Raggiungere le isole Tremiti con il traghetto e innamorarsene!
Come raggiungere le isole Tremiti con il traghetto? Semplicemente seguendo i consigli in questo articolo: prendi nota e prenota!
Vedrai che non solo scoprirai delle isole dal fascino antico ma te ne innamorerai perdutamente tanto da non voler più ritornare a casa. Sognerai di soggiornare in un ambiente selvaggio e un po’ ostile ma consapevole di vivere un’esistenza piena, leggera e libera dallo stress.
Raggiungere le isole Tremiti con il traghetto dal porto di Termoli
Era da un po’ di tempo che mi frullava per la testa l’idea di visitare le isole Tremiti. Non sapevo bene come organizzare il viaggio quando poi ho conosciuto una persona che abita a Vasto, in Abruzzo, e mi ha raccontato della sua terra.
Ho così scoperto che la città si trova ai confini con il Molise e ho deciso di prenotare un soggiorno lì. Quando sono giunta in stazione, ho constatato con più certezza che la vicinanza è davvero notevole.
Solo 15 minuti di treno per raggiungere Termoli. Da lì l’arrivo alle isole Tremiti è garantito con un viaggio in traghetto di circa 1 ora e 25 minuti.
Quindi, un mercoledì mattina con un sole cocente e brillante, mi avvio alla stazione, prendo il treno e arrivo a destinazione. Il cellulare ha deciso improvvisamente di prendersi una vacanza e la connessione diventa assente.
Procedo verso il centro scendendo una via a caso e incontro dei signori al bar che sorseggiano un caffè. Chiedo gentilmente indicazioni per il porto.
La strada è molto semplice: si attraversa il centro vivace e pieno di negozi e poi si scende verso il Piazzale della Scalinata del Folklore.
Non mi aspettavo un porto così grande. Mi guardo intorno alla ricerca di qualche indicazione e ancora una volta accorre in aiuto un signore.
Mi vede vagare con lo sguardo in cerca di qualcosa e mi chiede se sto cercando l’attracco per i traghetti diretti alle Tremiti. Immagino quante volte abbia visto turisti sperduti guardarsi attorno, come me, con aria dubbiosa.
Mi indica di dirigermi in fondo al molo dove si vede in lontananza un traghetto della Tirrenia.
Lì avrei trovato l’ufficio dove acquistare i biglietti. Allo sportello non trovo grande affluenza e acquisto rapidamente i biglietti. Il costo è di 16,29 per l’andata e anche per il ritorno a cui aggiungere 2,50 come tassa di sbarco per un totale di 35,08€.
La navigazione è tranquilla e senza accorgermi approdiamo all’isola di San Domino. L’acqua del mare è di un azzurro cangiante, un invito al nuoto e allo svago.
Come scendo dalla nave vengo intercettata da una signora che mi propone un tour di un’ora e mezzo fra le isole di San Nicola, Cretaccio e la Capraia.
Decido di accettare pagando l’importo di 16 € (non so dirti se in alta stagione i prezzi aumentino) e dopo circa 10 minuti si avvicina una barca facendoci salire a bordo.
Isola di San Domino (come raggiungere le Isole Tremiti)
La prima visita è dedicata a San Domino: una fra le isole più grandi e la più popolosa. Veniva chiamata dai monaci benedettini “l’orto del paradiso” grazie alla folta vegetazione e al suo fertile suolo.
Fra le scogliere si nascondono delle calette dal fascino senza tempo e alcune grotte dalla bellezza mozzafiato. La grotta delle Rondinelle è famosa per la presenza di rondini di mare che nidificano nel mese di marzo.
La grotta del bue marino era la dimora della foca marina, oggi quasi estinta e sormontata dal Ripa dei Falconi, una falesia sulla quale nidificano il falco della regina, il falco pellegrino e le Diomedee.
Queste ultime sono dei rarissimi uccelli di mare chiamati in questo modo per il loro canto notturno, che assomiglia al lamento dei soldati per il loro eroe perduto Diomede.
La grotta delle viole sulle cui rocce nascono dei bellissimi fiori colorati fra cui le viole e crea dei giochi di luce incredibili all’interno degli anfratti.
Entrando si possono notare anche la presenza di molti pesci e di molluschi che tingono le pareti di colore violaceo.
Toccando i punti cardinali dell’isola si possono scoprire ancora lo scoglio e la grotta di sale, dove si raccoglieva il sale, lo scoglio dell’elefante che ritrae il muso di un elefante e lo scoglio dell’elefante seduto che sembra avere la proboscide in direzione del mare.
Da ammirare anche la stazione di benzina a Punta Secca che punta direttamente verso l’infinità del mare e che lascia volare la fantasia verso mete distanti ed esotiche.
All’interno dell’isola è invece interessante sottolineare differenti strutture ricettive fra cui il campeggio del Touring Club Italiano nascosto fra scogli e falesie.
In questa isola aveva scelto di trascorrere le vacanze anche il cantante Lucio Dalla. La villa di proprietà è visibile direttamente dal mare e riconoscibile per il suo colore giallo che richiama i colori dell’isola del Cretaccio.
Isola del Cretaccio e isola della Capraia
Entrambe le isole sono disabitate e completamente differenti. La prima è costituita da materiali prevalentemente argillosi che ne stanno inesorabilmente segnando la fine.
Un po’ alla volta, infatti, l’isola sta scomparendo lasciando le sue tracce fra i fondali del mare. Il colore predominante è il giallo che spicca fra le isole di San Domino e San Nicola, e distingue appunto la formazione argillosa.
L‘isola della Capraia, invece, è ricca di vegetazione e di uccelli marini che qui hanno decretato la loro residenza. L’unica abitazione è composta da una cascina che serve solo come rifugio per gli animali domestici che un abitante di San Nicola ha deciso di utilizzare.
Su di una roccia che si accascia direttamente sul mare sorge il faro che una volta ospitava una famiglia che ci ha vissuto per otto anni.
Durante questo periodo di tempo la coppia ha avuto sei figli. La comunità ha deciso che costava troppo mantenere la famiglia e ha lasciato disabitato anche questo pezzettino di mondo!
Il nome Capraia deriva dalla presenza di innumerevoli piante di capperi che qui nascono spontanee. Inoltre è dichiarata riserva naturale e fra le sue acque nasconde la statua di Padre Pio che si può osservare facendo un immersione o dello snorkeling.
Isola di San Nicola
L’isola di San Nicola è quella che invita il turista a un percorso prettamente culturale. In questo luogo, nel tempo, si sono succeduti i monaci Cistercensi, dal 1237 al 1313, i canonici Lateranensi, dal 1413 sino alla fine del Cinquecento e, infine, i Benedettini Cassinesi il IX secolo.
Ognuno di loro ha lasciato traccia del passaggio valutabile in chiese, chiostri, vicoli acciottolati, passaggi sul mare, fortificazioni e mura.
Quando si giunge al porto si sale su di una stradina che porta sulla punta più alta dell’isola, attraverso un percorso antico, che trasuda lavoro e dedizione. Fra le mure di cinta si giunge al Torrione Angioino, di forma circolare, che si presenta all’entrata del Castello dei Badiali.
Delle scale seguite da un ponte di legno permette di entrare nel fulcro dell’antica cittadina adornata da ingegnose opere di difesa, costruite durante l’epoca dei Cistercensi con il Patrocinio di Carlo d’Angiò.
L’opera più ammirata è la Loggia della Cisterna della Meridiana. Si tratta di un pozzo profondo circa 17 metri, che raccoglieva l’acqua piovana. Il nome invece deriva dall’uso secondario che veniva fatto, ossia misurare le ore del giorno attraverso la Meridiana.
L’edificio più importante è l’Abbazia di Santa Maria a Mare, costruita dai monaci benedettini nel 1045.
Con l’arrivo dei Lateranensi la facciata è stata ristrutturata dandole un impronta più rinascimentale con l’aggiunta di cherubini, santi e l’immagine della Vergine Maria.
Dall’alto si può godere di una vista sensazionale sulle altre isole e le numerose feritoie della cinta muraria permettono uno scorcio sul mare aperto e sulla penisola pugliese.
A fianco del porticciolo c’è una piccola spiaggia di sassi dove sono attraccate le barche e un piccolo molo dove prendere il sole. Di fianco il bar ristorante “la Conchiglia” dove gustare un piatto di pesce fresco.
Fra le scogliere si nasconde la Grotta di San Michele, che sembra raffigurare un teschio e gli Scogli Segati, una roccia perfettamente tagliata in due. Il taglio è talmente perfetto che pare fatto da artigiani esperti.
Ogni ora, prenotando il tour delle isole, si può tornare all’isola San Domino e riposare nella caletta di spiaggia a fianco al porto.
Semi nascosta dal trafficato porto, permette di riposare e di fare un bellissimo bagno fra le acque cristalline sulle quali nuotano numerosi pesci, granchi e molluschi.
Di fronte numerosi ristoranti e negozietti dove acquistare cibo o souvenir. Viziosi gabbiani aspettano un pezzettino di cibo… non deluderli!
Altre informazioni su come raggiungere le Isole Tremiti
Durante il periodo estivo l’isola di San Domino e quella di San Nicola raggiungono assieme i 500 abitanti mentre in inverno diventa praticamente disabitata.
Le isole Tremiti sono composte in realtà da 5 isole. Tra di loro infatti figura anche l’isola di Pianosa, oggi decretata riserva naturale protetta con divieto di approdo da parte delle navi e anche di balneazione.
Per poterla visitare bisogna ottenere un permesso speciale con guide autorizzate proprio per preservarne l’atmosfera intatta e naturale.
Le isole Tremiti sono pugliesi e si trovano in provincia di Foggia. Fanno parte del bellissimo Parco Naturale del Gargano e possono vantare una qualità delle acque di eccezionale valore ambientale e naturalistico.
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