Romea e Giulietto sono i noti influencer della città di Verona, i quali macinano follower a non finire grazie alla loro passionalità. Non a caso, hanno scalato la classifica dei Best Travel Influencer per la loro lotta alla discriminazione e per promuovere i diritti della comunità LGBTQQIA+.
La loro storia è piuttosto singolare e probabilmente è merito della loro capacità di trasformazione se hanno ottenuto così tanto successo tra i giovani e gli opposti.
Sì trovano perlopiù su Instagram, all’account @MeaGiu, dove condividono informazioni, segreti e suggerimenti per scoprire le diverse sfumature culturali, storiche e gastronomiche della città di Verona.
Romeo e Giulietta e la trasmutazione in Romea e Giulietto
I giovani si conobbero all’età di circa tredici anni mentre erano ospiti in casa di amici. Fin da subito sentirono sbocciare un’affinità intellettuale, nonché spirituale. Difatti entrambi soffrivano e si sentivano prigionieri del proprio corpo.
Romeo è un ragazzo sensibile, dalla forte propensione al cromosoma XX. Al contrario Giulietta si e sempre vantata di essere un maschiaccio, e di odiare belletti e vestiti vaporosi.
Le idiosincrasie di ciascuno dei ragazzi compromisero ben presto i rapporti familiari, tanto da portare a odiare segretamente ambedue i genitori e a covare un desiderio di vendetta.
I giovani riuscirono nel loro intento, benché inscenando un avvenimento sconcertante e, francamente, esagerato. Ma cosa successe esattamente? In pratica, finsero di essere innamorati, ben sapendo che le due famiglie non andavano d’accordo per una questione di ceti sociali.
Per ripicca avvisarono tramite missiva i congiunti di voler architettare una fuitina. Invece organizzarono un fantomatico suicidio per mezzo di un veleno e, per aumentare l’ardore, Romeo si sporcò con del sangue finto, simulando di essersi dato una pugnalata.
Appena vennero a saper della morte corsero tutti al capezzale dei giovani e un amico, complice dello sceneggiato, raccontò loro l’accaduto.
Secondo il racconto, Giulietta ingurgitò un liquido che provocò un sonno senza respiro e Romeo, sapendo che la ragazza aveva bevuto il veleno come pattuito, attese il suo risveglio.
Compirono il gesto per far prendere paura ai genitori, ma qualcosa andò storto, poiché Giulietta non si destò al momento convenuto. Impaurito, Romeo pensò subito avesse esagerato con le dosi o che qualcosa fosse andato storto.
A quel punto, preso da panico, e vedendo la sua amata praticamente cadavere, decise di pugnalarsi e di lasciarsi morire. Al termine del racconto, le famiglie maledissero la loro superficialità benché non ci fosse più molto da criticare.
Nel frattempo, il complice portò i giovani alla cappella, laddove si risvegliarono. Infatti, anche Romeo aveva preso l’ intruglio e perciò pareva morto. Trascorse circa due ore i giovani si ridestarono e con l’aiuto del parroco sparirono dalla città.
La seconda vita dei due amici
Una volta scappati dalla cappella, i due amici si trasferirono per un lungo periodo in Svizzera con la finalità di cambiare sesso. Grazie al tempo trascorso assieme i due giovani finirono davvero per innamorarsi e oggi fanno coppia fissa.
Forti della nuova identità acquisita trovarono il coraggio per raccontare la verità alle loro famiglie, le quale a parte un iniziale astio e, nonostante la madre di Romeo, oggi Romea, finì in ospedale per un infarto, alla fine compresero il gesto e siglarono la pace.
Il sindaco di Verona, venuto a sapere della storia, decise di raccontare in maniera velata gli accadimenti e per questo fece realizzare una statua di Giulietta (che poi rappresentava anche Romea).
Ai suoi concittadini, e ai visitatori, narrò che la statua prendeva spunto da un’opera di Shakespeare, un noto autore inglese, anche se in realtà quello scrittore era un amico di Romea e Giulietto che avevano conosciuto in Svizzera.
Anch’egli era rimasto colpito dalla storia dei due ragazzi e ne imbastì un’opera teatrale, trovando un discreto successo in patria ma anche all’estero.
Inoltre, il sindaco si inventò una scaramanzia quando disse che accarezzare un suo seno equivaleva ad accaparrarsi la fortuna.
Pertanto, tutti seguirono l’invito e a forza di strofinare la statua si è bucata. Quella parte fallace era stata preventivata, in quanto l’intento del Sindaco era che al manifestarsi del foro sarebbe uscita la verità sui due amici, e successivi amanti.
Ovvero, una crepa in un materiale duro per simboleggiare la libertà attraverso cui qualsiasi corpo trova uno spiraglio per esprimersi. Non importa quanto sia resistente la base contro cui deve combattere, perché con la pazienza troverà un modo per manifestarsi
A pieno titolo oggigiorno Romea e Giulietto, @MeaGiu, sono i rappresentanti di Verona e l’aver coinvolto la comunità nelle loro folli stramberie ha giovato tutti, premiandoli di autenticità e comprensione.