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Il selvaggio Wörthersee è un lago austriaco che permette di fare delle vacanze sportive a contatto con la natura. Senza disdegnare l’ottimo cibo e la birra.

Ho trascorso una settimana all’insegna della bicicletta, delle passeggiate e delle nuotate. Per chi ama il binomio sport e natura, questa località è perfetta.

L’unica pecca è il divieto ai cani di fare un bagno nella maggior parte delle spiagge. In compenso, si tratta di spiagge attrezzate e libere, in cui non mancano delle cabine per cambiarsi e dei bagni pubblici gratuiti.

Invece, quasi dappertutto si paga il parcheggio per le auto. Ma possiamo leggere il costo come un invito a muoversi con i mezzi ecologici o con il solo ausilio delle nostre gambe.

 

Il selvaggio Wörthersee: cosa visitare

 

Ci troviamo nel lago più grande della regione della Carinzia, con una lunghezza che raggiunge i 16,5 chilometri. Da una punta all’altra si affacciano le città di Villaco e di Klagenfurt.

Entrambe le località sono raggiungibili con i mezzi pubblici, e in particolare con il treno. Per esempio, da Venezia Santa Lucia a Villach c’è il treno diretto.

Entrambe le cittadine sono molto frequentate dai turisti grazie alla presenza di numerosi servizi e attività. Malgrado ciò, io ti consiglio di scegliere un hotel in una delle città che costeggiano il lago come Velden, Pörtschach, Krumpendorf am Wörthersee o Maria Wörth.

Si tratta di località piuttosto caratteristiche con un loro fascino da scoprire. Lungo la riva nord corre la ferrovia, con la quale si possono raggiungere i centri termali (in caso di pioggia), le città adiacenti o avventurarsi in Slovenia e giungere al lago di Bled.

Sebbene le attività da fare nei dintorni del lago siano così numerose che forse servirà più di una vacanza per saggiare tutte le località turistiche a disposizione.

 

Programma viaggio di una settimana

 

Se le tue vacanze cominciano da Klagenfurt ti consiglio di lasciare la sera per sviscerare i meandri della città, oppure durante i giorni di maltempo. Al contrario, potresti avventurarti in un bel giro completo ad anello del lago.

Fermati di tanto in tanto per una nuotata in una delle tante spiaggette disseminate lungo il percorso. Poi pasteggia liberamente in una delle tavolate a disposizione dei turisti, o fermati in uno dei deliziosi ristoranti situati lungo il lago.

Il giorno successivo meglio scegliere un’attività meno intensiva. Quindi, è la giornata ideale per visitare il Parco di Divertimenti Minimundus.

La particolarità di questo sito e che qui si possono trovare le riproduzione dei monumenti più famosi del mondo come Chichen Itza in Messico, il castello di Neuschwanstein, eccetera.

Al terzo giorno è tempo di visitare il castello di Reifnitz am Wörthersee e da lì scattare delle indimenticabili foto sull’estensione acquea del lago. In quella zona ci sono altre tre laghi più piccoli da visitare:

  • Hafnersee;
  • Keutschacher See;
  • Rausschelesee.

Il tragitto andrà suddiviso in almeno due giornate per visitare i tre laghi in bicicletta, oppure si può prendere l’auto e fare una visita più tranquilla suddividendo i giorni della settimana.

 

Pyramidenkogel nel Selvaggio Wörthersee

 

Considerando il quarto giorno impegnato a scoprire i laghetti limitrofi al selvaggio Wörthersee, passiamo al quinto giorno. Hai gambe allenate? Allora inforca la bici e vai a visitare la Pyramidenkogel.

Dalla cima della torre, oltre i cento metri, puoi davvero vedere tutto il lago e anche i dintorni, ma solo dopo aver affrontato la salita di 441 gradini. Non sono tanti, se consideri che la Cattedrale di Ulm ne ha 768!

E c’è anche un ascensore per salire. E uno scivolo per scendere. Insomma, ti sto descrivendo una delle attrazioni più emozionanti del luogo.

Gli ultimi due giorni sono da dedicare alla riva nord, in cui puoi seguire i sentieri e serpeggiare i punti panoramici più celebrati, come Aussichtswarte Hohe Gloriette e Aussichtspunkt Hohes Kreuz Velden.

Arras è una città francese situata nel nord da cui deriva il termine arazzo, il famoso manufatto tessile che si appende al muro. In realtà l’arazzo non è un semplice pezzo di stoffa ma un’opera artistica di ingegno artigiano.

Cos’è l’arazzo?

 

L’arazzo è un complemento d’arredo che va a impreziosire le pareti del muro con disegni e trame particolari. Possiamo dire che è una via di mezzo fra una rappresentazione artistica e un lavoro d’artigianato.

Oggi più che un lavoro artistico e artigiano è diventato una stampa su un tessuto mediocre ma anticamente era stato progettato in modo completamente diverso.

Il disegno, infatti, era realizzato da un artista che lo abbozzava su un pezzo di cartone. Stiamo parlando di artisti di una certa fama come Raffaello, Goya, Rubens, per arrivare fino a Mirò e Picasso.

Ovviamente, non tutti gli arazzi riprendevano disegni di questi grandi maestri ma più spesso erano ideati dai cartonnier, le figure specializzate a questa mansione.

La fase più delicata era quella della tintura dei tessuti che dovevano riprendere perfettamente colori e sfumature dei disegni. A questa seguiva la tessitura per mezzo di un telaio e la finale spazzolatura che toglieva ogni residuo tessile.

Un lavoro piuttosto complesso che veniva fatto su tessuti pregiati come la seta, la lana e il cotone. Filati naturali, dunque, destinati a rovinarsi nel tempo: ecco perché ne sono rimasti pochi.

 

Arras

 

La storia degli arazzi è vecchia come il mondo e alcuni di questi risalgono addirittura alla civiltà egizia e greca. Ma fu la città di Arras a dare il nome al pregevole tessuto.

Gli artigiani locali furono da sempre degli ottimi tessitori di lana e i duchi di Borgogna, approfittando della loro maestria, diedero impulso alla realizzazione degli arazzi, impreziosendoli con disegni a temi sacri o figure gotiche.

Il nome arazzo fu coniato dai mercanti italiani che alla ricerca di tessuti in nord Europa rimasero affascinati da questi manufatti chiamandoli prima panni di razzo e poi arazzi.

Ma la città è famosa anche per altri due motivi:

  • il primo per aver dato i natali a Maximilien de Robespierre, il famoso rivoluzionario francese;
  • il secondo perché Arras fa parte dell’itinerario del vescovo Sigerico di Canterbury che arrivò fino a Roma per ricevere il Pallio dal papa Giovanni XV. Il Pallio è un ornamento liturgico di stoffa bianca che si appoggia sulle spalle e simboleggia il compito pastorale dei vescovi e degli arcivescovi. Oggi il percorso fa parte della via Francigena.

Cosa vedere ancora ad Arras

Arras si trova nella regione dell’Alta Francia, nel dipartimento di Passo di Calais e conta una popolazione di circa 50 mila abitanti. Ha la fortuna di essere contornata da piazza eccelse come la “Gran Place“, di architettura fiamminga, e la piazza ottagonale intitolata a Victor Hugo nel cui centro è posizionato un obelisco.

La Cittadella è una delle dodici fortificazioni dell’ingegnere militare Vauban inserita come patrimonio dell’umanità dall’Unesco; così come il campanile di Beffroi entrato a far parte del circuito “Campanili di Belgio e Francia”. Infine, il maestoso Municipio, la Cattedrale e l’Abbazia di San Vedasto sono ciò che completano il giro turistico della città.

 

Esistono ancora laboratori tessili di arazzi?

Il più antico si chiama Manufacture des Gobelins e si trova al numero 42 di Avenue des Gobelins, a Parigi  nel XIII arrondissement. Oggi ospita un museo ma continua a produrre arazzi pregiati.

In Italia, invece, resiste l’arazzeria Scassa ad Asti, situata nella meravigliosa certosa di Valmanera con annesso museo e l’arazzeria di Penne a Pescara che sotto l’impulso del cartonnier Enrico Accatino promosse l’arte e la tecnica in Italia.

La meravigliosa cittadina inglese di Epsom si trova nella contea del Surrey e fa parte dell’area metropolitana di Londra. È collegata alla capitale inglese tramite una linea ferroviaria che passa dalle stazioni di Victoria e Waterloo e anche da alcuni autobus. 

Il popolo britannico la adora, tanto da considerarla come una delle migliori città del Regno Unito in cui vivere.

Le attrazioni turistiche di Epsom

 

La passione degli inglesi per i cavalli ha permesso di distribuire all’interno dello stato diversi ippodromi e uno dei più importanti e famosi si trova proprio qui. Il suo nome è l’Epsom Downs Racecourse e ogni anno ospita il Derby di Epsom. Ma se anche tu, come me, non sei un grande appassionato di corsa di cavalli, cosa potresti visitare a Epsom?

La cittadina ha un occhio di riguardo per i più piccoli, i quali possono trovare parchi a tema, parchi avventura, parchi di divertimento e zipline. L’Hobbledown racchiude queste attrattive ed è uno dei luoghi amati anche dagli adulti. In alternativa si possono testare avventure alternative come l’ Escape Room o il minigolf nel Jungle Island Adventure Golf.

Gli appassionati di shopping, invece, si possono rilassare fra gli scaffali del centro commerciale dell’Ashley Center e acquistare curiosi maglioni o gilet in tweed, in tartan o di lana delle isole irlandesi di Aran.

La Contea del Surrey è famosa per il suo verde ed è per questo che molte persone l’hanno scelta come casa, mentre si spostano quotidianamente per lavorare a Londra. Ma è inutile venire qui e aggirarsi per tutta la Contea alla ricerca di Little Whinging: il sobborgo in cui ha vissuto Harry Potter è un’invenzione di J.K. Rowling e come Hogwarts, rimane interdetto ai babbani!

Non ti rimane, dunque, che ripiegare sui parchi dove potrai rilassarti e leggere uno dei libri dell’autrice inglese: Nonsuch Park, Rosebury Park, Alexandra Recreation Ground e per finire la riserva naturale di Epsom Common. Niente male, vero? Sono tappe amene che puoi associare alle cure benefiche dell’epsomite, il solfato di magnesio, isolato per la prima volta qui a Epsom.

 

sali epsom e benefici

 

I sali di Epsom

 

Difficile non parlare del sale inglese che procura innumerevoli benefici a chi lo utilizza. Serve a depurare fegato e intestino ed è ideale come trattamento durante i cambi di stagione, soprattutto in primavera e in autunno. 

Come si estrae? Questo tipo di minerale si forma in tre ambienti differenti: nei depositi di salgemma, nelle efflorescenze di aree dolomitiche o calcaree e in zone ossidate dalla presenza di giacimenti di pirite. Viene quindi raccolto naturalmente e poi lavorato artificialmente affinché diventi utilizzabile dall’uomo.

In questo contesto possiamo comprendere come la presenza di epsomite non sia limitata al Surrey ma si trovi un po’ in tutto il mondo. Gli altri giacimenti rilevati si trovano:

  • in America: nei laghi salati dei monti Kruger, nello Stato di Washington e nella Valle della Morte in California;

  • nei laghi magnesiferi di Djaman-Klych, in Russia;

  • a Hodrusa in Slovacchia e a Sedlitz in Boemia.

Anche in Italia ne possiamo trovare e più precisamente in Valle d’Aosta, lungo il tragitto che da Châtillon porta a Ussel, in provincia di Vicenza nella zona delle Valli del Pasubio, a Rio delle Laste a Sarentino in Alto Adige, come pure nello Stelvio, nelle fumarole del Vesuvio e in Liguria nella miniera di piriti a Libiola e nel monte Ramazzo. 

Se diamo un’occhiata ai negozi di benessere scopriamo che ci sono diversi tipi di sale come, appunto, il sale di Epsom, il sale del mar Morto o il sale dell’Himalaya.

Qual è la differenza fra essi?

Il sale di Epsom, come già anticipato, serve per depurarsi e per alleviare dolori articolari e muscolari. In questo senso è molto utilizzato dagli sportivi che lo usano dopo impegnative competizioni sportive. Può essere utile anche disciolto nell’acqua per rilassare il corpo e contrastare l’effetto jet lag.

Quello del mar Morto, invece, è indicato per gli inestetismi della pelle e non va assolutamente ingerito in quanto ha una presenza di salinità 10 volte superiore alla media. Cura i problemi dermatologici seri come la dermatite, l’acne, gli eczemi, la psoriasi e la vitiligine. Ottimo anche come trattamento per la cellulite.

I sali dell’Himalaya vengono usati prevalentemente in cucina o nel bagno in quanto essendo sali in cristallo hanno mantenuto le loro proprietà inalterate e contengono ben 84 oligoelementi che vanno a combattere la ritenzione idrica, l’ipertensione e i problemi alla tiroide. Anche se, gli scienziati sostengono che questo tipo di sali non abbiano alcun potere curativo.

L’altro giorno mi sono regalata una passeggiata invernale a Innsbruck e prima di andarmene ho festeggiato la gita con un Glünwein. Cosa ho visto? Speravo di ammirare i mercatini di Natale ma ho scoperto che finiscono il 23 dicembre e vengono tolti pure quasi tutti i festoni e le luci entro il 26. 

Rimangono solo ad adornare le varie piazze poche casette natalizie che vendono prodotti artigianali, cibo da strada e, ovviamente, il famoso Glünwein.

Il Glünwein altro non sarebbe che vin brulé con la variante del vino bianco, varie spezie profumate a insaporire in modo caratteristico la bevanda e il calore che inevitabilmente genera nel corpo e nello spirito.

Come arrivare a Innsbruck

 

AUTO

Io ci sono andata in auto in compagnia di amici, attraversando il famoso ponte d’Europa (il più alto in Europa) dal Brennero, spendendo un totale di 19€ andata e ritorno.

La vignetta permette, invece, di guidare nelle autostrade austriache a un costo di 9,20€ ma se si entra a Innsbruck sud non serve l’acquisto di quest’ultima.

I parcheggi sono alquanto cari e si va da un minimo di 1,30€ ogni mezz’ora, a 2,60€ all’ora, per finire con 18€ il giornaliero mentre le tariffe notturne sono leggermente più basse. Il prezzo è uguale per tutti i parcheggi.

 

TRENO

Vicino al centro si trova anche la stazione ferroviaria denominata Innsbruck Hauptbahnhof da cui partono e arrivano i treni in direzione Germania, Svizzera, Italia e tutta l’Austria.

Dalla stazione si accede con una passeggiata di 10 minuti al centro città, nelle piazze principali da cui si iniziano a intravvedere i primi bagliori di arte gotica e barocca tipica dell’Austria.

Potresti anche vedere le tratte del Flixbus per Innsbruck, la stazione di partenza e di fermata è a Südbahnstraße nei pressi della stazione di benzina DISKONT che si trova a due minuti dalla stazione ferroviaria.

 

arco di trionfo

 

Cosa vedere nella passeggiata invernale a Innsbruck

 

Se farai una semplice passeggiata invernale a Innsbruck come ho fatto io non avrai molto tempo per visitare in toto la città, potrai comunque vedere molte bellezze architettoniche che la caratterizzano.

Le più importanti sono le seguenti:

  • Tettuccio d’oro (Goldenes Dachl)
  • Il Duomo di San Giacomo (Dom zu Sankt Jakob)
  • Il Palazzo Imperiale (Hofburg)
  • La Chiesa di Corte dove si trova il cenotafio di Massimiliano I (Hofkirche)

A queste si devono aggiungere l’Arco di Trionfo e la Colonna di Sant’Anna posizionate nell’Altstadt, ossia il centro storico cittadino, l’Alpenzoo, lo zoo più alto in Europa, il Castello di Ambras e il Museo dei Swarovski.

Attorno invece è un dovere ammirare la vivacità del fiume Inn e i monti che la circondano: a nord i Monti del Karwendel, a sud il Patscherkofel e a ovest l’Altopiano di Mieming.

I musei da visitare sono in tutto 20 e ti consiglio di fermarti a recuperare informazioni su escursioni, orari, biglietti e Innsbruck Card presso l’Ufficio Informazioni posizionato in via Burggraben, 3.

 

Centro storico a Innsbruck

 

Mercatini di Natale mancati

 

La mia idea era quella di visitare i mercatini di Natale ma dato che erano già terminati ho optato per una visita più completa alla città. L’arco di Trionfo mi ha subito colpito perché mi ha dato una sensazione di antica magnificenza. 

Così mi sono andata a informare e ho scoperto che l’opera era stata costruita per il matrimonio del futuro imperatore Leopoldo II e serviva a immortalare la grandezza dell’impero asburgico.

Camminando per Maria-Theresien-Straße ho avuto modo di vedere le ultime casette di Natale rimaste ad adornare la piazza. Inoltre, ho visto l’entrata dell’Hard Rock Cafè, gli aerei che passano poco sopra gli edifici e le tinte pastello che colorano le abitazioni.

La fortuna ha voluto che comprendessi il motivo dei diversi colori: essi, infatti, servivano in passato per indicare i negozianti e i loro mestieri, identificandoli in base alla gradazione.

Si può vedere meglio la contrapposizione delle diverse colorazioni passeggiando lungo la riva destra del fiume Inn dove, nella parte opposta, sorge la città vecchia, degna rappresentatrice di quest’arte pittorica. 

Ma è raggiungendo Herzog-Friedrichstraβe che si accede all’attrazione principale di Innsbruck: il Tettuccio d’oro. Si tratta di una specie di balcone finestrato chiamato Erker ricoperto di 2.657 scandole di rame dorato che regala un effetto ottico di pura lucentezza.

 

Cosa sono le scandole?

Sono le tegole in legno come venivano fatte una volta

 

Il palazzo era di proprietà dei conti del Tirolo mentre oggi è diventato il museo Maximilianeum visitabile con o senza guida, dove viene illustrata la città in tutte le sue sfaccettature. 

Continuando a passeggiare in via Pfarrgasse si raggiunge la Dom Platz dove si può ammirare il Duomo di San Giacomo. Fu eretto tra il 1717 e il 1724 sopra le ceneri di un’altra chiesa del 1180, seguendo lo stile barocco. È dedicato a San Giacomo per ricordare il passaggio della via austriaca relativa al Cammino di Santiago de Compostela.

 

Duomo di San Giacomo: passeggiata invernale a Innsbruck

 

La passeggiata invernale a Innsbruck continua

 

Continuando a fare della flânerie, esattamente dietro al Duomo, si trova il Palazzo Imperiale, conosciuto come Hofburg, sede della famiglia regnante e caratterizzato dal Salone dei Giganti, una stanza da ballo enorme che doveva contenere tutti gli invitati a corte. 

Qui si può fare la conoscenza del Genius Loci di Innsbruck, uno spirito che vive a metà strada fra l’aristocratico e il montanaro, miscelando irresistibilmente i due contrasti. 

L’Hofkirche è una chiesa in stile gotico che custodisce le spoglie di Massimiliano I di Austria protette da due imponenti statue in bronzo che catturano al primo sguardo. Si trova sulla via Burggraben e l’entrata costa attorno ai 7€.

E ancora…

Il Castello di Ambras è posizionato al fuori del centro cittadino ma è visitato per la sua bellezza rinascimentale ed è meravigliosamente contornato da un parco curato in ogni dettaglio.

Le opere pittoriche presenti sono di notevole valore e attraversano tutte le varie epoche storiche. Tra queste figura un quadro di Vlad III di Valacchia, meglio conosciuto come il Conte Dracula.

L’Alpenzoo è a nord della città e si può raggiungere in mezz’ora a piedi o in pochi minuti con la funicolare ma non essendo particolarmente amante degli zoo non ho ricercato informazioni su come visitarlo.

Tra l’altro passeggiando per le vie di Innsbruck ho assistito alla morte di un topolino a causa di un avvelenamento o di un malore, non so, mentre si contorceva e allungava le zampine come a richiedere aiuto.

Un topo è sempre un topo ma la scena è stata straziante e molte persone, come me, si sono fermate impotenti per lasciare un pensiero al povero topolino morente. 

Il Museo dei Swarovski si trova ancora più distante, nella cittadina di Wattens. Questo l’indirizzo esatto: Swarovski Kristallwelten, Kristallweltenstraße 1, 6112 Wattens, Austria.

In centro città puoi comunque visitare il negozio Swarovski con relativo museo e forse anche a te verrà voglia di tenere fra le mani quelle pietre luccicanti per percepire se posseggono dei poteri magici.

 


I giganti esistono davvero in Austria e vivono nascosti nei boschi. Scendono durante le feste natalizie per partecipare alla vita cittadina. Si mettono negli angoli della strada e rimangono per tutta la loro permanenza immobili e silenziosi. Sono altresì pronti ad accogliere con un sorriso i turisti che li guardano interessati e spaventati allo stesso tempo. I loro nomi sono Mathias, Elfodor, Grunge e Lyanette. Impossibile non notarli. Più semplice andarci a sbattere contro.

La ciclabile San Candido Lienz è una biciclettata di circa 45 chilometri incorniciata dalle vette che contraddistinguono la Val Pusteria. Volendo si può partire da Dobbiaco che si trova a circa 7 chilometri di distanza da San Candido, mentre la destinazione finale rimane invariata.

Era da tempo che sognavo di percorrerla e finalmente un sabato sono partita alla volta della Val Pusteria decisa ad affrontare questa magica avventura. La spinta maggiore l’ho avuta alla notizia che fra quelle valli si trova lo stabilimento della Loacker, incastonato in un paesaggio da cartolina. Com’è andata? Sono proprio ansiosa di raccontartelo!

San Candido

 

Ci troviamo nella Val Pusteria nel cuore dell’Alto Adige dove ogni dettaglio è curato fin nei minimi particolari. Le case sono addobbate da gerani dai colori sgargianti e da fiori che esprimono tutta la loro vitalità.

Nei giardini, opportunamente tagliati, fanno bella vista sculture in legno di stampo artigianale che rivelano tutta la maestria e l’estro dei proprietari. Il centro storico di San Candido (Innichen in tedesco) è pulito, ordinato, regolare e perennemente addobbato a festa.

In questi luoghi nasce il desiderio di sentir suonare campanacci, comperare pantofole in feltro, camicie a quadri e pantaloni in velluto con bretelle, salvo poi tornare a casa e domandarsi il perché di tale scelta…

Eppure, è tutto talmente in armonia, da farti sentire una persona migliore o almeno di provare a esserlo per un giorno. La ciclabile passa per la stazione dei treni e vicino si può trovare un parcheggio gratuito dove lasciare la macchina.

Se guardiamo di fronte la stazione verso destra si va in direzione Lienz mentre verso sinistra si va a Dobbiaco. Il percorso è ottimamente segnalato sul manto stradale su cui sono disegnate una bici e le frecce a indicare la direzione corretta.

 

Link su google Maps qui: lascia la macchina al parcheggio ovest e tramite una scorciatoia raggiungi la stazione in circa due minuti. Segui l’indicazione per la stazione dal parcheggio segnalata vicino al ponte in legno sulla sinistra.

 

Si prosegue per lo più in discesa con qualche salita inaspettata che infastidisce un po’. Bisogna fare molta attenzione alle altre biciclette che sfrecciano, a volte, a velocità fin troppo elevata.

Percorsi 15 chilometri circa, accompagnati dal gorgoglio del fiume Drava, si inizia a scorgere sulla sinistra una fabbrica dal nome conosciuto e amato: la Loacker.

 

Lo stabilimento della Loacker

 

Lo stabilimento della Loacker

 

Sarà impossibile impedire alla bicicletta di girare verso sinistra fino a trovare l’ingresso dello spaccio. Saranno proprio le tue gambe a chiedertelo dopo che avranno ricevuto l’ordine dalla gola.

Sei pronto a diventare per un attimo bambino? Un tripudio di cioccolata si presenterà sotto forma di biscotti waffle dai gusti variegati ai quali sarà difficile dire di no. Il bar vicino richiamerà la tua fame con continui effluvi di cioccolata calda.

“Chi se ne frega della dieta? Quando mai ci ricapita un’occasione del genere?” suggerirà la tua mente mentre le mani si muoveranno veloci per riempire il sacchettino di succulente prelibatezze.

Come un automa ti dirigerai verso la cassa per paura che qualche pensiero disturbante, con la sua voce zelante, ti faccia cambiare idea. Una volta acquistati i prodotti tirerai un sospiro di sollievo pensando che ora niente e nessuno potrà impedirti di gustare ciò che ti appartiene di diritto.

Tenere in mano una confezione di Loacker sarà una tale soddisfazione che ti farà dimenticare anche il motivo per cui ti trovi da quelle parti, la cioccolata ha questo potere!

Potrai approfittarne per visitare anche il piccolo museo che illustra le varie fasi di lavorazioni. Questo ti darà un nuovo indizio a cui, magari, non avevi fatto caso.

Ti accorgerai che il paesaggio disegnato sulla confezione è lo stesso che ti si parerà davanti agli occhi una volta uscito dal negozio. Sarà un’emozione incredibile e, soddisfatto, potrai continuare il tuo percorso per riprendere i chilometri che mancano alla destinazione finale.

 

Vista sul fiume Drava

 

Lungo la Drava nella ciclabile San Candido Lienz

 

A causa delle condizioni meteo dei mesi scorsi la ciclabile è stata rovinata in più punti ma nonostante il terreno accidentato la gioia di percorrerla non ti abbandonerà.

Se sarai fortunato potrai avvistare uno dei tanti scoiattoli che popolano i boschi e magari riuscire anche ad avvicinarlo. La Drava non smetterà di farti compagnia e ti regalerà una brezza fresca e leggera che asciugherà il sudore provocato dai raggi del sole.

Attraverserai ponti in legno, fabbriche di legnami, alcune baite e tratti che si intersecano con la strada circolata anche da automobili.

Prima di arrivare a Lienz passerai lungo la cittadina di Thall. Perché te la nomino? Perché questa è la città natale di Arnold Schwarznegger e sarà impossibile non numerare con gli amici i film in cui ha recitato. Pochi chilometri ancora per arrivare a Lienz. Lo sai cosa ti aspetta vero? Una bella coppa di gelato, acqua fresca e un giro nel centro storico.

 

Ciclabile San Candido Lienz: Benvenuti a Lienz scritta

 

Ciclabile San Candido Lienz: Finalmente a Lienz

 

Quando si arriva a Lienz è impossibile non fermarsi sulla rotonda con la scritta “Benvenuti a Lienz” e fare una foto di rito. Proseguendo sulla sinistra e attraversando il ponte si arriva scendendo e poi salendo di nuovo, sulla destra, alla stazione dei treni.

Se non hai prenotato la bici a San Candido dovrai salire sul treno con la bici e dovrai acquistare dei biglietti appositi. A meno che tu non sia così sportivo da decidere di ritornare in bici a San Candido: in questo caso meriti i miei applausi.

Il costo del biglietto per un adulto con bici e di quasi 17 euro: un salasso che solo i pezzetti di Loacker sapranno farti dimenticare.

Se hai un po’ di tempo a disposizione ti consiglio di fare un giro nel centro storico della città per ammirare il rigore e il pavimento che sembra luccicare da quanto è pulito. Ma prima ti consiglio di acquistare il biglietto del treno al fine di non dover aspettare il prossimo per mancanza di posto!

Se sei un appassionato del gelato ti consiglio di provare l’Eis Café o l’Eis Shokolade: si tratta di una coppa con una o due palline di gelato (caffé/cioccolato e vaniglia) con caffè o cioccolato freddo liquido e un po’ di panna. Dopo una pedalata del genere te lo meriti, no?

Non dire che hai già comperato la Loacker perché quella si mangia quando torni a casa!

Ti ci vorrà circa un’ora per tornare a San Candido in treno, fai attenzione a presentarti presto perché il treno è fermo in stazione e si riempie con grande facilità, potresti rischiare di non trovare posto.

La mia giornata si è terminata con il rientro a casa ma tu potresti approfittarne per rimanere in queste zone per il weekend, le escursioni da fare sono tantissime, chissà se avrai la fortuna di incontrare anche uno degli gnomi della Loacker, a me non è capitato.

Forse è un segno che devo ritornare a fare la ciclabile San Candido Lienz? 😉

 

Come avrai capito non si può parlare di flânerie in quanto la gita è dedicata alla bici ma potrai farla nel caso decidessi di visitare qualche piccola cittadina nei dintorni.

I Genius Loci dei luoghi citati sono gli gnomi dal carattere burbero, risoluto ma anche tenero e dolce come la cioccolata. Grandi amici degli scoiattoli tanto da lasciare loro che si avvicinino agli uomini gli gnomi, invece, non ne vogliono sapere!

La città medievale di Carcassonne nella regione dell’Occitania è una fortezza con una storia affascinante da raccontare… vuoi conoscerla?

Ci troviamo per l’esattezza nel dipartimento dell’Aude, nome che deriva dal fiume omonimo che attraversa la città. Si divide in due parti: la parte fortificata antica e quella moderna.

Città medievale di Carcassonne: l’origine

 

In verità, i primi insediamenti risalgono al 3500 a.C., quindi ben prima del periodo medievale. I Romani iniziarono le prime opere di fortificazione attorno all’anno 100 a.C. edificando le mura settentrionali.

Ne presero possesso successivamente i Visigoti e i Saraceni, ma fu con il visconte Raimond Roger Trencavel che l’acquisì tramite un matrimonio nel 1607, a dare inizio alla sua fama.

Soprattutto durante il periodo della Crociata Albigese Carcassonne si guadagnò la fama di roccaforte a beneficio dei Catari francesi. In questo periodo visse degli anni prosperi e ottenne numerosi ampliamenti.

Ma, come ogni fiaba che si rispetti, arriva il momento in cui la città deve fare i conti con il bruto della situazione. Nel 1209, nel caldo mese di agosto, Simone di Monfort, dopo un assedio piuttosto cruento, riuscì a conquistare la fortezza e fece uccidere il visconte, succedendogli tout court.

Carcassonne divenne così la frontiera fra Aragona e la Francia e assistette a nuove opere di ingrandimento. Luigi IX, re di Francia, la sottomise al suo potere edificando le mura esterne e rendendola di fatto inespugnabile.

Lo constatò Edoardo il Principe Nero nel 1355 quando cercò di conquistare la città medievale di Carcassonne senza riuscirci, sebbene distrusse completamente la parte bassa.

 

entrata al castello comtal

 

Carcassonne si salvò?

Con il passare degli anni la città perse il suo valore militare e fu quasi sul punto di essere demolita se non fosse stata per una campagna fatta a salvaguardia della città da Jean-Pierre Cros-Mayrevielle e Prosper Mérimée che portarono i cittadini quasi in rivolta.

Si decise allora di procedere con un’opera di ristrutturazione sotto la guida dell’architetto Eugène Viollet-le-Duc che vide la rinascita della stessa creando delle aree completamente nuove e avulse all’originalità di un tempo.

Ciò diede vita a diverse critiche ma la città medievale di Carcassonne rifiorì con una doppia cerchia muraria e un totale di 53 torri di estrema bellezza.

Nel 1997 fu aggiunta alla lista dei Patrimoni dell’Umanità promossa dall’Unesco e oggi richiama 3 milioni di turisti ogni anno da tutto il mondo.

 

torre presente nel castello comtal

 

Città medievale di Carcassonne ai giorni nostri

 

Oggi è impossibile non rimanere affascinati dalle geometriche alternanze di torri, mura e passerelle in legno. La città fortificata si erge su di una collina con un’altitudine di 111 metri s.l.m. e la si raggiunge attraversando un antico ponte in pietra sopra il fiume Aude.

Lo stesso divide la città medievale di Carcassonne da quella moderna dove vivono la maggior parte degli abitanti. Attorno al fiume è stato creato un parco naturale dove sia gli animali che gli uomini possono godere di una certa tranquillità.

Se si arriva in treno da Tolosa, come ho fatto io, si dovrà attraversare tutto il centro cittadino moderno, ricco di locali di ogni tipo e negozi che richiamano l’anima della Francia del sud, fatta di profumi e prodotti naturali. In alternativa la si può raggiungere anche con il Flixbus.

Dalla stazione si attraverserà il Canal du Midi passando sopra il ponte de Marengo. Da qui si accede al centro città dove si proseguirà dritti fino ad incrociare rue de Verdun.

Ti consiglio di proseguire dritto e di attraversare il Pont Neuf così da avere una visuale sia sul ponte antico che sulla città medievale di Carcassonne. Al ritorno potrai percorrere il Pont Vieux dopo aver fatto un giretto al parco.

 

gobelin nella basilica di Saint Nazaire nella città medievale di Carcassonne

 

Visita all’interno della città

 

L’ingresso è maestoso. So già che farai come me e che non smetterai un attimo di fare fotografie. La città sembra tirata a lucido ed è perfettamente ristrutturata.

L’unica nota stonata arriverà dai numerosi negozi che toglieranno la sua anima romanzata per dargliene una più commerciale. Va detto, però, che l’atmosfera non viene completamente cancellata ma solo leggermente offuscata.

La visita inizia salendo lentamente lungo le vie che un tempo furono teatro di vita militare e cittadina. All’interno si trovano due musei:

  • il Museo dell’Inquisizione
  • Museo della scuola

Ma l’edificio più visitato è il Castello di Comtal (chateau Comtal) con un prezzo di 9 euro di entrata, 12 euro con l’audioguida. Si inizia il percorso con un video introduttivo che racconta la storia della città in francese con sottotitoli in francese e in inglese.

Poi, si prosegue la visita del castello e in tutte le zone che sono state magnificamente restaurate. All’interno è presente anche un museo con i reperti storici ritrovati nella fortezza e nei dintorni.

Infine, si esce da un torrione per ritornare a immergersi nelle vie cittadine da dove si può ammirare anche l’entrata dell’antico Hotel de la Cité e di fianco la meravigliosa basilica gotica di Saint Nazaire.

Se, nel frattempo, ti è venuta fame ti consiglio di mangiare alla Maison du Cassoulet per assaggiare la specialità tipica della Linguadoca, la cassoulet appunto.

 

angolo rustico nella città medievale di carcassonne

 

Leggenda di Carcassonne

 

Il nome Carcassonne ha un’origine ben specifica. Durante la dominanza dei Saraceni l’imperatore Carlo Magno voleva conquistarla. La città faceva gola a tutti per la sua posizione strategica e inoltre, acquisendola, avrebbe dimostrato ulteriormente la sua supremazia.

Pensò bene di assassinare il re Balaad che era l’attuale regnante in modo da condurre gli abitanti alla resa. Ma non aveva fatto i conti con la moglie.

Il marito fece la fine che Carlo Magno si aspettava ma la donna prese in mano le redini decisa a non abbandonare il suo possedimento.

particolare del parco sul fiume Aude

 

Le battaglie si protrassero per 5 anni fino a quando gli eserciti, entrambi stremati, vollero sferrare il colpo di grazia finale. La donna, con furbizia, decise di lanciare da una torre un maiale ben nutrito sopra le teste dell’esercito avversario, facendo credere di aver ancora molto cibo a disposizione, tanto da poterne buttare.

I nemici, sfiniti, decisero di ritirare l’assedio e la donna, il cui nome era Dama Carcas, fece suonare in segno di vittoria le trombe della città.

Gli avversari, nonostante si stessero allontanando, udirono il suono e gridarono “Carcas sonne, che significa “Carcas suona” e da lì fu deciso definitivamente il nome della città.

Il film leggenda Robin Hood il Principe dei ladri, con Kevin Costner e Morgan Freeman fu girato proprio qui dando l’identità di un’ipotetica Nottingham.

 

Ho trascorso un weekend a Tolosa per contrastare il grigiore di una primavera in sordina e sono stata accolta da vibranti tonalità pastello.

Un’amante dei colori come me non poteva rimanere indifferente al fascino del capoluogo Occitano e risvegliare sensazioni totalmente avulsi dalle aspettative.

Ho trascorso un weekend a Tolosa ma è come se qualcosa dentro di me si fosse risvegliato, portando un sole che l’inverno aveva sbiadito e offuscato.

Weekend a Tolosa: città viola

 

Il viola è uno dei miei colori preferiti, non a caso il colore dominante del blog è proprio questo. Nell’immaginario collettivo il viola è associato alla spiritualità e all’introspezione.

Non appena ho scoperto che Tolosa ha come simbolo le violette ho subito provato un moto di empatia per questa città. Quando finalmente ho trovato un “bateaux” (tipica imbarcazione francese) ancorata lungo la Garonna che vendeva prodotti fatti con la violetta, ho provato del giubilo.

via ed edifici storici a tolosa

Passeggiando lungo le vie cittadine di Tolosa

Ho attraversato il ponte e sono giunta davanti l’entrata della barca negozio. Appena varcata la soglia sono stata raggiunta dal profumo dolce e delicato di questo fiore e da quel momento non mi ha più abbandonato.

Ovunque andassi percepivo profumo di violetta anche se ero ben conscia fosse solo nella mia mente. Eppure mi bastava pensarci per ravvivare le energie dopo le lunghe passeggiate.

L’imperatrice francese Maria Luigia, nonché consorte di Napoleone I, era follemente attratta da questo fiore determinando il suo prestigio.

Anche lo stesso Napoleone lo usava come segno distintivo tanto da essere soprannominato come “Caporal Violet”. Questo legame indissolubile lega Parma a Tolosa perché è proprio la violetta di Parma a essere diventata simbolo della capitale Occitana.

 

Tolosa: città rosa

 

L’altro colore predominante della città, dopo il viola, è il rosa. Può sembrare quasi una similitudine fra viola e rosa quello che si presenta al tramonto in città quando gli ultimi caldi raggi del sole, al tramonto, si riflettono sugli edifici donando loro una percezione rosata.

È inevitabile non canticchiare un pezzo della canzone più famosa di Édith Piaf “La vie en rose” anche se ciò che la mia anima suggeriva era il brano di Charles Trenet “Boum“.

vista sulla basilica di san sernin

La basilica di Saint Sernin a Tolosa

Soprattutto in Place de Capitole quando la piazza e l’edificio si tingono di rosa in contrasto con il cielo che si fa sempre più scuro. Attorno vibra la vita del mercato, delle persone che si fermano a bere un aperitivo in uno dei tanti bar presenti o di chi semplicemente si ferma ammaliato dalla maestosità del luogo.

Appuntalo come luogo da visitare ma dopo essere uscito dalla metro e aver passeggiato lungo rue d’Alsace Romaine per averne ammirato i negozi.

Potrai così ritornare in questa piazza e assaporare lo spazio, l’apertura fra gli edifici respirando l’atmosfera di Tolosa nella sua vita quotidiana.

 

Poi dirigiti verso le innumerevoli chiese da visitare fra queste ti consiglio:

 

  • Couvent des Jacobins (convento dei giacobini): entrata a pagamento per visitare un’imperdibile chiesa gotica domenicana che contiene le spoglie di san Tommaso d’Aquino;

  • Basilica di Notre-Dame de la Daurade: lungo la Garonna con in basso il parco in cui si ritrovano i ragazzi a chiacchierare e ad ascoltare la musica. Di lato la maestosità del Pont Neuf e dall’altra parte del fiume il Chateau d’Eau, centro esposizione di fotografie;

  • Basilique Saint-Sernin: architettura romanica in pianta ottogonale suddivisa in nicchie dedicate ai vari santi e contenente le reliquie di San Saturnino e della Vera Croce;

  • Chapelle des Carmélites: piccola cappella finemente decorata che raccoglie esposizioni fotografiche;

  • Cattedrale di Tolosa (Cathédrale de Sainte-Étienne): dimensioni maestose ma meno curato l’interno che l’esterno con la sua bellissima facciata e un giardino dove riposarsi con piante e fiori.

 

I musei più interessanti da visitare, invece, sono due:

 

  • Fondazione Bemberg: all’interno dell’Hotel d’Assezat con raccolte di quadri da Canaletto a Picasso. Tre piani di edificio suddiviso in sale, l’entrata costa 9 euro.
  • Museo degli Agostiniani (Musée des Augustins): una raccolta di quadri e sculture dal Medioevo agli anni ’40. Prezzo di entrata 9 euro.

 

Abituati a leggere i nomi degli edifici con i loro nomi in francese perché le scritte in altre lingue non sono molto usate! Sarà l’occasione per rispolverare il francese scolastico ;P

 

ragazza con capelli rossi e corona di fiori fra i capelli

Un dipinto presente alla Fondazione Bemberg

 

Tolosa: città verde

 

Verde? Sì, il verde della Garonna, del riflesso dei platani sul Canal du Midi e ancora il verde fiorito dei parchi. Durante un weekend a Tolosa farai un immersione completa in questo colore e sarà subito primavera.

Quanti e quali sono i parchi da visitare assolutamente?

 

  • Jardin Compans Caffarelli: racchiude al suo interno un giardino botanico e un giardino giapponese con un bellissimo ponte rosso all’ombra di una pianta di ciliegio. Una tappa imperdibile dove ritrovare l’armonia e riassestare le dissonanze della mente.

  • Jardin des Plantes: con la sua lunga via alberata da piante provenienti da tutto il mondo, fiori e panchine sulle quali riposarsi. Attorno l’università, il Museo di Storia Naturale, il Jardin Royal (giardino reale), un centro culturale e una chiesa cattolica.

  • Canal du Midi: lungo tutto il canale trovi una pista ciclabile dove andare in bici, camminare e correre. Affollatissima da turisti e dagli abitanti della città. Ma l’esperienza più bella è seguire il corso del canale sul bateau. Lo puoi fare contattando il sito di Bateaux Toulousains e prenotare una gita di circa 3 ore andata e ritorno su un’imbarcazione coperta e attraversare la città osservandola da un’altro punto di vista.

 

Lo sapevi che il Canal du Midi è nato per collegare l’oceano Atlantico al mar Mediterraneo?

 

 

ponte rosso nel giardino cinese con pianta di ciliegio di fianco, weekend a Tolosa

 

Weekend a Tolosa: città azzurra

 

Il colore fa riferimento alla linea del tram che dall’aeroporto Tolosa-Blagnac ti porta al centro città. Spostarsi con i mezzi pubblici a Tolosa è veramente facile ti basterà una volta uscito dall’aeroporto seguire le indicazioni per il tram.

Potrai acquistare un singolo biglietto (1 deplacement) al costo di 1,70 euro, un biglietto da 3 giorni (trois jours) al costo di 12,20 euro oppure un carnet da 10 biglietti a 13,70 euro. Il biglietto da 3 giorni ti permette l’accesso anche alla metro e ai bus.

Il tram arriva fino a Palais de Justice oppure se ti fermi ad Arénes puoi scendere e prendere la Metro che ti porta in centro città. È suddivisa in due linee: A e B, la prima di colore rosso passa attraverso Capitole e arriva alla stazione dei treni Matabieu (fermata Marengo-SNCF) utile per raggiungere la città di Carcassonne, la B di colore giallo corre lungo il Canal du Midi e arriva rispettivamente a nord e a sud della città.

 

Consulta questo articolo per avere maggiori informazioni su come spostarsi a Tolosa:

 

Altre informazioni per il weekend a Tolosa: 

 

La città si adatta perfettamente alla  flânerie si può passeggiare senza seguire la mappa e lasciarsi trasportare dai propri pensieri e ammirare i vari dettagli architettonici, fermarsi a gustare una baguette e sorseggiare un caffè o un tè alla violetta. In questo sito trovi infusi, tè e altre specialità alla violetta: https://www.lamaisondelaviolette.com/fr/

simpatiche coppia di anatre su di un muretto

Coppia di anatre su un muretto dopo il Pont Neuf

I sensi non possono che essere coinvolti dai colori, dal profumo di violetta, dal gusto della cassoulet che appartiene alla tradizione della Linguadoca ma è proposta anche qui a Tolosa, e dai rumori degli uccellini che cinguettano sugli alberi.

Nonostante sia una città di notevoli dimensioni, Tolosa può vantarsi di essere a misura di uomo. La presenza di parchi e di spazi verdi, di acqua e di attività fluviali indica la volontà di ricercare la pace e ciò si ripercuote sul carattere degli abitanti.

Li ho trovati gioviali, tranquilli e rilassati, votati al benessere e alla vita all’aria aperta. Amanti dei dettagli e delle piccole cose che assemblate creano una sorta di particolarità tipicamente francese.

Il Genius Loci di Tolosa è uno spirito in pace con gli elementi naturali ma portato verso la comodità del progresso. Una sorta di trait d’union che rafforza la coesione facendo emergere gli aspetti positivi di entrambi a favore del benessere di chi vi dimora.

 

Zagabria in una visita ti domanderai è fattibile? Sì, basta avere gambe allenate e preparare un itinerario preciso su cosa vedere. Sì, basta avere gambe allenate e preparare un itinerario preciso su cosa vedere.

La mia esperienza nella capitale della quasi campione del mondo Croazia è stata piuttosto interessante e in verità mi ha stupito per la sua semplice vitalità.

 

Zagabria in una visita: edificio nel centro storico

 

Zagabria in una visita

 

Per raggiungere Zagabria ho viaggiato con il Flixbus. Sono partita dalla stazione di Mestre e in circa 6 ore e mezza ho raggiunto la capitale croata.

Il percorso è stato tranquillo ma al confine abbiamo dovuto passare per ben tre volte i controlli passaporto. Prima al confine sloveno un ufficiale è salito e ha controllato i documenti, poi fra la Slovenia e la Croazia e, infine, in territorio croato. Dal confine ci abbiamo messo circa mezz’ora per arrivare alla città a scacchi bianco e rossa.

 

Se visiti zagabria in un giorno non puoi evitare di visitare il museo delle illusioni, questa è una stanza in bianco e nero con me all'interno

 

 

Strade a doppia corsia di percorrenza in ambo i sensi, fontane e parchi a profusione a spezzettare l’austerità di una città capitale. Lungo le statali pratiche piste ciclabili e percorsi pedonali.

L’arrivo in stazione degli autobus, decentrata assieme a quella dei treni rispetto al centro,  si presenta in tutta la sua grandezza e praticità.

Lì puoi trovare il servizio di cambio moneta, bar, panifici e la biglietteria. Uscendo ti ritroverai in una strada grigia che era accentuata dal colore del cielo in quel momento plumbeo.

 

mercato di zagabria

Informazioni pratiche

 

Documenti: essendo la Croazia entrata in Europa nel luglio del 2013 puoi circolare liberamente con la carta d’identità valida per l’espatrio.


Moneta: la Croazia dal dal 1° gennaio 2023 entra a far parte della Comunità Europea e dell’area Schengen, di conseguenza niente più code alla dogana e si può pagare dappertutto con l’euro.


Lingua: croato, ma è diffuso anche l’inglese, il tedesco e lo spagnolo. Grazie all’inglese potrai interagire quasi ovunque soprattutto nei negozi, nei musei, negli hotel e anche nelle case private se prenoti con Airbnb. Di seguito ti lascio alcune parole che possono rivelarsi utili in caso di necessità:

 

  • Dobar dan/dobra vecer/ dovidenja = buongiorno/buonasera/arrivederci
  • Hvala/Nema na cemu = grazie/prego
  • Da/ne = sì/no
  • Oprostite = per favore
  • Voda/Kava/Caja/Piva = acqua/caffè/tè/birra

 


Mezzi pubblici: non c’è la metro ma un capillare collegamento di tram e autobus. Ti consiglio di recuperare una cartina all’ufficio turistico (ecco l’indirizzo esatto su Google Maps). Il centro storico invece non è esteso e si può visitare tranquillamente a piedi.

 

Zagabria in una visita: scorcio dall'interno della chiesa

 

Itinerario Zagabria in una visita

 

La Città Alta si raggiunge tramite la funicolare oppure salendo i gradini fino ad arrivare alla bellissima Cattedrale dell’Assunzione della Beata Vergine.

La Chiesa di San Marco, invece, nonostante sia meno maestosa della precedente è la più riconoscibile grazie alle inconfondibili tegole del tetto che riproducono gli stemmi medievali di Croazia, Dalmazia e Slavonia e l’emblema di Zagabria.

Camminando fra le vie di Gornji Grad, ossia Zagabria alta, è possibile ammirare le statue dell’artista Ivan Mestrovic, icona della scultura moderna croata.

Prima di scendere dovrai fare un salto a vedere il mercato Dolac, con le sue tendine rosse a colorare una piazza un po’ sguarnita. Avrai l’occasione di trovare i prodotti tipici croati come il miele, l’olio, il vino, la frutta, la verdura e i prodotti artigianali in legno.

Nella Città Bassa, invece, potrai sbizzarrirti fra musei, negozi e locali alla moda o tipici. Fra i musei più particolari ti segnalo il Museo delle Illusioni, dove potrai scoprire i meccanismi della mente attraverso un percorso di specchi, immagini in 3D, composizioni ottiche, eccetera. Ti divertirai a risolvere dei giochi di intelligenza e a scattare foto alquanto particolari.

Il Museo delle Relazioni Interrotte è dedicato alle storie d’amore che non hanno seguito, con l’esposizione di oggetti personali lasciati dagli ex amanti, accompagnati dalla spiegazione delle cause della rottura.

 

gioco di specchi al museo delle illusioni

Altri musei caratteristici sono:

 

  • l’Atelier Mestrovic dedicato allo scultore croato
  • il Museo Archeologico con reperti soprattutto dell’epoca greca e romana
  • Museo dell’Arte Navale e il Museo della Tecnica
  • un Museo dedicato esclusivamente agli anni 80 e uno dedicato ai funghi!
  • il Museo della città di Zagabria e il Museo Etnografico
  • la Galleria Moderna e il Museo di Arte Contemporandea
  • Mimara Museo, la Galleria Moderna e l’Art Pavillon
  • Museo delle Arti e dell’Artigianato e molti altri.

 

 

il fiume sava di colore marroncino penso a causa delle piogge

I parchi

 

Zagabria in una visita vanta tantissimi parchi e giardini pubblici dislocati in periferia muniti di panchine e di alberi sotto i quali sostare. Se decidi di consumare un pasto veloce potresti fermarti proprio in uno di questi.

Il più grande, forse, e anche il più bello è il Parco Comunale con due laghetti artificiali, attrezzi ginnici, parco giochi per i bambini e locali dove bere e mangiare un gelato. Si trova vicino all’ippodromo e sotto il fiume Sava circondato dal verde e dalle due strade principali che escono dal centro cittadino di Zagabria.

 

Dopo aver scoperto il centro cittadino, visitato almeno un museo e riposato al parco non ti rimarrà più molto tempo per fare altro ma se hai un giorno in più potresti decidere di raggiungere i famosi laghi di Plitvice che si trovano a circa 2 ore e mezza in autobus da Zagabria.

Gozo è la sorella selvaggia di Malta: ti permetterà di visitare dei siti intrisi di storia, natura incontaminata e racconti mai dimenticati.Avere delle informazioni utili su Gozo ti permetterà di visitare i siti migliori e di sapere come muoverti con i mezzi pubblici.

Informazioni utili su Gozo e le sue località

 

Per raggiungere Gozo da Malta dovrai dirigerti a Circewwa e seguire le indicazioni per la Gozo Channel Company. Ti ritroverai all’interno di un ufficio a guardare il cartellone degli orari delle partenze, attendendo il tuo turno. Le partenze sono previste ogni 45 minuti e per entrare non dovrai pagare nessun biglietto. Il viaggio infatti si paga al ritorno.

 

Victoria/Rabat

Mezz’ora dopo arrivi al porto e per andare in direzione Victoria o Rabat ti consiglio di prendere gli autobus 301-303-323, il centro dell’isola, da dove partono tutti gli autobus.

La città merita una visita in quanto le sue vie nascondono siti di importanza storica e musei di una certa rilevanza. Inoltre sarà anche piacevole vedere le tipiche case adornate di fiori, piante e orpelli vari.

Rabat è l’antico nome dell’isola cambiato poi in Victoria nel 1897 in onore dei 60 anni di reggenza della Regina inglese. La somiglianza del nome con la sorella Malta non è casuale anche qui infatti si trova la Cittadella.

Chiamata anche Gran Castello per arrivarci bisogna salire a 140 metri e attraversare l’entrata dove a sinistra puoi trovare anche i bagni pubblici. Si inizia a camminare fino a trovare la Cattedrale di Santa Maria che contiene un osso del braccio di Sant’Ursula, patrona di Gozo e ossa dell’addome di Santa Lucia.

Il Natural History Museum è abbastanza piccolo ma presenta una collezione di fossili marini impressi nella roccia. Mentre le Old Prison rappresentavano fino all’avvento di Napoleone le carceri vip dell’isola. Aperto dalle 9 alle 16.30 tutti i giorni.

Il Museo Archeologico invece conserva la famosa stele di Maymunah del 1174 e altri suppellettili ritrovati nel territorio di Gozo. Ma la meraviglia che incanta sono le mura che circondano la Cittadella, ancora perfettamente intatte che per secoli hanno protetto i cittadini dalle invasioni nemiche.

 

Marsalforn a Gozo

Malsalforn e Xlendi sono le uniche stazioni balneari dell’isola dove si accentrano gli hotel e i ristoranti per i turisti. Ma non aspettarti chissà che, in realtà la spiaggia di sassi è molto piccola e l’acqua non è fra le più pulite. In alternativa c’è un lungomare di cemento dove puoi sdraiarti e fare il bagno. Per raggiungerla dovrai prendere a Rabat l’autobus 310 o 322.

Xlendi

Si arriva con l’autobus numero 306 o 330 da Rabat e ci si addentra in un villaggio di pescatori dall’aria selvaggia e incantata. Ricca di baie, insenature e grotte ci si può perdere fra i sentieri che la costeggiano in un mirabolante intreccio di natura e mare. Un luogo davvero unico dove rigenerarsi e ricaricarsi per affrontare il traffico e il caos di Malta.

Qui puoi trovare il gemello dell’Azure Window, la finestra azzurra, andata distrutta a causa dell’erosione del mare qualche anno fa. Si chiama Saint Andrew’s Divers Cove ed è un luogo dove vengono fatte le immersioni.

 

Xaghra

Con l’autobus 307 e 322 ci si addentra in questo paesino dall’aria apparentemente sonnacchiosa, dove si nascondono alcuni interessanti siti fra cui il Museo del Giocattolo, di proprietà di una coppia inglese, due interessanti grotte il Ninu’s Cave e lo Xerry’s Grotto, e un mulino a vento Ta’kolla Windmill.

Le due grotte sono completamente diverse l’una dall’altra. La prima, piuttosto piccola, presenta qualche stalattite e stalagmite e si trova dietro la chiesa, all’interno di un’abitazione privata.

La seconda è stata scoperta casualmente da un abitante dell’isola mentre cercava di scavare un pozzo. Si trova, seguendo le indicazioni, a circa 200 metri dalla piazza principale.

Ma l’attrazione principale del luogo rimangono i Templi di Ggantija che si trovano prima di raggiungere la città di Xaghra. La parte più antica risale a circa 3600 anni a.c. e sono considerati i più antichi del mondo.

Sono protetti dall’Unesco e sono composti da monoliti che raggiungevano anche i 15 metri di altezza, erano colorati di rosso ed erano fatti in pietra. Oltre a questo gli scavi hanno rivelato antichi simboli di fertilità, ossa di animali e varie sculture.

Nadur a Gozo

Nadur significa in arabo “vedetta” ed è abitata per la maggior parte da americani che si sono trasferiti stabilmente qui. La famosa spiaggia di Ramla Bay infatti richiama i turisti per la sua grandezza e per la tranquillità dei suoi fondali.

Al di sopra della spiaggia uno dei possibili siti che ispirò Ulisse a scrivere le sue peripezie per raggiungere Itaca. La dea Calypso l’avrebbe imprigionato in una caverna  qui presente e rinchiuso per sette anni negandogli la libertà.

Altre due calette interessanti sono San Blas Bay, poco frequentata durante la settimana, e Dahlet Qorrot dove attraccano le barche per usufruire dei garage presenti.

vista dalla scogliera di dingli sul mare nella top 10 di malta su Gozo

Dwejra

Da Victoria autobus numero 311 e si raggiunge il luogo simbolo di Gozo prima che l’Azure Window franasse rovinosamente in mare. Ma c’è molto altro da vedere qui.

La zona è stata nominata dall’Unione Europea come riserva naturale grazie alle sue coste frastagliate, alle sue rocce e alle falesie che cadono a picco verso il mare. Una piccola spiaggia permette l’accesso con la barca alle grotte nella Inland Sea. Una specie di rientranza del mare che appare come laghetto. Puoi fare una nuotata e prendere il sole, la spiaggia è acciottolata.

Potrai visitare Fungus Rock, una roccia sulla quale crescono delle piante che erroneamente si pensava fossero un fungo con proprietà benefiche, che i templari vendevano a peso d’oro in Europa.

Dweira bay è luogo piuttosto inospitale dove ci sono dei ripari per le barche ma anche degli scalini dove scendere e fare dei tuffi. L’acqua è davvero spettacolare con riflessi che vibrano dal blu all’azzurro.

Prima di andartene potresti anche dare un’occhiata alla Kappella Sant’Anna, una piccola chiesa piuttosto intima che alcune volte è aperta ai visitatori.

Gharb a Gozo

Si raggiunge con l’autobus 312 per visitare la Basilica di Ta’ Pinu prima di entrare in paese. Il papa Giovanni Paolo II è stato qui nel 1990 mentre la consacrazione l’ha fatta papa Pio XI. La storia narra che una contadina di nome Carmela Grima ha sentito una voce soave provenire dalla cappella e tutti hanno pensato fosse quella della Madonna. Un uomo ha confermato il fatto diventando un luogo di pellegrinaggio che attira ogni anno migliaia di maltesi e turisti.

Mgarr

Prima di andare via ti consiglio e di dirigerti al porto potresti fare alcune foto a Our Lady of Lourdes, una chiesa neogotica sulla sinistra adagiata su una falesia, purtroppo chiusa al pubblico ma dall’aspetto molto affascinante.