Un itinerario Marocco insolito è viaggiare scendendo verso sud nel deserto per incontrare nomadi, cammelli liberi e stelle cadenti. Si tratta di un percorso alternativo ai classici circuiti turistici che ti permette di affondare i piedi nell’autentico e selvaggio panorama berbero.
Da qualche mese l’aeroporto di Treviso ha aperto la linea diretta per Marrakech così in compagnia di amiche sono partita una sera, piuttosto fredda e umida, per visitare la famosa città marocchina.
In pochi minuti abbiamo raggiunto il centro città con un taxi, lasciato le valigie in riad e dirette verso piazza Jemma el Fna per mangiare qualcosa.
Era quasi mezzanotte e il locale stava per chiudere ma ci hanno permesso di mangiare una pizza calda e soffice con un retrogusto al cumino che mi ha subito ricordato i safari africani.
Diario di viaggio Itinerario Marocco insolito
Primo giorno
Siamo partite un po’ assonnate dal riad di Marrakech alle 6.30. Infatti, siamo state svegliate dal muezzin alle 5.30 poiché il suo richiamo rimbombava all’interno della camera.
Abbiamo bevuto un tè veloce, un succo di arancia al mercato e abbiamo atteso le guide in prossimità della piazza centrale.
Le nostre guide, Abdul e Adbo, erano due giovani ragazzi marocchini dalla verve contagiosa. A quanto pare avevano trentuno anni ciascuno, così come tutti gli altri marocchini che ho conosciuto. Casualità? Non credo.
Siamo salite sulla Jeep 4X4 e partite in direzione deserto, attraverso il panoramico paesaggio delle montagne dell’Atlante, dove abbiamo raggiunto un’altitudine di 2260 metri.
Nel tragitto abbiamo attraversato pittoreschi villaggi berberi e visuali da cartolina con palmeti, montagne rossastre e aride, fichi d’india e fiumi solitari.
Verso le 9 ci siamo fermate a fare una vera e propria colazione marocchina, all’interno di un piccolo locale, con pane, miele, olio di argan e una tazza d di caffè nero fumante.
Finalmente, dopo circa tre ore, arriviamo in un campo tendato a Zagora dove ci prepariamo per pranzare. Ci togliamo il maglione e ci sediamo a fare la classica esperienza che non può mai mancare in un itinerario Marocco insolito: il tè caldo nel deserto.
Uno dei modi più usati per servire il tè è quello di versare il liquido in un bicchiere, ributtarlo dentro la teiera e finalmente servire la bevanda ai commensali.
Subito dopo veniamo richiamate da un ragazzo che ci chiede di avvicinarci alla tenda. Appoggiati a un tavolo ci sono dei piatti nascosti da coperchi colorati. Curiose, ci apprestiamo ad aprire per vedere il contenuto e… meraviglia delle meraviglie!
Ciò che vediamo ci lascia letteralmente a bocca aperta: verdure fresche tagliate a dadini, spiedini di carne e frittatine berbere con pomodori, tajine di verdure e cous cous.
Al termine del pranzo ci alziamo per camminare un po’. Mi è mancata la sensazione della sabbia a contatto con i piedi e qui appare ancora più sottile tanto da non rimane addosso.
Se potessi passerei tutto il pomeriggio a camminare sulle dune ma il tramonto detta legge e dobbiamo raggiungere l’altro campo tendato.
POMERIGGIO DEL PRIMO GIORNO
Per cui ci inoltriamo fra le dune con la nostra jeep, la musica suona al massimo del volume mentre ci dimeniamo come Shakira non per volontà ma solo a causa dei sobbalzi.
Continuando a correre in macchina si vedono dune a inframezzarsi a terreni rocciosi, le quali danno vita a un paesaggio surreale mentre piccole piante sfidano l’aridità, facendo sfoggio di foglie verdissime.
In lontananza figure si muovono all’orizzonte: sono i nomadi del deserto pronti a raccogliere acqua dai pozzi mentre attorno gruppi solitari di cammelli liberi pascolano anch’essi in cerca di acqua.
Circa 40 minuti prima del tramonto arriviamo al campo tendato di Erg Chigaga dove ci aspetta la passeggiata con i dromedari. Non manca il dromedario folle, con gli occhi azzurri, dietro di me, che cerca di mangiarmi la coperta sulla quale sono seduta riuscendo anche a pizzicarmi di tanto in tanto la chiappa.
Quasi dimentico dove sono non appena la guida mi segnala un buco scavato dalla volpe del deserto e subito mi viene in mente un passaggio del libro “Il piccolo principe“:
Non chiederti di cosa ha bisogno il mondo: chiediti che cosa ti rende felice e poi fallo.
Il mondo ha solo bisogno di persone felici.
Al ritorno ci diamo una rinfrescata veloce e ci accomodiamo per bere l’ennesimo tè caldo mentre aspettiamo che venga imbastita la cena. Si avvicinano anche i gatti, consapevoli che presto arriverà cibo anche per loro.
Il menu è piuttosto frugale: una minestra calda, carne e verdure cotte nel tajine e infine frutta a volontà.
È arrivato il momento di ammirare le stelle e la via Lattea mentre un grande fuoco arde e la musica dei bonghi si fa sempre più ritmata e assordante. Cominciano i balli e le lezioni di tamburo.
Verso mezzanotte andiamo a dormire nel silenzio più totale e ci svegliamo senza sole, nascosto da cirri e nuvole dispettose.
SECONDO GIORNO dell’Itinerario Marocco insolito
Dopo l’abbondante colazione arriva il triste momento di abbandonare il deserto e il suo silenzio per tornare alla civiltà. Risaliamo sulla Jeep questa volta per fare il percorso inverso e ci muoviamo in direzione Mhamid.
Mhamid è una piccolo borgo berbero, a ridosso del deserto, che accoglie pochi visitatori e infatti non appena scendiamo dall’auto ci sentiamo un po’ osservati. Degli uomini seduti al bar ci inquadrano cercando di capire la nostra nazionalità, fingendo indifferenza e scarso interesse.
Beviamo un caffè veloce e ripartiamo per visitare un’altra località magica: Tamnougalte, compresa nell’itinerario Marocco insolito.
Ma prima facciamo una breve sosta in un piccolo centro berbero, abitato da malesi che dopo aver viaggiato con le carovane lungo il deserto si sono dedicate con passione alla lavorazione della ceramica fermandosi qui.
Dai loro forni escono piatti e stoviglie elaborate e colorate. Ci attende una visita per scoprire il processo produttivo e il negozio dove acquistare gli articoli finiti.
Questa volta raggiungiamo davvero Tamnougalte. Il ksar (villaggio fortificato) si trova in cima a una collina e per raggiungerlo bisogna attraversare il ponte dove scorre il fiume Draa con palmeti carichi di datteri che adornano la strada da una parte all’altra.
Attraversiamo edifici di terra e sassi che hanno dato origine al villaggio più di 500 anni fa fino ad arrivare al nostro hotel, un’antica kasbah. Il suo nome è Kasbah Des Caids ed è una sorta di residenza, museo e castello.
Dall’alto delle sue terrazze si può ammirare il paesaggio circostante e il villaggio di Agdz.
Uno scenario incredibile con le varie costruzioni di terra e i monti dell’Atlante in lontananza. La kasbah è talmente caratteristica da essere stata scelta per girare il film Babel con protagonista Brad Pitt.
Cos’è una kasbah?
È essenzialmente una cittadella, una fortezza o una città fortificata di un distretto arabo.
Ad attenderci l’immancabile bicchiere di tè, questa volta senza menta e più speziato, nonché una visita all’intera struttura.
La cena viene fatta in terrazza così da ammirare il calare del sole e il nascere della mezza luna. A tavola un piatto di verdure, pollo e frutta aromatizzata allo sciroppo di datteri e cannella.
TERZO GIORNO (dell’itinerario Marocco insolito):
Il terzo giorno di questo itinerario Marocco insolito è stato anche l’ultimo e abbiamo dovuto svegliarci presto per ritornare direttamente all’aeroporto di Marrakesh.
Abbiamo assaporato gli ultimi strascichi di calore di questo Marocco insolito sapendo che non lo avremmo ritrovato al ritorno. Infatti, a Treviso pioveva e faceva freddo. Ma a me non importava perché mi sentivo comunque riscaldata e felice.