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La storia narrata nel libro “Lo schiavo Patrizio” si muove sullo sfondo di una Venezia antica, una città marinara e internazionale. Contro la Serenissima, il potente Impero Ottomano nella sfida della celeberrima battaglia di Lepanto.

Lo schiavo patrizio

 

Il protagonista del racconto è Alvise Zorzi figlio di un ricco patrizio veneziano e fratello di Pietro Zorzi. Quest’ultimo ha un rapporto conflittuale con Alvise perché gli invidia la sua audacia, la sua estroversione e la spensieratezza. Lui, invece, è un’anima meditabonda affetto da menomazioni fisiche dovute da un attacco di vaiolo in tenera età.

Crescendo i due prendono strade diverse: Alvise va in cerca di fortuna per mare mentre Pietro si butta in politica. Nonostante l’allontanamento, un destino infingardo ravviva i dissapori mai cancellati proprio nel momento in cui i fratelli potevano avvicinarsi.

Pietro si unisce in matrimonio, secondo le leggi di manipolazione aristocratica dell’epoca, a una giovane ragazza dalla bellezza esotica e sfolgorante. Appena Alvise pone il suo sguardo nell’oscurità degli occhi lucidi di quella fanciulla, se ne innamora perdutamente.

Questa attrazione clandestina aumenterà l’acredine e porterà i due fratelli nuovamente l’uno contro l’altro. Alvise verrà ridotto in schiavitù dai Turchi a seguito di una battaglia persa in mare e, come un riscatto insperato, Pietro ne approfitterà per operare la sua vendetta.

Sebbene il commissario turco richieda la liberazione di Alvise a fronte di un pagamento, Pietro lo abbandonerà al suo triste destino, senza riscattarlo.  Inizierà per entrambi una vita di sofferenza: l’uno come schiavo e l’altro tormentato dai rimorsi.

 

Venezia antica

 

Venezia antica: recensione del libro

 

Il libro è affascinante e magnetico perché si muove sullo sfondo di una Venezia antica, quando il doge era la massima autorità in carica. Si sposta, poi, nel nord Africa, in Turchia e in India, portando il lettore a conoscere altre vicissitudini storiche di città decadute e mai più risorte.

Alla verità storica si contrappone la finzione letteraria che non va mai a cozzare, bensì si intreccia in modo esemplare, esaltandone i fatti.

I personaggi si susseguono amplificando il senso e la trama, omaggiando così i lettori di momenti di suspense e speranza. Al termine si prova una sorta di lutto come quando finisce un viaggio e si devono abbandonare quei scenari che ci hanno così tanto incantato. 

 

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