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I tre mantra da viaggio che potrai recitare durante i tuoi soggiorni all’estero sono: So Ham, Om Gum Ganapatayei Namaha e Om Shanti. Se, però, non sei avvezzo a lezioni di yoga o filosofia orientale, ti starai chiedendo di che cosa sto parlando, procediamo quindi per ordine.

Cos’è un mantra?

 

Mantra è un vocabolo che deriva dalla lingua sanscrita ed è composto da due distinte parole:

  • man, significa “mente”
  • tra, significa “strumento”

Il significato letterale è quindi “strumento che aiuta a svuotare la mente” e liberarla, di conseguenza, dai pensieri paralizzanti. Si usa come forma di meditazione in varie discipline per calmare e arrestare l’afflusso continuo dei pensieri.

A volte siamo legati a idee che nascono spontaneamente nella nostra testa a seguito di un dato avvenimento. Le rendiamo inconsciamente un meccanismo abituale nei comportamenti somiglianti senza renderci conto che stiamo agendo con una sorta di pilota automatico.

Io me ne rendo conto soprattutto quando sono in vacanza e quindi lontana dalla solita routine. Mi accorgo, infatti, di voler adottare gli stessi atteggiamenti di quando sono a casa.

Per esempio, quando ho fatto la mia esperienza di lavoro in Germania mi ostinavo i primi tempi, a cercare i classici cornetti per fare la colazione all’italiana.

Dopo averne assaggiati diversi di pessimo gusto perché secchi, vuoti o eccessivamente burrosi, ho deciso di provare a mangiare come facevano i tedeschi e mi si è aperto un mondo di delizie culinarie!

Ho scoperto così le torte, il pane alle noci e anche qualche prelibatezza salata. Non contenta ho alzato il tiro e mi sono abituata a bere il caffè allungato che all’inizio consideravo brodaglia: superare questo ostacolo si è dimostrato importante soprattutto per i viaggi e i soggiorni all’estero consecutivi.

Fermarsi a riflettere sull’esperienza presente che si sta vivendo e decidere di immergersi completamente nel tessuto sociale porterà la tua mente a fare un salto di qualità.

Per aiutarti potresti recitare questi tre mantra da viaggio che ti sosterranno nel caso tu riscontrassi difficoltà o nell’evenienza in cui ti sentissi fuori luogo. Vediamoli uno a uno.

 

ragazza in meditazione in uno dei luoghi dove ricaricare le energie

 

Tre mantra da viaggio: So Ham 

 

So Ham è il mantra che ripetiamo a noi stessi per dire semplicemente “Io Sono Questo“. Quali risultati possiamo ottenere da questo mantra?

Il più evidente è la sensazione di benessere e leggerezza nel considerarci ciò che siamo: delle persone normali con pregi e difetti che cercano di fare il loro meglio.

Possiamo sbagliare o riscuotere grandi successi, l’importante è avanzare seguendo i nostri ideali legati al nostro essere interiore più profondo.

Siamo stimolati dunque, durante il viaggio, a seguire il nostro istinto e a cercare i luoghi di maggior assonanza con il nostro mondo interiore.

Il mantra può essere recitato in due modi differenti:

  • pronunciando la parola So durante l’inspirazione e Ham nell’espirazione;
  • ripetendo mentalmente facendo risuonare il mantra dentro di noi.

In questo video potrai capire come fare: clicca qui.

Om Gum Ganapatayei Namaha

 

Questo mantra si rifà alla divinità induista di Ganesh, rappresentato come un elefante con una sola zanna e quattro braccia, che aiuta chi lo invoca a superare gli ostacoli che intralciano il suo cammino.

Potrebbe essere utile recitare l’invocazione nel momento in cui incappiamo in qualche problema di difficile soluzione. Durante i viaggi, infatti, non sempre le situazioni sono positive: può sorgere una complicanza nella prenotazione o con la struttura ricettiva, abbiamo difficoltà nella comunicazione, mancano i mezzi con cui spostarsi, eccetera.

Prenderci del tempo per chiedere una soluzione ai nostri guai mettendoci a meditare può calmare la mente e fare di conseguenza emergere nuove utili idee.

Il mantra andrebbe recitato come vuole la tradizione per 108 volte. Puoi utilizzare una collana, chiamata Mala, per tenere il conto dei passaggi.

 

Equilibrio tre mantra da viaggio

 

Om Shanti: tre mantra da viaggio

 

Sh in sanscrito significa “Pace” e non è un caso se quando vogliamo far tacere qualcuno usiamo il suono “Shhh!” L’esclamazione invita subito la persona a calmarsi e attira l’attenzione sul comportamento fastidioso che sta tenendo.

Ovviamente non è per questo che ti suggerisco di recitare questo mantra ma per il suo messaggio intrinseco di pace. Se durante il nostro soggiorno abbiamo vissuto dei momenti indimenticabili, recitare il mantra potrebbe essere un modo per ringraziare quel paese e i suoi abitanti per averci fatto vivere delle emozioni piacevoli.

In questo modo, grazie all’ultimo dei tre mantra da viaggio, potremmo amplificare le vibrazioni positive nel mondo e realizzare che non esistono confini, differenze o contrasti.

Possiamo dare un significato più profondo e spirituale al nostro modo di viaggiare. In tal senso ti lascio la versione del mantra cantato da Tina Turner con 30 bambini di religioni diverse.

I miei luoghi per ricaricare le batterie e fare quindi della sana digital detox si trovano nei boschi, al mare o in campagna. La maggior parte di noi passa molto tempo davanti al computer, per lavoro, o connesso a internet per diletto.

Una miriade di informazioni attraversano il nostro cervello fino quasi a renderlo saturo. Troppi stimoli risultano infatti deleteri perché resi sterili dalla sovrabbondanza.

Lo stesso multitasking viene considerato nocivo in quanto sparpaglia la nostra attenzione in vari progetti senza renderla creativa. Un atteggiamento del genere, inoltre, richiede un grande dispendio di energie in termini intellettuali.

Ecco perché diventa necessario trovare dei luoghi dove ricaricare le energie e disintossicarsi da internet, ma soprattutto dai numerosi social.

I MIEI LUOGHI DOVE RICARICARE LE BATTERIE

 

Sono essenzialmente tre i luoghi in cui sento le mie energie rifiorire e si trovano in prossimità del mare, della montagna e della campagna.

Una specie di sodalizio con la natura capace di riattivare la concentrazione, i cinque sensi e l’ascolto dei nostri desideri più reconditi.

Per fare ciò, di solito, mi faccio aiutare da tre attività che favoriscono ognuno in modo diverso il benessere psico-fisico:

  • Forest Bathing conosciuta come bagno di foresta, Shinrin Yoku o silvoterapia
  • Yoga
  • Meditazione

Forest Bathing

La Forest Bathing deriva da una pratica giapponese chiamata Shinrin Yoku e richiede semplicemente un attenzione che richiama tutti i sensi.

Si devono osservare i dettagli della natura, tramite una passeggiata fatta senza fretta, cogliendo l’impermanenza delle cose, fatte per esserci e poi svanire.

Allo stesso modo possiamo rapportare la vita e i nostri pensieri: un moto perpetuo in continuo cambiamento. La sola vicinanza alla natura serve a ridurre lo stress e quindi il nostro corpo rilascia endorfine che calmano anche la nostra mente.

Un vero toccasana per chi ha bisogno di staccare la spina e abbandonare temporaneamente ogni pensiero disturbante e spiacevole. I luoghi in cui mi dedico a questa attività sono:

Yoga: luoghi dove ricaricare le batterie

Lo yoga è una disciplina di origine indiana e sta prendendo sempre più piede in Occidente grazie ai suoi poteri terapeutici. Può vantare di una sapienza millenaria che nel corso dei tempi non ha perduto la sua efficacia.

Non è una semplice ginnastica ma una filosofia che abbraccia mente e corpo. La stessa parola yoga in sanscrito significa unione tra la nostra coscienza e quella universale. I luoghi dove ricarico le batterie facendo yoga sono in campagna e precisamente:

 

equilibrio con gli omini luoghi dove ricaricare le batterie

Meditazione: luoghi dove ricaricare le batterie

La meditazione rientra sia nella filosofia yogica che nel Buddhismo e proprio questa duplice appartenenza ha dato vita a diversi modi di meditare.

Esiste la mindfulness creata appositamente dal monaco vietnamita Thich Nhat Hành, la meditazione vipassana fatta in origine dal Buddha per risvegliarsi, la meditazione Trascendentale nata dalla tradizione vedica e importata da Maharishi Mahesh Yogi, fra le più conosciute.

In sostanza si tratta di sedersi e porre l’attenzione all’interno di noi stessi. Laddove nella forest bathing i sensi vengono attivati per osservare l’esterno, la meditazione richiede invece la ritenzione dei sensi che devono essere “chiusi” per osservare l’interno.

Sembra facile ma non lo è… Richiede un allenamento quotidiano e consapevole. Dove preferisco fare meditazione? Al mare, in connessione con le onde che si infrangono per poi si dispersi nuovamente al suo interno. Più esattamente:

Sii il viaggiatore che vorresti vedere nel mondo riprende la celebre frase di Gandhi “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”.

L’ispirazione per l’articolo mi è venuta questa mattina appena sveglia. Ho aperto Facebook e ho visto l’ennesimo articolo sul cambiamento climatico. In toni piuttosto allarmanti il giornalista annunciava che l’ambiente sta vivendo una situazione critica e che abbiamo le ore contate per agire.

Sono consapevole del tema scottante ma il registro con cui vengono scritti certi pezzi mi infastidisce. Ciò che stona è il parlarne come se l’argomento non ci riguardasse direttamente. Come se stessimo soccombendo senza poter fare nulla. Ma nella storia abbiamo avuto dei personaggi che ci hanno dimostrato il contrario.

Mahatma Gandhi

 

Gandhi concluse gli studi di avvocato in Sudafrica. Viveva lì assieme alla sua famiglia nonostante le sue origini indiane. Un giorno prese un treno e riservò un posto in prima classe, grazie al suo lavoro aveva iniziato a guadagnare dei bei soldi e poteva permetterselo.

Se non che intervenne un inglese che gli intimò di uscire dal vagone perché apparteneva a un certo sociale che veniva considerato inferiore: secondo quest’uomo, infatti, non aveva nessun diritto di stare lì a occupare i posti riservati ai bianchi.

Fu un momento decisivo nella vita di Gandhi: poteva piegarsi in modo servile all’arroganza dell’uomo per non creare ulteriori problemi oppure poteva indignarsi.

Scelse la seconda opzione e aprì un nuovo capitolo della sua vita. Non solo questa decisione influì cambiando la sua personalità ma anche la storia.

Gandhi capì che se avesse lasciato perdere sarebbe stato complice. Se invece si fosse indignato e avesse preso questo fatto come un esempio, avrebbe compiuto una specie di rivoluzione.

Avrebbe trasformato la rabbia provata in qualcosa di costruttivo, utile a cambiare il mondo.  Comprese che se un atteggiamento o un comportamento ci ferisce abbiamo il dovere di combatterlo.

Sii il viaggiatore... una margherita in spiaggia

Sii il viaggiatore con una scala dei valori

 

Recentemente ho letto un libro che si riallaccia a questa storia. L’autore è Brian Tracy e sottolinea l’importanza di definire una nostra personale scala di valori.

L’idea è quella di stilare una classifica su quali siano i valori più importanti, quelli che se trasgrediti, ci fanno sentire a disagio o non in linea con il nostro essere. Ovviamente non bisogna solo scrivere i valori in un pezzo di carta ma anche agire seguendo quei principi in ogni ambito della nostra vita.

Ed è ciò che ha fatto Gandhi: ha dimostrato con l’esempio dei suoi comportamenti e delle sue parole i fondamenti morali in cui credeva.

Ha dimostrato al mondo che la rivoluzione parte da noi e che se qualcosa non ci piace dobbiamo, ma soprattutto possiamo, agire nel nostro piccolo in modo da cambiarla.

Cosa c’entra questo con i viaggi?

Il fatto è che leggo sempre più spesso persone che si ergono a giudici commentando le scelte degli altri. O peggio ancora chi discerne il turista dal viaggiatore. Ti confesso che questi commenti mi creano un certo livore. Il punto non è chi, come o perché si viaggia ma se lo si fa consapevolmente oppure no.

Ognuno di noi dovrebbe fare una scelta ponderata e guidata da un motivo personale che esula dagli altri. Dovremmo vivere il viaggio come una sorta di caccia al tesoro: visitando un luogo troviamo degli indizi che ci portano a un altro.

Così ci renderemmo conto che siamo tutti collegati e che non esistono né confini, né distanze a separarci. Capiremmo che le differenze sono un valore aggiunto e non qualcosa da cambiare. Seguiremmo il nostro cammino lasciando che gli altri facciano altrettanto, magari sbagliando o contraddicendo i nostri principi.

Ma lasciando a ognuno il proprio spazio per crescere e migliorarsi. Essendo pienamente noi stessi potremmo cambiare veramente il mondo e le sorti di chi crede nelle stesse idee. Pertanto sii il viaggiatore che vuoi vedere nel mondo e chi ti sta attorno cambierà di riflesso assieme a te!

Il nahual maya corrisponde al tuo animale guida che secondo le popolazioni dei Maya ti accompagna a conoscere il tuo destino.

Chi sono i Maya e scopri il tuo nahyal maya

 

La civiltà Maya occupò quella zona conosciuta come Mesoamerica che comprendeva gli stati del Messico, Guatemala, Belize, Honduras ed El Salvador.

La stessa si differenziava in ben 44 lingue differenti. La religione aveva tre caratteri principali:

  • era politeista: ossia gli dei erano legati al mondo della natura;
  • la suddivisione del bene e del male era strettamente collegata;
  • ogni persona possedeva il suo nahual.

Il nahual è un animale o spirito guida che determina non solo le caratteristiche caratteriali e l’inclinazione personale, ma orienta anche l’esistenza futura. Per questo motivo è molto importante conoscere il proprio nahual, proprio per sapere quale obiettivo ha la nostra nascita nel mondo.

Inoltre ogni giorno è possibile consultare “l’oroscopo maya” per sapere esattamente che azioni compiere e quali richieste avanzare affinché siano realizzate.

Nella cultura Maya il nahual è lo spirito di tutto ciò che esiste: dalla nascita ogni persona ne ha uno la cui funzione è quella di mantenere l’equilibrio tra l’umanità e la naturalezza. La cosmo-visione Maya si basa infatti sul rispettare, proteggere e vivere in armonia con tutte le forze della natura, in armonia con la Madre Terra.

Uno scompenso con questo legame o una lettura sbagliata del proprio nahual, se non addirittura la non conoscenza dello stesso, può creare degli squilibri psichici e può portare l’individuo a sentirsi perennemente insoddisfatto. Per conoscere il proprio nahual è necessario calcolare la data di nascita nel calendario maya, che durava 20 giorni.

Come leggere i nahual maya?

 

I nahuales sono importanti per conoscere la realizzazione di azioni in un dato giorno. Basterà inserire la data nel calcolatore, vedere a quale nahual maya corrisponde e leggere il suggerimento relativo. La croce maya invece descrive le energie che ti guidano nella vita e si dividono in:

  • giorno del concepimento, appartiene al passato ed è ciò che determina i tratti caratteriali attuali che non possono essere cambiati ma solo tenuti sotto controllo;
  • l’energia del destino, questa è importante per conoscere che futuro ti aspetta e che direzione si dovrà seguire;
  • nahual alla destra e alla sinistra del tuo nahual originario, ovvero degli “angeli custodi” che proteggono e influenzano anche il carattere rendendo la persona unica e originale. Determinano inoltre le influenze al quale si è soggetti.

Gli animali corrispondenti a ogni nahual maya sono:

 

tabella nahual maya

 

Il nahual maya Kame

 

Non ti è ancora chiaro? Facciamo un esempio: il mio nahual maya è Kame e queste sono le mie indicazioni da seguire.

Il segno di Kame dona un grande carisma e una forte protezione. Se saprà cogliere le opportunità offertegli dalla vita riceverà in cambio fama e riconoscenza.

Si muoverà in circoli sociali importanti, grazie alla sua grande abilità di adattamento e di relazione. Ha un legame fortissimo con gli antenati che lo guidano nella retta via, infatti, si è rincarnato più volte nella stessa famiglia e sta già preparando la prossima reincarnazione sebbene non ne sia consapevole.

Kame è il simbolo delle mutazioni e ha una grande capacità di pronosticare il futuro. Sono delle persone gradevoli, molto generose e affabili con i buoni, si infastidiscono e reagiscono con durezza di fronte alle ingiustizie.

Non devono temere la morte in quanto sarà la loro compagna per tutta l’esistenza, proteggerà il nativo dagli incidenti e dalle violenze e lo accoglierà solo nel momento propizio. Deve quindi essere consapevole del legame e non vivere nella paura.

Giorno Kame (ogni giorno del calendario con simbolo kame): giorno legato alla saggezza ancestrale, alla spiritualità e al mondo interiore. Oggi si richiede la fine dei conflitti sia sociali che personali, l’equilibrio e l’armonia. È anche il giorno per ricordare i propri cari scomparsi e richiedere loro benedizione e aiuto.

 

Croce maya kame

 

Croce Maya:

 

TIJAAK: l’energia del concepimento, è il suo più grande difensore contro i nemici, gli incidenti e le malattie. Lo porterà nel mondo del mistero da cui riceverà premonizioni e intuizioni che lo guideranno nelle scelte.

AJPUU: alla sua destra, lo metterà sempre alla prova, dove ne uscirà sempre vincitore grazie alla sua abile astuzia. Sarà un cacciatore capace di fiutare le prede e anticipare le mosse dei suoi avversari. Deve fare attenzione agli amici e ai soci in affari che lo posso tradire con facilità proprio per non vedersi oscurare dalla sua luce.

EE: alla sua sinistra, lo stimola a realizzare i suoi progetti, specialmente nel campo spirituale e intellettuale. Sarà favorito nella scrittura, nelle manifestazioni artistiche, nell’uso della dialettica e della comunicazione in generale.

I’X: l’energia del destino gli darà una vita intensa con un susseguirsi di alti e bassi che dovrà superare e non lasciarsi abbattere per essere riconosciuto come autorità. Avrà un legame speciale con la natura in tutte le sue forme.

Gli altri segni e tutte le informazioni per viaggiare in Guatemala si trovano nella mini guida del Guatemala scritta da me e in vendita su Amazon o Kobo.

Invece, per avere un’idea generale dello stato guatemalteco si possono raccogliere notizie direttamente dal sito ufficiale del Paese.

Hai mai provato a viaggiare consapevolmente attraverso i sensi? Facendo un viaggio in cui eri completamente immerso nel momento presente? Sto parlando di diventare consapevoli del momento presente aiutandosi con i 5 sensi ossia vista, udito, olfatto, gusto e tatto.

Viaggiare consapevolmente attraverso i sensi

 

Quante volte al giorno riusciamo effettivamente a bloccare il flusso dei pensieri? Se ti fermi a riflettere ti renderai conto che sono poche le volte in cui lo facciamo.

La maggior parte di esse avvengono quando siamo impegnati in altre attività come leggere o scrivere. Quando la mente è libera di agire si riempie di pensieri, per lo più inutili. Di conseguenza non osserviamo ciò che ci circonda perdendo così dettagli e intensità.

Potrà sembrarti banale ma non lo è. Quando vivi nel momento presente è come se indossassi degli occhiali e inizi a riconoscere sfumature, forme e colori che prima non avevi osservato.

Quando la tua mente è distratta dai pensieri agisci come un automa, senza vedere nulla. Sei intrappolato in un mondo che ti porta distante da quello in cui stai vivendo.

Ecco perché diventa importante, soprattutto in viaggio, non muoversi con il pilota automatico innescato. Viaggiare consapevolmente attraverso i sensi da pienezza alla tua esistenza non solo durante il periodo di vacanza ma ogni giorno della tua vita.

Inoltre è stato calcolato che facciamo circa 2 milioni di pensieri al giorno e ciò che è peggio e che facciamo gli stessi ogni singolo giorno della nostra vita.

 

viaggiare consapevolmente attraverso i sensi

 

Come possono orientarti i cinque sensi?

Ti soffermerai a notare dei dettagli che se tu fossi stato immerso nei tuoi pensieri non avresti visto. Sentirai gli uccellini cinguettare e ti ricorderai che non sei il solo a vivere in questo mondo, ma che lo condividi con altri esseri viventi.

Percepirai la dolce fragranza dei fiori che magari ti ricorderà un profumo, un ricordo o un’emozione. Ti verrà voglia di testare la consistenza di qualcosa, perché la sua forma inganna gli occhi e, come facevi da piccolo vorrai assicurarti, toccandola, che corrisponda alla realtà.

Anche il gusto diventerà più intenso prestandogli maggiore attenzione. I cibi avranno un sapore diverso, amplificato. Se sarai particolarmente concentrato sentirai l’essenza del luogo che stai visitando.

Viaggiare consapevolmente attraverso i sensi ti cambierà la percezione e l’umore ne guadagnerà.

Per rimanere concentrato nel momento presente può venirti in aiuto la meditazione. Se non sei avvezzo a questa pratica potrai alzare gli occhi al cielo ed esclamare: “Oddio… un’altra di quelle cavolate New Age!“.

In realtà fa parte della filosofia orientale ma anche della religione cattolica ed esattamente nel momento in cui si prega. Quindi non è una pratica così distante.

Anche la semplice osservazione del respiro che entra ed esce è una forma di meditazione e ci aiuta a rimanere agganciati sul qui e ora. Prova a farlo, vedrai quanto sia in realtà più difficile di quello che credi. Questo perché non siamo abituati a svolgere questo compito.

Ma, fortunatamente, c’è sempre tempo per rimediare. Ti basterà allenarti prima per pochi minuti per poi allungare sempre di più i tempi.

Se lo farai sarai pronto per viaggiare come se fosse la prima volta. Prendendo ogni esperienza come lezione di vita per il tuo mondo interiore. Smetterai di spostarti e inizierai veramente a muoverti nel tempo, consapevole ed entusiasta.

 

Prendi ad esempio Goethe che nel suo Viaggio in Italia scriveva:

Oggi io vi scrivo sotto il quarantesimo nono grado di latitudine e la giornata è buona. Il mattino però era fresco, ed anche qui tutti si lagnano dell’umidità, e del freddo della estate; oggi però la temperatura è dolce, e questa altezza di clima, propria della vicinanza dei grandi fiumi, è pienamente consentanea alla mia natura. Le frutta qui non sono punto straordinarie; ho mangiato buone pera, ma sospiro per l’uva e per i fichi“.

Intendo dire proprio questo quando ti consiglio di viaggiare consapevolmente attraverso i sensi. Goethe parla della temperatura, dei panorami che visto, della frutta che ha mangiato, dei desideri che la stagione gli ispira.

E il sesto senso a cosa serve?

L’istinto o l’intuito ti aiuteranno invece ad affrontare le situazioni in cui non ti senti a tuo agio o in pericolo. Prova a testare sempre le tue sensazioni di fronte a un’azione. Ti suscitano sentimenti positivi o negativi?

Un’emozione positiva la senti irradiarsi in tutto il corpo come se volesse uscire e abbracciare l’intero mondo, quella negativa, invece, crea occlusione e desiderio di allontanamento.

La ricerca del Genius Loci nella civiltà moderna richiede una grande sensibilità, attenzione e ascolto da parte del viaggiatore. Il quale deve, non solo visitare i luoghi a lui più ameni, ma anche trovare gli spiriti che vi albergano.

Ti sembrerà un concetto astruso e incomprensibile, per cui dobbiamo tornare indietro di migliaia di anni o meglio alla civiltà romana.

 

La ricerca del Genius Loci per i romani

 

Secondo i romani in ogni luogo abitava uno spirito che caratterizzava la società in cui viveva. Gli abitanti con le loro storie, le loro azioni e i pensieri creavano una sorta di aura magica che si fondeva con il paesaggio, gli odori e la natura.

Davano così vita al Genius Loci, lo spirito del luogo, che di contro dava atteggiamenti e personalità similari a chi ci viveva. “Nullus locus sine genio” diceva il retore latino Servio, ossia nessun luogo è senza genio. Dove per genio si intende il nume tutelare che vive nella sacralità.

Il Genius Loci prende vita dal concetto di Daimon di Platone, presente nel suo libro “La Repubblica“, in cui lo definisce come il diavoletto buono che alberga in ognuno di noi e che ci guida nelle scelte verso la nostra vera essenza.

Secondo Platone, infatti, nel momento in cui nasciamo assorbiamo anche tutte le energie e il tessuto storico culturale in cui ci troviamo.

Lo stesso concetto verrà ripreso anche da Carl Gustav Jung che riproporrà lo stesso paradigma nei suoi scritti “Anima e Terra“, dove sostiene che il luogo in cui siamo nati forgerà il nostro carattere, la nostra indole e anche le nostre fattezze.

Un legame tra terra ed essere umano indissolubile. Ma, come sappiamo, a causa delle guerre e di altri eventi storici, le nostre città sono state in molti casi completamente stravolte.

 

la ricerca del genius loci

Il Genius Loci oggi

 

Ecco perché oggi diventa difficoltoso ritrovare quello spirito magico di un luogo, quello che ti fa spalancare la bocca dalla meraviglia.

Nel tempo abbiamo anche perso la capacità di osservare e di stupirci dei particolari nascosti del paesaggio. Altre volte, invece, le città sono state rivestite da edifici che nulla hanno a che fare con la cultura di tempo.

Basti pensare a Berlino che dopo la Seconda Guerra Mondiale è stata ricostruita in fretta e furia per cancellare il ricordo di un passato vergognoso. Prova a pensare ai luoghi che hai visitato. Ce ne sono stati alcuni che non hanno saputo trasmetterti niente e altri che ti hanno piacevolmente colpito?

In quali sei riuscito a percepire il Genius Loci e in quali no?

Il Genius Loci non è così facile da trovare come si pensi, a volte si ha bisogno di rimanere più tempo o di ritornare più volte nello stesso luogo prima di identificarlo. Come ogni spirito è volubile e disposto a mostrarsi solo a chi ha la capacità di sorprendersi, di osservare e di ascoltare.

Quindi la prossima volta in cui andrai in vacanza non fermarti solo a guardare i monumenti o il paesaggio, ma ascolta i rumori, le sensazioni che rimanda, guarda negli occhi la gente e cerca delle similitudini fra di loro, senti gli odori, la freschezza dell’aria e il calore del sole e sii grato e riconoscente per l’attimo che stai vivendo.

Forse il Genius Loci deciderà di presentarsi e di farti conoscere lo spirito del luogo, un regalo che dovrai essere pronto ad accettare, solo così ti sentirai più leggero, in armonia con gli elementi e la vita stessa.

In una parola non viaggiare solo per aggiungere tacche alla tua mappa o per vantarti con gli amici, ma apriti alla divinità e ricerca la sacralità di un luogo. Sarà un viaggio pieno di meraviglia e di ricordi che forse non saprai nemmeno spiegare a parole ma che certamente sapranno arricchire la tua anima.

Come intendo io la ricerca dello spirito del luogo?

 

La verità è che nonostante la mia età non ho mai abbandonato la fanciullezza che mi è rimasta appiccicata addosso come un mantello invisibile.

Per cui mi è difficile pensare al Genius Loci come a qualcosa di etereo e senza immagine. Per me il Genius Loci è come un folletto che vive all’interno dell’albero più antico del luogo.

Da lì controlla tutti i movimenti di chi entra ed esce dal suo territorio. Segue l’andamento e ciò che accade alla terra e ascolta i racconti degli uccellini e degli insetti. A volte si avvicina agli umani sussurrando all’orecchio la sua vera identità aspettandosi in cambio un segno di gratitudine che spesso, non arriva.

Ma lui non demorde perché conosce a fondo gli uomini soprattutto nelle loro debolezze. Proprio per questo può gestirli come preferisce e dar loro i tratti caratteriali che lo aggradano. E a noi non resta che accettare il suo estro al di là dei nostri giudizi.