Uomini di ghiaccio nella cultura locale: yeti o soggezioni?
Gli uomini di ghiaccio appaiono all’improvviso in diverse culture locali, assumendo varie forme e differenti significati. Il capostipite di questi rinvenimenti è Ötzi del Similaun, l’uomo venuto dal ghiaccio.
Si tratta del corpo di un uomo preistorico mummificato rinvenuto pressoché intatto in Val Senales e ora conservato nel Museo Archeologico dell’Alto Adige a Bolzano.
Tuttavia, non è l’unica manifestazione degna di questo nome. Infatti, in Europa e nel mondo si susseguono apparizione di uomini di ghiaccio dai contorni sfuocati.
Uomini di ghiaccio: lo Yeti e i Miyagi
Tutti conosciamo lo Yeti, quel personaggio inafferrabile che vive in Tibet e appare talvolta ai viaggiatori in difficoltà. La sua indole non è crudele, purché venga lasciato in pace.
Difatti, assurge al ruolo di protettore della natura e del territorio che lo circonda. Intralciare il suo passo è indice di morte certa, pertanto fa attenzione a quale sentiero decidi di attraversare.
Sembra essere questa la morale della fiaba dello Yeti, il quale insegna agli sprovveduti ad avere rispetto per gli altri. Altrimenti, se non lo fanno, il prezzo da pagare sarà piuttosto alto.
E i Miyagi, cosa sono? In Giappone, ogni anno la neve ricopre gli alberi del Monte Zao. Tale copertura produce i mostri di neve, i quali diventano un’attrattiva turistica piuttosto visitata.
Da fine dicembre a metà marzo si possono incontrare questi personaggi umanizzati dagli occhi dei visitatori. Sebbene la realtà sia più prosaica.
Difatti, le goccioline di acqua si congelano per colpa delle spire gelide dei venti provenienti dalla Siberia. E quando nevica, la neve rimane attaccata realizzando dei giganti che appaiono antropizzati.
Conosci i Santi di ghiaccio?
I santi di ghiaccio derivano dalla tradizione popolare, e si riferiscono a una strana anomalia del clima e, nello specifico, quando avviene un calo delle temperature durante la sesta settimana dall’equinozio di primavera (31 marzo).
Il fenomeno si verifica perlopiù in Europa centro-settentrionale nei giorni tra l’11, il 12, il 13 e il 14 maggio. A causa di questa situazione, i santi che popolano il calendario in quei giorni, ossia San Mamerto, San Pancrazio, San Servazio e San Bonifacio di Tarso sono diventati i Santi di ghiaccio.
Anche i proverbi sottolineano l’anomalia, consigliando per esempio in Veneto: ‘Magio par quanto belo, de giasso el ghi ne ga in serbo sempre on granelo‘, la cui traduzione è ‘Maggio, per quanto bello, di ghiaccio ne ha in serbo sempre un granello’.
Il pupazzo di neve
E che dire del personaggio iconico del pupazzo di neve? Anche lui viene inserito tra gli uomini di ghiaccio? Nonostante il suo aspetto bonario, non si sa mai cosa aspettarsi da questo ominide.
Simboleggia il Natale, eppure la sua origine è nascosta tra le brume della storia. Secondo Bob Eckstein, l’origine di realizzare questi fantocci risale addirittura al Medioevo, sebbene il motivo sia tuttora sconosciuto.
Di sicuro c’è che la sua indole non dipende da lui, ma dalle mani che lo hanno forgiato. Lo stesso possiamo dire dei viaggi, i quali non hanno connotazioni negative se non quelle date dal nostro temperamento o umore talvolta funereo.
Perciò, parti con uno spirito leggero e soprattutto avventuroso, e vivi quei momenti come se fosse irripetibili.
Oppure, come dice il psicologo Viktor Emil Frankl: “Vivi il viaggio della vita come se l’avessi già fatto e ti fosse data la possibilità di rifare tutto di nuovo. Questa volta in meglio e al massimo delle tue possibilità“. Ti auguro un 2024 viaggiante, autentico e di rinascita.
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