Nel sorprendente Altopiano della Vigolana si fanno degli incontri davvero speciali e alquanto sorprendenti. Mai avrei pensato di conoscere Bruno l’alpaca, dopo aver compiuto un itinerario soverchiato dall’intenso profumo dei ciclamini.
Eppure è successo: ed è proprio questo l’aspetto intrigante dei viaggi. Poiché riescono a travolgerti in avventure incredibili e inaspettate. Proprio per questo si dice che quando viaggiamo dobbiamo lasciare le redini e lasciarci andare.
Per esempio, io in questo viaggio, ho deciso di ascoltare i consigli delle persone del posto che ho incontrato. È stata una coppia di Piné che mi ha convinto a fare questa escursione, dato i toni entusiastici del loro racconto.
Non avevo mai progettato le mie vacanze prendendo spunto dai suggerimenti ma devo ammettere che è stata una scelta azzeccata, perché il sorprendente Altopiano della Vigolana non è stata l’unica affascinante escursione che ho fatto.
L’Altopiano della Vigolana
Prima di iniziare il racconto sulla mia escursione, voglio spiegarti la localizzazione del sorprendente Altopiano della Vigolana. Si trova in prossimità di Folgaria, una cittadina trentina situata vicina al più famoso centro turistico di Lavarone.
Ai piedi dell’Altopiano scorre il torrente Centa, in cui ci si può fermare per fare un bagno. Sulle rive delle sue acque è stato istituito anche un suggestivo parco fluviale.
Il percorso è attraversato da un itinerario a piedi corrispondente all’ippovia, mentre dalla parte opposta si possono ammirare le numerose coltivazioni di meli, tipici del Trentino.
Purtroppo, quando ci sono andata io a luglio 2022, il torrente era in secca a causa della siccità incombente e continuativa. Perciò, il percorso si può fare lo stesso ma senza godere del tranquillante gorgoglio dell’acqua.
Anticamente, questo passaggio era l’unica via che collegava la provincia di Vicenza a quella di Trento. Ci troviamo collocati nella zona dell’Alta Valsugana, in cui a dominare sono le montagne popolate dai cimbri.
Per ritornare alla nostra escursione, non dobbiamo fare altro che raggiungere il parcheggio da dove parte il sentiero che ci porta fino al rifugio Casarota.
Il percorso è costellato da varie diramazioni per cui fai attenzione a seguire bene le indicazioni dei cartelli nonché le segnalazioni sugli alberi o sui sassi del sentiero. Li riconosci dalla bandierina rossa e bianca.
Nel frattempo poi goderti la profumazione dei ciclamini che durante la loro stagione di fioritura caricano il paesaggio di una nota dolce, invitante ed energizzante.
Ne avrai bisogno, perché il percorso è interamente in salita. Per fortuna non è lungo: dura solo un’oretta e al termine ti ritroverai accolto dalla festosa allegria dei gestori del rifugio Casarota.
E ad aspettarti ci sarà anche la star dell’Altopiano della Vigolana: Bruno l’alpaca. Il nostro amico preferisce la compagnia umana piuttosto che quella dei suoi colleghi e quindi ama sistemarsi tra i tavoli per ascoltare le ciarle delle persone che vi giungono.
Qui puoi mangiare i piatti tipici della cucina trentina. Io ho preso un buon piatto di canederli – apprezzati anche da Pepe – e fare amicizia con gli altri escursionisti di passaggio.
Volendo il rifugio offre stanze a chi decide di allungare l’escursione. Infatti, questa non è che la tappa intermedia che porta a diverse altre escursioni. Lo so che sarà difficile abbandonare la placida compagnia di Bruno ma qualora la giornata fosse godibile, ti consiglio di proseguire.
Il sentiero prosegue a destra del rifugio dove troverai la cartellonista provvista di informazioni riguardo i punti panoramici da visitare e la tempistica necessaria.
Il panorama, già da qui, è notevolmente suggestivo e nel frattempo che aspetti il tuo pasto, puoi approfittarne per fare un bel po’ di foto. Ma non dimenticare che sei in montagna, per cui il tempo scorre più rilassato nonostante la sua essenza volubile.
I percorsi da aggiungere sono:
- Albi in 10 minuti;
- Rifugio Paludei e Bus de le Zoie in un’ora e quaranta minuti;
- Becco di Filadonna in due ore.
Continua le tue escursioni solo se il tempo lo permette perché mentre il primo tratto per raggiungere il rifugio è all’interno del bosco, la seconda parte è fin troppo esposta al sole.
Pertanto, valuta le condizioni meteo prima di partire e verifica che non siano previste piogge o, in estate, un cielo fin troppo soleggiato. In cambio, riceverai una bellissima veduta sulla Valsugana e sui paesi sottostanti che fanno da cornice al paesaggio.