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Gli spiriti guida della natura Nat sono una testimonianza dell’antico legame suggellato fra gli uomini e la nostra Madre Terra. Il popolo birmano teneva molto a questo rapporto tanto da conservarlo fino ai giorni nostri.

Fu il re Anawrahta di Bagan a fondere la religione buddista con la venerazione dei Nat proprio per non cancellare le radici spirituali del suo amato popolo. 

Chi sono i Nat?

 

I Nat sono dei personaggi realmente vissuti e morti in circostanze atroci che si sono trasformati nei guardiani della Natura. Per questo mal tollerano chi non sa rispettarla perché lo vivono come un nuovo affronto personale. 

Si nascondono all’interno degli alberi, nell’acqua o nelle rocce e indispettiscono chi crea loro disturbo. In totale sono 37 anche se inizialmente erano molti di più e superavano il centinaio.

Anticamente, infatti, ogni villaggio aveva diversi Nat che difendevano il raccolto, favorivano le piogge e ostacolavano le inondazioni o proteggevano gli abitanti a fronte di un’offerta di cibo.

Tale credenza ha favorito finora il mantenimento della forestazione e ha impedito alle multinazionali di sfruttare i territori birmani a loro piacimento e stretto guadagno.

 

buddismo e spiriti nat

 

Perché gli spiriti guida della natura Nat hanno subito una morte tragica?

 

A causa del loro patimento si sono meritati un posto d’onore nel ricordo della storia birmana proprio come i nostri santi cattolici. Ogni persona si può ispirare a uno dei Nat tenendolo come riferimento e spirito guida nel superare le avversità della vita. Possono venerare uno o l’altro in base alle proprie necessità traendo supporto spirituale e mantenendo in vita le proprie radici culturali. 

Essendo parte integrante della storia birmana non possono essere semplicemente cancellati dal tempo ma persistono nella mente degli uomini a monito del futuro.

Rivestono un’importanza sociale soprattutto nelle aree urbane dove si eseguono festival propiziati da una sorta di medium, conosciuti come Nat Kadaw interpretandone l’essenza. 

Quale utilità hanno gli spiriti guida?

 

Molte credenze antiche di stampo sciamanico o animista riconoscono nella natura degli abitanti spirituali che si dedicano alla sua conservazione. Anche in Europa, prima che la religione cattolica spazzasse via con violenza le pratiche pagane, il bosco e la Natura venivano rispettate adorate. 

Mi vengono in mente le molte leggende legate al fiume Piave e ai vari spiriti che lo accudivano contro le malefatte degli uomini, per esempio.

Si riconosceva alla terra e agli altri elementi naturali la capacità di generare vita o di creare morte. Per questo motivo venivano fatte offerte dagli uomini affinché gli spiriti, che in essa abitavano, potessero intercedere per loro. 

È un peccato che si conservi ben poco di questa antica tradizione potrebbe risultare utile in questo momento storico in cui stiamo vivendo una sorta di necessario avvicinamento alle esigenze della Natura. 

Ridimensionerebbe la nostra presenza e ci renderemmo conto della benevolenza della nostra Madre Terra. Affidarsi a uno spirito guida, che ben sa di quale essenza sia fatto il mondo, ci aiuterebbe a superare quei dilemmi esistenziali che tanto ci tormentano. 

I Maya ci consigliano di affidarci ai nahuales mentre i Romani riconoscevano il Genius Loci. I greci o i celti avevano inventato moltissimi personaggi legati all’universo naturale come le ninfe, i folletti, gli gnomi, le driadi, eccetera.

Un sapere diventato evanescente ma sempre pronto a rivelarsi a chi lo vuole ascoltare. E tu sei pronto a tendere l’orecchio a questo mondo misterioso?

Quando tutto è silenzio le cose cominciano a parlare;
pietre, animali e piante diventano fratelli e sorelle e comunicano ciò che è nascosto.