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Viaggiare secondo la fasi lunari significa fare attenzione agli influssi positivi o negativi della luna, validi anche per il turismo. Così come da piccoli abbiamo imparato a distinguere il novilunio dal plenilunio…

Un attimo! L’abbiamo fatto, vero? Perché il plenilunio avviene quando la luna è rotonda e al massimo del suo splendore. In pratica, quando si dice che è piena.

Al contrario, il novilunio avviene quando la luna è in ombra e non si riesce dunque a scorgerla nel cielo.

E cosa c’entra questo con il viaggiare? Più di quanto credi. Difatti, la luna influenza le maree e i raccolti, benché talvolta anche i nostri umori e le nostre possibilità di riuscita.

Non a caso, si invita a fare le richieste a proprio vantaggio alla luna quando è piena, poiché quando scompare è il momento del riposo e della contemplazione.

 

Come viaggiare secondo le fasi lunari

 

Viaggiare secondo le fasi lunari: novilunio o plenilunio?

 

Quando la luna splende alta nel cielo buio, noi ci sentiamo energici e straboccanti di vitalità. Questo è il periodo migliore per viaggiare, soprattutto se abbiamo prenotato delle vacanze all’insegna dello sport o dell’avventura.

Ciò significa che se vuoi fare un tour in Marocco per vedere le Città Imperiali, ti conviene prenotare la partenza e l’arrivo tra la fase crescente e la luna piena.

A differenza, se le tue vacanze vertono sul relax e la contemplazione della natura, non ti rimane che prenotare la tua settimana sabbatica con la luna in decrescita fino alla fase del novilunio.

In questo modo, i tuoi sensi e la tua capacità di introspezione sarà amplificata da una ritrosia energetica che non scombussola la tua mente. Anzi, le permette di recarsi all’interno dell’anima, e più giù nell’inconscio.

Le fasi lunari intermedie sono il preludio alla calma e alla distensione prima del novilunio, o rimettono in circolo le energie nel caso del plenilunio. Pertanto, si assoggettano alle duplici variabili.

 

Dal novilunio alla fase lunare crescente

 

La luna e i suoi benefici: non solo per il viaggio

 

La luna rientra nel folklore popolare e ancora oggi presenta il conto nella coltivazione. Hai mai sentito dire che i capelli si tagliano quando la luna decresce così crescono meno in fretta? Al contrario, se si vuole che i capelli crescano più in fretta bisogna tagliarli con la luna in crescita.

Ma quanto c’è di vero in questi consigli? Per i capelli, i dubbi ci sono. Invece, parliamo di verità quando si parla di coltivazione. Difatti, piantare o potare con la luna sbagliata può compromettere la salute delle piante.

Gli esperti insegnano che:

  • con la luna calante crescono foglie e radici, perciò in questo momento bisogna seminare per avere uno sviluppo più rapido;
  • la luna piena invita a no potare le talee;
  • il novilunio è il momento propizio per trapiantare e potare;
  • con la luna crescente, le piante acquistano vigore.

A cosa serve sapere questo a noi viaggiatori? Non vorrei citare Shakespeare, ma mi tocca.

 

Noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni, e nello spazio e nel tempo d’un sogno è raccolta la nostra breve vita.

 

Pertanto, al pari delle piante e della terra, scorre la medesima energia nei nostri corpi. E se vogliamo rendere il nostro viaggio speciale, possiamo affidarci all’influenza naturale e viaggiare secondo le fasi lunari per vivere appieno la nostra vacanza.

Viaggiare con le vibrazioni positive significa essere connessi al presente e centrati nei nostri obiettivi di scoperta. In sostanza, si tratta di non lasciarsi travolgere dall’ansia o dalla paura, bensì essere ricettivi e pronti a rischiare.

Queste sensazioni di positività si rivelano utili soprattutto quando dobbiamo partire in vacanza e il meteo prevede un tempo pessimo, oppure quando non siamo sicuri della compagnia che ci siamo scelti.

Per riprendere un proverbio, possiamo usare il classico “Fare buon viso a cattivo gioco” e non lasciarci condizionare in maniera pessimistica dalle disavventure.

 

Sorridere e viaggiare con le vibrazioni positive

 

Viaggiare con le vibrazioni positive

 

Quando sono stata in Guatemala, e in particolare a San Pedro nel lago di Atitlán, sentivo le persone giudicare gli altri come una buena onda. In pratica, volevano dire che una persona era simpatica e si stava bene in sua compagnia.

Questo tipo di percezione viene trasmessa agli altri quando si sta bene con sé stessi, si è fiduciosi dell’ambiente e del futuro. In tal caso, si emanano delle vibrazioni positive e anche se succede qualcosa di spiacevole si è pronti a minimizzare.

Viaggiare con le vibrazioni positive vuol dire altresì essere consapevoli della propria forza ma al contempo dei propri limiti. Difatti, non si cerca la perfezione, bensì il quieto vivere in ciò che si è, senza strafare.

Attenzione! Non sto parlando del quieto vivere disperato di Thoreau, il cui omonimo è sopravvivere, bensì del sentirsi giusti con quello che si ha a disposizione. Senza pretendere null’altro se non nuove conoscenze ed esperienze.

Godere di ogni singolo istante della vacanza, meravigliarsi di ciò che si vede e si prova e soprattutto essere grati, poiché quello che viviamo non è mai scontato o dovuto.

Esistono persone in differenti latitudini che non hanno le nostre stesse possibilità di viaggiare e di scoprire mondi nuovi; perciò, facciamone tesoro e impariamo ad apprezzare i traguardi che riusciamo a raggiungere.

Condiamo la nostra vacanza di vivacità e allegria, e lasciamo stare tutte quelle parentesi nere e fumose che rovinano la quotidianità. In viaggio è tempo di veleggiare con la mente, l’anima e il cuore, liberi dagli attracchi e dagli ormeggi.

Viaggiare secondo i chakra vuol dire fornire l’energia al nostro organismo, nonché nutrire in profondità la nostra mente. D’altronde i chakra, secondo la filosofia yogica, sono i canali energetici in cui scorre la kundalini.

Per chi non conoscesse i vari termini collegati allo yoga, la kundalini è l’energia vitale che scorre sotto forma di un serpente in tutto il nostro corpo.

A detta degli antichi filosofi orientali, talvolta l’energia è bloccata in prossimità dei canali per varie cause. Perciò, tocca a noi liberare il flusso energetico tramite esercizi pratici, di respirazione e di meditazione.

Tuttavia, prima di riconoscere il canale ostruito è necessario comprendere la funzione di ciascuno dei sette chakra.

 

viaggiare secondo i chakra: cosa sono

 

I canali energetici: nomi e funzioni

 

Esistono sette chakra principali, ciascuno con un nome e una funzione precise. Si dice che questi chakra siano situati lungo la colonna vertebrale, dalla corona della testa fino all’osso sacro.

Ogni chakra è associato a diversi aspetti del nostro benessere fisico, emotivo e spirituale. Riconoscere la loro espressione, significa poter intervenire laddove serve.

Il primo chakra si chiama Muladhara e significa “sostegno delle radici”. Si trova alla base della colonna vertebrale ed è associato al radicamento e alla stabilità.

Si ritiene che il chakra Muladhara sia responsabile del nostro senso di sicurezza, dell’istinto di sopravvivenza e della connessione con il mondo fisico. Quando questo chakra è equilibrato e aperto, ci sentiamo radicati e sicuri nella nostra vita.


Il secondo chakra è noto come Svadhisthana, equivalente a “la propria dimora”. Si trova nella parte inferiore dell’addome, intorno all’area sacrale.

Il chakra Svadhisthana è associato alla creatività, al piacere e al benessere emotivo. Governa la nostra energia sessuale e la nostra capacità di provare gioia e passione nella vita.

Se è equilibrato, proviamo un senso di fluidità e un’estrema facilità nell’esprimere le nostre emozioni e i nostri desideri.


Il terzo chakra si chiama Manipura, che in sanscrito vuol dire “gemma lucente”. Si trova nell’area del plesso solare, appena sopra l’ombelico.

Il Manipura chakra è associato al potere personale, alla fiducia e all’autostima.

Definisce il nostro senso di identità e la nostra forza di volontà. In equilibrio ed energizzato, richiama un forte senso di sé e noi siamo in grado di affermarci con sicurezza.


Il quarto chakra è noto come Anahata, il cui nome è al pari di “non colpito” o “non ferito”. Si trova al centro del petto, vicino al cuore. Anahata è associato all’amore, alla compassione e al perdono.

Nondimeno, attesta la nostra capacità di dare e ricevere amore, nonché la nostra capacità di empatia e comprensione. Quando questo chakra è aperto ed equilibrato, sperimentiamo profonde connessioni emotive e un senso di armonia in noi stessi e con gli altri.


Il quinto chakra è chiamato Vishuddha, il cui significato è “purificazione”. Si trova nella zona della gola ed è associato alla comunicazione, all’espressione del sé e alla veridicità.

Grazie alla sua presenza vantiamo una forte capacità di esprimerci in modo autentico e di comunicare con efficacia i nostri pensieri e sentimenti. Ed è per questo che quando questo chakra è equilibrato, siamo in grado di dire la nostra verità con chiarezza e sicurezza.


Il sesto chakra è noto come Ajna, ovvero “comando” o “percezione”. È collocato tra le sopracciglia, nella zona del terzo occhio. La sua posizione lo associa all’intuizione e alla consapevolezza spirituale.

Determina la nostra capacità di vedere oltre il regno fisico e di accedere a livelli superiori di coscienza. Se aperto e attivo, abbiamo un maggiore senso di percezione e di guida interiore.


Il settimo chakra si chiama Sahasrara, che corrisponde al valore etimologico “dai mille petali” ed è posizionato esattamente sulla corona della testa.

Rappresenta la nostra connessione con la coscienza divina e l’illuminazione spirituale, nonché la nostra capacità di trascendere le limitazioni dell’ego e di sperimentare l’unità con tutto ciò che esiste.

Quando il chakra viene completamente risvegliato, sperimentiamo un profondo senso di appagamento e connessione spirituale.

 

A ciascun chakra una località corrispondente

Viaggiare secondo i chakra: le destinazione per ciascun canale energetico

 

A questo punto non rimane altro da fare che conoscere quali luoghi di viaggio siano più indicati per riaprire i canali energetici corrispondenti. Ossia come viaggiare secondo i chakra.

Muladhara è il chakra della terra, per cui risuona in prossimità della natura. In tal senso, vanno privilegiati i luoghi selvaggi, come l’Isola di Minorca in Spagna, dove puoi cullarti nelle onde o immergerti nella boscaglia, lungo il percorso che costeggia il mare.

Svadhisthana richiama la passione, perciò il luogo ideale in cui riaprire questa fonte energetica è una città d’arte come per esempio Parigi. Durante la vacanza dovrai perderti per ritrovarti, come farebbe un flâneur, e quindi immergerti nella comunità e nelle sue radici culturali.

Manipura è un chakra che richiede coraggio e avventura. Pertanto, entrambi gli elementi si trovano in Africa, affrontando un temerario safari nel territorio keniota.

Anahata simboleggia il cuore, e i ricordi a noi più cari. Dove sei andato in vacanza o all’estero per qualche esperienza lavorativa lasciandoci il cuore? Io a Sylt, dove ho trascorso un piacevole soggiorno di otto mesi lavorando in una gelateria.

Vishuddha è il luogo ideale per comunicare, come potresti fare a Ischia, incontrando pescatori e locali disposti a concedersi in chiacchiere con i turisti.

Ajna è lo spettro della rivelazione. Approfitta di paesaggi incantati come quelli giordani per cambiare punto di vista e rivedere i valori fondanti del tuo essere.

Infine, Sahasrara è il punto culminante dell’energia, dove riprende il passo per il circolo completo. Le porte della percezione sono state purificate come direbbe Aldous Huxley ed è pertanto il momento di osare, andando a esplorare luoghi attraenti ma anche pericolosi, al fine di testare la nostra consapevolezza.

Io l’ho fatto in Honduras, tentando la sorte. E tu? Quando ti sentirai pronto per viaggiare secondo i chakra?

Fare un viaggio druidico significa seguire le correnti filosofiche celtiche così da accentuare la propria spiritualità e sensorialità. Secondo il neodruidismo, esistono quattro elementi naturali da tenere in considerazione nell’approccio con la natura: l’acqua, la terra, il fuoco e l’aria.

Questi elementi vengono richiamati da diverse correnti spirituali, poiché simboleggiano la base di qualsiasi filosofia. Ad aggiungersi, arrivano altri tre elementi fondamentali: Nwyfre (pronuncia nooiv-ruh), Gwyar (pronuncia goo-yar) e Calas (pronuncia cah-lass).

Il viaggio druidico nasce dal Nwyfre 

 

In lingua gallese questo elemento significa cielo e simboleggia la forza vitale, quel soffio che crea movimento e pensiero. Si tratta di energia sottile, la stessa che fa crescere e germogliare un seme, o che dà forma a un’idea.

Possiamo anche intendere il Nwyfre come il motore che dà l’avvio a un progetto di viaggio. Quando sogniamo a occhi aperti una destinazione e iniziamo a raccogliere informazioni su di essa.

In quel momento stiamo convogliando l’energia verso una nuova idea di vacanza, la quale un po’ alla volta prende forma nella nostra mente e diventa fattibile.

 

nwyfre: inizio viaggio druidico

 

Gwyar: la programmazione del viaggio

 

Il significato del termine corrisponde a flusso e indica l’inizio del movimento o del cambiamento. In pratica, possiamo associare questo elemento alla scintilla che dà l’avvio a un progetto di viaggio.

Dal lato pratico, l’elemento Gwyar è quando prenotiamo il volo, l’hotel, stendiamo un programma predefinito e scegliamo un periodo in cui fare la nostra vacanza.

Abbiamo attraversato la fase di creazione mentale di Nwyfre per passare alla funzionalità dettata da Gwyar. Ovvero, il momento in cui il nostro viaggio prende forma nella realtà.

 

Gwyar: il flusso

 

Calas: la sostanza

 

L’ultimo elemento druidico simboleggia la solidità e la stabilità. Ciò significa la manifestazione fisica di un progetto o di un oggetto, il quale è visibile e tangibile.

Paragonando il concetto a una manifestazione, possiamo intendere la struttura fisica di qualcosa. Da un punto di vista del viaggio druidico, esso rappresenta il viaggio in sé.

Quando viviamo intensamente il viaggio, stiamo percorrendo il percorso della realtà, trasformando i pensieri accumulati per creare la vacanza in qualcosa di palpabile, a livello fisico ed emozionale.

Non si tratta più di un progetto campato in aria, ma di un’esperienza attualmente in corso di sviluppo, alla quale va dedicata tutta la nostra attenzione.

 

calas: progetto viaggio

 

Perché fare un viaggio druidico?

Un viaggio druidico ti permette di immergerti a 360 gradi sul progetto vacanziero.  Dovrai ascoltare le emozioni suscitate dalla creazione della fase Ngyfre.

In questo contesto potrai assaporare le sensazioni che certi tipi di esperienza sono in grado di suscitare. L’idea di trascorrere una settimana in un bosco ti stuzzica? Allora, questa potrebbe essere una vacanza altamente ispirante.

Passando al lato pratico di Gwyar sarà il momento di dare forma al viaggio prenotando i mezzi pubblici, la struttura ricettiva, gli spostamenti e gli eventuali tour.

Infine, con l’elemento Calas viviamo il viaggio sotto forma sensoriale ed esperienziale. Non facciamo l’errore di trascinare le nostre abitudini quotidiane ma lasciamoci trasportare dal momento, vivendo ciò che il presente ci offre.

In questo modo, sarà come fare un viaggio tre volte e il suo ricordo non potrà che rimanere indelebile anche negli anni a venire.

Viaggio dionisiaco o apollineo: questo è il problema! Direbbe un Amleto escursionista se fosse un viveur del mondo moderno. Però, anche noi possiamo interpretare il pensiero di Amleto, parafrasando uno dei dilemmi più combattuti del filosofo Nietzsche.

Forse sto mettendo troppa carne sul fuoco e probabilmente ti starai chiedendo cosa c’entrano Nietzsche e il personaggio dell’Amleto di Shakespeare. In realtà nulla, ma volevo lasciare una meta descrizione a effetto all’inizio dell’articolo.

Perciò, riavvolgiamo il filo conduttore del ragionamento eliminando Amleto e tenendo solo come riferimento Nietzsche. Nel 1872 il filosofo e filologo tedesco pubblicò la sua prima fatica letteraria intitolandola “La nascita della tragedia“.

Il tema centrale dell’opera è la distinzione tra il principio dionisiaco e quello apollineo, i quali si contrappongono in base alle loro specifiche valenze e approcci.

In pratica il dionisiaco rappresenta il caos, il disordine e la disarmonia mentre l’apollineo simboleggia il rigore, l’ordine e la prevedibilità. Quindi, prendendo spunto da questi due ficcanti principi, qual è la componente che primeggia nei tuoi viaggi?

Viaggio dionisiaco o apollineo?

 

Come ti ho già anticipato il viaggio dionisiaco o apollineo prevedono due approcci completamente diversi. Il primo rifugge la ragione nascondendosi nell’istinto. Sono quei viaggi che prenotiamo a seguito di un impulso incontrollabile.

Il secondo, l’aspetto apollineo, ci guida nel pianificare un viaggio mettendo in ordine tutti gli obiettivi da raggiungere in vacanza. Per obiettivi, intendo i siti turistici che vogliamo visitare o le località da scoprire.

Per questo contattiamo in anticipo i tour da fare, conteggiamo il tempo a disposizione e stabiliamo tutti gli spostamenti che dovremo fare in fase di soggiorno.

Nonostante ciò, una volta raggiunta la meta prestabilita potremmo decidere di capovolgere gli aspetti: lasciandoci guidare dall’istinto più che dalla ragione.

 

componente del viaggio dionisiaco o apollineo

 

Fare il giusto mix

 

Talvolta può capitare, come succede a me, di voler pianificare il viaggio fin nei minimi dettagli ma poi raggiunta la località, cambiare improvvisamente pelle.

Poiché quando si respira l’aria di libertà si iniziano a rompere le catene della routine. In questo modo non si desiderano più gli orari ma seguire i propri istinti.

Anche la scelta delle località da visitare può propendere da una parte o dall’altra. Possiamo definire località dionisiache all’insegna dell’avventura, del divertimento e dell’esplorazione.

A differenza, le località apollinee sono quelle incentrate nella scoperta della natura rilassante, della cultura, dell’arte e dell’architettura.

Capisce che si tratta di attività completamente differenti che possono compenetrarsi alla perfezione. Per esempio, si può scegliere una località montagna in cui integrare sport estremo e terme.

Oppure, una zona marittima in cui fare immersione con gli squali alternate a languide giornate distesi  in spiaggia sotto il sole.

 

compagno di viaggio

 

Compagno di viaggio opposto a noi?

 

Il problema sorge quando troviamo una compagnia in viaggio che differisce totalmente da noi. Come fare in questo caso? Dobbiamo trovare un punto di incontro, altrimenti la vacanza si trasformerà in un incubo.

A volte ciò non è possibile, poiché ci si ritrova ad affrontare un muro invalicabile nella comunicazione. In questo caso, non rimane che dividere le proprie strade e decidere di fare ognuno le proprie attività.

Non c’è niente di male nel fare delle escursioni differenti se ciò aiuta a mantenere l’atmosfera positiva. Magari abbiamo la possibilità di conoscere nuove persone e trovare, all’occorrenza, la nostra anima gemella di viaggio.

Non dico un partner ma proprio un collega di viaggio che ama fare le stesse attività che piacciono anche a noi. Sebbene non sia necessario dividersi ma alternare le esigenze dell’uno e dell’altro.

Dimostreremo non solo di essere compiacenti ma anche rispettosi del legame che ci unisce. E sappiamo quanto ciò sia importante al giorno d’oggi, in una società abituata a “Fottersi allegramente” come canta Vasco Rossi.

Cosa significa fare viaggi per segno zodiacale? Significa seguire il proprio temperamento astrale allineando a esso le nostre vacanze. Secondo un famoso testo scritto nel 1934: ‘The Book of Instructions in the Elements of the Art of Astrology‘, ogni segno zodiacale ama stare in un elemento naturale specifico.

Pertanto, se decidiamo di soggiornare in una località che ripropone questo elemento le nostre vacanze non saranno solo un momento ricreativo ma anche rigenerativo.

In realtà, il libro descrive in maniera esaustiva quali siano i paesaggi complementari per ogni segno zodiacale, al che solo vedendoli la persona percepisce una sorta di equilibrio che la fa stare in pace con sé stessa.

Senza troppo tergiversare, andiamo a scoprire segno per segno quali siano i viaggi corrispondenti così da sapere come orientarsi per le prossime gradite e attese vacanze.

Viaggi per segno zodiacale

 

L’articolo è complementare a un altro scritto in precedenza che richiama gli elementi energetici compresi nella filosofia dello Shinrin Yoku, ovvero il bagno di foresta.

All’interno di quel contenuto venivano considerati i vari elementi naturali in considerazione del loro potere curativo; ovvero, quando ci approssimiamo a determinati elementi che dentro di noi risuonano armonici, sentiamo crescere un senso di benessere e rilassatezza.

Questo aspetto riguarda più spiccatamente la sfera personale e introspettiva di ognuno di noi, mentre fare dei viaggi per segno zodiacale significa allineare delle potenzialità inconsce collettive che riflettono la nostra origine primordiale.

A questo punto la curiosità cresce per cui non perdiamoci in altre divagazioni ma andiamo subito al nucleo del libro. Secondo l’autore i dodici segni dello zodiaco richiamano l’energia dei rispettivi elementi:

  • ariete: deserto;
  • toro: praterie;
  • gemelli: montagna doppia;
  • cancro: parchi, fiumi, alberi;
  • leone: montagna con castelli e palazzi;
  • vergine: casa;
  • bilancia: ponti e siti archeologici;
  • scorpione: carceri e caverne;
  • sagittario: arenili e centri di magia;
  • capricorno: piazzeforti e castelli;
  • acquario: caverne e cloache;
  • pesci: tombe.

 

segni dello zodiaco

 

Ariete, toro, gemelli e cancro

L’ariete è un segno che ama le sfide impossibili: le zone impervie come i deserti rappresentano un luogo in cui misurare le capacità fisiche e intellettive, nonché la disponibilità all’avventura. Ha un carattere determinato e di fronte agli ostacoli non arretra ma avanza sprezzante del pericolo. Se volessimo paragonarlo a uno degli archetipi, rappresenterebbe ‘l’esploratore’, proprio come il popolare Indiana Jones che rappresenta l’avventuriero padovano Giovanni Battista Belzoni.

Il toro vive in un equilibrio precario tra la risolutezza e il godimento del piacere: quando oscilla da una parte all’altra, può apparire indolente o saldo. Questo eterno conflitto lo rende cosciente delle sfide intellettuali e per questo motivo risulta quasi un saggio, sebbene venga preso poco in considerazione in seno alla sua ambivalenza. Il suo luogo ideale sono gli ampi spazi verdi senza null’altro offrire.

I gemelli non possono che amare gli elementi doppi come due cime che svettano parallele. Per fortuna, in Italia esistono diversi paesaggi in cui i gemelli possono ritrovarsi. Il loro carattere socievole li invita a soggiornare nei rifugi o nelle baite in cui vi è la necessità di condividere gli spazi con altri viaggiatori.

Il cancro come segno d’acqua ha bisogno del suo elemento naturale per sentirsi in sintonia con l’ambiente. Per questo segno, quindi, sono adatte le località con parchi, fiumi e alberi. Gli alberi perché hanno una risonanza emblematica e misteriosa che ben si adatta al temperamento chiuso e introspettivo del cancro.

 

zodiaco

 

Leone, vergine, bilancia e scorpione

Il leone è un segno ambizioso che ama primeggiare: per lui sono ideali le vacanze in montagna, costellate da castelli e dimore lussuose. Il loro orgoglio li spinge a essere sempre sotto le luci della ribalta, sebbene nascondano un sottofondo di generosità che li predispone ad aiutare gli altri. In montagna, quindi, attraverso lo sforzo fisico potranno mettere in mostra tutta la loro agilità senza preoccuparsi di fare gli occhi dolci a un animali selvatico venuto a portare i suoi saluti.

Il segno della vergine raccoglie al suo interno delle persone morigerate e pragmatiche che amano gli ambienti casalinghi poiché sono più semplici da organizzare e tenere sotto controllo, piuttosto che gli spazi aperti. Una bella casa vicino al mare o una baita in montagna con tutte le comodità indicano il viaggio ideale.

La bilancia segno dell’equilibrio e dell’armonia ha bisogno di trovare elementi altrettanto studiati e progettati. Per questo si ritrova in luoghi caratterizzati da ponti o da siti archeologici che rimandano a una certa filosofia. I luoghi che ospitano menhir e dolmen sono l’apice della goduria per tutti i bilancini, ma non disdegnano una visita in uno dei numerosi ponti del diavolo sparsi per il mondo.

Lo scorpione ama nascondersi in luoghi chiusi e bui come, per esempio, le carceri e le caverne. Il carattere dello scorpione si contraddistingue per gli impulsi, le passioni e l’istinto, tutte qualità presenti nell’inconscio, un luogo oscuro e misterioso all’interno dell’anima. Per questo possono apparire spesso impulsivi: fa parte del loro irrefrenabile temperamento.

 

illustrazione viaggi per segno zodiacale

 

Sagittario, capricorno, acquario e pesci nei viaggi per segno zodiacale

Il sagittario è un segno di fuoco amante dell’avventura e del buon vivere. Un’attrattiva speciale hanno per lui i luoghi cosiddetti magici che hanno dimostrato nel tempo una valenza esoterica. Ma anche gli arenili sono di estrema attrazione per il sagittario poiché qui può ideare dei giochi e sfogare la sua parte ricreativa e fantasiosa.

Il capricorno predilige l’uso dell’emisfero sinistro dedicato al raziocinio e alla logica. Pertanto, l’architettura gli affascina grazie ai quesiti di forma e volume che in taluni edifici trovano una risposta concreta. Portate un capricorno a visitare castelli e piazzeforti e lui vi sarà grato. La natura incontaminata nei dintorni la lascerà a piena contemplazione di qualche altro segno zodiacale.

L’acquario da buon eccentrico non può che amare dei luoghi particolari come le caverne e le cloache. Che ci andranno a fare? Chiederà uno degli altri segni dello zodiaco. Il fatto è che l’acquario vede opportunità laddove gli altri segni non vedono nulla, se non uno spazio vuoto. È proprio questa caratteristica a renderli dei veri e propri archetipi creatori, spesso non capiti ma allo stesso tempo affascinanti.

I pesci sono dei soggetti spesso irrazionali che amano scovare delle storie nei luoghi dimenticati. Sono quindi amanti dei cimiteri e delle tombe, dove riposano le anime di coloro che hanno avuto un’esistenza e ora ne vivono un’altra in una dimensione completamente diversa. Dentro a ogni tomba c’è una storia che i pesci sognano di poter raccontare e far rivalutare.

Le mete yin e yang sono quelle destinazioni che se coordinate al tuo temperamento ti faranno fare dei viaggi indimenticabili. Perché non è detto che ogni località, sebbene ben pubblicizzata, possa adattarsi al nostro stile di viaggio o all’umore del momento.

In base alle nostre vite potremmo necessitare di vacanze diverse: più escursionistiche o più rilassanti, dipende dal momento. 

Per farti un esempio, quella volta che ho scelto come destinazione di viaggio Lanzarote, l’ho fatto perché avevo selezionato un hotel ‘all inclusive‘ in quanto uscivo da un periodo stressante e avevo bisogno di vacanze decisamente rilassanti. 

Di norma, valuto le opzioni low cost e fai da te ma quella volta proprio non avevo alcuna voglia di organizzare il viaggio, pertanto ho optato per una soluzione diversa.

Non c’è nulla di male nel lasciarsi coccolare dalle strutture ricettive se si è soliti viaggiare in un altro modo, come di contro, non c’è niente di negativo in organizzare un viaggio avventuroso e pieno di opportunità turistiche.

 

mete yin e yang nel tao

 

Mete Yin e Yang, cosa cambia?

 

Innanzitutto dovremmo capire il significato dei termini yin e yang. I vocaboli nascono all’interno del Taoismo, una delle più importanti correnti filosofiche cinesi.

Lo yin è il nero, lo yang è il bianco. Solo che in ogni parte di yin c’è dello yang e in ogni parte di yang c’è dello yin. Ciò significa, in sostanza, che ogni cosa ha il suo contrario. 

Il concetto si differenzia dalla suddivisione manichea di male e bene in quanto dentro a tutto c’è sempre la polarità opposta. 

Se si vanno a esaminare più da vicino le due parole, si riscontrano delle caratterizzazioni per entrambe. Lo yin è considerato un elemento femminile, oscuro, poco energico, freddo, confusionario. Lo yang invece è l’elemento maschile, potente, lucente, attivo e focalizzato.

In tal senso possiamo suddividere le mete yin e yang nelle categorie di viaggio più energiche e meno scomodanti. Le mete yin sono caratterizzate dall’elemento acqua, il quale deve essere incluso nella vacanza. Per esempio:

Lo yang è rappresentato dagli elementi fuoco e terra, che richiamano un movimento costante. Dovrai pertanto recarti:

 

E tu, chi sei?

 

Sei yin o sei yang? Difficile stabilirlo, perché spesso dipende dal momento, come già anticipato. Ma esistono anche delle eccezioni. Io, per esempio, ho un temperamento yin ma quando viaggio assumo un atteggiamento yang. 

In vacanza ho bisogno di muovermi, di esplorare, di spaziare e di curiosare. Mi infiammo alle novità e bramo nel conoscere nuove località. Solo in rare occasioni mi concedo un soggiorno incentrato completamente sul relax, più spesso mi ritaglio solo dei fine settimana.

Può succedere però il contrario, ovvero che una persona di temperamento yang, durante le vacanze, senta il desiderio di scegliere mete accomodanti. Si indirizzerà, dunque, verso località dal tono più mesto e defatiganti.

Il corpo ha bisogno di riequilibrare le energie, per questo avvengono determinati contrasti. Non ci definiscono, solamente enfatizzano le nostre necessità.

L’ideale sarebbe creare una vacanza che racchiuda le esigenze, yin e yang così da accontentare le due polarità energetiche. Non solo! Se si viaggia con una persona opposta al nostro temperamento si può trovare, in questo modo, un compendio che soddisfi entrambi.

ll significato di walkabout è abbandonare la quotidianità al fine di ritrovare l’equilibrio nelle proprie radici culturali. Ed è ciò che sono soliti fare gli aborigeni australiani di tanto in tanto.

Origine del significato di Walkabout

 

Quando l’Australia venne colonizzata e gli aborigeni furono fatti schiavi, succedeva ai proprietari terrieri di svegliarsi una mattina e scoprire che i propri uomini se n’erano andati. Erano semplicemente svaniti, volatilizzati.

Avevano forse deciso di scappare? No, perché passate settimane facevano ritorno.

Dov’erano andati? In giro.

Nacque in quel frangente il termine walkabout il cui significato letterario è “gironzolare”. Questo è ciò che pensavano gli inglesi del walkabout ma per i nativi australiani era tutta un’altra storia.

 

Cartina Australia

 

La via dei canti

 

Secondo la tradizione aborigena il mondo è attraversato da infiniti percorsi denominati “vie dei canti”. Si tratta di itinerari affrontati da animali o esseri umani intrecciati ad avvenimenti a loro successi.

Grazie ai canti conosciuti e recitati dai santoni o da tutti quelli che ne conoscono la storia, questi episodi non vengono dimenticati. Inoltre, servono a disegnare collegamenti fra passato, presente e futuro.

Il metodo usato dagli aborigeni per rappresentare una via del canto è tracciare sul terreno una serie di righe inframmezzate da cerchi. La riga rappresenta il viaggio dell’Antenato, ovvero colui che si mette in viaggio, mentre i cerchi sono le soste o gli accampamenti dell’Antenato.

In sostanza lasciano una traccia nel mondo affiancandola a quelle preesistenti in modo da rafforzarle. Ecco che, ad esempio, la montagna diventa la battaglia fra un geco e un uccello, così come il passaggio di un antenato ne disegna le sequenze.

Queste vicissitudini vengono cantate seguendo un’impostazione e una melodia originale e diversa da tutte le altre narrate. Come fanno gli aborigeni a riconoscerle?

Ad oggi rimane un mistero che appartiene esclusivamente alla cultura aborigena ed è giusto che sia così. Addirittura considerano il luogo del concepimento non la casa dove sono nati ma il posto che conserva il momento della decisione del concepimento.

Quel punto viene chiamato Tjuringa ed è meta di pellegrinaggio per tutta la vita. Solo attraverso quel percorso e quella sosta possono considerarsi o ritornare a essere “antenati”. 

 

nativo australiano significato di walkabout

 

Perché riguarda anche noi?

 

Sembra quasi ci sia un’assonanza fra la mitologia classica e la via dei canti, come se gli antichi avessero voluto in qualche modo imprimere le gesta degli eroi o degli Dei per sempre nella memoria collettiva.

L’intento era quello di preservarne il ricordo e di lasciare ai posteri delle radici culturali alle quali attingere nei momenti difficili, quelli in cui si perdono le proprie coordinate. 

Una geografia totemica, come la definisce Bruce Chatwin, dove possiamo ritrovare luoghi e avvenimenti collegati dal filo di un importante passato antropologico. Una strada in cui non perdersi ma ritrovarsi. Utile in questi momenti incerti e fragili, dove l’equilibrio sembra essersi incrinato. 

 

Ancora oggi, disse Wendy, quando una madre aborigena nota nel suo bambino i primi risvegli della parola, gli fa toccare le «cose» di quella particolare regione: le foglie, i frutti, gli insetti e così via.

Il bambino, attaccato al petto della madre, giocherella con la «cosa», le parla, prova a morderla, impara il suo nome, lo ripete – e infine la butta in un canto. «Noi diamo ai nostri figli fucili e giochi elettronici» disse Wendy. «Loro gli hanno dato la terra”. (Bruce Chatwin)

 

Se vuoi approfondire l’argomento ti consiglio di leggere il libro di Bruce Chatwin – La Via dei Canti oppure guardare il film “Walkabout”. Ti lascio il film in lingua inglese a questo link.

Gli spiriti guida della natura Nat sono una testimonianza dell’antico legame suggellato fra gli uomini e la nostra Madre Terra. Il popolo birmano teneva molto a questo rapporto tanto da conservarlo fino ai giorni nostri.

Fu il re Anawrahta di Bagan a fondere la religione buddista con la venerazione dei Nat proprio per non cancellare le radici spirituali del suo amato popolo. 

Chi sono i Nat?

 

I Nat sono dei personaggi realmente vissuti e morti in circostanze atroci che si sono trasformati nei guardiani della Natura. Per questo mal tollerano chi non sa rispettarla perché lo vivono come un nuovo affronto personale. 

Si nascondono all’interno degli alberi, nell’acqua o nelle rocce e indispettiscono chi crea loro disturbo. In totale sono 37 anche se inizialmente erano molti di più e superavano il centinaio.

Anticamente, infatti, ogni villaggio aveva diversi Nat che difendevano il raccolto, favorivano le piogge e ostacolavano le inondazioni o proteggevano gli abitanti a fronte di un’offerta di cibo.

Tale credenza ha favorito finora il mantenimento della forestazione e ha impedito alle multinazionali di sfruttare i territori birmani a loro piacimento e stretto guadagno.

 

buddismo e spiriti nat

 

Perché gli spiriti guida della natura Nat hanno subito una morte tragica?

 

A causa del loro patimento si sono meritati un posto d’onore nel ricordo della storia birmana proprio come i nostri santi cattolici. Ogni persona si può ispirare a uno dei Nat tenendolo come riferimento e spirito guida nel superare le avversità della vita. Possono venerare uno o l’altro in base alle proprie necessità traendo supporto spirituale e mantenendo in vita le proprie radici culturali. 

Essendo parte integrante della storia birmana non possono essere semplicemente cancellati dal tempo ma persistono nella mente degli uomini a monito del futuro.

Rivestono un’importanza sociale soprattutto nelle aree urbane dove si eseguono festival propiziati da una sorta di medium, conosciuti come Nat Kadaw interpretandone l’essenza. 

Quale utilità hanno gli spiriti guida?

 

Molte credenze antiche di stampo sciamanico o animista riconoscono nella natura degli abitanti spirituali che si dedicano alla sua conservazione. Anche in Europa, prima che la religione cattolica spazzasse via con violenza le pratiche pagane, il bosco e la Natura venivano rispettate adorate. 

Mi vengono in mente le molte leggende legate al fiume Piave e ai vari spiriti che lo accudivano contro le malefatte degli uomini, per esempio.

Si riconosceva alla terra e agli altri elementi naturali la capacità di generare vita o di creare morte. Per questo motivo venivano fatte offerte dagli uomini affinché gli spiriti, che in essa abitavano, potessero intercedere per loro. 

È un peccato che si conservi ben poco di questa antica tradizione potrebbe risultare utile in questo momento storico in cui stiamo vivendo una sorta di necessario avvicinamento alle esigenze della Natura. 

Ridimensionerebbe la nostra presenza e ci renderemmo conto della benevolenza della nostra Madre Terra. Affidarsi a uno spirito guida, che ben sa di quale essenza sia fatto il mondo, ci aiuterebbe a superare quei dilemmi esistenziali che tanto ci tormentano. 

I Maya ci consigliano di affidarci ai nahuales mentre i Romani riconoscevano il Genius Loci. I greci o i celti avevano inventato moltissimi personaggi legati all’universo naturale come le ninfe, i folletti, gli gnomi, le driadi, eccetera.

Un sapere diventato evanescente ma sempre pronto a rivelarsi a chi lo vuole ascoltare. E tu sei pronto a tendere l’orecchio a questo mondo misterioso?

Quando tutto è silenzio le cose cominciano a parlare;
pietre, animali e piante diventano fratelli e sorelle e comunicano ciò che è nascosto.