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Il sentiero degli scalpellini è un itinerario facile che parte da Costalunga oppure si può renderlo impegnativo partendo da Pove del Grappa. Stiamo parlando di un dislivello di 300 metri con una fantastica veduta sulla Valsugana e su Bassano del Grappa.

Io lo faccio spesso e ogni volta mi diverto a salire i tornanti per ammirare la natura rigogliosa che cambia in base alle stagioni, con la speranza di incontrare qualche camoscio che si inerpica sui pendii verticali.

Quando invece non ho troppa voglia di fare fatica, salgo in località Costalunga da Romano d’Ezzelino e mi godo la passeggiata pianeggiante che porta fino al monumento degli scalpellini. Un pezzo di marmo che ricorda l’importante lavoro svolto dai professionisti con rigoroso impegno.

Perché gli scalpellini?

 

A Pove del Grappa, fin dal Cinquecento, operavano i tagliapietra o i scalpellini: le montagne che sovrastano questa ridente città, a ridosso del fiume Brenta, sono famose per il loro marmo bianco di qualità simile a quello di Carrara.

Il Biancon di Pove, così veniva chiamato, era utilizzato per adornare chiese, case e monumenti. E servivano dei percorsi ad hoc che permettessero di collegare in modo agevole il centro cittadino alla cava di pietra.

Molti si dedicarono a quest’arte tanto da evolvere a scultori come successe ad Antonio Bosa che seguì le orme di Antonio Canova e fece conoscere la sua maestria in tutto il mondo. 

Per conoscerne la storia nel dettaglio e l’evoluzione del mestiere, si può visitare il Museo degli Scalpellini, all’interno della Biblioteca Comunale di Pove del Grappa (telefono 0424/80659).

 

Itinerario cave verso monumento degli scalpellini

 

I percorsi del sentiero degli scalpellini

 

Per raggiungere il sentiero degli scalpellini e il monumento a loro dedicato, si parte da Pove del Grappa attraverso un sentiero che ben presto si dirama in due direzioni: il primo sale in località Pragolin e, costeggiando Romano d’Ezzelino e la statale Cadorna, arriva fino all’imbocco del sentiero attrezzato.

Il secondo, risale verso la Madonna del Cornon, ma si interrompe prima. Ci sono, anche qui, due percorsi possibili: il primo che io chiamo “la direttissima” che sale senza pietà per sbucare a metà sentiero degli scalpellini e, l’altro, che prosegue in direzione Madonna del Cornon.

La prima salita è piuttosto impervia e scivolosa in quanto costruita attraverso l’utilizzo di pietre che servivano a facilitare il trascinamento dei carretti. La sconsiglio in caso di pioggia e se non si è moderatamente allenati.

Prima di arrivare al capitello dedicato alla Madonna del Cornon, invece, un itinerario sale alle cave di pietra e porta direttamente al monumento degli scalpellini. Si tratta di una quindicina di tornanti piuttosto impegnativi che vantano però, un’immersione totale nel fitto del bosco. 

Si attraversano le cave di pietra, ovvero delle gallerie scavate nella roccia, per continuare il sentiero in un percorso che sale vertiginosamente verso l’alto. L’ultima parte è quella più pericolosa perché costellata da pezzi di roccia e di conseguenza, anch’essa scivolosa.

L’ultimo percorso, il più semplice, è quello da Costalunga: un chilometro senza saliscendi adatto a sedie a rotelle e a passeggini. In quella zona, il Comune di Pove, ha adibito un’area barbecue, in cui rilassarsi e mangiare qualcosa.

Dal monumento, continuando sulla destra, si può proseguire il percorso e arrivare fino a Camposolagna. La pendenza cambia improvvisamente: il percorso da diritto e lineare passa a una pendenza che sfiora il 10%.

 

veduta su Romano d'Ezzelino

 

Localizzazione del sentiero degli scalpellini:

  • Da ex ristorante Charleston in località Costalunga si sale sulla stradina sulla sinistra e si prosegue dritto sulla strada in parte asfaltata e in parte sterrata.
  • Lasciare l’auto nell’ultimo parcheggio di via del Cornon e salire a piedi fino a raggiungere il bivio della direttissima (si prosegue avanti) o il sentiero in direzione Madonna del Cornon (salire prima dove c’è il cartello che indica alle cave.
  • In via Geronzello lasciare l’auto sul parcheggio e prendere la strada sterrata che sale fino ad arrivare al bivio: continuando a salire si raggiunge la località Pragolin mentre andando a sinistra si va in direzione Madonna del Cornon. A un certo punto il sentiero si interseca con il bivio della direttissima e si deve scegliere quale percorso fare.


Cosa fare nei dintorni?

Scoprire Mussolente significa avvicinarsi alla natura procedendo a passo lento e non per riposarsi, ma per non perdere alcun dettaglio. La città si trova in provincia di Vicenza e a pochi chilometri di distanza da Bassano del Grappa.

La sua area geografica si estende fra campi coltivati, boschetti, colline, valli e numerosi corsi d’acqua che creano un paesaggio ricco e ameno dal quale è possibile trarne il massimo rinvigorimento.

Quando ho voglia di nascondermi e perdermi nel silenzio degli alberi salgo in macchina con Pepe e mi dirigo qui: conscia che al ritorno dalla passeggiata avrò trovato ciò di cui necessitavo.

E l’aspetto ancora più interessante è che non avrò a disposizione solo un percorso a piedi da scegliere ma moltissimi, con differenti lunghezze e diversi tipi di strade.

 

Pepe a Mussolente

Santuario della Madonna dell’Acqua

 

Si trova lassù, ammantata dalla luce fioca e penetrante del sole, a volte nascosta da nuvole dispettose che vogliono celarne la mirabile bellezza. Il colle è chiamato Castellaro e la chiesa è divenuta Santuario grazie a un decreto del vescovo di Treviso. Trovi il santuario a questo link.

Quattro statue di angeli in pietra accolgono i fedeli all’entrata del Santuario mentre l’interno è a forma di croce con una navata centrale coperta da una volta a botte, due cappelle laterali e un presbiterio.

 

La chiesa è dedicata alla Madonna dell’Acqua perché la sua figura in statua con il Gesù bambino in braccio fu rinvenuta nel vicino fiume Volon, dopo un terribile ciclone avvenuto nel 1636. La statua era posizionata in precedenza in Valle Santa Felicita a Romano d’Ezzelino, a parecchi chilometri di distanza. Come fu possibile tale spostamento? Nessuno seppe dare una risposta e la gente gridò al miracolo, esigendo che la statua rimanesse in città. Fu così collocata tre anni più tardi, nel 1639, nella chiesa sul colle Castellaro. 

 

Più sotto si trova la valle dei “cachi” chiamata così in modo ufficioso quando lo scorso autunno mi sono fermata ad ammirare le numerose piante di cachi cariche di maturi e succulenti frutti. 

Dietro la chiesa, invece, si scende al cimitero ma proseguendo nelle scalinate esterne si può scendere e fare un piacevole percorso ad anello che va a confinare con la vicina frazione di Semonzo di Borso del Grappa.

Questo è il primo itinerario che ti propongo – da evitare, però, durante il periodo di caccia – perché oltre a esserci una zona di addestramento cani, è frequentata da cacciatori e cani agguerriti.

Durante il resto dell’anno, invece, puoi percorrerlo tranquillamente e scoprire Mussolente incappando in dolci saliscendi fra rovi, acacie, castagni e piccoli borghi di case silenziosi e quasi inanimati. 

Un’altra accortezza che dovrai avere è quella di non scegliere questo percorso se ha da poco piovuto perché il terreno si inzuppa facilmente d’acqua dato i diversi rigagnoli che costeggiano il sentiero.

 

sentiero lugana

 

Gli altri percorsi naturalistici per scoprire Mussolente

 

Il centro amministrativo del comune si trova più in basso e vicino al parco cittadino, chiamato Parco della Vittoria. Da qui partono diversi sentieri che incorniciano quasi tutto il paese e che sconfinano con le città limitrofe.

Il Comune ha diviso tali percorsi in diversi itinerari che ha segnalato e illustrato a uso dei cittadini su questo sito: http://sentierimussolente.it.

Il più breve è quello che ti ho accennato in precedenza denominato “sentiero della Lugana” che prende il nome dal fiume che lo costeggia. Il secondo in lunghezza è quello delle “roste” con una durata di circa un’ora e mezza.

Il terzo “delle volpere” segue il profilo dei precedenti allargando però i confini, toccando anche il comune di Liedolo. L’ultimo è ovviamente il più lungo e richiede due ore e mezzo di cammino.

Si attraversano boschi, prati e campi e si ammirano chiese, ville o semplici capitelli. Un insieme di percorsi che ti permettono davvero di scoprire Mussolente e di ammirare la natura nella sua forma più espressiva. 

Perché visitare il Veneto? Basterebbe citare Venezia per convincere qualcuno a venire qui ma la realtà è che c’è molto di più da vedere.

Lo ammetto, sono di parte essendo veneta, ma questo territorio non smette mai di stupirmi e spesso mi ritrovo a conoscere itinerari nuovi e affascinanti.

Nella classifica fra le regioni italiane più visitate spicca proprio il Veneto è il merito va sicuramente alla posizione geografica favorevole ma anche alla sua grande offerta turistica.

Mare, montagna, colline, laghi, campagna e ancora città d’arte, percorsi naturalistici ed enogastronomici, storia e proposte allettanti per gli sportivi di ogni genere.

Un ventaglio di offerte che attrae l’interesse di qualsiasi tipo di turista dal più esigente al più avventuroso senza tralasciare famiglie e viaggiatori backpacker

Possiamo dividere 5 percorsi di interesse che possono rispondere agevolmente alla domanda “Perché visitare il Veneto?”:

  1. Arte, storia e cultura
  2. Elemento acqua
  3. Natura e percorsi enogastronomici
  4. Trekking e montagna
  5. Anima contadina

Perché visitare il Veneto?

 

edifici colorati a burano

Gli edifici colorati lungo un canale a Burano

 

Arte, storia & cultura

La Repubblica di Venezia ha avuto una durata di circa 1100 anni e ha strutturato la città e la sua laguna così come la conosciamo oggi. I pali in legno di ontano sorreggono ancora oggi gli edifici storici esaltati dalla bellezza delle finestre e dei comignoli che rappresentano l’arte decorativa veneziana. 

Ogni anno milioni di turisti giungono per visitare le sue chiese, i suoi edifici e le sue isole. Ogni calla trasuda storia e ogni ponte nasconde qualche vicenda da recuperare.

Impossibile non rimanere incantati di fronte alla sua maestosità: sembra quasi un miraggio, eppure è viva e vegeta, pronta ad accogliere nuovi tradizioni da tramandare. 

Le isole si dividono fra laguna nord e sud e fra le più ammirate ci sono: il Lido di Venezia e Pellestrina, Burano e Murano, Torcello e quelle meno frequentate come il Lazzaretto Nuovo, Sant’Erasmo, san Lazzaro degli Armeni, san Clemente, eccetera.

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Vicenza contiene nel suo centro e nei dintorni, le famose ville palladiane opera dell’architetto Andrea Palladio che ha edificato un particolare stile riconoscibile in tutto il Veneto.

Le stesse fanno bella mostra non solo nel vicentino ma anche nel veneziano, lungo la famosa “Riviera del Brenta“, nel trevigiano e nel padovano. Fa parte del progetto originale del Palladio anche il “Ponte degli Alpini” in legno a Bassano del Grappa

 

riviera del brenta e i suoi edifici

 

Verona si presenta come città degli innamorati perché fa da sfondo al dramma di Shakespeare “Romeo e Giulietta” ma è anche centro di importanti ritrovamenti archeologici romani e a testimonianza, infatti, si può ammirare in piazza Brà, la famosa Arena. 

I dintorni di Verona sono forse fra i più amati dai turisti tedeschi che amano rilassarsi fra le sponde del lago di Garda mentre sorseggiano, all’ombra di un cipresso, un buon bicchiere di vino Lugana

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Padova si può raggiungere per visitare l’arte in ogni sua magnifica sfaccettatura sia da un punto di vista architettonico che pittorico senza tralasciare l’aspetto culturale.

La più antica università al mondo è stata fondata qui e anche il più antico orto botanico che rientra a pieno titolo come Patrimonio dell’Unesco.

La sua piazza è una delle più estese al mondo dopo quella russa e il sabato non può mancare un piatto di “folpetti” con un bicchiere di spritz. Prima, però, si dovrà passare a salutare Sant’Antonio nella basilica in cui riposano le sue spoglie. Tra l’altro è anche uno dei santi protettori di noi viaggiatori!

E ancora: perché visitare il Veneto?

Possagno, in provincia di Treviso, ospita la Gipsoteca dedicata allo scultore Antonio Canova, formatosi a Venezia e divenuto famoso in tutto il mondo grazie alle sue statue neoclassiche.

Sembra quasi impossibile che un blocco di marmo possa svelare tanta delicatezza, eppure sotto mani esperti ogni cosa può essere plasmata e trasformata in arte.

Sulla cima del monte Grappa riposano i deceduti del conflitto mondiale affinché rimanga come monito alle generazioni che la guerra serve solo a distruggere e a rimpiangere.

Migliaia di soldati riposano in piccole tombe bianche uguali l’una all’altra a simboleggiare che non c’è nessuna differenza di bandiera o di nazionalità nella morte. 

 

Ci sarebbe ancora da parlare delle città murate come Marostica, Montagnana e Cittadella che permettono di fare un salto nel passato e di sognare a occhi aperti ma ne lascerei da parte moltissime altre e non mi sembra giusto!

 

Perché visitare il Veneto? Per vedere le mura di Cittadella

 

Elemento acqua

Come ho già detto in precedenza il mare lambisce le coste veneziane ma anche quelle padovane e rodigine. In particolare una gita nel “Parco Naturale Regionale del Delta del Po” sorprende per la sua varietà naturalistica.

Molte specie animali soprattutto pesci, insetti e uccelli hanno trovato in questo luogo un habitat ideale nel quale soggiornare e riprodursi. Ciò ha richiamato, di conseguenza, moltissimi turisti orientati al bird watching o alla vacanza immersi nella natura. 

I tour e le pratiche sportive sono innumerevoli e richiedono più che un semplice giorno di pernottamento. D’altronde per avvicinarsi alla natura ci vuole pazienza e sensibilità affinché essa si sveli in tutta la sua magnificenza.

Le località marittime più amate sono, invece, Jesolo, Caorle, Eraclea, Cavallino Tre ponti e Sottomarina senza dimenticare le sopracitate isole della laguna veneziana.

Per fare un virtuale coast to coast veneziano leggi qui.

 

Frangente di roccia con lago del mis perfettamente pulito come il nostro contributo all'ambiente può essere utile

 

Anche i fiumi e i laghi hanno un loro seguito: si tratta di turisti più avventurosi che si divertono a fare canoa, rafting, stand up paddle, hydrospeed o un semplice giro in barca. 

Le imbarcazioni più particolari sono però quelle di origini veneziane ovvero la gondola e il burchiello (o la burchiella). Il primo si può provare a Venezia, il secondo lungo la riviera del Brenta e nel Piovego a Padova.

I laghetti nella provincia di Belluno, invece, creano quelle formazioni chiamate “marmitte” che sembrano delle piscine naturali con annessa cascata cervicale!

L’acqua ovviamente è gelata e non sempre è possibile bagnarsi ma rimangono uno spettacolo davvero unico come testimoniano i “Cadini del Brenton” nella zona del lago del Mis.

Natura e percorsi enogastronomici: perché visitare il Veneto

Un altro sito Unesco sono le Dolomiti: queste rocce dalle sfumature rosate che si accendono alla luce del sole e riflettono la sacralità della natura. Le foto non rendono giustizia alla realtà, per quanto siano affascinanti non trasmettono l’emozione che si prova trovandosi al loro cospetto.

Queste catene montuose fanno parte del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi che si estende dalla Valbelluna fino ai confini friulani e trentini e propongono anche una ricca esperienza sensoriale e gustativa. 

A Busche si possono assaggiare i migliori formaggi del Bellunese ma anche Asiago non scherza, ritrovandosi negli scaffali dei migliori negozi o centri commerciali esteri.

L’anno scorso, poi, sono entrate a far parte del Patrimonio Unesco anche le colline trevigiane del Prosecco che si estendono per chilometri senza mai fermarsi e offrono un panorama davvero suggestivo. Le colline, soprattutto quelle beriche e euganee, sono una meta ideale per chi ama andare in bici, a piedi o in moto.

Piccoli borghi incantati come Arquà Petrarca rimangono intatti come scrigni segreti del tempo, mentre nella profondità della terra acque ricche di minerali affiorano dando vita a città termali come Abano o Montegrotto Terme.

 

Perché visitare il veneto: A Casera Ere nel comune di San gregorio nelle alpi

 

A queste mete si abbinano anche le proposte trekking e montagna e quelle dell’anima contadina che lavora instancabilmente per produrre i prodotti migliori.

Bettole, osterie e agriturismi sono le mete preferite dei veneti che le eleggono come tappa domenicale dove poter bere del “vin bon” e mangiare un buon “panin co a soppressa“.

La natura in Veneto è stata estremamente generosa e pertanto può vantarsi di avere dei prodotti alimentari di eccellenza conosciuti in tutto il mondo. Insomma, per farti capire, è quel luogo in cui dici: “La dieta la comincio lunedì”!

 

Ho tralasciato di nominare molte località turistiche per ovvie scarsità di spazio ma spero sia emerso l’amore che ho per questa terra che tanto sa dare a chi la sa apprezzare e soprattutto che sia riuscita a rispondere alla domanda sul perché visitare il Veneto. Che fai, allora, ci vieni? 😉

 

Ulteriori approfondimenti li trovi qui:

La ciclabile del Brenta è un percorso di circa 70 km che parte dal lago di Caldonazzo e arriva fino alla città alpina di Bassano del Grappa. Se si segue il corso del fiume si può raggiungere anche la gloriosa città di Venezia.

In questo articolo, però, ci fermeremo a Bassano del Grappa perché troppi sono i punti turistici da visitare e da conoscere, quindi è meglio non avere troppa fretta.

Trentino Alto Adige: la ciclabile del Brenta

 

Lago di Caldonazzo e lago di Levico

Ci troviamo in Trentino Alto-Adige e più precisamente in quella striscia di terra che divide i due laghi. Possiamo gustare i piatti tipici trentini, dedicarci agli sport acquatici oppure rilassarci alle terme.

Le occasioni per fermarci ancora prima di partire per la ciclabile del Brenta non mancano ma noi abbiamo deciso di affrontare la discesa fino alla cittadina veneta.

Ti sto già dando un consiglio da amica, ovvero quello di partire da Caldonazzo e non da Bassano in modo da trovare un percorso in discesa per non affrontare il dislivello di quasi 400 metri che c’è in senso contrario!

Comunque, se ti avanza del tempo, ti consiglio di fare il “Sentiero dei Poeti”. Si tratta di un percorso di un’ora che parte dalla piazza principale di Calceranica al Lago e si snoda verso il torrente Mandola.

Lungo il chilometro di percorso si trovano 16 punti di sosta corredati ognuno da una poesia fino a raggiungere una pieve da cui si può godere il panorama del lago dall’alto.

< Puoi vedere i due laghi dall’alto anche dalla cittadina di Lavarone, scoprila cliccando qui >

 

A Levico Terme, sul versante nord del lago, invece, si può fare la “Strada dei Pescatori” per una lunghezza di circa 2 chilometri e continuare con il percorso ad anello completo aggiungendo altri 4 chilometri di puro relax e silenzio.

Famosa per le terme, la cittadina di Levico nasconde edifici di inestimabile bellezza come il Forte Colle delle Benne e il Grand Hotel con il Parco Secolare degli Asburgo.

Il forte, costruito nel 1890, si raggiunge con una camminata di un’ora circa dal centro del paese, mentre il Parco Secolare si trova in città e a Natale si anima con casette e luci colorate.

 

Borgo Valsugana e Selva

Scendendo a valle con la nostra bici verso la ciclabile del Brenta incrociamo il comune di Borgo Valsugana famoso per aver visto perire uno dei firmatari della Costituzione Italiana, il politico Alcide de Gasperi.

Scelse, come luogo di ritiro, la val di Sella dove oggi ha sede “Arte Sella” un museo a cielo aperto che custodisce opere in legno, sassi e altri elementi naturali che vanno a creare un paesaggio unico e suggestivo.

< Scopri l’articolo su Arte Sella cliccando qui >

 

percorso verde ad Arte Sella, piccolo giardino

 

Salendo, invece, in direzione Scurelle si può fare tappa al rinomato rifugio Il Crucolo che si posiziona fra le montagne della catena del Lagorai.

In questo locale vengono servite pietanze della migliore tradizione culinaria trentina e il famosissimo liquore “Parapampoli”, un miscuglio di caffè, vino, grappa e zucchero a cui viene dato fuoco prima di essere servito.

Seguendo le anse nervose del Brenta che creano una continua serpentina si raggiunge il paese di Selva dove si può visitare la Riserva Naturale Provinciale Fontanazzo e il suo biotopo.

Qui, ad accoglierti, ci saranno uccelli, rettili e insetti che amano vivere negli acquitrini oltre a numerose piante acquatiche che traggono nutrimento dalla sorgente che arriva dal complesso carsico delle grotte della Bigonda e del Calgeron.

L’entrata del parco la trovi sulla riva destra del Brenta costeggiando quindi la strada secondaria ossia dall’altra parte della statale 47. Nella stessa direzione trovi anche la grotta del Calgeron a Grigno dove si può fare una piacevole escursione adatta a tutti, previa prenotazione.


Veneto

Primolano e Cismon del Grappa lungo la ciclabile del Brenta

La ciclabile del Brenta continua a Primolano dove sovrasta il Forte Tagliata della Scala edificato per combattere i nemici durante la Prima Guerra Mondiale. Fortunatamente non è servito allo scopo ma ne ha lasciato un ricordo indelebile, difficile da dimenticare.

Da Primolano si può fare una deviazione per visitare il lago di Corlo nella cittadina di Arsié per rilassarsi e riprendere fiato lungo le sponde del bacino artificiale e gustare uno spuntino in compagnia degli abitanti del luogo.

< Maggiori dettagli sul lago di Corlo li trovi cliccando qui >

 

immagine autunnale del lago di corlo, tappa della ciclabile del Brenta

Lungo la Statale 47 e più precisamente nella zona dell’albergo Forte Tombion e della birreria “Il Cornale” si può visitare il Covolo del Butistone.

Si tratta di un fortino militare scavato sulla roccia raggiungibile attraverso un percorso fatto di scale metalliche che salgono lungo la parete della montagna, offrendo così una visuale alquanto particolare della Valsugana.

La visita deve essere prenotata in quanto è accompagnata da una guida (tel. 338 830 8984).

 

Valstagna

Nella cittadina ridente di Valstagna ogni anno in estate avviene il “Palio delle Zattere”, una manifestazione folkloristica che richiama migliaia di persone.

Nove contrade cittadine si battono nel Brenta per mezzo di imbarcazioni a remi per guadagnare il drappo di velluto rosso, simbolo di forza e coesione fra contrade.

Lungo lo stesso percorso scendono quasi quotidianamente i gommoni per il rafting, uno sport che anima le acque del fiume a qualsiasi ora del giorno e, a volte, anche della notte.

Per gli escursionisti, invece, c’è il famoso sentiero della Calà del Sasso formato da 4444 gradini, che salgono fino alla località Sasso di Asiago, nell’Altopiano dei Sette Comuni.

Il percorso è impegnativo e impervio se le condizioni metereologiche non sono favorevoli, serve comunque un certo allenamento per raggiungere la meta finale.

Il Laghetto di Ponte Subiolo o dell’Elefante Bianco sempre a Valstagna è uno dei sistemi più importanti a livello europeo di risorgive carsiche frequentato da sub e speleosub.

Essendo piuttosto profondo, però, è tristemente noto per molteplici incidenti mortali ma anche per una leggenda misteriosa che dal profondo degli abissi sale fino alla superficie dell’acqua…

 

 

Grotte di Oliero

Quattro grotte da visitare comodamente seduti su un’imbarcazione con una guida che spiega in modo esaustivo i segreti della geologia e della botanica. Si trovano nell’omonima cittadina di Oliero a qualche chilometro di pedalata di distanza da Valstagna.

Grazie al lavoro di bonifica svolto dal botanico bassanese Alberto Parolini, si ammirano le cavità nominate in modo bizzarro coi soprannomi di Covol dei Assasini, Covol dee Soree, Covol dei Siori e Covol dei Veci.

Un grande parco con un sentiero naturale aiuta a riconoscere piante e arbusti e con lo stesso biglietto dell’ingresso alle Grotte si può accedere al Museo di Speleologia e Carsismo Alberto Parolini.

Un’idea per trascorrere alcune ore nel cuore della terra, all’interno delle sue rocce che sprigionano la sorgente della vita, l’acqua, e alimentano il regno vegetale.

 

Bassano del Grappa: tappa finale della ciclabile del Brenta

La meta finale della Ciclabile del Brenta è raggiunta con l’arrivo sul Ponte degli Alpini, rimesso a lucido da recenti lavori di ristrutturazione dove potrai finalmente abbandonare la bici e riposarti.

Bassano è una città che vanta la Medaglia al Valor Militare per essersi distinta nei due conflitti mondiali. Divisa dalla riva destra e sinistra del Brenta ha ospitato grandi personaggi del passato come testimoniano le varie targhe posizionate sui muri della città.

Una città graziosa con le fronde dei salici che toccano la superficie dell’acqua per specchiare la loro naturale bellezza mentre nel centro i bar frequentati dai giovani si animano con bicchieri di spritz e stuzzichini.

Meriti anche tu uno spritz e se sei in zona chiamami, che raddoppiamo! 😉

 

Per altre informazioni:

Romano d’Ezzelino è una città oggi poco conosciuta ma famosa nel Medioevo grazie o, a causa, di personaggi che vi hanno abitato. Si trova collocata in provincia di Vicenza ai confini con quella trevigiana.

Nella parte alta della città c’è la strada provinciale che raggiunge il Monte Grappa, il simbolo della resistenza nei due conflitti mondiali.

Si divide in quattro frazioni: Romano d’Ezzelino (chiamata anche Romano Alto), San Giacomo, Fellette e Sacro Cuore. La sua bellezza si riversa nella prosperosa campagna, nelle verdeggianti colline e nei territori ameni che circondano le case, i sentieri e la natura incontaminata.

Colle di Dante opere in esposizione

 

Dante e il suo colle

 

In prossimità del centro di Romano d’Ezzelino si trovano due colline che favoriscono una piacevole passeggiata: partendo dal piazzale della chiesa si percorre prima il Col Molin e poi il Col Bastia conosciuto come il col di Dante.

L’accesso è aperto a tutti tranne ai mezzi di trasporto (no bici o moto). Sulla sommità si trova l’acquedotto comunale e una croce con delle panchine dove prendere un momento di raccoglimento. In lontananza si possono ammirare, tempo permettendo, i colli Euganei e sulla destra le colline bassanesi.

Proseguendo lungo il sentiero si arriva al col Bastia con il cimitero del paese, la Torre Ezzelina, simbolo della famiglia degli Ezzelini, e un muro con i versi del poeta fiorentino. Cosa c’entra Dante con la Romano d’Ezzelino?

 

versi Dante

I versi di Dante dedicati a Cunizza da Romano

Romano d’Ezzelino nel Medioevo

 

A comandare buona parte del Veneto durante il periodo medievale fu un tiranno conosciuto con il nome di Ezzelino da Romano. Un uomo senza scrupoli, proveniente da Onara, che con la forza ottenne il dominio di quasi tutto il territorio veneto.

Estese i suoi possedimenti fino a Verona ma il prezzo che dovette pagare per mantenerli fu molto alto. Dovette combattere, infatti, sanguinose battaglie registrando numerose perdite di militari e familiari. La stessa sorte toccò ai successori.

Il sommo poeta Dante conobbe la sorella di Ezzelino, tale Cunizza da Romano e probabilmente colpito dai suoi modi gentili, la inserì in un passo della Divina Commedia.

L’occasione fu durante il suo viaggio nel Paradiso in compagnia di Beatrice mentre attraversava il cielo di Venere (canto IX, versetto 25). Lo spirito di Cunizza da Romano gli disse:

 

In quella parte della terra prava Italica,

Che siede intra Rialto e le fontane di Brenta e Piava

Si leva un Colle e non s’urge molt’alto,

là dove scese già una facella

che fece alla contrada molto un grande assalto”.

 

Ezzelino da Romano venne anch’esso ricordato dal Poeta ma all’Inferno con questi versi: “E quella fronte ch’al ‘l pel così nero è Azzolino” relegato fra i dannati nel 7° cerchio nel canto XII dell’Inferno.

Nel colle sono dunque ricordati i versetti del Paradiso e intorno alla torre, negli ultimi anni, sono state esposte delle opere fatte con degli elementi naturali, come legno e paglia, che ricordano alcuni passi della Divina Commedia.

 

Torre Ezzelina nel col Bastia a Romano d'Ezzelino

Torre Ezzelina

 

Sentieri natura

 

La passeggiata dei colli è un circuito ad anello che impiega circa un’ora e mezzo di cammino. Altre interessanti escursioni possono essere fatte accedendo a Valle Santa Felicita, una rientranza naturale racchiusa fra le montagne.

Per raggiungerla serve arrivare in centro del paese, seguire la strada che porta a Cima Grappa e girare a destra in via Valle Santa Felicita. Per facilitare il percorso da seguire ti lascio il link di Google Maps: Indicazioni Stradali.

Troverai un parcheggio con un ristorante annesso e l’accesso a diversi percorsi escursionistici, più o meno impegnativi. Si possono fare corsi di roccia grazie alla verticalità in alcuni punti dei fianchi della montagna.

Al ritorno ci si può fermare a mangiare qualcosa presso il Ristorante dalla Mena o alla Pizzeria Antica Abbazia. Niente flânerie nei boschi ma la potrai fare una volta raggiunto il centro paese.

 

I percorsi più frequentati sono:

  • Il “Cavallo” che arriva fino al Pian dei Noselari,
  • sentiero verso Campo Croce
  • “Scalon” per raggiungere Campeggia.

 

Una bellissima chiesetta, oramai poco utilizzata per le funzioni religiose, spicca sul prato di accesso e può essere vista come luogo meditativo prima dell’ascesa alle montagne.

Intorno, se l’erba non è tagliata, fanno la loro comparsa le bianche margherite che appaiono in lontananza come lumini lasciati accesi in devozione dai fedeli.

All’approssimarsi del bosco, invece, le essenze rilasciate dalle piante donano sensazioni di benessere mentre i falchi gridano in alto al comparire delle prede. Un luogo in cui rilassarsi e godersi il trascorrere del tempo e della natura.

 

Veduta dalla Valle Santa Felicita su Romano

Romano d’Ezzelino dalla Valle Santa Felicita salendo il sentiero Cavallo

 

Feste e sagre a Romano d’Ezzelino

 

Ci sono due eventi importanti che si svolgono ogni anno che richiamano numerosi visitatori:

  • La sagra della Candelora
  • Il palio di Romano e gli Angoli Rustici

La prima si svolge nel mese di gennaio e prevede la sfilata nelle vie cittadine della statua della Madonna della Candelora accompagnata dal complesso bandistico.

A seguire intrattenimento musicale, piatti tipici e un mercatino con bancarelle storiche con cibo oramai in disuso come le stracaganasse (marroni essiccati), carruba e storti (coni di sfoglia con ripieno di panna).

Il palio, invece, si svolge il 25 aprile o il 1° maggio, secondo le condizioni meteo e prevede la corsa dei mussi (asini) nel centro del paese. Da quest’anno la manifestazione è stata spostata a Villa Negri a San Giacomo per facilitare la corsa agli animali.

Precede l’evento la manifestazione degli Angoli Rustici in cui gli abitanti indossano i vestiti d’epoca e svolgono gli antichi mestieri contadini o intrattengono i bambini con giochi oramai dimenticati.

E del Genius Loci che ti racconto? Lui è un po’ burbero, dispotico e brontolone ma anche dolce, sensibile e presente. Vive in disequilibrio mostrando a volte il suo lato peggiore, a volte quello migliore. Incontrarlo in un modo o nell’altro sarà solo una questione di fortuna.

 

Foto degli angoli rustici

Foto della Proloco Romano di Nicola Cocco: momento negli angoli rustici

 

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Il borgo di Montagnana ha diverse riconoscenze, vuoi scoprire quali sono? Leggi l’articolo e vorrai organizzare presto anche tu una visita!

Quest’anno è sfociata in me la passione per i borghi. Forse un desiderio di ritornare alle radici e riscoprire i comuni meno rinomati pertanto più caratteristici.

Grazie all’associazione Visit Montagnana e Murabilia, ho avuto la possibilità di camminare fra le stradine acciottolate e ammirare le mura imponenti che ne difendono la città.

Borgo di Montagnana: uno dei borghi più belli d’Italia

 

Il borgo di Montagnana è considerato fra i più belli d’Italia secondo l’associazione che si occupa di stilare una classifica nazionale. Crocevia storico e protettorato della Repubblica di Venezia, ha visto l’ingerenza di famiglie provenienti da tutto il Veneto.

Qui infatti hanno dominato, nel corso dei secoli, Ezzelino da Romano, i Carraresi, gli Estensi e molti altri. Lasciando ognuno la traccia del proprio passaggio. Per questo oggi ogni mattone delle mura e ogni sanpietrino del manto stradale nasconde una leggenda.

Sono arrivata un martedì mattina grazie all’ospitalità di Visit Montagnana, un associazione privata che si occupa di valorizzare il borgo attraverso manifestazioni e incontri con vari rappresentanti.

Faceva freddo ma non c’era nebbia perché il territorio è protetto in parte dai colli berici e in parte dai colli euganei, assicurando un clima umido ma comunque ventilato.

Mi sono subito incontrata con Silvia, la preparatissima guida che mi avrebbe accompagnato a scoprire i segreti della cittadina. Silvia è stata la guida che ogni travel blogger sogna: gentile, simpatica ma soprattutto appassionata e competente.

 

Diventa tutto più magico se le esposizioni storiche sono permeate dalla passione.

 

Il primo edificio che abbiamo visitato è stato il duomo di Santa Maria Assunta in piazza Vittorio Emanuele.

L’architettura è di richiamo gotico-rinascimentale e all’interno viene conservata la tela di Paolo Veronese conosciuta come la “trasfigurazione di Cristo“, mentre l’affresco nell’abside dell’altare maggiore, “l‘assunzione di Maria“, è di Giovanni Buonconsiglio, un’artista che lasciò diverse opere al duomo.

Un’altra tela che salta subito agli occhi è quella di Giulio de Rossi che descrive in modo quasi perfetto la battaglia di Lepanto tanto che la scena sembra sia stata vissuta dal pittore stesso.

All’entrata invece, restaurate da tempo, ci sono due tele attribuite probabilmente al Giorgione, raffiguranti Giuditta e David.

 

duomo di montagnana nel Borgo di Montagnana

 

Borgo di Montagnana: bandiera arancione del Touring Club Italiano

 

A Castel San Zeno, si trova invece l’ufficio del turismo, il museo Civico, la biblioteca e il mastio di Ezzelino dal quale si può accedere per visitare dall’alto il territorio circostante.

La vista è sensazionale: da una parte all’altra si può ammirare la campagna e i polmoni verdi costituiti dai colli Berici e Euganei. Sullo sfondo si possono anche vedere le Prealpi, i monti Lessini e con molta fortuna le montagne del Brenta.

Io, purtroppo, non ho avuto questa fortuna perché c’era un po’ di foschia che ha comunque regalato delle immagini suggestive.

Il Museo Civico si divide in tre piani: il piano terra è dedicato alla sezione archeologica e ai ritrovamenti romani fatti nella zona.

Nel piano superiore trova alloggio la sezione medievale e moderna e infine, il secondo piano, comprende i lasciti musicali dei due tenori originari di Montagnana Aureliano Pertile e Giovanni Martinelli.

Oltre al Duomo, nel borgo di Montagnana, c’è un’altra chiesa imponente dedicata a San Francesco; oggi salvaguardata dall’ordine delle monache Clarisse.

All’interno del comune troviamo anche l’antico Ospedale Civile, adibito nei tempi antichi a ricovero, oggi trasformato in banca, simbolo anch’esso della presenza dei templari.

Le forme attuali dell’antico ospedale sono quattrocentesche ma è possibile che sorga su una struttura duecentesca, officiata forse, in origine, dai templari.

 

lungo le mura di montagnana

 

Le mura di Montagnana

 

Le mura di Montagnana sono considerate le meglio conservate al mondo e sono state da tempo inserite nei Luoghi del Cuore dal Fai.

Se è vero che il borgo di Montagnana ha una lunghezza di circa 800 metri è altrettanto vero che la lunghezza delle mura che la circondano è di circa 2 chilometri.

Attorno correva il Fiumicello, un canale derivante dal fiume Frassine, che ostacolava l’avanzata dei nemici. Le mura sono composte da 24 torrette e 4 entrate principali: porta Padova, dove si trova il Castel San Zeno e il Mastio di Ezzelino, porta Vicenza dove scorre ancora una piccola parte del fiume antico, porta Legnago dove si trova la Rocca degli Alberi e porta XX Settembre dove ora si può raggiungere la stazione dei treni.

In particolare, in porta Vicenza, durante la sagra dell’Assunta, si procede all’allagamento di un vallo dell’antico fossato ricreando la figura storica difensiva del borgo.

La Rocca degli Alberi, opera dei Carraresi di Padova, è stata il caposaldo della difesa cittadina, concepita per bloccare qualsiasi possibilità di attacco.

Verso gli anni ’60 venne adibita a ostello mentre oggi è chiusa nell’attesa di diventare proprietà del comune.

Prima della sosta pranzo abbiamo girato ancora scoprendo altre bellezze. Il palazzo Sanmicheli oggi Municipio che spicca rispetto a tutti gli altri edifici adiacenti per dimostrare la sua superiorità.

Palazzo Magnavin-Foratti forse residenza di Giacoma da Leonessa, moglie del condottiero Gattamelata. E, infine, la famosissima Villa Pisani, opera del Palladio ed entrata a far parte del Patrimonio dell’Unesco.

La villa non è visitabile in quanto privata se non tramite un tour organizzato direttamente dall’associazione Murabilia.

 

borgo di montagnana con viole in fiore, borgo di Montagnana

 

Osteria Due Draghi nel borgo di Montagnana

 

All’ora di pranzo mi sono fermata per una sosta all’osteria due Draghi, un ristorante tra i più rinomati della città che propone sia piatti veloci e freschi, sia un servizio ristorativo di tutto rispetto.

Tra i piatti proposti c’erano dei deliziosi maccheroncini con puntarelle, briè e olive taggiasche. Essendo un’amante delle puntarelle l’ho subito ordinato. Una squisitezza che fatico a dimenticare!

Il personale poi è stato di una gentilezza unica e il servizio impeccabile. Con la pancia piena e soddisfatta sono scesa al piano sotterraneo a visitare la peculiarità del ristorante: un’antica cantina con carbonaia del ‘500.

Ma è anche un luogo perfetto per l’aperitivo tanto da essere stato insignito nel 2004 da APEROL come “grande locale spritz del Veneto“. Ti consiglio di dare un’occhiata al menu e al sito del ristorante ti farà venire subito voglia di prenotare un tavolo!

 

taverna con tavoli apparecchiati dell'enoteca due draghi

 

Prosciuttificio Fontana

 

Terminato il pranzo sono andata a visitare il Prosciuttificio Fontana, uno tra i più antichi della città, che produce il prodotto D.O.P. Prosciutto Veneto.

La famiglia Fontana ha fondato la sua azienda nel 1919 e da allora ha continuato a produrre prosciutti di grande qualità.

La loro priorità è di mantenere invariata la lavorazione del prodotto. L’unico ingrediente usato è il sale ed è tassativamente escluso l’uso di nitriti. Il gusto pertanto rimane leggermente dolce e la stagionatura varia fino a raggiungere i 18 mesi.

Il Prosciuttificio Fontana fa parte del consorzio di Tutela del Prosciutto Veneto Berico-Euganeo D.O.P., al quale fanno parte altri 14 comuni oltre a Montagnana: Saletto, Ospedaletto Euganeo, Este, Noventa Vicentina, Sossano, Sarego, Lonigo, Alonte, Orgiano, Pressana, Roveredo di Guà, Pojana Maggiore, Barbarano e Villaga.

Tutti rispettano le stesse regole della produzione regalando un prodotto totalmente genuino e di alta qualità adatto a qualsiasi dieta.

 

fila di prosciutti in stagionatura

 

Una volta uscita dall’azienda mi sono accorta che il sole stava iniziando a tramontare e a portare via con sé gli ultimi bagliori di luce.

Ho fatto un ultimo giro per memorizzare il paesaggio e, facendo gli ultimi passi verso l’auto, mi sono resa conto che le onorificenze conseguite da Montagnana sono tutte meritate.

 

Non è solo un borgo, ma un pezzo di storia che racconta le vicissitudini di un popolo nel corso delle varie epoche.

Forse proprio per questo il Giorgione ha voluto ritrarla in un dipinto a sanguigna, per non scordare la sua importanza.

 

Se hai interesse a visitare il borgo e a conoscerlo più approfonditamente ti consiglio di partecipare agli eventi promossi da Murabilia che propone passeggiate, biciclettate e itinerari particolari.

Per avere maggiori informazioni su come raggiungere il borgo di Montagnana puoi consultare il sito Visit Montagnana e la pagina Facebook abbinata.

 

porta di ingresso al borgo di montagnana

 

Cosa vedere ancora nei dintorni?

 


*** SENSI IN VIAGGIO ***

 

Ti divertirai a fare della flânerie nel borgo di Montagnana, si presta molto bene a questa arte anche se il percorso è circoscritto. Il Genius Loci lo vedi spuntare da qualche anfratto delle mura mentre controlla che nessun nemico arrivi.

Troppe battaglie sono state fatte per conquistare questa fortezza. Nonostante ciò rimane un essere conviviale, fiero e legato ai valori della tradizione.

Sentirai le macchine sfrecciare nella strada principale in lontananza ma tu sarai appena entrato in un’altra dimensione: all’interno di un mondo incantato. I tuoi occhi vagheranno in alto in cerca di qualche soldato che possa ancora camminare in quelle mura, ma il tuo odorato ti farà abbassare lo sguardo attirato dalle bontà locali.

Il gusto, infatti, sarà il senso che maggiormente godrà del soggiorno a Montagnana. Il senso del tatto invece rimarrà incantato nel toccare i mattoni che compongono le mura e la loro resistenza. Sono rimasti intatti, senza alcun segno di cedimento, fino ai giorni nostri. 

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