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Negli ultimi anni i cambiamenti hanno toccato profondamente anche il settore turistico, ampliandone le possibilità.

Ad esempio, a causa della crisi economica e del parallelo desiderio di poter viaggiare più volte durante il corso dell’anno, ormai è comunemente diffusa l’usanza di recarsi in una meta geograficamente lontana per una permanenza più lunga.

Al contrario, le località situate in una posizione maggiormente vicina a quella da cui si parte vengono visitate in meno giorni.

Tra le destinazioni più affascinanti appartenenti alla prima sfera figura il Costa Rica, nazione le cui caratteristiche storiche, folkloristiche e paesaggistiche riescono ad attirare ogni anno molteplici tipologie di turisti da tutto il mondo. 

Un viaggio in Costa Rica offre diverse esperienze uniche e indimenticabili e tra le attrazioni turistiche più celebri che questo affascinante paese ha da offrire ci sono sicuramente il Parco Nazionale Tortuguero e la capitale San Josè.

Tuttavia, vale la pena sottolineare che l’offerta turistica del Costa Rica non si limita a queste due destinazioni (che infatti sono incluse negli itinerari dei viaggi organizzati da Stograntour, tour operator molto attivo nel paese) ma include estese foreste pluviali, vulcani attivi, spiagge incontaminate e tesori culturali pronti a essere esplorati.

Dunque, per un viaggio in Costa Rica di 10 giorni cosa si può visitare? Segue un approfondimento a riguardo.

 

Parco Nazionale del Vulcano Tenorio

 

Viaggio in Costa Rica: l’itinerario da seguire

 

Bahia Drake

Uno spettacolo naturale ai confini del mondo dove è possibile alloggiare in un tradizionale hotel locale o in una struttura di lusso, Bahia Drake è assolutamente da visitare se si passano 10 giorni in Costa Rica.

Si tratta di un’esperienza contraddistinta dal senso di avventura grazie agli elementi naturali circostanti come le palme, il deserto e il lungomare: quest’atmosfera alla Robinson Crusoe è letteralmente elettrizzante. 

Se si amano le escursioni, Bahia Drake è una meta fantastica poiché permette di osservare da vicino la vegetazione tropicale e le numerose specie di animali, in particolare i cetacei, ma non mancano balene di varie dimensioni e delfini.

Nei pressi del fiume Sierpe si ha persino l’occasione di praticare del sano surf. 

Parco Nazionale del Vulcano Tenorio

Tra i migliori luoghi al mondo dove fare trekking c’è il Parco Nazionale del Vulcano Tenorio, poiché qui è possibile ammirare il Rio Celeste che scorre andando a formare un paesaggio mozzafiato.

La cascata è alta ben 20 metri, ma ci sono altri elementi alquanto suggestivi, tra cui il lago Azul che per le numerose sfumature sembra comporre un quadro surrealista!

Monteverde

La regione di Monteverde è un must assoluto in Costa Rica, perché si caratterizza per la sua atmosfera unica e per la presenza di una comunità di quaccheri pacifisti.

Questi ultimi sono i veri protagonisti locali, sicché si sono stabiliti qui al fine di sfuggire alla guerra del Vietnam; inoltre, è grazie a loro che il patrimonio storico-culturale è stato preservato nel corso del tempo. 

Se ci si sta chiedendo come mai l’atmosfera in questa regione è unica, basti pensare alla onnipresente foschia e al gran quantitativo di piante grasse: sembra di prendere parte all’incipit del primo film di Indiana Jones o de Il trono di sangue di Akira Kurosawa.

Caldamente consigliata la visita della riserva di Monteverde, ma anche di quella di Santa Elena, dato che entrambe presentano vari mosaici floreali

 

Viaggio in Costa Rica flora e fauna

Dominical

Passare un weekend a Dominical è l’ideale per rilassarsi un attimo durante l’arco dei 10 giorni in Costa Rica. Tra surf, pesca, immersioni ed escursioni nei pressi del Parco Nazionale Marino Ballena, ci sono davvero tante attività da realizzare nella suddetta località costiera.

Di sera si può andare a ballare perché la musica permea le strade, mentre di giorno il relax offerto dalle spiagge e dal mare di Dominical è incredibile. 

Cascata La Paz

Per gli amanti della natura è impensabile perdersi i giardini della Cascata La Paz. Passeggiare tra le foreste locali non ha prezzo, e ci sono diverse cascate davvero pittoresche; chiaramente, quella di La Paz è la più straordinaria in assoluto. 

Corcovado National Park

Per concludere il proprio viaggio di 10 giorni in Costa Rica si deve assolutamente visitare il Corcovado National Park, nella penisola di Osa.

Si tratta di un ampio spazio naturale dove figura una molteplicità meravigliosa di piante e animali: l’importante è svolgere una visita guidata per non incorrere in spiacevoli pericoli. 

Monterrico in Guatemala è una meta che si raggiunge per staccare dalla frenesia di Antigua e per respirare l’ambiente marino.

Si tratta della località balneare principale di tutta la costa pacifica e si giunge grazie ai tour organizzati o dagli shuttle che partono da Antigua o da Città del Guatemala. La zona è frequentata sia da stranieri sia da guatemaltechi ma non è adibita a contenere una forte componente turistica.

Le spiagge sono praticabili solo la mattina e alla sera a causa della presenza di sabbia nera e lavica, che con l’avanzare del calore del sole diventa praticamente bollente.

Difatti, è molto difficile vedere turisti prendere il sole, preferiscono ripararsi nelle piscine dell’hotel o degli ostelli. Anche qui l’acqua ha una potenza incredibile ed è veramente pericoloso nuotare.

Tra l’altro, lungo tutta la costa non esiste un servizio di salvataggio quindi se si decide di sfidare le onde del mare, lo si fa a proprio rischio e pericolo. Pertanto meglio non immergersi, a meno che non possiamo vantarci di essere dei nuotatori provetti.

 

biotopo Monterrico in Guatemala

Monterrico in Guatemala

 

La cittadina di Monterrico è molto piccola ma dotata di alcuni locali e supermercati dove poter fare la spesa. Esiste anche una scuola di spagnolo, il Proyecto Linguistico Monterrico, ma i costi di permanenza e di studio non sono convenienti come ad Antigua o nel lago Atitlan.

A parte prendere il sole e nuotare, o bagnarsi nel mare e in piscina, le attività da fare a Monterrico sono essenzialmente due: visitare il Biotopo Monterrico-Hawaii e fare una capatina al Tortugario Monterrico.

Il Biotopo di Monterrico in Guatemala è un’attrazione da non perdere. Si può prenotare tramite il proprio hotel o chiedere in giro, e si troverà, con una certa celerità, una guida pronta a portarci all’interno del parco.

L’attività inizia la mattina presto e a bordo di una lancha si visitano dei canali creati naturalmente dalle piante di mangrovie. In questo spazio vivono – piuttosto appartate – due tipi di tartarughe a rischio di estinzione.

La prima è la tartaruga liuto mentre la seconda è la tartaruga olivacea, entrambe difficili da avvistare allo stato brado.

Si parte la mattina presto dicevamo, quando le luci del sole non sono ancora visibili all’orizzonte, per assistere allo spettacolo degli aironi. Questa specie di animali, allo stesso tempo marittimi e terrestri, vengono nel Biotopo per trascorrere la notte.

All’improvviso, quasi percepissero un segnale convenuto, il quale corrisponde al crepuscolo, si alzano tutti assieme in volo e si allontanano dall’acqua librandosi in cielo. Lo spettacolo è strabiliante e lascia senza fiato.

La zona è famosa anche per la presenza di gamberetti che, sebbene protetti, vengono comunque catturati in minima parte e venduti in spiaggia come ricetta per il ceviche.

 

 

tartarughe dimenticate nella bacinella

Tortugario 

Il Tortugario è stata per me un’esperienza da dimenticare. Esaltata dall’idea di vedere liberare delle tartarughe in cattività, mi sono recata per vedere lo spettacolo.

Mai mi sarei aspettata di trovare un centinaio di persone schierate per assistere allo stesso evento. Gli addetti alla liberazione, che facevano parte dell’associazione, chiedevano un contributo di 10 quetzales per liberare una tartaruga.

Un espediente finalizzato a sostenere l’associazione nella protezione degli animali. Se non che, al momento della liberazione, la gente iniziò a urlare e parteggiare per la “propria” tartaruga, mettendo questi poveri animali in seria difficoltà.

Alcuni esemplari, inoltre, vennero dimenticati nelle ceste creando loro un forte stress. Le povere bestiole che tentavano di raggiungere il mare, invece, spaventate dal fracasso, non sapevano più quale fosse la direzione corretta da prendere.

Uno spettacolo aberrante, dal quale non mi sono ancora ripresa. Pertanto, non mi sento pronta a consigliarti la visita, sebbene ti suggerisca di contribuire alla causa, che per quanto sia fallace nelle modalità non lo è nelle intenzioni.

 

Cani abbandonati in Guatemala

 

Come trascorrere il tempo a Monterrico in Guatemala?

La risposta è semplice: il tempo a Monterrico in Guatemala si trascorre nell’ozio. Quando la sabbia non è diventata bollente per colpa del sole, le spiagge diventano territorio dei cani abbandonati.

Se ne hai l’occasione, compra loro un po’ di cibo. Ti bastano delle crocchette se le trovi in negozio oppure del pane. I cani in Guatemala soffrono profondamente la fame e appaiono scheletrici.

E tu cosa puoi mangiare? Ovviamente, il piatto principe della zona balneare: il ceviche. Si tratta di un piatto di gamberetti lasciati marinare secondo il metodo tradizionale messicano.

Come dessert, invece, ti consiglio di assaggiare il gelato banana. Cos’é? In maniera piuttosto semplice viene servita una banana congelata ricoperta di cioccolata e di granella di nocciola.

Una squisitezza non troppo calorica che potrai realizzare anche a casa!

La Ruta Puuc maya è una strada che attraversa varie località, le quali simboleggiano il patrimonio di storia e di cultura nativa messicana. La via può essere visitata partendo da Mérida oppure da Campeche.

Si tratta di un percorso di siti archeologici dislocati lungo una linea lunga 48 chilometri. Il sito più grande e anche il più visitato è Uxmal, i siti minori sono Xlapak, Sayil, Kabah e Labná.

La bellezza di questi luoghi è commisurato al panorama selvatico in cui sono ubicati. Non hanno mai un afflusso eccessivo di turisti e questo permette ai visitatori di godere di un incontro storico unico.

La mia esperienza a Uxmal

 

L’unico sito che ho visitato della Ruta Puuc maya è Uxmal. Sono partita in corriera da Mérida e sono arrivata all’ingresso del sito nel giro di un’ora. Purtroppo, le condizioni atmosferiche non erano delle migliori: pioveva a dirotto ed ero senza ombrello.

Per cui, prima ancora di acquistare il biglietto di entrata, mi sono fermata in una bancarella ad acquistare l’impermeabile. I messicani, sempre solerti e pronti per ogni evenienza, avevano una gamma di scelta di colori pressoché infinita.

Gli impermeabili erano di tante tonalità diverse ma dello stesso spessore: sottili come un foglio di carta. E infatti, ho subito fatto un taglio con il biglietto d’ingresso!

Quando però sono entrata e mi sono trovata davanti la Piramide del Adivino, mi è subito scesa la mascella. La magnificenza della struttura mi ha colpito dritto al cuore e ha steso i miei sensi.

Avevo già avuto l’occasione di visitare la Piramide di Chichén Itzá e l’avevo trovata piuttosto scenografica ma l’ho fatto insieme a una bolgia di persone, rovinando definitivamente l’effetto sorpresa.

Uxmal invece è unica ed è poco frequentata; pertanto è ammantata da questa aurea di sacralità che avvolge in maniera totale l’attenzione. E questa imponente piramide si trova appena entrati nel sito per cui non si ha neanche il tempo di abituare gli occhi a tanta bellezza.

La sua altezza raggiunge i 30 metri e una ripida scalinata centrale porta all’ingresso del tempio. Ovviamente l’ingresso è precluso ai visitatori per una questione di sicurezza e di conservazione.

La piramide si porta dietro una strana leggenda: pare infatti che sia stata edificata in una sola notte dalle mani magiche di un nano. Nessuno sa da dove tragga origine la leggenda ma è talmente originale che pare quasi vera.

Segue un’altra struttura, il Cuadrángulo de las Monjas (Quadrilatero delle Monache), di 4 sezioni con un totale di 74 stanze. Le facciate sono decorate con immagini delle divinità Chaac (Dio della pioggia) e Quetzalcóatl, il Dio serpente piumato. Attorno dei ghirigori e motivi geometrici.

Non ancora parca della vista di queste due spettacolari strutture ho proseguito scoprendo il Palacio del Gobernador (Palazzo del Governatore) emblema della civiltà Puuc con annessa Casa de las Tortugas (Casa delle tartarughe) che si trova nei pressi del Palazzo.

La Gran Piramide sovrasta in altezza la Piramide dell’Indovino di oltre 2 metri ed è stata riportata alla luce solo la parte frontale. Il resto è ancorato alla selva che la preserva dalla modernità.

Non poteva mancare il campo da gioco della pelota, tipica area di ricreazione delle piramidi maya. Altre strutture collegano il sito al culto del Dio della Pioggia ed effigi di animali, come i giaguari, sovrastano le zone dei cerimoniali.

È difficile descrivere a parole la maestosità del sito soprattutto per chi non ha mai visitato le piramidi maya. E ancora più complicato è riuscire a trasmettere il senso di sacralità che vi aleggia intorno.

Vale la pena visitare Uxmal perché difficilmente si potrà godere di un incontro diretto con la Civiltà Maya, se non attraversando la Ruta Puuc maya.

 

quadrilatero delle monache a Uxmal

Le piramidi minori della Ruta Puuc Maya

 

Le piramidi minori della Ruta Puuc maya sono difficili da raggiungere con i mezzi pubblici, solo Uxmal si raggiunge in corriera da Mérida o da Campeche con la linea Autobus Sur.

I biglietti si possono acquistare direttamente alla stazione delle corriere e tramite la compagnia ADO che dirige tutte le compagnie di autobus minori. Per le altre piramidi invece bisognerà prenotare un tour organizzato o noleggiare una macchina.

Il secondo sito in ordine di importanza è Kabah che è collegato dalla tipica sacbé, la strada bianca che collega i siti della Ruta Puuc maya. Anche qui troviamo la Gran Piramide e il Palacio, chiamato anche Teocalli.

Il Palazzo non è un edificio come lo intendiamo secondo lo stile della nostra architettura europea ma una piramide sulla cui cima poggia un tempio, in cui si svolgevano i rituali religiosi.

Il Tempio de los Mascarones o il Codz Poop è l’edificio più importante del sito. In una delle facciate viene rappresentata per ben 250 volte l’effige di Chaac, il Dio della pioggia, intervallato da altrettante figure geometriche.

Nello stesso stile Puuc troneggiano maestosi edifici precolombiani anche negli altri siti archeologici di Xlapak, Sayil e Labná. La popolazione Puuc, una frangia della più grande Civiltà Maya, si era insidiata intorno a Mérida dando vita a uno stile pressoché unico del genere.

Questo è un motivo in più per visitare non solo le classiche piramidi che vengono più spesso pubblicizzate ma anche quelle tracce del tutto originali ed emblematiche che punteggiano le varie località messicane.

 

effige sulla ruta puuc maya

 

Punto e Viaggio ti consiglia di fare un salto virtuale:

Cobán è la città più importante del dipartimento dell’Alta Verapaz dalla forte connotazione indigena e un pochino caotica. Un mercato importante si svolge tutti i giorni nella via principale della città vecchia, mentre lontano dalla zona residenziale si trovano centri commerciali e negozi.

Cosa vedere a Cobán

 

Cobán merita una visita per l’assaggio del caffè aromatizzato al cardamomo. Nei dintorni infatti sorgono ordinate e molteplici piantagioni di caffè di qualità superiore, almeno a detta degli abitanti locali. A queste coltivazioni si affianca una pianta particolare che nulla ha a che vedere con la cucina guatemalteca: il cardamomo.

Questa pianta ha trovato terreno fertile per crescere e prosperare. Viene venduta in tutta Europa e contribuisce in piccola parte a rimpolpare le finanze dei campesinos, i contadini guatemaltechi.

Saggiamente poi, si è trovato un modo per utilizzarla anche in patria aggiungendola alla bevanda più amata e creando così un accostamento sublime. Va anche sottolineato però che la spezia è gustata soprattutto dai turisti in quanto il prezzo elevato e la poca fruibilità in cucina ne sfavorisce il consumo ai guatemaltechi.

Cobán è raggiungibile con i mezzi pubblici e senza cambi da Flores, Rio Dulce, Lanquín, El Progreso e Rio Hondo. La città è un incrocio tra il moderno, con i suoi negozi di stampo occidentale e centri commerciali, e il tradizionale con le chiese e il mercato rionale. Quest’ultimo ogni giorno presenta prodotti agricoli freschi, specialità come la moringa e prodotti culinari tipici come i tamales.

Suddivisa in vie principali e in vie laterali è un dedalo in cui è facile perdersi. La sicurezza poi, non è il massimo. È consigliabile, infatti, non trovarsi da soli in posti isolati onde evitare spiacevoli situazioni. Rimane comunque un ottimo punto di partenza per scoprire le bellezze nei dintorni.

 

guatemalteca

I punti di interesse nelle vicinanze sono:

  • Templo el Calvario, da questa chiesa è possibile ammirare la città e sbirciare i fedeli che lasciano offerte sui tabernacoli e sulle croci esterne all’edificio.
  • Orquigonia, il giardino delle orchidee a Tontem, vicino a Cobán. Numerose varietà di orchidee, coltivate già dai Maya, trovano rifugio in questa area. Nel periodo di dicembre vengono esibite durante la Mostra Nazionale dell’orchidea in città.
  • Parque Nacional las Victorias, con sentieri, laghetti e attrezzata a barbecue, campeggio e area bimbi adiacente al centro. Gli abitanti si riversano qui nel fine settimana per godere la pace e la tranquillità lontani dal traffico cittadino.
  • Balneario las Islas a Carchá, dove è possibile fare un piacevole bagno grazie a un affluente del fiume Cahabon.
  • Balneario Cecilinda e Grutas Rey Marco, un insieme di grotte dove poter rinfrescarsi con acqua cristallina e ammirare stalattiti e stalagmiti imponenti.

 

Giunti a quest’ultima destinazione dovrai lasciare andare lo scetticismo e farti guidare dalla fantasia per seguire la leggenda locale secondo cui “ogni desiderio espresso all’interno delle grotte diventerà realtà”. Perciò, buona fortuna!

Raxruhá si trova vicino a due siti molto interessanti da un punto di vista naturalistico. Si tratta del sito maya Cancuén e del Parco Nazionale Cueva de Candelaria. Il primo è stato scoperto recentemente ed è ancora in fase di scoperchiamento.

Si stima possa raggiungere per ampiezza le dimensioni di Tikal ma al momento sono solo supposizioni. Si pensa, inoltre, che sia stato un importante centro nel quale venivano lavorate le pietre, grazie anche alla vicinanza delle miniere di pirite e di ossidiana e in uno degli antichi laboratori è stata ritrovata una pietra di giada dal peso di 17 chili.

Il Parco è invece un insieme di grotte create dal rio Candelaria utilizzate dalle antiche popolazioni indigene Q’eqchi che hanno lasciato all’interno i segni del loro passaggio con scale e poggioli costruiti nella roccia.

La visita può essere fatta solo accompagnati da una guida turistica che saprà portarti nei luoghi più accessibili e meno pericolosi. Tieni conto che la lunghezza delle grotte è di 22 chilometri per cui non è il caso di percorrere i sentieri sotterranei da soli.

Fray Bartolomé de Las Casas è una cittadina molto tranquilla e poco frequentata dai turisti, per cui mantiene ancora intatte le caratteristiche autentiche di un villaggio del Guatemala.

Da qui con si può prendere un minibus in direzione Chahal e poi prenderne un altro in direzione Las Conchas. Perché dovresti venire fino a qui? Perché a Las Conchas passa il rio Chiyú che crea cascate e laghetti simili al più famoso sito di Semuc Champey.

L’acqua è meno cangiante ma è molto meno frequentato e altrettanto divertente. I laghetti sono formati in modo naturale e raggiungono una profondità massima di 8 metri.

 

Guarda la cartina per orientarti: Google Maps.

Lanquin

Il luogo più amato dai turisti dell’Alta Verapaz, però, rimane il Parco Nazionale Grutas de Lanquin.

SI trova a circa 60 chilometri da Cobán e si può raggiungere con gli shuttle preventivamente prenotati in qualche agenzia. Preparati all’ennesimo cambio di temperatura: se a Cobán soffrivi il freddo qui tornerai a provare caldo e i tuffi nel rio Cahabòn saranno ancora più piacevoli.

Il fiume è il protagonista del Parco Nazionale che, grazie al suo lavoro stimato in millenni, ha dato vita alle piscine naturali di Semuc Champey e le grotte sotterranee lunghe almeno 20 chilometri.

Lanquin è il nome del paesino in cui si soggiorna e, ne sono sicura, dal quale non vorrai neanche più andartene. Gli ostelli sono collocati in posti ameni super rilassanti, vicini al fiume e alla selva.

Unica pecca sono le strade, le quali non essendo asfaltate diventano pericolose nei periodi di forte pioggia. Informati sulle condizioni meteo prima di arrivare lì.

Una volta terminato il tuo soggiorno potrai proseguire per Livingston approfittando del solito servizio shuttle. Ti sconsiglio di raggiungere Lanquin con i mezzi pubblici proprio a causa del servizio disagevole delle strade. Da Lanquin alle grotte invece ci si arriva facilmente grazie ai pick up che partono dalla piazza principale. Ti basterà chiedere in giro per sapere il posto esatto.

Quando arrivi nel parco un altro consiglio che ti do è quello di prendere una guida. Dovrai entrare, infatti, all’interno di grotte che non sono illuminate, con il solo ausilio delle candele o di una torcia se l’avrai portata con te.

Il percorso è un susseguirsi di tuffi, camminate, scalate da una roccia all’altra, saliscendi di scale improvvisate per circa un’ora e mezza. Porta con te costume, scarpette antiscivolo e un cambio, ti torneranno utili!

Non ti spaventare se ogni tanto sentirai dei versi, sono i pipistrelli, gli unici abitanti e proprietari indiscussi delle grotte. Se non sarai schiattato dalla paura, dopo un’altra passeggiata impegnativa che ti porterà in salita per poi ridiscendere lungo il costone della montagna, potrai finalmente ammirare Semuc Champey.

Un insieme di piscine naturali dove potrai nuotare in acque dai colori cangianti, se non soffri troppo il freddo, passare da una piscina all’altra con l’aiuto della guida e infine scendere con dei gommoni, chiamati in gergo tubing, seguendo il corso della corrente. L’escursione può essere fatta in un giorno e potrai ripartire la sera stessa per un’altra destinazione guatemalteca.

Visitare le isole del Belize significa abbagliarsi di riflessi perlacei per le bianche spiagge e di riflessi turchesi originati dall’acqua. Il panorama crea una tipica cartolina dalle sfumature caraibiche da cui è difficile distogliere lo sguardo e nell’aria veleggiano le note di musica reggae e il sentore di iodio, frutti tropicali e fine allegria.

Sono circa 450 le isole che formano la barriera corallina del Belize chiamata ‘Belize Barrier Reef’ di oltre 300 chilometri, considerata la seconda per lunghezza nel mondo dopo la Grande Barriera corallina dell’Australia e inserita nella lista dei patrimoni dell’umanità dall’UNESCO per la sua biodiversità. 

Le isole vengono chiamate con il nome di ‘caye’ la cui pronuncia è [ki] e differiscono l’una dall’altra in base alla conformazione, alla grandezza e alla notorietà turistica. La più visitata e resa famosa dalla canzone di Madonna ‘La isla bonita‘ è Ambergris caye, seguono caye Caulker, le isole Turneffe, Lighthouse reef e Glover’s reef.

 

the split

 

Due parole sul Belize

 

Il Belize è uno stato monarchico indipendente dal 1981 sebbene sia amministrato dal Regno Unito e appartenga a uno dei sedici reami del Commonwealth inglesi.

La lingua ufficiale è l’inglese ma lo spagnolo è ampliamente parlato dalla popolazione locale. Confina con il Messico, il Guatemala e si affaccia sul golfo dell’Honduras e sul mar dei Caraibi. 

La capitale è Belmopan ma se vorrai raggiungere le varie isole dovrai dirigerti verso Belize City o Dangriga. Non è considerato uno stato sicuro e in effetti bisogna prestare attenzione, soprattutto nelle grandi città, mentre nelle isole la situazione è decisamente più tranquilla.

Non è presente l’ambasciata italiana in nessun centro del Belize. È considerato inoltre un ‘Paradiso Fiscale’ grazie all’assenza di controlli e norme sulle transazioni finanziarie.

Il clima è di tipo tropicale con massiccia presenza di piogge da maggio a novembre e con un grande rischio di uragani, sebbene gli abitanti siano pronti a smentire!

Durante una mia visita a Caye Caulker, infatti, chiesi a un locale se l’isola fosse divisa in due parti e lui mi spiegò, candidamente, che la zona separata faceva sempre parte della stessa isola ma che si era staccata a seguito di un uragano, nonostante qualche ora prima mi avesse garantito che nella zona non si abbattevano quasi mai fenomeni atmosferici di forte entità. 

 

spiaggia ambergris caye

 

Come visitare le isole del Belize

 

Ambergris caye e caye Caulker si possono visitare da Belize City tramite volo interno o traghetto. Per raggiungere l’aeroporto Belize City Goldson in trenta minuti dovrai prendere uno shuttle da Belize City e un volo di quindici minuti con la compagnia Tropic air.

Con il traghetto di San Pedro Belize Express water taxi impiegherai un’ora e un quarto per raggiungere Ambergris caye e un’altra mezz’ora per raggiungere caye Caulker. Ti consiglio di provare un itinerario con la piattaforma Rome2Rio mentre per orari e prezzi ti lascio i link alla fine dell’articolo.

La stessa compagnia Tropic air permette di sorvolare sopra il Blue Hole, una delle mete più ambite dai sub mondiali per l’alta concentrazione di fauna marina e per l’adrenalinica discesa verso gli inferi del mondo.

Il volo della compagnia Maya Island air ti porta dall’aeroporto di Belize City Municipal a Dangriga oppure con il traghetto Starla International da Belize City a Dangriga per visitare l’atollo di Glover’s Reef. A Dandriga bisogna prenotare un tour privato perché non ci sono mezzi pubblici che portano all’atollo. Stesso itinerario è valido per gli altri atolli.

 

acqua cristallina: visitare le isole del belize

 

Cosa vedere ad Ambergris caye, caye Caulker e negli atolli

 

AMBERGRIS CAYE

Ambergris Caye si trova all’imboccatura della baia messicana di Chetumal, la quale permette di raggiungere il confine con il water taxi della compagnia di San Pedro Belize e da lì partire alla scoperta del dipartimento del Quintana Roo. 

L’isola è la più frequentata dai turisti e presenta una grande varietà di strutture ricettive: si possono scegliere dai più piccoli bed & breakfast alle più lussuose ville sul mare. Non c’è molto da fare da un punto di vista culturale se non immergersi nella musica di strada o fermarsi ad assaggiare le voluttuose pupusas. 

Il litorale sabbioso invita a lunghe passeggiate di riflessione mentre si odono in lontananza il richiamo dei gabbiani e il rumore delle onde che spumeggiano sul bagnasciuga. Ma più ci si avvicina a San Pedro e più il rumore dei locali diventa contagioso invitandoti a sorseggiare un cocktail o un centrifugato di frutta.

Le attività preferite sono lo snorkeling e l’immersione per vedere la grande varietà di pesci presenti nel mare tra cui le tartarughe e gli squali nutrice.

La sera, invece, ci si rilassa prima in spiaggia lasciandosi dondolare da un’amaca.

Si ammira il tramonto, e poi si sceglie un locale per ascoltare musica dal vivo.

 

CAYE CAULKER E GLI ATOLLI

Caye Caulker è più tranquilla di Ambergris caye tanto che non circolano auto ma solo golf car elettriche e bici. Ciò significa che si vive seguendo un ritmo lento e si assapora la calma come panacea per ogni malessere.

Le spiagge non sono adatte a chi cerca la perfezione. In prossimità della riva sono spesso infestate da alghe mentre la più frequentata è nella zona ‘The Split’ dove c’è la linea di mare che separa una zona dell’isola dall’altra creatasi a seguito di un forte uragano.

Basta immergere la testa sott’acqua però per ammirare un mondo sommerso di tinte colorate che si muovono in veste di pesci e stelle marine. Si possono altresì ammirare nella vicinanza delle mangrovie i cavallucci marini. Metti in preventivo al tuo viaggio lo snorkeling alla riserva marina di Hol Chan e nello Shark Ray Alley per nuotare in compagnia di affabili squali nutrice.

Per visitare le isole del Belize Turneffe e in particolare gli atolli di Glover’s Reef, Lighthouse Reef e il Blue Hole bisogna prenotare tramite tour privati o con voli interni. Essendo zone protette non hanno libero accesso al turismo per una questione di prevenzione sulla fauna. La compagnia Tropic air dirige sorvola il Blue Hole mentre le immersioni sono raccomandate solo per subacquei esperti.

 

visitare le isole del Belize e la sua spiaggia bianca

 

La mia esperienza

 

Sono arrivata all’isola di caye Caulker dal Guatemala, dopo un soggiorno di tre giorni alla città di Flores. Da lì ho preso un autobus che mi ha portato fino a Belize City e poi in traghetto fino a caye Caulkner.

Era l’ultima tappa del mio viaggio di sei mesi in Centro America e poi sarei tornata a Cancun per riprendere il volo verso casa. Nell’isola ci sarei rimasta quindici giorni, ospite di una signora che mi aveva affittato un mini appartamento con il libero utilizzo di bicicletta.

Ho vagato con la mia bici per tutta l’isola cambiando ogni giorno spiaggia per trovare la località migliore in cui fare il bagno e prendere il sole. Devo dire che non è stata una ricerca fruttuosa perché la riva era spesso infestata dal sargasso. I colori dell’acqua, però, me lo ricordo bene e anche la leggerezza e la brillantezza della sabbia. 

L’atmosfera è di quelle che ti fa venire voglia di stracciare il passaporto e di nasconderti per sempre dietro le ombre allungate delle palme. Anche Ambergris caye è un’isola interessante ma più caotica e decisamente più grande.

 

palma ad ambergris caye

 

LA DISAVVENTURA E LA FILOSOFIA (imparata nel visitare le isole del Belize)

Il giorno della partenza avevo prenotato una golf car con autista che avrebbe portato me e la mia valigia al porto per prendere il traghetto in direzione Chetumal, Messico. Da lì sarei salita su un bus e sarei arrivata a Playa del Carmen

Avrei soggiornato un altro giorno e infine preso il volo da Cancun per l’Italia ma… il mio autista quella mattina non si presentò. Dovetti incamminarmi con la valigia fermando tutti quelli che incontravo per strada per chiedere di fermare o bloccare un taxi. 

Non ne trovai molti se non due ragazzi alquanto brilli e una donna che era sul poggiolo di casa. Avevo scelto come partenza la domenica mattina alle 6.00 e si sa che la movida caraibica non perdona!

Alla fine passò un taxi che era già stato prenotato e doveva portare altri turisti al porto. Lo obbligai a farmi salire raccontandogli la mia disavventura. Dopo qualche minuto iniziammo tutti a ridere e a ripetere che in Belize le cose vanno così.

Si organizza ma poi tutto va a rotoli perché il giorno prima è diverso dal seguente. Si tratta di tempo che non si può preventivare.

Questa filosofia ogni tanto mi ritorna in mente e subito mi sento leggera. E se fossi rimasta lì, a visitare le isole del Belize in eterno, sai che goduria?

Le isole dell’Honduras sono cinque e non molto grandi ma ognuna si differenzia dall’altra per larghezza, popolosità e atmosfera. La prima di cui vorrei parlarti (e l’unica che ho visitato) è Roatán.

Roatán è una bellissima isola caraibica posizionata a circa un’ora di aereo da San Pedro Sula, la malfamata città dell’Honduras, considerata la seconda città più pericolosa al mondo. L’altra città nell’entroterra che permette l’accesso alle isole dell’Honduras è La Ceiba.

Dal Guatemala all’Honduras

 

Ho raggiunto l’Honduras dopo aver soggiornato oltre un mese in Guatemala. Sono partita una mattina presto da Antigua con lo Shuttle bus fino a raggiungere Copán.

La cittadina si trova appena oltre i confini del Guatemala ed è famosa per le piramidi Maya che la sua selva custodisce. Imponenti costruzioni che si amalgamano perfettamente alla rigogliosa vegetazione con visi attenti di divinità a controllare gli ultimi abitanti rimasti.

Pappagalli dai colori sgargianti e timide scimmie saltano da un ramo all’altro mentre le piante di ceiba continuano la loro crescita in altezza, preoccupandosi di stabilizzare le forti radici all’interno del terreno. Si tratta di un sito Patrimonio dell’UNESCO fondato da uno “straniero” proveniente dalla maestosa città di Tikal, in Guatemala.

Da Copán ho preso un autobus sgangherato, frequentato dai locali per raggiungere San Pedro Sula. È stato un azzardo: quella linea di autobus è tristemente nota per gli assalti improvvisi atti a derubare i passeggeri.

Per fortuna durante il viaggio, non è successo niente di tutto questo se non un interrogatorio piuttosto insistente da parte di un ufficiale di polizia che voleva sapere il motivo per cui mi trovassi in Honduras.

Ho trascorso quattro ore di viaggio e di preghiere prima di raggiungere la stazione degli autobus di San Pedro Sula, poi con una corsa in taxi sono arrivata all’hotel prenotato.

Il giorno dopo, sempre in taxi e sempre con lo stesso tassista, ho raggiunto l’aeroporto e ho risentito i suoni della lingua italiana, dopo tanti mesi trascorsi a girovagare nel centro America.

La mia vacanza a Roatan (isole dell’Honduras)

 

Ho seguito il consiglio della proprietaria dell’hotel e mi sono allontanata a piedi dall’aeroporto per trovare un servizio di taxi più economico. Pare infatti, che i prezzi dei taxi presi appena scesi dal volo siano molto più alti rispetto a prenderli qualche metro più in là.

Avevo prenotato un bungalow nella località di West End e ad attendermi c’era una simpatica gattina di nome Princesa in attesa di qualcuno che le fornisse compagnia e una dose quotidiana di coccole e di carezze al suo morbido pelo nero e rossastro.

All’esterno dell’alloggio un’amaca faceva capolino. Il suo scopo era quello di aspettare il rientro dalle dalle mie innumerevoli esplorazioni per restituirmi la forza e l’energia consumata.

Espletato le formalità, mi sono dedicata alla scoperta della meravigliosa isola: spiagge bianche e fine come il borotalco, profumo intenso di salsedine, mare azzurro e musica caraibica in sottofondo.

Ho subito assaggiato un cocco seduta in spiaggia e poi ho inforcato gli occhialini per vedere sott’acqua: un mondo altrettanto animato si muoveva lì sotto, più silenzioso e variegato.

 

Villa a West Bay isole dell'Honduras

 

Cosa fare nell’isola

Le due località preferite dai turisti sono West Bay e West End. La prima è la zona scelta dalla maggior parte degli italiani con resort, spiagge attrezzate e movida riminese.

La seconda è prevalentemente frequentata da vacanzieri americani con minore presenza di strutture ricettive e più case di proprietà, dove si respira un ritmo più autentico e disinteressato.

Le due spiagge sono collegate – si fa per dire – da una bellissima passeggiata lungomare di circa un’ora e mezza attraversando alternativamente case sulla spiaggia e paesaggi incontaminati.

La presenza di localini spezza il rumore delle onde che dolcemente si infrangono sulla battigia mentre le grida dei gabbiani segnalano la presenza dei banchi di pesce.

Altre località, meno rinomate, si alternano lungo la costa di tutta l’isola con la presenza massiccia di proprietà perlopiù estere e ville con entrata diretta al mare.

Se si desidera visitare l’isola nella sua interezza consiglio di affittare un motorino ma di rifornirsi di benzina. C’è mancato poco, infatti, che rimanessi a piedi perché avevo sopravvalutato il numero di distributori presenti!

La strada principale è chiamata Carretera Principal ma purtroppo corre al centro dell’isola impedendoti di vedere le spiagge. Dovrai quindi cercare i pochi percorsi alternativi che scendono verso la costa per ammirare il mare.

 

Tramonto a West End

 

Da vedere e da evitare

Le attività da fare sono perlopiù in mare: snorkeling, immersioni, semplici nuotate e passeggiate; l’unico sito che ti consiglio di vedere è il Carambola Botanical Gardens & Trails.

Un parco naturale e piuttosto selvaggio dove si possono ammirare tante varietà di piante esotiche come il cacao, l’anacardio e piccoli insetti come le formiche taglia foglie.

È stato davvero uno spettacolo per me vedere le famose formiche trasportare in fila indiana un numero notevole di foglie attraverso il sentiero. Poi l’incanto è svanito non appena ho sentito un ragnetto pungermi l’alluce che avevo lasciato libero nelle infradito. Meglio portare scarpe chiuse, quando ci si aggira nella natura selvaggia!

Evita il parco con le scimmie e i bradipi dato che sono rinchiusi e non sono originari dell’isola, come anche il parco acquatico con i delfini. Vero che si trova in mezzo al mare e che possono uscire quando vogliono ma se li abituano con il cibo, che motivo hanno per andarsene?

Ti consiglio, invece, di assaggiare le Baleadas che sono una specialità dell’Honduras, e di assaggiare la frutta fresca locale come anche il cioccolato.

 

Spiaggia con palme

 

Le altre isole dell’Honduras

 

Le altre isole dell’Honduras sono Utila, Guanaja e le Cayes Cochinos. Utila è la più vicina alla costa e alla città di La Ceiba con la quale ha dei collegamenti diretti mediante traghetti. Controlla il sito Rome2Rio per avere tutti gli orari delle corse e i prezzi aggiornati.

Subito dopo c’è Roatán e più distante ancora c’è Guanaja. Si possono organizzare dei tour con delle agenzie locali per visitare le isole, basta prenotare in tempo. Considera sempre le condizioni meteo altalenanti e l’impossibilità di entrare in mare.

Le Cayes Cochinos sono due e si dividono in Cayo Cochino Grande e Cayo Cochino Piccolo. Sono sicura che le hai già viste in TV perché sono quelle che ospitano i partecipanti dell’Isola dei famosi.

 

Gatta di West End nelle isole dell'Honduras

La micia Princesa

 

Ultimi suggerimenti

Le attività da fare nelle altre isole dell’Honduras sono le stesse per Roatán ossia immersioni, snorkeling, nuotate e relax. La barriera corallina è una fra le più belle al mondo e la varietà di pesci che questa richiama è davvero notevole.

Presta attenzione la sera quando ti siederai in spiaggia, come ho fatto io, per ammirare il sole scendere all’orizzonte sul mare mentre magari sbocconcelli una baleadas perché ci sarà una compagnia indesiderata.

Purtroppo al tramonto si presentano, pur senza invito, le fastidiosissime sand flies: sono dei moscerini che pungono come le zanzare ma siccome sono minuscole quasi non si sentono.

Trascorso qualche tempo inizierai a sentire un prurito irrefrenabile e inizierai a chiederti il motivo, ma non dovrai grattarti perché potresti infettarti e renderai così difficile la guarigione. Una protezione consigliata dagli abitanti di Roatán è l’olio di cocco che impedisce alle mosche di appoggiarsi alla pelle.

Un altro capitolo spiacevole sono le piogge. Io sono stata in un periodo considerato secco, con scarsa presenza di precipitazioni ma in realtà su 14 giorni ne ha piovuti 7. Diciamo che sono temporali passeggeri ma comunque limitano notevolmente gli spostamenti e le organizzazioni dei vari tour.

A Livingston ci si dimentica per un attimo di essere in Guatemala, i maya Q’eqchi convivono con i Garifuna, un’etnia originaria dell’isola di Saint Vincent.

Spaziano dal Belize, al Guatemala, all’Honduras fino al Nicaragua. La lingua è una mescolanza di idiomi caraibici e africani con qualche influenza francese.

Nel sangue hanno radici africane che si percepiscono al ritmo della musica reggae e nel profumo della cucina creola. La cucina si caratterizza dal tapado, uno stufato di crostacei, pesci e gamberi cotto nel latte di cocco e insaporito con il coriandolo. Ma propone anche piatti tradizionali come riso e fagioli o specialità honduregne e salvadoregne come la baleada e la pupusa.

O meglio…

La pupusa la trovi ovunque per la baleada ci sarà da farsi una risata! Camminando per la via principale mi sono fermata in un locale con dei cartelli che segnavano il menu: tra le pietanze proposte c’era proprio la baleada.

La ordino e vedo la donna spalancare gli occhi mentre le sue amiche, sedute a un tavolo lontano dal mio, scoppiano a ridere. Poi mi chiede cosa voglio da bere e ordino una centrifuga ma mi spiega che non può farmela perché non ha la corrente così opto per una limonata fresca.

Quando la donna ritorna in cucina la sento telefonare a qualcuno chiedendo la ricetta della baleada mentre le amiche oramai sono sotto il tavolo e si strozzano dal ridere.

Inizio a sorridere anch’io perché la situazione sta diventando piuttosto comica.

A rendere il tutto ancora più divertente è il momento in cui la donna si accorge di non avere gli ingredienti a disposizione e parte con la bici per andare al mercato.

Oramai le sue amiche hanno le lacrime agli occhi e fatico anch’io a trattenere le risa. Prima che parta le spiego di poter cambiare ordinazione senza crearle inutili problemi ma le sue amiche me lo impediscono. Sono proprio curiose di vedere come andrà a finire.

Il morale della storia è che la donna segue la ricetta al telefono e mi porta con enorme soddisfazione una baleada che sembrava tutto fuorché una baleada ma era così orgogliosa di sé stessa  che non potuto che farle un applauso, seguita a ruota dalle sue “perfide” amiche!

Casa sul rio Dulce

 

Benvenuto nel mondo dei Garifuna

 

Livingston si trova alla foce del fiume Rio Dulce. Può essere raggiunta da Puerto Barrios o da Rio Dulce città, tramite una lancha, una barca adibita al trasporto di passeggeri.

Il biglietto si può acquistare direttamente al porto e non appena la lancha sarà completa si partirà attraverso Rio Dulce per raggiungere Livingston. Puerto Barrios è una città portuale dove si vedono sfilare numerosi camion della frutta “Del Monte” ma piuttosto sporca e malmessa.

Rio Dulce città invece si presenta con un mercato giornaliero ricco di bancarelle e un porto da cui partono i tour per raggiungere Livingston attraverso il Rio Dulce.

Navigando sul fiume si può ammirare la folta vegetazione che lo circonda, il “Castillo de San Felipe” sulle sponde del lago Izabal e la Finca Tatin. Quest’ultima è un suggestivo b&b con bungalow e costruzioni di legno immerse nella foresta. Molti decidono di fermarsi qui circondati solo dalla vegetazione selvaggia per vivere momenti di vita rallentata e pacifica.

Guarda la cartina qui: https://bit.ly/2UWOKoU

 

Pezzettino di mare a Livingston

 

Livingston e i dintorni

 

Una volta raggiunto Livingston si è accolti da ragazzi che propongono strutture ricettive, tour nelle località vicine o biglietti per Punta Gorda in Belize. Poi si prende la stradina in salita che porta al centro città affiancata da ambo i lati da negozi e ristoranti fino ad arrivare al proprio hotel.

Una volta sistemate le valigie è ora di scegliere cosa visitare. Tramite lancha o con una meravigliosa passeggiata di un’ora e mezza sulla spiaggia si raggiunge “Los sietes altares”, una serie di cascate e laghetti d’acqua dolce immerso nella foresta dove è possibile fare anche il bagno.

Non sempre però è una delizia per gli occhi…

Dipende dalla quantità di acqua che scende. In certi periodi dell’anno, infatti, le piogge in zona sono talmente scarse da mostrare solamente un triste rigagnolo d’acqua. L’entrata non è libera ma richiede un piccolo contributo al di sotto dei 10€.

Un’altra meta raggiungibile con la lancha è Playa Bianca, una spiaggia di finissima sabbia bianca in un mare cristallino in cui viene voglia di affondarci mani e piedi. Si può acquistare il tour in un’agenzia o i biglietti direttamente al porto.

Nonostante questa zona sia toccata dal mar dei Caraibi non si può certo dire che sia un paradiso. Tutta la città è sommersa dall’immondizia che si dice venga trasportata dal Rio Dulce fino a raggiungere la sua foce.

Lungo il mare, infatti, è praticamente impossibile trovare un posto pulito dove stendere l’asciugamano e prendere un po’ di sole. Comunque è una sosta che vale la pena fare, almeno per due giorni, per respirare un’aria diversa e conoscere anche questo pezzettino particolare del Guatemala.

Ritornando verso il Rio Dulce si attraversa il Biotopo Chocon Machacas all’interno del Golfete, dove si trova ancora qualche rarissimo esemplare di tapiro e lamantino, oltre che diverse specie di uccelli acquatici. Ma i lamantini e anche i tapiri sono veramente difficili da avvistare e dubito possano vivere allegramente in mezzo all’immondizia acquatica.

Quali sono le 5 cose da sapere sul Messico per rendere il viaggio unico e indimenticabile? Quanto ne sai sulla terra dei maya? Il Messico è una destinazione che ho avuto la fortuna di visitare per ben due volte: la prima solo per 15 giorni, la seconda per 3 mesi.

È una terra che regala dei paesaggi mozzafiato, una natura rigogliosa e una vivacità latina contagiosa. Difficile dimenticare i colori del mare e del cielo, impossibile non pensare alla musica, all’allegria e al cibo piccante.

Prima di partire per un viaggio, però, ci sono alcune cose che dovresti conoscere per addentrarti meglio nella cultura messicana così affascinante e ricca di contrasti.

5 cose da sapere sul Messico

 

  1. Il Messico non è tutto uguale

 

La prima cosa da sapere sul Messico è che non è uguale in ogni stato che visiterai: cambierà il clima, il temperamento degli abitanti e anche i panorami saranno differenti.

La zona più gettonata dai turisti è la Riviera Maya famosa per il suo mare caraibico, la vita notturna e le visite ai siti archeologici maya. Se la rapportiamo per esempio al Chiapas, troviamo un tessuto sociale completamento diverso.

Il Chiapas, regione al confine con il Guatemala, ha una connotazione nativa molto forte e i turisti non hanno molta importanza come nella Riviera Maya. In questa zona non si trovano grandi e rinomati resort ma piccoli alberghi dall’aria casereccia.

Lo stesso vale per la capitale Città del Messico dove l’altitudine offre smog e traffico impossibile da pensare in una rilassante spiaggia di Tulum.

Diventa quindi importante scegliere con cura la meta affinché soddisfi i nostri requisiti di viaggiatore. Cerchi il mare caraibico? Oppure la vera natura maya?

  1. Il cibo messicano

 

Siamo abituati ai ristoranti messicani presenti in modo sempre più capillare nel nostro territorio, ma le proposte culinarie in Messico saranno le stesse?

Ebbene, diciamo che in linea generale sono uguali con una presenza massiccia di tacos, tortillas, guacamole e nachos, ma la tradizione presenta dei piatti molto più elaborati e particolari.

A fare la differenza è anche il territorio con piatti di pesce come il pescado, il mariscos e il ceviche nelle zone marittime, il pollo, il chimichanga, il chili nelle zone dell’entroterra. Di base non mancano mai le tortillas e i fagioli che sono una componente essenziale dei pasti principali.

La frutta fresca come il mango, l’ananas, il cocco, la papaya e l’avocado si trovano quasi dappertutto favorite dal clima tropicale e dai trasporti.

So che ti starai chiedendo se le pietanze sono veramente così piccanti… Molto dipende dai gusti personali, generalmente non ho mangiato troppo speziato e nelle taquerie sono indicati i gradi di piccante dei piatti, ma bisogna sempre fare attenzione a ciò che si ordina.

Mi è capitato in spiaggia di prendere delle fette di mango senza accorgermi del peperoncino spolverato sopra. Inutile raccontare la corsa al primo locale per bere un sorso d’acqua e calmare il bruciore delle labbra…

In quel frangente ho scoperto che un metodo efficace per far passare il bruciore è mangiare una o due fette di lime e in poco tempo sparisce l’effetto indesiderato.

 

peperoncino rosso piccante

 

  1. L’amaca come istituzione familiare (da sapere sul Messico)

 

Una delle cose che ho imparato ad amare in Messico è la presenza dell’amaca. Da piccola, in famiglia, ne avevamo una sgangherata che usavamo portare nei giorni di vacanza in montagna ma io non mi fidavo a salire perché avevo paura di cadere.

In Messico è intesa in modo differente ed è presente all’interno di ogni casa, usata come se fosse un divano. Ce ne sono di diverse dimensioni e servono a far accomodare gli ospiti.

Se ne trovano dappertutto, in vari tipi e in diversi colori, dai più sgargianti ai più sobri, realizzate con un telaio di legno dalle donne in modo artigianale.

Appena sono tornata ne ho subito voluto comperare una e mi sono affidata a Tropilex, un’azienda che ha una selezione fornitissima di amache adatte a tutti i gusti. L’ho scelta perché l’azienda aderisce al progetto 1% For The Planet, ciò devolve l’1% del fatturato a progetti ambientali vari.

In questo modo ho pensato di compensare l’acquisto: non avrò preso un prodotto locale aiutando una famiglia messicana a causa dell’impossibilità di trasportarla a casa, ma almeno ho potuto dare il mio contributo all’ambiente.

 

Se vuoi acquistarne una anche tu prova a dare un’occhiata a questo link:

 

Negli hotel l’amaca è solitamente posta all’esterno e in particolare nel balcone per dare la possibilità ai clienti di godersi un meritato relax.

 

amaca e coperta

 

  1. Non esiste solo Chichen Itzá

 

La piramide più famosa, quella presentata in ogni volantino pubblicitario del Messico, è quella conosciuta con il nome di Chichen Itzá, ma non è l’unica presente.

Ce ne sono molte altre e sebbene la maggior parte siano dislocate nello stato dello Yucatan, alcune si trovano nel Chiapas come Palenque o vicino alla capitale come la famosa Teotihuacan.

Le più affascinanti e selvagge che ho visitato si trovano in prossimità della città di Mérida e sono dislocate in quella che è conosciuta come la Ruta Puuc che collegava i vari siti e le diverse comunità maya.

Se la tua destinazione è Cancun, Playa del Carmen o Tulum troverai le piramidi più suggestive e meglio conservate. In particolare, ti consiglio di visitare Coba. Raggiungibile a piedi o in bicicletta dopo un tragitto nell’impenetrabile selva.

Vicino a questi siti ci sono anche i famosi “cenote”, delle depressioni carsiche simili a delle piscine naturali che si trovano prevalentemente in luoghi appartati e quindi più intriganti.

  1. I messicani non fanno la siesta (da sapere sul Messico)

 

Un’immagine iconica del messicano è quella dell’uomo baffuto con un sombrero calato sugli occhi mentre fa una pennichella. In realtà i messicani, secondo un recente sondaggio, sono tra le popolazioni che lavorano di più al mondo a fronte di uno stipendio piuttosto misero.

Neanche i baffi sono più alla moda ed è veramente difficile vedere un messicano che ancora li porta. Gli unici a tenere fede a questa immagine sono i mariachi, suonatori e cantanti di musica tradizionale messicana.

Le donne invece, nella tradizione, vestivano abiti colorati e ricamati con fiori oppure camicette di cotone bianco con ricami e gonna fino alle caviglie. In alcune zone del Chiapas le donne si riconoscono per appartenenza alla comunità proprio dal colore e dal tipo di ricamo sfoggiato sui vestiti.

È qui, infatti, che l’orgoglio maya si manifesta più sentitamente, anche se la maggior parte dei messicani sono molto fieri delle loro origini. Se ci spostiamo però nella capitale incontriamo i discendenti dei Aztechi, ma ci furono anche in altri stati i toltechi, i zapotechi e gli olmechi.

La cosa più importante da sapere sul Messico è che i messicani sono delle persone veramente cordiali e disponibili anche se in certe zone bisogna fare massima attenzione. Questa regola però vale in generale in tutto il mondo essendo noi ospiti di questa meravigliosa terra.

Antigua è la vecchia capitale del Guatemala che ha conservato l’aspetto coloniale fra le numerose crepe causate dai terremoti agli edifici.

Viaggiando in Guatemala è d’obbligo fare una sosta di due o tre giorni ad Antigua, ammirando la città che è stata dichiarata “Patrimonio dell’Umanità” dall’UNESCO nel 1979.

Guarda la cartina qui: https://bit.ly/2uvA0lV

 

collage su antigua

 

Scoprire Antigua

 

Antigua fu capitale dal 1543 al 1776 quando a causa di numerosi terremoti fu rasa al suolo e praticamente distrutta. Oggi la popolazione si aggira attorno ai 45.000 abitanti con una forte ascendenza europea e nordamericana.

Camminando tra le vie si incontrarono le rovine di maestosi palazzi e chiese, attualmente messe in sicurezza e visitabili. Tra le più importanti incontriamo: Iglesia y Convento de las Capuchinas, Templo y Convento de Santa Clara, Ruinas y Convento de la Merced, Ruinas de Catedral, Ruina de la Iglesia y Convento de Recolección, eccetera.

Molte chiese e edifici invece non hanno subito grandi danni e sono state riadattate nelle varie epoche storiche. Tra queste figurano: Iglesia de la Merced, Parroquia de San José Catedral, Templo de la escuela de Cristo e Ermita de Santo Calvario.

Fanno sfondo alla memoria storica moderni negozi e locali vivaci aperti a qualsiasi ora del giorno. Ma ciò che più colpisce è l’acciottolato urbano che è veramente difficile da camminare se non si usano delle scarpe comode.

Inoltre bisogna prestare massima attenzione al saliscendi degli scalini e dalle inferriate delle finestre che sporgono in modo pericoloso lungo i marciapiedi. Per fare una foto sono rimasta incastrata con i capelli in un’inferriata e ho dovuto farmi aiutare da un passante!

Scuole di spagnolo

Antigua è scelta dai turisti che decidono di fermarsi più a lungo per le scuole di spagnolo anche se non sono tra le più economiche del Guatemala. Fra queste ricordiamo:

  • Ixquic Spanish School
  • Centro Linguistico La Union
  • Ixchel Spanish School
  • Academia Spanish Traveling
  • Centro de Aprendizaje Universal
  • Academia Sevilla
  • Academia APPE
  • Casa de Lenguas
  • Christian Spanish Academia
  • Probigua Spanish School

Se inserisci il nome della scuola nella stringa di ricerca di Google troverai la home page con tutte le varie informazioni sui corsi e sui prezzi.

 

salita al pacaya

 

Musei da visitare ad Antigua

Si possono trovare anche vari musei tra cui quello del Cioccolato, del Jade e del Libro Antiguo.

Il Museo del Cioccolato offre la possibilità di creare una tavoletta di cioccolato attraversando tutte le fasi di lavorazione: si parte dalla selezione delle fave di cacao, si va alla tostatura, alla rottura delle fave e alla macinazione. Infine il cioccolato viene fatto raffreddare e consegnato. Si può così gustare il cioccolato puro o acquistarne altro all’interno del negozio.

Il Museo della Giada esibisce oltre settanta pezzi derivanti dalla cultura maya, olmeca, mokaya e azteca. La giada era considerata “la pietra del cielo” e veniva indossata dai personaggi di spicco delle popolazioni mesoamericane. All’interno è possibile acquistare e toccare con mano prodotti manifatturieri creati dagli artigiani locali.

Il Museo del Libro Antiguo si trova all’interno del municipio sulla piazza principale ed è formato da una sala dedicata alle collezioni temporanee e due contenenti documenti e libri antichi per un totale di circa 2500 opere, per lo più donate da residenti stranieri e abitanti di Antigua.

Inoltre ci sono il Museo di Santiago che contiene armi, mobili e pitture del periodo coloniale, il Museo de Arte Colonial con pitture appartenenti alla medesima epoca e un’opera di Don Pedro de Alvarado, conquistatore spagnolo del Guatemala. Se avanza del tempo si può visitare il Museo del Santo Hermano Pedro che espone quadri, fotografie e altri oggetti che i fedeli hanno donato in segno di gratitudine al santo.

luci serali su un edificio ad antigua

 

Dintorni di Antigua

 

Vulcani

Appena fuori dal centro cittadino ogni giorno viene imbastito un mercato dove si può pranzare o acquistare generi alimentari e abbigliamento. L’aspetto buffo è vedere i poliziotti che vigilano chiedendo un’offerta libera per il loro operato. Accanto si trovano delle costruzioni che accolgono numerosi commercianti di prodotti artigianali guatemaltechi.

Allontanandosi dalla piazza principale e salendo al Cerro de la Cruz si può ammirare la città e sullo sfondo i famosi vulcani che la circondano: il Volcan de l’Agua, l’Acatenango e il Volcan de Fuego. Si possono salire tutti e tre ma il livello di difficoltà è piuttosto alto.

Il vulcano più frequentato e anche il più semplice è il Pacaya che si trova a una mezz’ora di macchina da Antigua ed è famoso per i ragazzini che accompagnano il turista cavalcando il cavallo e chiedendo continuamente se si ha bisogno del “taxi” per affrontare la salita. Con “l’aiuto” o meno, una volta raggiunta la vetta, vengono cucinati e mangiati in compagnia della guida dei gustosi Marshmellow.

Villaggi

Ci sono poi alcuni villaggi che meritano una menzione nel caso ci si ritrovi ad Antigua con del tempo da spendere. Santa Maria de Jesus si trova ai piedi del Volcan de l’Agua e solo di domenica ospita un mercato con prodotti tipici locali e articoli di artigianato. San Felipe, invece, è famoso per i suoi manufatti in giada, ceramica e argento; mentre Pastores per i prodotti in pelle come stivali da cowboy o frustini in pelle. Infine a San Lorenzo el Tejar, a circa mezz’ora di distanza da Antigua, è famoso per le sue sorgenti termali di acqua calda che sgorgano naturalmente.

Da Antigua è possibile scendere in tre ore a Monterrico, la cittadina balneare più affollata della costa guatemalteca, oppure scegliere di dirigersi verso Città del Guatemala o ancora salire al lago di Atitlán o Quetzaltenango. Le località si possono raggiungere prenotando uno shuttle oppure con i mezzi pubblici che si trovano quasi tutti nelle vicinanze del mercato generale.