L’Isola di Montecristo fa parte dell’Arcipelago Toscano e del Mar Mediterraneo e tuttavia è un santuario ambientale protetto. Difatti, stiamo parlando un territorio ricco di biodiversità e oltremodo fragile, tanto che l’accesso è regolamentato dall’Ente Parco e dal Reparto Carabinieri per la Biodiversità di Follonica.
Inoltre, l’ingresso è contingentato a un massimo di 1725 persone, suddividendo le visite in 23 giornate dal 1° marzo al 15 aprile e dal 15 maggio al 31 ottobre. Ogni visita permette l’accesso a 75 persone.
Le regole di accesso sono ferree tanto da essere vietata la balneazione, la sottrazione di vegetali o animali, e nondimeno di sabbia, pietre o qualsivoglia altro elemento naturale. Nemmeno si possono portare animali da compagnia.
Nella spiaggia non si possono piantare ombrelloni, né tantomeno appoggiare dei teli mare. Ciononostante, è possibile scegliere tra due percorsi escursionistici differenziati dal livello di difficoltà.
Il richiamo a Edmond Dantés e dalla natura
Due tipi di viaggiatori sognano visitare l’Isola di Montecristo: gli appassionati di letteratura e gli studiosi naturalistici. Non a caso, l’isola occhieggia a due desideri distinti.
Il primo è quello di incontrare, anche di sfuggita, il personaggio illustrato dalla penna di Alexandre Dumas nel suo celebre romanzo “Il conte di Montecristo”.
La trama descrive le peripezie di Edmond Dantés, il quale accusato ingiustamente finisce in galera nel Castello d’If nei pressi di Marsiglia.
Per cause miracolose riesce a scappare e si dirige verso l’isola toscana, influenzato dalle rivelazioni di un suo compagno di cella riguardo un tesoro sepolto e dimenticato.
Dopo diversi anni, ritorna al suo paese natale sotto mentite spoglie per vendicarsi dei torti subiti. Per sapere se ci riesce o meno, ti affido alle pagine dell’abile affabulatore francese.
L’aspetto interessante è che il racconto è tratto da una storia vera, accaduta a Pierre Picaud al quale però la vendetta fu fatale, poiché morì per mano di uno dei suoi nemici.
Il secondo tipo di visitatore è un appassionato alla flora e alla fauna, che spera di incontrare una delle famose capre selvatiche presenti nell’isola.
Si tratta dell’unico caso di capra selvatica presente sull’intero territorio italiano, anche se non è autoctona. Al momento sopravvivono circa oltre 300 capi della suddetta specie.
Come organizzare una visita all’Isola di Montecristo
Per organizzare una visita dobbiamo affidarci alle guide locali o contattare il Reparto dei Carabinieri nel caso volessimo raggiungere l’isola con un’imbarcazione privata.
Ottenere un accesso significa aver fatto una prenotazione online e aver pagato l’importo di 130€ o di 60€ se si è residente nei Comuni delle isole dell’Arcipelago Toscano. Tuttavia, i residenti hanno solo 100 posti disponibili, prenotabili entro i primi giorni di marzo.
Le partenze sono dal Porto di Piombino, dal Porto Azzurro, dal Porto Santo Stefano o da Giglio Porto. E cosa si può fare una volta raggiunta l’isola? Si fa del trekking, scegliendo tra due itinerari:
- una lunghezza di 1000 metri da fare in circa due ore con un dislivello semplice di soli 42 metri;
- un percorso con un dislivello di 230 metri e una durata complessiva di due ore (difficoltà media);
- il livello elevato richiesto da un percorso lungo circa 3,5 chilometri per un dislivello di 460 metri da realizzare in circa 3 ore e mezza.
Saranno le guide a valutare i percorsi e in caso a cambiarli. Infatti, si richiede una calzatura adeguata poiché il terreno è scivoloso in quanto composto da granito ed è caratterizzato da forti pendenze.
Talvolta anche le condizioni meteo possono diventare sfavorevoli, laddove dovesse risplendere un sole accecante o incombessero venti forti o pioggia. Per questo motivo è consentito l’uso dei bastoncini da trekking.