Sei un viaggiatore ondivago? O lo sei sempre stato senza saperlo?
Un viaggiatore ondivago è incerto in quello che fa. Le sue idee guizzano come le onde fino a incresparsi nell’indecisione. Come quel signore che ho incontrato durante le mie ultime vacanze in montagna.
Mi trovavo a Calalzo di Cadore e stavo inseguendo un percorso che mi avrebbe portato a un rifugio. Però, le indicazioni scarseggiavano. Alla ricerca di un indizio c’era un’altra persona.
L’unica soluzione era quella di attraversare un fiumiciattolo e proseguire sulla destra per trovare l’inizio del sentiero. Avevo già controllato tutti gli altri punti cardinali e rimaneva solo quello.
Così gliel’ho riferito e l’ho avvisato che ci sarebbe stato una lingua di acqua da attraversare. Ha rinunciato e si è perso l’occasione di ammirare le vette cadorine, la distesa di pini mughi e l’incontro fortuito con un camoscio.
Ma forse ha seguito un altro sentiero e ha visto altre bellezze da togliere il fiato.
Cosa significa ondivago?
Il termine ondivago deriva dal verbo “ondulare,” e si riferisce a qualcosa che presenta un movimento irregolare, simile all’andare e venire delle onde. Spesso è utilizzato per descrivere persone o situazioni caratterizzate da indecisione o instabilità.
In un contesto emotivo, una persona ondivaga passa con celerità da stati d’animo contrari, mostrando incoerenza nelle proprie scelte e comportamenti. Questo tipo di comportamento è influenzato da fattori esterni, come le pressioni sociali o quelle personali.
Nel linguaggio comune, ondivago viene anche impiegato per indicare opinioni o idee che non sono fisse, ma tendono a variare in base all’umore o alla situazione del momento.
Invece, in letteratura, l’uso di questo termine evoca perlopiù delle immagini di incertezza e vulnerabilità. Fornisce quindi una descrizione efficace di dinamiche umane complesse, contribuendo alla profondità dei personaggi nei racconti.
Il concetto racchiude la dualità dell’esperienza umana: la continua oscillazione tra sicurezza e dubbio. Ma questo non significa debolezza, bensì forza.
E quindi, com’è il viaggiatore ondivago?
Un viaggiatore ondivago è una persona che affronta il viaggio con un atteggiamento fluido e adattabile. Difatti, non ha un itinerario rigido, bensì preferisce seguire le opportunità e le emozioni del momento.
La sua spontaneità può portarlo a scoprire luoghi nascosti e a vivere delle esperienze autentiche. Ma anche bloccarlo di fronte a sfide semplici.
In genere, si lascia influenzare dalle interazioni locali. Ed è dunque aperto ai cambiamenti improvvisi nei piani, accoglie i consigli delle persone del posto o altri turisti.
Si tratta di una flessibilità utile per immergersi nel contesto locale. Nondimeno, è facilitato da una mentalità curiosa e una forte propensione all’avventura.
A volte teme l’imprevisto; altre volte, al contrario, lo considera come parte integrante del viaggio stesso.
Ricorda il quadro “La grande onda di Kanagawa” del pittore giapponese Katsushika Hokusai. Grazie al suo approccio così libero e tempestoso, riesce a creare dei ricordi indimenticabili e significativi nel corso delle sue peregrinazioni.
Ma soprattutto, il viaggiatore ondivago valorizza con un forte contrasto le esperienze rispetto ai monumenti famosi o alle attrazioni turistiche tradizionali.
In questo modo, arricchisce la propria vita di incontri tra culture e raccoglie aneddoti e storie lungo il cammino. In pratica, costella il suo passaggio con i canti, come fanno gli aborigeni.
E se mai dovesse tornare in quei luoghi già visitati, riascolta la narrazione del suo passato e si premia di audacia e di spensieratezza.