Ho pensato di raccogliere all’interno di una lista tutti i siti di arte rupestre in Italia dai più famosi ai meno conosciuti. Perché è sempre emozionante varcare la soglia di un passato che i nostri geni non hanno ancora dimenticato.
Questa forma artistica venne ufficialmente riconosciuta solo nel 1879, dopo un acceso dibattito, causato dalla scoperta di raffigurazioni nella grotta di Altamira in Spagna.
L’origine dell’arte antica
“Papà, i tori!” avrebbe esclamato María Sanz de Sautuola y Escalante al padre Marcelino; e quando l’uomo alzò gli occhi dovette farsi forza nelle gambe per non cadere dalla sorpresa. Sopra le loro teste erano magnificamente disegnati dei bisonti che andavano a ricoprire la parte superiore della grotta.
Ci volle del tempo affinché l’opinione pubblica riconoscesse l’autenticità della pittura ma una volta confermata e datata, fra gli 11000 e di 20000 anni fa, le pagine dei libri d’arte vennero rinforzate da una nuova corrente pittorica.
La maggior parte dei ritrovamenti avvennero all’interno di grotte in quanto considerate come luogo preferito dei paleolitici, dove potevano avere un riparo da condizioni atmosferiche avverse e dagli animali.
Quali finalità avevano i dipinti e le incisioni?
In realtà, non vi è alcuna risposta certa ma solo supposizioni. Tra le più quotate c’è l’idea che le opere fossero una specie di racconto che serviva da testimonianza per le generazioni future.
Un’altra ipotesi vede le raffigurazioni di animali come mezzo di comunicazione fra il sacro e il profano, un canale attraverso il quale chiedere protezione o una buona caccia. Forse gli antichi pensavano che dipingendo un animale in qualche modo si potesse evocare il suo spirito con la speranza che intercedesse per loro.
L’ultima opinione è la meno considerata perché afferma che i disegni servissero solamente come abbellimento dello spazio abitativo e non avessero alcuna funzione particolare.
L’aspetto interessante è che l’uomo non viene quasi mai rappresentato e se è parte del dipinto lo è solo come figura marginale. Ciò significa che si considerava di scarsa importanza in riferimento alla natura.
Le uniche forme di autoaffermazione sono i dipinti di mani, come quelli ritrovati nella Cueva de las Manos in Argentina che testimoniano, forse, la necessità di ricercare il proprio valore all’interno della comunità.
Lista dei siti di arte rupestre in Italia
Neanche in questo la nostra penisola ci delude, in quanto siti di arte rupestre ce ne sono tantissimi tra cui alcuni famosissimi e visitati da migliaia di turisti ogni anno.
Nord Italia
In Veneto ci sono due siti di arte rupestre da visitare: la grotta di Fumane e la val d’Assa a Canove di Roana. La grotta di Fumane si trova nella Valpolicella, vicino a Verona, e presenta due disegni di animali non ben identificati.
Invece, a Canove si possono ammirare delle incisioni rupestri di varie epoche, non solo preistoriche quindi, che rappresentano perlopiù simboli.
La Lombardia, e più precisamente in val Camonica, è presente uno dei siti più importanti di arte rupestre patrocinato dall’Unesco. Il luogo, chiamato la “Valle dei segni”, è costellato di incisioni dislocate su quasi duecento località suddivise in ventiquattro comuni.
A suggellare questo insieme di raffigurazioni è la Rosa Camuna che è diventata anche simbolo della regione Lombardia. Pure la Valtellina nasconde due siti di arte rupestre: nel parco delle incisioni rupestri a Grosio e a Teglio dove spiccano delle figure incise su rocce levigate.
Sono quattro le rocce con incisioni non figurative presenti in Valle d’Aosta:
- la roccia di parete verticale di Montjovet Chenal, incisa con coppelle e canaletti in periodi differenti;
- a La-Barma a Valtournanche un’altra con incisioni di armi e un pugnale e un mascheriforme;
- una raffigurazione di armi risalente all’età del Rame e del Bronzo Antico nella roccia di Le Crou-Champrotard, nei pressi della centrale idroelettrica di Villeneuve;
- leggermente sopra, a Bard, nei pressi del cimitero, risultano rocce con incise delle figure tra cui spicca una “barca” con un doppio elemento decorativo a forma di uccello e uno scivolo, collegato forse a una funzione magica.
Un sito di arte rupestre dell’età del Bronzo è presente in Piemonte, nella provincia di Cuneo: si tratta di incisioni a coppella, ovvero dei buchi o incavi sferici scavati nella roccia di cui si ignora tuttora il significato. Se ne trovano circa cinquemila e rappresentano figure antropomorfe, archi e, quelle più moderne, croci. Altre valli piemontesi che custodiscono l’arte rupestre sono la val di Susa e nella Valchiusella con altre incisioni cruciformi e antropomorfe sia maschili che femminili.
Nel geoparco di monte Beigua, in Liguria, è presente la roccia di Issel-Acquasanta e altre incisioni a coppella risalenti al Neolitico e all’età del ferro. Nel territorio sono dislocati, inoltre, dolmen e menhir a testimoniare una massiccia presenza umana. Altri ritrovamenti si trovano nelle zone di Genova, Finale Ligure, Imperia, Ventimiglia e nella val Bormida.
Centro Italia
Per quanto riguarda le incisioni rupestri la Toscana non ha nulla da invidiare alle altre regioni italiane, soprattutto in Lunigiana. Ma non mancano di presenziare anche nella Garfagna, sul monte Sagro a Carrara e nella zona di confine fra le provincie di Prato e Pistoia. Alcuni luoghi di culto preistorici sono diventati dei santuari alpestri cristiani a dimostrazione della loro forte carica spirituale.
È il monte Conero, in provincia di Ancona, nelle Marche ad attirare gli appassionati di arte rupestre con incisioni, canaletti e coppelle, in parte nascoste dalla fitta vegetazione.
E come ci si può dimenticare del piccolo Molise? Nei pressi di Civitanova del Sannio sorge uno sperone roccioso conosciuto con il nome di Morricone del Pesco. Le pitture non sono state ancora datate ma si presuppone rientrino nel periodo pre-protostorico echeggiando lo stile dell’arte rupestre presente in Puglia e nell’Abruzzo.
Le grotte dell’Arco, nel comune di Bellegra nel Lazio, oltre a vantare l’esistenza di stalattiti, stalagmiti e di una sorgente carsica, presenta anche due gruppi di pitture rupestri. L’uno è formato da figure rosse e l’altro gruppo di figure nere, entrambi appartenenti al periodo eneolitico.
Valle Peligna in Abruzzo presenta dei gruppi di pitture color ocra di figure antropomorfe e due disegni neri di pesci parzialmente cancellati. Anche nella località di Rava Tagliata sono presenti delle pitture neolitiche di colore ocra, così come in molte altre parti dei monti abruzzesi.
Sud Italia e isole
Pittogrammi disegnati in ocra rossa e guano di pipistrello si trovano nella grotta dei Cervi a Otranto in Puglia, che rappresentano simboli magici, sciamani e figure di animali fra cui i cervi. Risalgono al neolitico e la figura di spicco è lo “Sciamano danzante” o “Dio danzante”.
Nella meravigliosa Sicilia non potevano mancare dei siti di arte rupestre. Il più caratteristico è sito nella grotta del Genovese a Levanzo, nelle isole Egadi, in provincia di Trapani. Si tratta di una figura maschile che indossa un copricapo particolare, una casacca con frange e dei bracciali. A fianco ci sono due figure con lo stesso copricapo ma con delle maschere di uccello (o delle figure di uccello). Si presuppone che il disegno sia la rappresentazione di una preghiera propiziatoria alla caccia oppure un’antica danza rituale. Le forme volatili, infatti, paiono in movimento come se stessero danzando.
A Mondello sempre in Sicilia, nei pressi della spiaggia, si trova la grotta dell’Addaura con incisioni rupestri che elencano una scena inusuale: uomini e animali sono disposti in circolo mentre al centro si trovano due figure piegate all’indietro, dal capo coperto. Anche in questo caso l’interpretazione rimane ambigua. Forse si tratta di sciamani che eseguono una cerimonia d’iniziazione oppure degli acrobati nel momento clou dell’esibizione.