Visitare Gubbio e guadagnarsi pure la patente da matto
Visitare Gubbio è stata una rivelazione dalla quale non mi sono ancora ripresa, o meglio, diciamo che ci ho perso pure qualche rotella!
Spulciando in internet e, più esattamente su Wikipedia, ho letto che: “la superficie del territorio comunale di Gubbio è la più vasta della regione e la settima in Italia” e che, proprio qui, sono state girate le scene della fiction “Don Matteo” con protagonista Terence Hill.
Ma ovviamente non è questo ciò che mi ha colpito dritto al cuore, bensì il territorio: in questo periodo autunnale è una carambola di colori che vibrano dal giallo, all’arancio, fino al rosso.
Il centro storico è strutturato in modo da facilitare il percorso al cittadino e i monumenti, i musei e le chiese narrano il passato come nessuna voce può fare.
Il mio obiettivo è quello di accompagnarti alla scoperta della città scelta anche da San Francesco come rifugio e fonte di ispirazione per cambiare la sua vita.
Dove partire per visitare Gubbio
Il primo luogo da visitare a Gubbio è sicuramente il Teatro Romano situato alle porte della città, tra il parco pubblico e il parcheggio delle auto.
L’opera fu costruita tra il 55 e il 27 a.C. e poteva contenere fino a 6000 persone. Acquistando al prezzo di 3 euro il biglietto per l’entrata al teatro, si potrà visitare anche il Museo Archeologico che contiene interessanti reperti dell’epoca e i mosaici della Domus del banchetto.
L’ingresso principale alla città di Gubbio, invece, si trova in via Repubblica, lasciando alle spalle la bellissima Chiesa di San Francesco, che accolse il Santo e ora accoglie il Fante, la statua dedicata al milite ignoto.
Se vuoi puoi fermarti all’ufficio del turismo e chiedere una cartina. La prima chiesa che incontrerai alla tua sinistra è quella di San Giovanni, un luogo semplice ma importante, perché proprio qui sono state girate le maggiori scene del telefilm Don Matteo.
Proseguendo, scoprirai che a Gubbio sono stati installati due ascensori pubblici per facilitare la salita al centro storico. A causa della sua posizione, alle pendici del monte Ingino, sarai costretto a un saliscendi non a tutti gradevole.
Il primo ascensore quindi, ti permette di salire in Piazza Grande dove troverai uno di fronte all’altro il Museo Civico – inserito nel Palazzo dei Consoli – e Palazzo Pretorio. Il primo fu sede del Governo e custodisce le importanti Tavole Eugubine, mentre il secondo è l’attuale sede del Comune.
Utilizzando il secondo ascensore arrivi al Monastero di Sant’Antonio, la Cattedrale di San Mariano e Giacomo e il Palazzo Ducale di proprietà del Metropolitan Museum di New York. Incredibile ma vero!
Basilica di Sant’Ubaldo
Ora dovrai pazientare e affrontare l’ennesima salita che ti porterà, seguendo via Sant’Ubaldo, all’omonima Chiesa che dall’alto del monte Igino domina la città.
Il percorso si svolge attraverso un sentiero acciottolato nel bel mezzo di una boscaglia e una volta raggiunta la chiesa scoprirai che qui riposano le spoglie del Santo patrono della città di Gubbio.
A questo punto potrai riposarti (non placidamente come il santo, mi raccomando, eh?) e mangiare qualcosa nei ristoranti che si trovano di fianco alla chiesa e mettere mano alla tua reflex per dedicarti alla fotografia dall’alto.
Ma non sei obbligato a fare la salita a piedi! Nei pressi di via san Girolamo trovi una funivia che ti porta comodamente alla chiesa e non sarai costretto ad affrontare la salita.
Quando sarai sceso, non avrai finito di visitare la città, ma ti aspetta ancora il Parco Ranghiasci che si trova a sinistra del Palazzo Ducale, agghindato per la nobiltà dell’epoca come giardino pubblico dove ritemprarsi per mezzo dell’aria benefica del luogo.
Una volta uscito dal parco attraverserai porta Santa Croce e andrai in direzione di Palazzo del Capitano del Popolo che ospita una piccola mostra con arnesi di tortura. Ti sembrerà quasi di udire le urla delle persone tormentate: esci subito da lì!
Invece, se seguirai la strada che sale in direzione Scheggia a un certo punto ti troverai a guardare dall’alto la Gola del Bottaccione. Perché è una località così importante?
Perché proprio qui Walter Álvarez suffragò definitivamente la teoria dell’estinzione dei dinosauri a seguito della caduta di un meteorite o di una cometa.
Ci riuscì grazie allo studio dell’argilla che compone le rocce e ai fossili sedimentati ma soprattutto a seguito della rilevazione di un’alta percentuale di iridio. Un elemento presente in alte percentuale nello spazio ma non sulla Terra.
I successivi approfondimenti svolti nella penisola dello Yucatan confermarono la scoperta e riconobbero finalmente la causa della scomparsa dei dinosauri sulla Terra.
Tre cose da fare nel visitare Gubbio
Scendendo ancora troverai il teatro Comunale e la chiesa di San Domenico e ti toccherà risalire. Sì, perché avrai visto la maggior parte dei monumenti e non potrai certo tralasciare Palazzo del Bargello, sede del Museo della Balestra.
Ma ancora più importante è la Fontana del Bargello. Qui dovrai compiere tre giri attorno e guadagnarti così la Patente da Matto. Definita la città dei matti, non poteva certo mancare un luogo dove far diventare matti anche i turisti.
È un riconoscimento che dovrai avere per giustificarti con i tuoi amici a seguito di qualche gesto sconsiderato. Potrai sostenere, infatti, che la pazzia è causa di Gubbio e non tua!
Ora che hai la patente in mano puoi scegliere di assaggiare la specialità tipica di Gubbio: il tartufo. Lo troverai all’interno di in ogni specialità culinaria.
Riassumendo i compiti sono:
- visitare Gubbio e i suoi monumenti, chiese e palazzi;
- guadagnarsi la patente da matto;
- mangiare il tartufo.
Se manchi solo uno dei tre compiti sarai dannato a vita. Scherzo! O forse no, chi lo sa 😉