con un ritardo di quasi un’ora e mezza sulla tabella di marcia.

Troppo freddo per fare un giretto serale. Ho preferito approfittare del tepore della mia stanzetta in affitto per preparare il programma del giorno dopo.

La parola d’ordine è stata distensione. Ho deciso di visitare slow e di vedere ciò che sarei riuscita senza correre troppo. Per questo la mattina ho aspettato che il sole iniziasse a scaldare l’ambiente, per quanto potesse, e sono uscita verso le 10.

Mi sono diretta al bar. Ho attivato il mio radar interno che scandagliasse il locale più appetibile. Dopo una passeggiata di 10 minuti l’ho trovato e non mi sono sbagliata. Il caffè macinato direttamente dai proprietari era di qualità superiore e la brioche alla nocciola del Piemonte a dir poco sublime.

Determinata nella mia sicurezza ho seguito il tragitto che portava al museo che custodisce la Sacra Sindone ovvero il telo che avvolse Gesù. Ma non sono entrata.

L’obiettivo della giornata era un altro.

 

chiesa visitata durante i due giorni a torino

 

Ho vagato osservando l’architettura curata in ogni minimo dettaglio giungendo in via Garibaldi. Passeggiando nella via riservata ai pedoni ho apprezzato i negozi vestiti a festa e ho visto spuntare in lontananza la sagoma di Palazzo Madama.

L’edificio ospita le collezioni del Museo Civico d’Arte Antica e si trova nella cornice di una delle più importanti piazze della città ossia piazza Castello.

Un quadrilatero di 40 mila metri quadri pieno di meraviglie: Palazzo Reale al centro, il Teatro Regio, Palazzo Madama e la Real Chiesa di San Lorenzo.

Inoltre l’albero di Natale, il calendario dell’avvento e il mercato natalizio. Inevitabile una sbirciata alle bancarelle per poi continuare scendendo in via Po.

Deviazione sulla sinistra per Montebello fino a raggiungere la maestosa Mole Antonelliana. Ho dovuto rinunciare anche a questa tappa a causa di una fastidiosa foschia che non mi avrebbe permesso di gustarmi il paesaggio.

 

via centrale a Torino

 

Cercasi Museo Egizio

 

Il mio obiettivo mi ordinava di muovermi per cui mi sono diretta dove volevo andare: al museo Egizio. Prima di entrare ho visto una bellissima chiesa e sono entrata.

Ho scoperto essere la Chiesa di San Filippo Neri, considerato l’edificio di culto più grande della città. Una breve sosta per ammirare l’interno per poi dirigermi alle porte del museo.

Tempismo sbagliato. Proprio nel momento in cui stavo per entrare mi ha raggiunto una rumorosa scolaresca e ho cercato di seminarli attivando il turbo!

All’entrata li ho persi e pagato il biglietto ho avuto in dotazione l’audioguida, sono rimasta ad ammirare le opere e i resti di una delle più grandi civiltà della storia nonché ho intimamente ringraziato Bernardino Drovetti.

Dopo circa tre ore di immersione totale nella cultura egizia sono uscita in piazza San Carlo.

Mi sono ritrovata a fotografare l’edificio in cui è nato il conte Camillo Benso di Cavour in via Cavour, appunto, e ammirato le vetrine del centro commerciale la Rinascente.

Prima che arrivasse il buio mi sono diretta, seguendo corso Vittorio Emanuele, verso il parco del Valentino dove si trova il bellissimo Castello di Valentino e luogo di svago dei torinesi.

 

reggia di venaria interno

 

Purtroppo in questo periodo, sommerso dalla neve, non c’è molto da vedere e camminare. Ma sono riuscita a incontrare un simpatico scoiattolo che mi ha lasciato intendere che voleva qualcosa da mangiare. Purtroppo non avevo nulla con me, se non una bottiglietta d’acqua e se n’è andato piuttosto contrariato.

Lo scoiattolo mi ha fatto venire in mente che avrei dovuto acquistare qualcosa da mangiare per la sera e dato che la mia mente non ha fatto altro che pensare ai bretzel venduti al mercato natalizio, ho deciso di ritornare a piazza Castello.

Prima però mi sono fermata ad assaggiare il celeberrimo “Bicerin di Cavour” composto da cioccolata calda, caffè e panna. Delizioso!

Dopo aver svolto le commissioni che mi ero prefissata mi sono incamminata per via Roma ammirando le luminarie e mi sono diretta al mio alloggio.

 

parco del valentino di torino

 

Secondo giorno a Torino

 

Sono uscita seguendo il consueto orario dopo le 10 e ho camminato fino a raggiungere stazione Doria. Lì ho preso un treno per arrivare a Venaria Reale e visitare la Reggia di Venaria.

Una dimora imponente, simbolo della potenza sabauda. Ancora oggi si può percepire l’autorevolezza che trasuda e si rimane a bocca aperta ad ammirare i dettagli di ogni salone del palazzo.

Il giardino deve essere in estate un tripudio di colori ma adesso si vede solo la forma di ciò che sarà. Ho tralasciato le scuderie e mi sono concentrata unicamente sulla Reggia. All’interno vengono fatte delle importanti esposizioni che si possono visitare con una spesa aggiuntiva.

Nella piazza del paese invece viene allestito un piccolo mercato natalizio ma i visitatori sono così pochi in questo periodo di gran freddo che i venditori lanciano sguardi annoiati ai passanti.

Mi fermo a mangiare qualcosa e per riscaldarmi un po’. Poi riprendo a ritroso il treno che mi riporta a Torino. Cambio direzione seguendo corso Regina Margherita per ritrovarmi al Santuario della Consolata dove ci sono alcuni resti romani.

Proseguo a visitare la Porta Palatina, il Campanile del Duomo, la cattedrale di San Giovanni Battista, il museo Diocesano di Torino, Palazzo Reale di Torino, l’Armeria Reale e di nuovo piazza Castello.

Questa volta per tornare verso l’alloggio seguo via Giuseppe Barbaroux, luogo di artigiani della città. Poi mi fermo un’ultima volta a gustare una cioccolata calda.

D’altronde a Torino si deve berla!

Arrivo giusta davanti alla stazione di Porta Susa. Una mastodontica stazione via di snodo per i principali punti della regione. Continuo ad ammirare i monumenti e gli edifici e a pensare a quanto poco assomigli alle città italiane. Mi sembra di essere in qualche moderna capitale europea e quasi mi viene spontaneo conversare in inglese.

Ma sono ancora in Italia, in una città regale, ricca di fascino e di sorprese. Un tassello importante della storia italiana. Un motivo di vanto nelle antiche corti europee.

Nonostante il freddo mi sono accorta che anche viaggiando senza fretta si possono macinare chilometri. E forse questo potrebbe essere il mio nuovo modo di viaggiare nel 2018. Ciao Torino e grazie per questo prezioso insegnamento.

 

 


*** VIAGGIARE CON I SENSI ***

 

In una città come Torino, che a tratti ricorda una bellissima località francese, la flânerie è d’obbligo! Credo sia anche una prerogativa del Genius Loci torinese camminare senza mai fermarsi per osservare ciò che ci circonda. Sono convinta che il moto appartenga ai torinesi, per quello poi si devono concedere dell’energetica cioccolata!

La vista ti farà lo scherzo di pensare di essere fuori dai confini italiani, tanto che ti verrà spontaneo parlare in inglese o in francese. Ti basterà sedere in un tavolino per assaggiare un bicerin per renderti conto, però, che la qualità è nostrana.

La degustazione partirà dal profumo inebriante di nocciola… La consistenza della panna evita la dispersione di gusto e dopo questo assaggio una cioccolata normale non avrà più alcun valore neanche per te! 

Musica consigliata: Ciau Turin di Gipo Farassino

Lettura consigliata: Flâneur di Federico Castigliano